PER LA SERIE 'I RACCONTI DI MONTEVERDE' : VEZIO RUGGIERI E IL PIACERE DELL'OPERA https://lnkd.in/djZ3x-8e La Sapienza di Roma e l’Università Internazionale hanno organizzato per il 23 e il 24 novembre due giornate in onore di Vezio Ruggieri indimenticato, indimenticato Maestro di Psicofisiologia. Nel pomeriggio di venerdì tutti abbiamo soprattutto parlato di teatro, corporeità, musica e arte. L’arte di cui parla Ruggieri è l’antitesi della trovata stantia della ‘banana adesiva’ di Cattelan con cui i galleristi d’oggi passano dalla ‘Merda d’artista’ di Piero Manzoni a un artista di merda che per d’Averio era un pubblicitario. Siamo seri o, per lo meno, non siamo scemi. L’arte, secondo Vezio Ruggieri, è ciò che dilata l’esperienza intellettuale e anche quella emotiva. Ha la peculiarità di essere fortemente corporea e sensoriale. In teatro, nella danza, nella musica, nella scultura la presenza e la risposta del corpo è centrale, essenziale. Nel cinema poi è super determinata perché il cinema nasce dall’interazione di molte variabili. Ruggieri parlava dell’integrazione dei singoli pezzi dell’esperienza in un insieme, nel sistema. A Vezio devo due concetti illuminanti. Davvero illuminanti: quello delle sub identità (senza del quale diventa impossibile vivere con gli altri) e quello dell'arte come azione. Nel senso che il suo valore vitalizzante non sta solo nel fatto di capirla e goderne ma nell'esperienza del farla. Nell’evoluzione dello psicodramma che da oggi chiamo PSICODREAM il pensiero (psico sociologico ma pure filosofico e sul piano della storia delle idee) si integra all’emozione, il corpo (in piedi, sdraiato, raccolto…), le cose (il setting della Scacchiera, i bicchieri i piatti le posate di casa, il fuoco, l’acqua, la terra del mondo, le luci [dalle candele alle lampade ai faretti], la musica live o registrata, colta o popolare o sublime, i video dei social, il cinema, l'Opera lirica (magari offerta ai ragazzi che purtroppo subiscono un'era fatta di banane, nastri adesivi e cialtroni) e poi il repertorio stimolante di You Tube [in entrata e in uscita]. Tutto nel gioco si incontra ed entra in un setting vitale, onorevole e luminoso. E questa Arte è 10 volte più ricca del teatro normale (quello degli abbonati soprattutto) e 100 volte più ricca della psicoanalisi ortodossa intelligente ma stanca e superata. Perché? Perché essendo fatta di 'sedute' esclude la natura muscolare dell’emozione e del sentimento. Ricordo i miei vaffanculos a Sante di Renzo (per cui avrei dovuto dirigere la collana 'Acting') che poi metteva come copertina del 'Teatro della Spontaneità' di Moreno un ometto grigio su una sedia. Una sessione di gioco non è una seduta. Nascono invece in uno PSICODREAM (ben fatto) nuovi legami tra le persone come pure tra gli oggetti. La vita respira e di questo respiro [fatto di corpo, pensiero e sentimento] abbiamo bisogno. Oggi, ieri e in futuro. Avremo un futuro se avremo questo respiro. (PH Vanessa Rusci)
Post di IPOD - Istituto di Psicodramma ad Orientamento Dinamico di Roma
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Titolo: "L'ultimo volo". Questa opera esplora i temi di perdita, di passaggio e di trasformazione, invitando lo spettatore a riflettere sulla fragilità dell'esistenza e sulla natura transitoria della vita. È un'immagine che parla di distacco e di un profondo senso di rassegnazione, ma che potrebbe anche suggerire un'ultima speranza di liberazione e di volo verso l'ignoto. Visita la mia galleria online per visualizzare altre opere a questo indirizzo: https://ai-telier.it #artedigitale #intelligenzaartificiale #galleriadarte #mircotangherlini #stampapersonalizzata #stampeartistiche #digitalart #artificialintelligence #artgallery #mircotangherlini #customprint #artprint @follower
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Antigone – Sette contro Tebe di Daniele Rizzo ////////////////////////////////////////////////////// La tragedia attica è un autentico pilastro culturale della civiltà occidentale e, anche in età contemporanea, continua a essere un riferimento ricorrente nell’immaginario di massa, tanto per l'attualità dei suoi valori, quanto per la complessità del suo contenuti. Sulla base di questa consapevolezza, il Teatro dell'Efebo della città dei Templi inaugura la Rassegna del teatro classico e del mito con l'ideale dittico Antigone e Sette contro Tebe. Ovviamente, affinché i miti arcaici possano continuare a parlarci dopo millenni, è necessario che la loro voce si rinnovi e che la loro forma venga riconsiderata senza l'ingenuità di un retorico ossequio per la tradizione e senza, ormai conclusa la fondamentale stagione delle avanguardie, astrusi sperimentalismi. Chi il teatro lo fa ha perfettamente chiara la necessità che la messa in scena di un’opera nata decine di secoli fa non possa esimersi dal carico della storia trascorsa e delle problematiche del presente. Per questo, come indicava il maestro Calvino, un classico è tale quando ha la capacità di rileggere, reinterpretare e rinnovare le conoscenze e le abitudini sedimentate nel tempo, se possibile, mettendone in crisi la supposta ovvietà. Non dare per scontato