Non si fa. Mai. Se #copiate le #parole già scritte da qualcuno, copiate il nome di un servizio o banalmente lo scimmiottate non andrà bene per niente. Verrete sgamati (cioè, scoperti) anche perché esistono applicazioni che sono in grado di rintracciare in pochi secondi la fonte del misfatto. Ma non sono qua solo per sgridarvi, ma per dirvi che se volete essere unic*, originali, riconoscibili tra tant* occorre che vi mettiate di impegno per crearvi una "casa" tutta vostra da cui far uscire le vostre parole, la vostra personalità. Nel tempo questa "casa" potrebbe avere bisogno di un #restyling, di qualche revisione, ma sarete voi stess*. Sempre. Tempo fa a un cliente avevano copiato di sana pianta il pieghevole che avevo realizzato per lui. I "copiatori" furono costretti a buttare via tutto dopo una causa legale. Per non buttare #tempo, energie e denaro partite con il piede giusto facendovi ispirare da quello che fanno gli altri, senza copiare, ma nemmeno scopiazzare. --- --- --- --- --- Mi prendo cura della comunicazione di professionisti e di piccole medie imprese creando per loro e con loro progetti di comunicazione personalizzati e ottimizzati. Pertanto se avete il vizio dello scopiazzamento alzate le mani dalla tastiera e parliamone. Mi trovate in questa Pagina, via mail (ioleindia@gmail.com) o via WhatsApp (334 3774796). Scrivetemi per fissare una chiacchierata, magari davanti a un buon #caffè, per me rigorosamente deca (portate pazienza). #saiaiolandacomunicazione #comunicazione #brandidentity #personalbranding
Post di Iolanda Saia
Altri post rilevanti
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E’ tempo per noi di iniziare a raccontarti storie di Imperfezione Creativa, sguardi diversi sul tema dell'imperfezione e dei suoi risvolti nella vita di tutti i giorni. Lo faremo con una newsletter, ogni ultima domenica del mese. ➡ Ti è mai successo di avere voglia di fermarti a pensare e fare qualcosa che non hai mai fatto? Qualcosa fuori dagli schemi della tua vita? Qualcosa anche un po’ ribelle? Da dove nasce l’idea di Imperfezione Creativa e dove vuole andare (di Giulia Comba) ➡ Se il perfezionismo fosse un abito alla moda che scegliamo di indossare ma che non ci valorizza? Se scoprissimo che possiamo liberarci dall’ansia di essere perfetti per abbracciare la nostra unicità imperfetta? Elogio dell’imperfezione di Thomas Curran. Qualche spunto di riflessione (di Jessica Cucco) ➡ Intervista video ai naviganti, persone che fanno dell’imperfezione creativa il loro oceano di scoperte e intuizioni. Intervistiamo un personaggio che ha dato vita a una sua nuova filosofia di vita e di lavoro. Una prima storia di Imperfezione Creativa, di molte che vogliamo raccontarti. Vieni sul sito https://lnkd.in/dC26uBwn e iscriviti alla newsletter in fondo alla pagina. #Imperfezionecreativa #Imperfezione #Newsletter #Agoràdigitale
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THUNDERSTRUCK Fulminato o Illuminato? Pan Barbiere colpisce ancora. Nel post precedente il protagonista sperimenta un modo creativo per soddisfare il cliente. Stavolta Pan Barbiere prende una sonora cantonata ma trova il modo di sfruttarla a suo vantaggio. Si presentano in negozio tre ragazzacci. In realtà sono tre adolescemi coi brufoli. Cercano acconciature hard rock per impressionare il loro pubblico (cioè le ragazze). Pan Barbiere gli mostra un depliant con alcuni tipi di taglio. I ragazzi decidono, lasciando il depliant aperto al look prescelto. Ma una folata di vento gira la pagina e nessuno se ne accorge. Pan Barbiere esegue il taglio (della pagina sbagliata). Quando i tre si guardano allo specchio si accorgono del misunderstanding: sembrano tre ragazze a modo invece che dei veri duri. Sconvolti, si rifiutano di pagare. Comincia una lotta intestina con Pan Barbiere a colpi di spazzole rotanti, brillantina e spuma per capelli. A un certo punto una strana combinazione di oggetti produce involontariamente il risultato sperato: i ragazzi sembrano finalmente i degni eredi degli AC/DC. (Parte l’assolo). E Pan Barbiere che fa? Gli fa credere che era tutta una tattica pensata sin dall’inizio per realizzare proprio il desiderio sperato dal cliente. Come sfruttare un errore a proprio vantaggio. Che rapporto hai con l’errore? Sei tipo da cilicio alla coscia oppure hai un approccio trasformativo? L’errore è ciò che ancora non sai. O quello che pensi di sapere. Non sempre sei in grado di evitarlo, ma esistono ottime probabilità di prevenirlo, se non vuoi rischiare. Soprattutto se c’è di mezzo una cosa chiamata casa. Facci caso. #homehunter #consulenzaimmobiliare
