Il Consiglio dei ministri ha colto l’occasione del ricorso contro la legge per le Aree Idonee varata dalla Sardegna per dare una linea d’indirizzo sulle modalità di recepimento del decreto nelle leggi regionali che dovranno essere varate da tutte le regioni italiane
Post di Il Sole 24 Ore
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Nelle motivazioni pubblicate sul sito del dipartimento si legge che «a fronte dell’ordinanza del Consiglio di Stato che ha sospeso una parte del Decreto aree idonee del Mase (art. 7, comma 2, lettera c), ossia nella parte in cui sembrerebbe lasciare alle singole Regioni la facoltà di restringere il campo di applicazione delle aree “immediatamente” idonee, ne consegue l’illegittimità di qualsivoglia disposizione normativa di rango regionale che, nell’individuare le aree idonee, trovi spazio per incidere, in senso restrittivo, sul minimum di aree idonee identificato dal legislatore statale al comma 8 dell’articolo 20 del d.lgs. n. 199 del 2021».
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Moratoria #rinnovabili della Regione #Sardegna: vi segnaliamo un contributo “a caldo” di Berra Chiara e Massimo Colicchia sul recentissimo DDL che intende disporre una moratoria per 18 mesi delle autorizzazioni degli impianti FER sul territorio regionale. Sul nostro sito potete leggere l'articolo e scaricare il DDL.
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Il Decreto Aree Idonee passa al vaglio della Commissione Energia e Ambiente della Conferenza delle Regioni, dove sono state apportate alcune importanti modifiche
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La Regione Sardegna approva la legge regionale in materia di aree idonee disattendendo quanto stautito dal Consiglio di Stato con una serie di ordinanze cautelari emesse appena lo scorso 14 novembre. La norma approvata preclude la realizzazione di impianti FER su quasi tutto il territorio sardo e si pone in aperta contraddizione con le finalità della transizione energetica che lo Stato italiano e l'intera Unione Europea perseguono attraverso la normazione nazionale ed eurounitaria. Nel breve termine saranno apprezzabili gli effetti di tale normativa regionale sulle diverse centinaia di progetti pendenti. Al momento appare abbastanza scontato l'avvio di una lunga stagione di contenziosi che il semplice rispetto delle indicazioni del Consiglio di Stato avrebbe consentito di evitare.
La Sardegna ha approvato la propria legge sulle #areeidonee in forza della quale oltre il 96% del territorio sardo risulterà non idoneo ad ospitare impianti FER. CDRA, dal mese di agosto ha seguito diversi ricorsi, alcuni dei quali hanno portato il Consiglio di Stato a sospendere il #decreto sulle aree idonee, nella parte in cui consentiva alle Regioni di prescindere, nella adozione delle proprie leggi, dalla individuaizone delle aree idonee operata dal legislatore nazionale con il D.lgs n. 199/2021 e ciò fino alle sentenze di merito che il Tar del Lazio emetterà a seguito delle udienze già fissate per il 5 febbraio 2025. La legge sarda, tuttavia, non tenendo conto del chiaro indirizzo del Consiglio di Stato, si pone in contrasto con la DIRETTIVA (UE) 2018/2001 e con la norma nazionale che l'ha recepita normative sovraordinate che definiscono gli ambiti di competenza dello Stato e le finalità da perseguire a livello europeo nel delicato processo di transizione energetica. E' proprio in forza di tale chiaro quadro normativo, infatti, che il Consiglio di Stato ha imposto alle regioni, anche a statuto speciale, il rispetto di obblighi di natura sovranazionale, tutto ciò è stato deliberatamente obliterato dalla regione Sardegna. Il parere dell’avvocato Carlo Comandé è stato pubblicato oggi su Il Sole 24 Ore in un articolo a firma di Sara Deganello e Davide Madeddu.
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La Sardegna ha approvato la propria legge sulle #areeidonee in forza della quale oltre il 96% del territorio sardo risulterà non idoneo ad ospitare impianti FER. CDRA, dal mese di agosto ha seguito diversi ricorsi, alcuni dei quali hanno portato il Consiglio di Stato a sospendere il #decreto sulle aree idonee, nella parte in cui consentiva alle Regioni di prescindere, nella adozione delle proprie leggi, dalla individuaizone delle aree idonee operata dal legislatore nazionale con il D.lgs n. 199/2021 e ciò fino alle sentenze di merito che il Tar del Lazio emetterà a seguito delle udienze già fissate per il 5 febbraio 2025. La legge sarda, tuttavia, non tenendo conto del chiaro indirizzo del Consiglio di Stato, si pone in contrasto con la DIRETTIVA (UE) 2018/2001 e con la norma nazionale che l'ha recepita normative sovraordinate che definiscono gli ambiti di competenza dello Stato e le finalità da perseguire a livello europeo nel delicato processo di transizione energetica. E' proprio in forza di tale chiaro quadro normativo, infatti, che il Consiglio di Stato ha imposto alle regioni, anche a statuto speciale, il rispetto di obblighi di natura sovranazionale, tutto ciò è stato deliberatamente obliterato dalla regione Sardegna. Il parere dell’avvocato Carlo Comandé è stato pubblicato oggi su Il Sole 24 Ore in un articolo a firma di Sara Deganello e Davide Madeddu.
