💻 L'Italia è il primo Paese europeo per presenza di #lavoratori autonomi. Sono il 20% del totale, uno su cinque, e l’incidenza è alta soprattutto tra i giovani: su poco più di 4 milioni di occupati tra i 25 e i 34 anni, il 16,3% svolge un lavoro indipendente, contro una media UE del 9,4%. ⁉️ Come mai allora mancano provvedimenti in favore delle #partiteIVA? «Ci sono solo piccoli spiragli nella #leggedibilancio. In particolare ne vanno evidenziati un paio: il primo è la #proroga...», continua a leggere l'intervista a Anna Rita Fioroni, Presidente di Confcommercio Professioni. 👉 L'articolo integrale è online qui https://lnkd.in/dW9JCKbh e nel numero del 15 gennaio de Il Bollettino. ✔️ Scopri come abbonarti: https://lnkd.in/dGgc5KUQ ✍ Ilaria Mariotti
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Dal Rapporto Inapp - Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche, presentato lo scorso dicembre, emerge che tra il 1991 e il 2022 i salari reali in Italia sono rimasti praticamente bloccati, con una crescita irrisoria dell’1% a fronte del 32,5% in media registrato dai Paesi OCSE. In particolare, nel solo 2020, durante la pandemia da Covid-19, si è registrato un calo dei salari in termini reali del -4,8%.Un dato che, ad ogni modo, pare essere legato anche alla bassa produttività del lavoro, cresciuta comunque più delle retribuzioni. Ma quali sono le cause che maggiormente inficiano una crescita dei salari nel nostro Paese? Il numero delle assunizioni in calo, la "forza lavoro" sempre più anziana, le grandi dimissioni, il mal funzionamento delle agevolazioni per le assunzioni e la penalizzazione delle donne, la mancata continuità nella formazione del personale. #freelance #partitaiva #dipendenti #lavoro #salari #insurtech #italia #lokky #assicurazione #business
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Pur con numeri in miglioramento, il mercato del lavoro italiano continua a mostrare criticità quali il disallineamento tra domanda e offerta (mismatch) ed elevati livelli di inattività, soprattutto tra giovani e donne. Per farvi fronte, urge dunque per le politiche attive del lavoro un nuovo approccio che metta al centro la formazione e rafforzi la cooperazione di tutte le parti in causa: Bruno Bernasconi sintetizza per #ilPunto i principali spunti emersi dall'ultimo Rapporto INAPP (Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche)
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Lo scorso 25 giugno il Ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha approvato il c.d. “Superbonus Lavoro”, decreto che – nell’ottica di incentivare la stabile occupazione - introduce la possibilità per le imprese di una deduzione fiscale fino al 130% dei costi sostenuti per l'assunzione di nuovi lavoratori a tempo indeterminato. Affaritaliani.it ha condotto un’indagine sul tema, coinvolgendo esperti del mondo del Diritto del lavoro in Italia, tra cui anche Valentina Pepe che, in tema di misure volte alla promozione di occupazione stabile - oltre alla tematica del divario tra costo del lavoro e salari netti - ha evidenziato un’altra sfida cruciale per le imprese, ovvero la carenza di manodopera specializzata: “sempre più aziende stanno lanciando l’allarme circa la carenza di manodopera specializzata, soprattutto in materie scientifiche, di esperti di transizione green e di lavoratori con elevate competenze digitali. La problematica non solo l’Italia, ma è in aumento in tutti gli Stati membri e si prevede che questo fenomeno continuerà ad aumentare nel prossimo futuro”. Per leggere l’articolo completo cliccare qui: https://lnkd.in/dRpHjD_w #Lavoro #Assunzioni #SuperbonusLavoro #Lavoratori #Aziende
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Il CONFRONTO CON GLI ALTRI PAESI DELLA UE SPIEGA I RITARDI DEL NOSTRO MERCATO DEL LAVORO ( il primo di due articoli sul tema delle politiche per ridurre il mismatch tra la domanda e l'offerta di lavoro e delle politiche del lavoro) La combinazione tra il basso tasso di occupazione, la riduzione della popolazione in età di lavoro e l'aumento della quota dei fabbisogni professionali delle imprese che non riscontrano la disponibilità di lavoratori ( mismatch) comporta effetti deflagranti anche per la crescita economica e per la sostenibilità del sistema distributivo. La comparazione con le caratteristiche settoriali e professionali dell'occupazione italiana rispetto la media dei paesi UE evidenziano un differenziale di 3,6 milioni di occupati ( equivalenti a -9,7 punti del tasso di occupazione a paritàdi popolazione ) concentrati per il 60%], nei comparti dei servizi influenzati dalla qualità e dalla quantità della spesa pubblica ( socio sanitari, istruzione e pubblica amministrazione ) e per i due terzi , cieca 2, 2 milioni nelle professioni con qualifiche medio alte. Il mismatch italiano risulta aggravato dalle mancate riforme del mercato del lavoro e delle prestazioni del Welfare. Sulla carta, la dotazione di tecnologie, di risorse finanziarie e di persone in età di lavoro sotto utilizzate può consentire di recuperare una parte dei ritardi. Ma questo obiettivo diventa possibile se assume la priorità che merita nelle politiche economiche e sociali, se si mobilitano per lo scopo gli attori che possono facilitare l'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro, se si pone un freno alla deriva assistenzialista dell'intervento pubblico. Di seguito il mio articolo sul tema pubblicato in data odierna sul Sussidiario.net. I NUMERI DEL LAVORO/ Le cause dei mismatch che penalizzano l’occupazione https://lnkd.in/dBhB3FbE
I NUMERI DEL LAVORO/ Le cause dei mismatch che penalizzano l'occupazione
ilsussidiario.net
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Cosa significa raggiungere il limite occupazionale di un Paese? Quali conseguenze comporta per il sistema previdenziale pubblico e il futuro delle pensioni? Nel nostro ultimo articolo esploriamo il concetto di "tetto occupazionale" e analizziamo i dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro 2024. Approfondiamo le criticità legate al disallineamento tra domanda e offerta di lavoro e l’importanza di politiche attive per superare questa sfida. Scopri anche come la previdenza complementare, come quella offerta da Fondo Telemaco, possa rappresentare una soluzione concreta per garantire stabilità finanziaria ai lavoratori in un contesto economico in continua evoluzione. #FondoTelemaco #FondoPensione #Pensione
Tetto occupazionale in Italia: dati e scenari futuri - Fondo Telemaco
https://www.fondotelemaco.it
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L'Italia, nei prossimi anni, dovrà affrontare un importante calo demografico, che porterà a un inevitabile calo di lavoratori. ❓️Che fare? Natale Forlani, già sindacalista Cisl, in una intervista offre interessanti spunti per il futuro: ➡️ Rendere sempre più accessibile l'orientamento. ➡️ Cambiare l’approccio degli interventi per l’immigrazione legale. ➡️ Attivare i giovani e puntare decisamente sulla formazione con il coinvolgimento di imprese e parti sociali.