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Ho regalato a mio figlio un gioco da tavolo adatto alla sua età: +4, perfetto per il suo quarto compleanno! 🎂 Lo scopo del gioco è di indovinare cosa è disegnato su una carta grazie agli indizi che ci danno gli altri giocatori. Sulla confezione sono disegnati 3 bambini e 1 adulto che giocano; sono anche rappresentate alcune carte che stanno cercando di indovinare: raffigurano cioccolata, ciambelle, panini, tramezzini... Cibo, del golosissimo cibo. Delusione totale quando, una volta aperta la scatola, scopriamo che sulle carte sono disegnati dei mestieri, dei passatempi e dei ruoli familiari 🤨. E vi assicuro che mio figlio di 4 anni non si è divertito nemmeno un po' perché per lui era davvero difficile spiegarmi cosa ci fosse disegnato sulla carta che dovevo indovinare io. Ma anche mia figlia di 7 anni non sapeva cosa dirmi. E onestamente nemmeno io saprei come descriverla: un omino in piedi davanti a un microfono con sopra la scritta "The speaker'". E si, le carte erano in inglese. 🤦🏻♀️ Sai cosa manca a questo gioco? Coerenza comunicativa 📢. La scatola dice una cosa ma il prodotto è tutt'altro❌. E questo manca anche nella tua azienda tutte le volte in cui: - Proclami di vendere un prodotto che semplifica qualcosa ➡️ ma poi il funnel di vendita è un percorso a ostacoli. - Dici di essere un'azienda attenta all'ambiente e al benessere dei dipendenti ➡️ ma poi hai solo macchinette con snack industriali e non fai nulla per compensare le tue emissioni e diminuire i rifiuti - Dichiari di essere attento alle necessità del consumatore ➡️ ma la colpa è sempre del cliente che non sa usare il tuo prodotto - Ogni volta che dici A ma fai B ❌ Questo meccanismo malsano non solo allontana i clienti ma aumenta il turn-over dei tuoi dipendenti: se divulghi alcuni valori attirerai persone interessate e coinvolte dagli stessi valori. E sai cosa succede se una volta assunte non troveranno quello che hai divulgato? Scapperanno appena possibile (parlando male della tua azienda molto probabilmente). 👎🏻 Tutto questo intacca negativamente la reputazione della tua azienda! Se vuoi essere credibile, sii coerente: il tuo fare segua il tuo dire, e il tuo dire segua il tuo fare. Sii onesto su quali valori muovono il lavoro della tua compagnia e sii trasparente sul prodotto che vendi. 🧭 E se senti tensione nel farlo, molto probabilmente è perché sai che ci sono dei problemi che dovresti risolvere o dei valori che non ti rispecchiano. Se così fosse, potrebbe essere il momento di cambiare. Nel caso fallo con cognizione di causa e fatti aiutare da chi rispecchia i valori che vorresti abbracciare. Essere coerente fa bene a te, al tuo business e alle persone che lavorano nella tua azienda. 🏆 Ti invito a riflettere: quanto fai veramente di quello che dici? Fammelo sapere nei commenti, non ti giudicherò, solo pareri costruttivi! Questo era #mondaymood, la rubrica in cui parliamo di persone, dentro e fuori le aziende. #reputazioneaziendale #coerenza
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Stabilisci delle #condizioni quando hai a che fare con persone difficili. Se devi fare una mossa, assicurati che sia subordinata a una mossa anche da parte loro. La #negoziazione è un #processo di #scambio. Ovviamente dovrai fare delle #concessioni se stai negoziando, ma assicurati che ogni movimento che fai sia ottenuto solo se anche loro fanno qualcosa per te. E usa il #linguaggio giusto. Prima di fare qualsiasi #offerta, metti in chiaro le #condizioni che hai per fare un movimento. È importante assicurarsi che le condizioni e le offerte siano realistiche. Le proposte irrealistiche, che vanno bene per te e non per loro, causeranno un comportamento ancora più aggressivo. Quando negozi con persone difficili, sottolinea che la concessione offerta è dovuta alla #logica o al contenuto della loro argomentazione, non al tono o al modo in cui è stata presentata. Questo ti aiuterà a sottolineare il fatto che hai osservato, valutato e non ti sei fatto influenzare dal modo di fare dell'avversario.