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Siamo ormai prossimi alla pubblicazione del Decreto Aree Idonee. Il passaggio in Conferenza Unificata ci ha restituito un testo che non appare in grado di garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pniec e dal pacchetto "Fit for 55" in tema di incremento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Oltre all'estensione della fascia di rispetto dai beni tutelati (che passa da 500 mt per il fotovoltaico e 3Km per l'eolico a 7 chilometri per entrambe le tipologie di impianti), ciò che lascia più perplessi è la cancellazione, all'interno della nuova versione, della precedente norma transitoria. Le conseguenze di tale - forse troppo frettolosa - modifica potrebbero essere devastanti: c'è il rischio, infatti, che alcuni progetti che insistono, secondo l'attuale normativa, su aree idonee potrebbero subire una battuta d'arresto o essere addirittura respinti a causa di una "riqualificazione" dell'area Insomma, rischiamo di tornare indietro di (almeno) cinque anni. Trovate una sintesi dei contenuti del decreto sulla pagina del nostro Studio Nexamm Avvocati Amministrativisti. Buona lettura (si fa per dire).
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FER SARDEGNA: IL GOVERNO HA DELIBERATO DI IMPUGNARE LA LEGGE REGIONALE SARDA SULLE AREE IDONEE (N. 20 DEL 5 DICMBRE 2024). Alla vigilia dell'udienza del 5 febbraio 2025 del TAR, Roma, Lazio sul DM aree idonee, una buona notizia arriva dal Consiglio dei Ministri che, nella seduta del 28 gennaio u.s., su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha deliberato di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge della Regione Sardegna n. 20 del 05/12/2024, recante “Misure urgenti per l'individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all'installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile (FER) e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi”, in quanto talune disposizioni della legge regionale risulterebbero al di là delle competenze statutarie e si porrebbero in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di energia e di beni culturali e paesaggistici, violando altresì gli articoli 117, primo comma, secondo comma, lettera m) e s), e terzo comma, della Costituzione, nonché i principi di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione, di certezza del diritto e del legittimo affidamento e di libertà di iniziativa economica di cui all’art. 41 della Costituzione. Attendiamo il deposito del ricorso presso la Corte Costituzionale (che avverrà entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge) per esaminare il testo e verificare ulteriori dettagli. Di seguito il link del comunicato rilasciato dal Governo: https://lnkd.in/dprUesQy #FER #Rinnovabili #Renovables #Fotovoltaico
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La Sardegna sospende cinque procedure di screening 'in attesa che si concluda l'iter di approvazione definitiva delle aree idonee'. Perché accade, nonostante l'Amministrazione sia pienamente consapevole dell'illegittimità di una tale decisione? Perché la Governatrice Todde preannuncia una moratoria (e intende farla approvare a breve dal Consiglio Regionale), pur consapevole del fatto che sarà dichiarata incostituzionale dalla Consulta? La risposta è semplice: perché i pubblici funzionari e gli organi politici sanno che gli operatori rinunceranno ad investire nonostante siano perfettamente consci di poter ottenere facili vittorie in sede giurisdizionale, essendo per loro antieconomico attendere i tempi della giustizia (anche di quella amministrativa). E il risarcimento del danno? (direte voi) Se i funzionari venissero davvero condannati a risarcire il pregiudizio che arrecano con le loro decisioni (ma anche, e soprattutto, con la loro inspiegabile lentezza) quello che sta accadendo non avverrebbe. Ma purtroppo avviene..
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Ennesima burocrazia? Testo unico FER, per il Coordinamento FREE “complica anziché semplificare” In riferimento alla bozza di Testo unico FER approvata ieri in Consiglio dei ministri, il Coordinamento FREE ha espresso stupore in quanto limiterebbe anziché facilitare la realizzazione di impianti in edilizia libera. #fotovoltaico #fer #decreto #impiantifotovoltaici
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Sostanzialmente, l'idoneità ex art. 20, co. 8, lett. b), prevale sulla tutela di cui al medesimo art. 20, co. 8, lett. c-quater. "Occorre evidenziare, (si legge nella. sentenza) infatti che la ratio della disciplina delle aree idonee ex art. 20 comma 8 lett. b) sopra richiamata è volta a dare attuazione ai prevalenti interessi pubblici volti alla promozione dell’impiego di forme di energia rinnovabile mediante il riutilizzo di aree a vario titolo contaminate e che sono state oggetto di bonifica". Fin qui tutto bene. Se fossimo in uno Stato di Diritto. "Quanto detto (si legge nell'articolo allegato) però, ha valore solo fino a quando le Regioni approveranno le proprie aree idonee secondo il relativo DM del 21 giugno" Tale decreto, infatti, all’art. 7, comma 2, lettera c) non vincola le Regioni al rispetto del comma 8, art. 20, D.lgs 199/2021 ma invita solo gli enti locali a valutarne i contenuti e gli effetti". La negazione del diritto è servita. A cosa serve dotarsi di norme, ricorrere ed ottenere sentenze che a loro volta formulano princìpi e fanno giurisprudenza, richiedere ed ottenere pareri ed interpretazioni di Enti, Commissioni, Sovrintendenze e Ministeri, se alla fine le Regioni avranno la possibilità di rifare le regole a propria discrezione e piacimento, pergiunta con effetto retroattivo? La stessa sentenza riprende e ribadisce il principio normativo "Tempus Regit Actum" volto a sancire il principio generale della non retroattività e non ultrattività della norma. Ormai lo abbiamo capito: osserviamo sgomenti il diritto soccombere rovinosamente, piegato e plasmato dalla politica.
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