Post di Instilla

👉🏻È il vecchio passaparola di un tempo, portato avanti oggi da figure che per i più svariati meriti sono riuscite a ottenere grandi spazi di visibilità e come tali sono ingaggiate dalle aziende per orientare opinioni e consumi. Hai mai sfruttato questa strategia per il tuo business? Fammi sapere cosa ne pensi⬇︎ #digitalmarketing #influencermarketing #influencer ILoveMarketing 📈 Vincenzo Cristian Dinoia Selene Ricciardelli Marina Arcudi Giorgio Perini

Fare l’influencer è un lavoro ? In Italia questa attività da lavoro a oltre 500’000 persone con un valore economico di circa 350 milioni di euro. Sono sempre di più le aziende che stanziano budget dedicati all’influencer marketing, ed il trend, a seguito dei diversi casi di scalpore dei grandi nomi, è quello di ripartire gli importi tra più creator minori anziché destinare tutto a grandi azioni di marketing con un singolo influencer. Una recente analisi di mercato che ha messo a confronto un periodo di 3 mesi del 2023 e del 2024, ha evidenziato i seguenti risultati: 💠 gli influencer nelle fasce 100-500’000 e 500mila e 1mio hanno fatto registrare un post interaction rispettivamente del 4.23% e del 3.08% 💠 gli influencer nelle fasce 1-5mio e oltre 5milioni hanno fatto registrare un post interaction rispettivamente del 2.73% e del 2.79% La tendenza è evidente, gli influencer nelle fasce più piccole hanno migliori performance, anche nella crescita dei followers (reali). L’era del marketing attraverso i social non è in fase calante come si legge negli ultimi mesi su diverse testate, ma semplicemente c’è un nuovo modo di comunicare, concentrandosi maggiormente su un pubblico ricercato e selezionato piuttosto che sulla massa. Horizon Advisors SA #influencer #marketing #azienda #crescita #tendenza #comunicazione

INFLUENCER NELLA COMUNICAZIONE D'IMPRESA? In Italia, ben 21 milioni di persone seguono almeno due influencer, e uno su cinque ne segue addirittura 11 o più. Questo dimostra che il potere dei messaggi non è più appannaggio solo dei grandi creatori con centinaia di migliaia di follower. I Social Media hanno accorciato le distanze e hanno convinto molti professionisti, prima semplici fruitori, a diventare influencer nel proprio settore di competenza. Gli influencer possono rappresentare un'arma potente anche per la comunicazione aziendale. La scelta dei canali social da seguire varia in base all'età: la Gen Z è affezionata a YouTube, Instagram e TikTok, mentre i millennial trascorrono più tempo su Instagram, Telegram e Facebook. Facebook rimane il mezzo preferito per la Gen X e i millennial. Scegliere gli influencer giusti - e comprendere i social più adatti alle vostre esigenze - è essenziale per il successo aziendale nell'era digitale. ------ Se non siamo ancora connessi su LinkedIn, inviami una richiesta di collegamento! A presto. Alessio Roberti -- #alessioroberti #socialmedia #comunicazione #branding

Lavorare con gli influencer: un'opportunità o una trappola? 👉 Ieri ho avuto una chiacchierata con un cliente che mi ha fatto riflettere sull'importanza di un approccio strategico all'influencer marketing. In un mondo dominato dalle cifre dei follower, è facile cadere nella trappola di pensare che un influencer possa fare miracoli da solo. 🔎 Ma c'è di più dietro la superficie. Abbiamo parlato di come trovare un equilibrio tra l'appeal dei grandi numeri e la vera affinità con il brand. 🤝 Trovare un influencer che non solo abbia una vasta audience, ma che creda anche nella storia e nei valori del brand è la chiave per una partnership di successo. Tagliare i costi sacrificando l'autenticità e l'identità del brand è come cercare di perdere peso senza mangiare. Non ha senso a lungo termine. 🤔 Lavorare con gli influencer sì, ma con criterio e studio. ✨ Bisogna trovare persone autentiche che incarnino i valori del brand e supportarle nel creare contenuti di qualità che siano compatibili con il target di riferimento. Che ne pensate? Siete d'accordo o avete altre esperienze da condividere? #videomarketing #cosmetica

Ho discusso ieri di Influencer Marketing e Creator Economy con gli studenti dell’IED Istituto Europeo di Design. È affascinante osservare come la prospettiva di coloro che non sono esperti nel settore stia cambiando dopo il caso Ferragni. Questo segna sicuramente l'inizio di una nuova era per la nostra industry. #creatoreconomy #influencermarketing

Ma il volto é davvero l’aspetto che più conta nella pubblicità odierna? Per certi aspetti le logiche che la governavano nel XX secolo si sono declinate in una versione digitalizzata con gli influencer. L’impressione che molte volte ho, é quella di aziende che si trovano nello stato di dover definire gli ambassadors delle proprie campagne, e qui la scelta più ‘logica’ é orientata in nomi blasonati. Perché? Eh, perché? “Perché hanno il target giusto” “Perché forniscono visibilità” Ma é davvero ciò che serve ad un brand oggi? L’obiettivo é generare lead qualificati. Gli alti numeri sono un fattore intrinseco alla qualità? Non é detto. Purtroppo gli influencer molte volte finiscono per essere un mero fumo di vanity metrics da mostrare al capo di turno nell’azienda per farlo contento e dimostrare qualcosa. Quel qualcosa però é sempre più distante da CR elevati. Ci si può attestare allo 0,5% - 1,5% se la campagna va ‘bene’. La Agcom ora ha introdotto nuove norme per influencer da +1mio followers/+2% CR. Mi auguro che i brand capiscano l’effettiva finalità di un ambassador e che dunque prediligano content creator, ossia persone che forniscono un Valore e che hanno una Community di Seguaci interessati al loro effettivo lavoro svolto nella piattaforma. Ben diversi dai Followers che seguono l’influencer (a volte per i motivi più futili) e che molto spesso non si lasciano influenzare nelle scelte di acquisto. Te cosa ne pensi? Ritieni che i content creator prenderanno il posto degli influencer? #influencermarketing #contentcreator #contenteconomy