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I sogni di settembre e le conversazioni con Gaia Mazzucco mi hanno portato a ragionare su come posso lavorare per sentirmi soddisfatta: partendo dalle categorie individuate nella #ruotadellavita, che per come strutturata ha per me un senso più quantitativo, ho disegnato questo schema a punti e mi sono data poche regole: 1. ho 5 stelline a disposizione per misurare il personale livello di soddisfazione delle categorie scelte 2. ogni 15gg devo riflettere sul punteggio di ogni categoria e se non lo ritengo soddisfacente devo trovare subito le azioni, anche piccole ma concrete, che contribuiscano ad aumentare le stelline 3. misuro in continuo ed agisco subito Ho già iniziato il primo giro scrivendo sul quaderno preferito i punteggi iniziali e le azioni, con l'obiettivo di arrivare a gennaio (altro periodo di bilanci e sogni...) ad un livello alto di #soddisfazione C'è qualche categoria per voi importante che ho dimenticato o suggerimenti per migliorare lo schema? #trasformazione #gaming #progetti #valori
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7 anni di vita investita in un lavoro. 7 anni di sveglie suonate alle 6, di allarmi disinseriti, di assegnazioni dei compiti e giro di ricognizione del negozio (anche quando non si chiamava così e non era obbligatorio). 7 anni di professionalità al servizio di un marchio. 7 anni a farsi problemi per stare a casa in malattia mentre le persone intorno a te di problemi non se ne fanno. 7 anni di completa solitudine tranne poche, rarissime persone elette che si rendono conto del tuo sacrificio e, spinte dalla pena nei tuoi confronti e dal loro senso di responsabilità, ti tendono la mano portandoti un caffè o fermandosi a raddrizzare un espositore crollato a terra. Mendicanti di diritti, incatenati dalla promessa di..”importanza”. 7 anni di incompetenti che ti gestiscono piegando la lettura dei dati di negozio, un giorno alla tua incapacità e il giorno dopo al tuo talento incredibile. Dipende dalla convenienza del momento. Pagliacci. Storie di vite spezzate. Coraggio chiuso in cassetti impolverati da troppa routine che, giorno dopo giorno, ti lega indissolubilmente a quella sensazione masochista di potere e inutilità. Chiodi che ti bloccano alla tua croce che giorno dopo giorno porti addosso e che ti lascia, inevitabilmente, cicatrici. Storie di insulti in magazzino per non essere immortalati dalle telecamere. Storie di ricatti morali, di trasferimenti vili, di studio della vita privata per asservirla a quella lavorativa. Questo è il commercio oggi. Una cloaca in cui si intasano tutti gli scarti di una società malata. Scarti in quanto tali e scarti che magari non lo saranno mai, ma senza coraggio, vedono quello scarico avvicinarsi sempre più, inermi. Fino a sparire in un oblìo che li inghiottirà facendoli morire dentro. Strappare il cerotto a volte fa male, fa sanguinare, ma prima o poi la ferita si rimargina. Sarà lunga la strada ma alla fine torneremo a guardarci allo specchio e a credere in noi e in quello che siamo. Loro sono bravissimi a farti credere di essere l’unica alternativa. Ti sussurrano all’orecchio “ricorda che hai un mutuo” per ammorbidirti e farti diventare mansueto. Beh. Con me non ha funzionato. Sono stato male, sto recuperando e non abbasso la testa. Forse una speranza per tutti quelli che rimangono, c’è!
