#𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲: 𝗹𝗮 𝘁𝘂𝗮 𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗲 𝘀𝗲𝗶 𝘁𝘂
Una donna mi dice di aver abbandonato il pensiero di una relazione stabile con un uomo. Dopo un divorzio da giovane, un compagno, padre dei suoi figli, che non si occupa di loro e di cui non vuol sentire parlare, ha capito “di essere attratta da questo tipo di uomini, di avere un problema, ma che non ha voglia di pensarci a fondo, perciò, nonostante le occasioni, ha deciso che basta”.
Una scelta personale come altre, che va bene per lei. La sua consapevolezza è apprezzabile, e l’ha fatta decidere di silenziare questo aspetto della propria vita. Così, mi dice, è più serena.
Quale immagine ha di sé questa donna, data dall’esito tribolato dei suoi rapporti?
L’immagine di una persona-donna che non si “merita” di essere amata con rispetto, con l’apprezzamento e la stima che in una relazione costruttiva sono le basi fondanti.
Sia il matrimonio che la convivenza sono stati caratterizzati dalla continua svalutazione di sé, menzogne, tradimenti da parte dei due uomini. Dei quali, il secondo, ha rinunciato a occuparsi dei figli in modo totale, non si sentono da anni. Con tutto il carico emotivo che questo comporta per i ragazzi.
Se una donna si sente meritevole di essere amata, così come ogni persona, apprezzata per il suo apporto nella relazione, per il valore della persona che è, interrompe la relazione fin dai primi accenni di gesti scorretti, battute offensive, o comportamenti maltrattanti.
Perché le è chiaro che la persona che ha di fronte non la stima, e non la apprezza, ma che essa non c’entra in tutto ciò; riguarda il partner.
Al contrario, avendo un’immagine profonda di se stessa come persona senza valore, peggio, “sbagliata”, abituata a essere trattata senza rispetto, accetta, quasi come scontati e comunque familiari, gli atteggiamenti dell’esempio.
Modi di sentirsi trattata con correttezza, stima e ammirazione, le sono inconsueti, sconosciuti; di conseguenza non mette in conto una relazione con altre basi.
La sua immagine è lei stessa nei suoi comportamenti.
Per dubbi, e approfondimenti, sono qua.
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9 mesiPiango :,) Grazie in particolare per la slide 8, mi ci rispecchio molto. Se può essere utile condivido la mia esperienza: mi identifico no binary ma rivendico l'essere nata e cresciuta socialmente e culturalmente come donna, in quanto ovviamente colpita dalle discriminazioni di genere, quindi spesso la mia risposta è "è uguale" ma apprezzo molto quando si alternano i pronomi binari per rivolgersi a me o ancora di più quando si usano termini neutri 🤗