Per lavorare con successo con gli influencer bisogna prima capire chi siano davvero. Activist, Micro, Monogamous, Private, Virtual, Curator, ... gli influencer non sono tutti uguali. Che si tratti di multinazionali o PMI, le aziende devono individuare quali influencer siano adeguati al loro business, ai loro valori, ai loro obiettivi, tanto nel B2B quanto nel B2C. Più gli algoritmi saranno diffusi, e più le persone faranno la differenza, come i Curator che, come i curatori di una mostra lavorano per mostrarci con orgoglio il frutto del loro lavoro, dei loro studi, delle loro esperienze. I curatori riescono a valorizzare elementi che altri trascurano, a rallentare mentre altri corrono, ad indicarci come fare le stesse cose in modo nuovo e non solo a fare cose nuove. Infatti sempre più spesso il nostro problema non è quello di avere la possibilità di vivere esperienze, ma di saper scegliere quali esperienze vivere. Del resto tutti cerchiamo il meglio che la (nostra) vita può offrire, ma dobbiamo anche essere in grado di permettercelo, economicamente e culturalmente. Le aziende devono quindi agire tramite gli influencer con azioni coerenti con gli obiettivi di business e con il loro mercato. Se ne parla in questo articolo. #customerexperience #CRM #marketing

Oggi per creare contenuti con l’Ai non serve certo un corso di formazione. Per creare un influencer virtuale invece serve molto di più. Servono storie, esperienze e vissuti reali in cui le persone possano identificarsi. Lil Miquela ha oltre 2,5 milioni di follower su Instagram. Cantante, modella e attivista californiana. Lavora con grandi brand come Prada, Calvin Klein, Samsung e Spotify. Ha partecipato a campagne sociali per i diritti LGBTQ+ e il Black Lives Matter. Una celebrity a tutti gli effetti, che però non esiste nella realtà. Come lei, anche la “virtual influencer” italiana Francesca Giubelli, quasi 12.000 follower e una spunta blu, promuove il Made in Italy declinandolo attraverso la moda, il cibo e la politica. Gli influencer virtuali non invecchiano, non si ammalano, non commettono errori e non creano scandali che possano danneggiare la loro immagine o quella dei brand per cui lavorano. Il mercato mondiale dell’influencer marketing vale circa 20 miliardi. Quello crescente dei virtual influencer oltre 3,5 miliardi. Una ricerca della School of management del Politecnico di Milano ci dice che gli investimenti in influencer marketing aumenteranno nei prossimi 3 anni, ma le scelte dei brand si sposteranno su creator con una basedi follower più contenuta ma di qualità. Ma quanto conviene investire invece su influencer che non esistono nella vita reale? 👉 https://lnkd.in/dkRHWxm4

Nel panorama digitale odierno, la figura dell'influencer si è affermata come pilastro fondamentale del marketing e della comunicazione di marca. Ma ci troviamo di fronte a un trend destinato a consolidarsi nel tempo o a un fenomeno effimero, destinato a spegnersi? Questa è una domanda che molti professionisti, me compresa, si pongono continuamente, specialmente in settori dove la linea tra influenza autentica e promozione velata è sempre più sottile. Gli influencer hanno dimostrato di poter guidare tendenze, modellare opinioni e influenzare decisioni di acquisto, ma il loro futuro nel mercato è oggetto di dibattito. Mentre alcuni vedono nella figura dell'influencer un potenziale inesaurito, altri si interrogano sulla sostenibilità a lungo termine di questa professione, soprattutto in un contesto di saturazione e crescente richiesta di trasparenza e autenticità da parte dei consumatori. Il mercato è inondato da una miriade di influencer, da quelli con milioni di follower a micro-influencer in nicchie specifiche. La capacità di influenzare realmente il mercato varia ampiamente e dipende da numerosi fattori, tra cui l'autenticità della comunicazione, la qualità dei contenuti e la profondità dell'engagement con il proprio pubblico. Non tutti gli influencer riescono a mantenere un equilibrio tra promozioni pagate e contenuti genuini, mettendo a rischio la loro credibilità. Nel mio settore, come in molti altri, l'ambiguità e la confusione attorno al ruolo e all'efficacia degli influencer sono palpabili. La chiave per navigare questo panorama in evoluzione sembra risiedere nella capacità di adattarsi, innovare e mantenere un'etica lavorativa solida. Gli influencer che riescono a costruire relazioni autentiche con il loro pubblico, offrendo contenuti di valore e dimostrando una reale influenza sulle decisioni di acquisto, continueranno a trovare spazio e successo. La professione dell'influencer, con tutte le sue sfide e opportunità, sembra destinata a rimanere un elemento chiave nel panorama del marketing digitale. Tuttavia, il suo futuro sarà definito dalla capacità degli influencer di evolversi e adattarsi alle crescenti aspettative di autenticità e trasparenza. Come professionisti, dobbiamo continuare a interrogarci sull'impatto e sul valore reale che gli influencer possono apportare al nostro settore, promuovendo pratiche che favoriscano un'influenza positiva e duratura. #InfluencerMarketing #DigitalMarketing #SocialMediaTrends #BrandInfluence #ProfessionalNetworking