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Il primo tentativo, che sia di fare una crostata, un pancake, una crèpes (chissà perché usiamo così spesso esempi di dolci?) o una traduzione, non è mai la migliore. 🍰 Per questo la correzione di bozze, la revisione, l'editing, sono tutti passi importanti, così come lo è la seconda e la terza crostata. #tradunauta #traduzione #tranlsation
La prima crostata è sempre un disastro. Chiaramente non mi riferisco a quella nella foto, talmente bella da farmi venire voglia di mangiarmela con tutti i suoi pixel. Qualche giorno fa ho ripensato a una frase che la mia maestra di italiano ripeteva spesso: "La prima volta che fai una crostata, sicuramente ti riuscirà male. La seconda crostata sarà migliore, la terza anche. Tentativo dopo tentativo, insomma, alla fine verrà fuori una crostata degna di questo nome". La storia della crostata mi è rimasta impressa, forse perché ero bambina o forse perché, semplicemente, è un bellissimo esempio che si applica a tantissimi ambiti della vita. Spesso, infatti, pretendiamo che le cose ci riescano al primo tentativo. I fallimenti e gli insuccessi sono visti come una sconfitta terribile e irreparabile, ma difficilmente pensiamo che la strada è lunga e servono tante crostate prima di arrivare a quella perfetta. A volte, addirittura, la crostata perfetta potrebbe non arrivare, ma sarà comunque migliore della prima!
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𝐈𝐥 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥𝐢 𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐢 𝐜𝐥𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢 🤝 Recentemente, ho acquistato delle cuffie che hanno cambiato la mia esperienza in acqua. Ma non è solo per la qualità del prodotto che sono rimasto impressionato. Dopo aver attivato la garanzia a vita, ho ricevuto in omaggio una custodia che non mi aspettavo 🎁. Questo gesto, apparentemente semplice, mi ha fatto riflettere sul potere della cura e dell’attenzione verso i clienti. 💼 Come imprenditori e liberi professionisti, investiamo tanto nelle nostre attività, ma quanto valore diamo a quei piccoli dettagli che possono creare un legame duraturo con i nostri clienti? Un gesto di cura, anche minimo, ha il potere di trasformare un cliente occasionale in uno fedele, che si sente davvero al centro della nostra attenzione ❤️. 𝐃𝐨𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐯𝐨𝐢: 📌 Cosa fate ogni giorno per coltivare questo legame? 📌 Quali dettagli fanno la differenza nel vostro lavoro? #CustomerExperience #Fidelizzazione #Imprenditori #LiberiProfessionisti #CuraDelCliente #DettagliCheContano #ValoreAggiunto #LinkedIn
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👉😱Non guadagnerai mai nulla se hai in mente solo di azzannare la carne... ieri notte mi sono svegliato da quel lagnare proveniente dal tetto della mia casa... Ora ti spiego meglio. Abito immerso nel verde, con un panorama splendido sulle prealpi e su un parco protetto che mi circonda... ...studio, lavoro, pianifico, mi ispiro, seduto alla mia scrivania davanti allo spettacolo di veder passare nei sentieri persone a cavallo e scoiattoli che corrono verso il prossimo albero su cui salire... ...spesso sfondo ispiratore di alcuni contenuti video sul mio canale Youtube. Abito nella natura da circa 14 anni, ma sono nato e cresciuto tra i palazzi nell'hinterland di Milano... ... ora sono abituato al lagnare delle civette che atterrano sul tetto di casa in piena notte... ...ma la prima volta proprio no!! 👂Quando 14 anni fa in piena notte ho fatto un salto nel letto quando ho sentito per la prima volta provenire dal tetto quel frignare, simile ad un miagolio, misto pianto di un bambino. Non avevo la minima idea allora di cosa fosse. Ma ormai siamo tutti abituati a casa. 👂"Ahh si la civetta !!" e ci giriamo dall'altra parte. Alle cose che diventano normali l'essere umano risponde con un comportamento abituale. Perchè ti dico questo. Perchè moltissimi professionisti o imprenditori cercano di vendere il loro prodotto o servizio ottenendo pessimi risultati. Sai perchè? 