Lavoro. Forlani: il calo di lavoratori? Servono politiche attive, formazione e migranti
avvenire.it
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Crisi demografica italiana: impatti su economia e welfare Negli ultimi trent’anni, l’Italia ha vissuto un forte calo demografico, con una natalità in declino e un invecchiamento della popolazione. Questo fenomeno minaccia economia e welfare, con effetti su manodopera, sistema fiscale e previdenza. Diminuzione della popolazione attiva Il tasso di natalità è sceso a 1,2 figli per donna, portando a una riduzione della forza lavoro. Le imprese faticano a trovare personale, con impatti negativi su produttività e crescita. Senza ricambio generazionale, l’Italia rischia di perdere competitività. Effetti fiscali La riduzione dei contribuenti crea un problema per il sistema fiscale, che si regge sui lavoratori attivi per sostenere pensioni e servizi pubblici. Meno lavoratori e più pensionati porteranno a un aumento della pressione fiscale, con effetti negativi su reddito disponibile e occupazione. Welfare sotto pressione La popolazione anziana avrà bisogno di più risorse per pensioni e sanità, ma con meno contribuenti, il sistema potrebbe collassare. Si rischia una riduzione della qualità dei servizi o un aumento della privatizzazione, con ricadute sulla coesione sociale. Conclusione La crisi demografica è una sfida enorme, ma può essere affrontata con incentivi alla natalità, integrazione degli immigrati e investimenti in formazione. Solo con interventi tempestivi sarà possibile garantire una crescita sostenibile e preservare il welfare per le future generazioni.
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Negli ultimi anni, il panorama del lavoro in Italia ha subito profondi cambiamenti, riflettendo una realtà in continua evoluzione. I giovani affrontano un mercato del lavoro complesso, caratterizzato da un tasso di disoccupazione ancora elevato rispetto alla media europea. Continua a leggere l'articolo -> https://lnkd.in/d-68uiKv
Imprese, arriva il maxisconto 120% per chi assume
https://www.hub799.it
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📉 Crisi demografica e impatto sull’occupazione in Italia L'Italia sta vivendo una crisi demografica senza precedenti, con tassi di natalità in calo e una popolazione sempre più anziana. Questa situazione sta avendo un forte impatto sul mercato del lavoro, con una forza lavoro in riduzione e un aumento della pressione sui sistemi previdenziali e sanitari. 🔹 Meno giovani, più anziani: entro il 2050, la popolazione attiva in Italia si ridurrà drasticamente, mettendo a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico. 🔹 Aumento della spesa previdenziale: con meno lavoratori a sostenere il sistema, la spesa pubblica per pensioni e assistenza sanitaria aumenterà in modo esponenziale. 💡 Riflessione: Per affrontare questa sfida, l'Italia deve implementare politiche a lungo termine che favoriscano la natalità e attraggano giovani talenti dall’estero, garantendo al contempo un sistema pensionistico sostenibile. Hunters Group
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Scarsa attrattività della Pubblica Amministrazione: cosa sta succedendo? 🚨 La Pubblica Amministrazione Italiana fatica sempre più ad attrarre giovani talenti, soprattutto al Sud. Ecco i dati chiave: 📉 Under 35 al minimo storico: solo il 10,4% dei dipendenti pubblici ha meno di 35 anni, un dato che colloca l’Italia penultima tra i Paesi OCSE. 💼 Retribuzioni poco competitive: stipendi medi nella PA Italiana inferiori di 1.000 € rispetto alla media UE, con scarse prospettive di crescita rispetto al settore Privato. 🏠 Mobilità regionale e attrattività: il Sud perde personale. Campania e Sicilia registrano saldi negativi, mentre il Nord (Lombardia ed Emilia-Romagna) attira talenti. 💻 Lo smart working come leva strategica: ancora poco diffuso nella PA, ma con benefici evidenti in termini di risparmio economico e work-life balance. 📊 Calo dei concorsi: tra il 2019 e il 2022, la copertura dei posti è scesa dal 100% a una media dell’80-90%, segno di una partecipazione sempre più ridotta. Cosa ne pensate? #Lavoro #PA #Privato #GiovaniTalenti #RisorseUmane
Pa, se lavorare per lo Stato non conviene: la grande fuga dei candidati (e il vuoto al Sud)
corriere.it
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