😱Fanno esattamente tutto quello che non dovrebbero fare. Fanno esattamente tutto quello che il potenziale cliente si aspetta. Ad esempio vanno al dunque troppo in fretta. 😱Non pensano sinceramente a quello che serve alla persona che hanno di fronte. Peccano per carenza di empatia, non si mettono nell'altra persona! Non capiscono che la priorità è aiutare l'altra persona, e il loro guadagno non è altro che una naturale conseguenza. Non riescono a frenare l'impulso di voler "azzannare la carne". Non hanno le benchè minima idea che ci sono una quantità di cose che fanno alzare nel potenziale cliente la barriera con scritto sopra: "ecco un altro venditore", facendoli girare dall'altra parte. Ci sono atteggiamenti. Micro comportamenti. Parole e domande che dovrebbero essere bandite dal vocabolario dell'Imprenditore o professionista... ...sostituite da altre che fanno tutta la differenza del mondo. Per guadagnare cifre che altri si sognerebbero non puoi dire o fare quello che fan tutti. Siamo ormai tutti abituati a quelli che vogliono banchettare con il nostro portafoglio e tutti reagiscono con un comportamento inconscio. Del resto lo facciamo anche io e te. Quante volte dopo essere entrati in quel negozio abbiamo risposto a quella commessa un pò invadente che siamo lì "solo per dare un'occhiata", quando invece eravamo già decisi ad acquistare. Perchè? Tutti noi valutiamo, e abbiamo reazioni automatiche, verso i continui input che arrivano dall'esterno. Soprattutto ...
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In "Storytelling - La fabbrica delle storie" Salmon sostiene che le marche non siano più autosufficienti ma debbano diventare "Vettori di storie". Che storie stanno veicolando, oggi? E soprattutto, bastano per giustificare acquisti a volte anche onerosi? #Supreme negli anni scorsi è stato un esempio in positivo, ma fra #SecondHand, volatilità degli ideali e nuovi modelli culturali meno agganciati a identità monolitiche, quanti altri casi simili vivremo? Questo post di Claudia mi ha fatto riflettere: c'è una fetta importante di giovani che comincia a ribaltare le certezze che il nostro modello sociale poneva al centro anche della vita di consumatori e consumatrici. Il primo settore a "snasare" che l'aria sta cambiando è stato l'Automotive, ma anche per esempio il settore immobiliare sta venendo toccato da questo cambiamento. Sul largo consumo è evidente che qualcosa prima o poi capiterà, e le narrazioni tradizionali non basteranno a motivare persone che vedono nelle marche a volte i vettori sì di storie, ma a volte dannose (per esempio nel rapporto con l'ambiente: io ne ho scritto in #TransmediaExperience e #LeStorieInfinite, e come me tanti altri, anche più prestigiosi). Non è più quindi solo questione di raccontare storie, ma di svilupparle agganciandole ad esperienze reali (che poi sta alla base di tutte le narrazioni). #Storytelling #Branding #consumo #CustomerEsperience #CustomerJourney
Ieri sera mia figlia Daria, quasi 13 anni, mi raccontava che due suoi amici in classe, la avevano canzonata perché non si veste firmato. Nello specifico avevano preso di mira le sue scarpe, normalissime sneakers, anche molto carine ma che forse non rispondono ai parametri di “super firma”. Mi sono immagonata. Poi le ho chiesto: “tu cosa hai risposto?”. Mi ha detto che ha domandato loro “E quindi?” E loro sono rimasti in silenzio, senza risposte. Daria è un tipo tosto, gentile ma con grande personalità. Ho raccontato questa storia perché la trovo una bella metafora di come possiamo cambiare ciò che abbiamo attorno. Sostenere scelte che sappiano rispondere con un valore reale e non di facciata. Cambiare in meglio tutto ciò che è in nostro potere. Saper sempre collegare le nostre scelte, i nostri investimenti ad una semplice domanda: “E quindi?” #scelte #cambiare #misurare #noalbullismo #noallesceltedifacciata (Foto: da casa mia)
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