quello che è stato tradizionalmente tramandato è uno dei "doveri" e delle "funzioni" che l'arte contemporanea porta sulle proprie spalle, ma questo non vuol dire cedere, per esempio, ai concettualismi o agli eccessi filologici: la rivendicazione di una "tragedia contemporanea" dovrà certamente rendere problematica la materia trattata dal punto di vista dei contenuti, ma soprattutto dovrà sapersi articolare adeguatamente da quello formale, riscoprendo antiche radici nell'attualità, con profondità e trasparenza, senza retorica e didascalismi. Muoversi su questi doppi, apparentemente contraddittori, binari è particolarmente arduo, ma, a volte, anche farlo con incertezza non compromette in maniera irreparabile l'esperienza spettacolare, soprattutto se le motivazioni alla base delle proprie scelte estetiche sono valide e condivisibili, come accaduto nel caso delle due opere con cui l'Associazione Culturale Dide Amenanos Festival ha inaugurato la Rassegna nello splendido, ma ancora non perfettamente organizzato, Teatro dell'Efebo, ricavato all'interno del Giardino Botanico di Agrigento. L’incontro tra classicità e modernità sta alla base della kermesse e va riconosciuto agli organizzatori il merito di sostenere la ri-valorizzazione di alcuni siti cittadini trascurati, facendone la cornice di spettacoli ispirati alla "rievocazione" della cultura greca e promuovendone così una riscoperta da parte della stessa cittadinanza, invitata ad abitare le bellezze di una città, negli ultimi decenni, a dir poco oltraggiata dall'incuria dei singoli e delle istituzioni. Il Giardino Botanico è uno dei luoghi - di «esse
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Antigone – Sette contro Tebe di Daniele Rizzo ////////////////////////////////////////////////////// La tragedia attica è un autentico pilastro culturale della civiltà occidentale e, anche in età contemporanea, continua a essere un riferimento ricorrente nell’immaginario di massa, tanto per l'attualità dei suoi valori, quanto per la complessità del suo contenuti. Sulla base di questa consapevolezza, il Teatro dell'Efebo della città dei Templi inaugura la Rassegna del teatro classico e del mito con l'ideale dittico Antigone e Sette contro Tebe. Ovviamente, affinché i miti arcaici possano continuare a parlarci dopo millenni, è necessario che la loro voce si rinnovi e che la loro forma venga riconsiderata senza l'ingenuità di un retorico ossequio per la tradizione e senza, ormai conclusa la fondamentale stagione delle avanguardie, astrusi sperimentalismi. Chi il teatro lo fa ha perfettamente chiara la necessità che la messa in scena di un’opera nata decine di secoli fa non possa esimersi dal carico della storia trascorsa e delle problematiche del presente. Per questo, come indicava il maestro Calvino, un classico è tale quando ha la capacità di rileggere, reinterpretare e rinnovare le conoscenze e le abitudini sedimentate nel tempo, se possibile, mettendone in crisi la supposta ovvietà. Non dare per scontato quello che è stato tradizionalmente tramandato è uno dei "doveri" e delle "funzioni" che l'arte contemporanea porta sulle proprie spalle, ma questo non vuol dire cedere, per esempio, ai concettualismi o agli eccessi filologici: la rivendicazione di una "tragedia contemporanea" dovrà certamente rendere problematica la materia trattata dal punto di vista dei contenuti, ma soprattutto dovrà sapersi articolare adeguatamente da quello formale, riscoprendo antiche radici nell'attualità, con profondità e trasparenza, senza retorica e didascalismi. Muoversi su questi doppi, apparentemente contraddittori, binari è particolarmente arduo, ma, a volte, anche farlo con incertezza non compromette in maniera irreparabile l'esperienza spettacolare, soprattutto se le motivazioni alla base delle proprie scelte estetiche sono valide e condivisibili, come accaduto nel caso delle due opere con cui l'Associazione Culturale Dide Amenanos Festival ha inaugurato la Rassegna nello splendido, ma ancora non perfettamente organizzato, Teatro dell'Efebo, ricavato all'interno del Giardino Botanico di Agrigento. L’incontro tra classicità e modernità sta alla base della kermesse e va riconosciuto agli organizzatori il merito di sostenere la ri-valorizzazione di alcuni siti cittadini trascurati, facendone la cornice di spettacoli ispirati alla "rievocazione" della cultura greca e promuovendone così una riscoperta da parte della stessa cittadinanza, invitata ad abitare le bellezze di una città, negli ultimi decenni, a dir poco oltraggiata dall'incuria dei singoli e delle istituzioni. Il Giardino Botanico è uno dei luoghi - di «esse
Antigone – Sette contro Tebe
teatro.persinsala.it
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Per un tempo limitato, MISTERO PROFONDO è in offerta su Amazon a meno di 12 euro. Protagonista è l'archeologa Lindsay McCalling, costretta ad affrontare un pericoloso complotto dopo l'assassinio del fratello, il cardinale Adam McCalling. Prima di morire, il cardinale manda a Lindsay una lettera contenente frasi inquietanti e la spinta a cercare documentazioni che svelerebbero scandali in grado di sconvolgere le fondamenta della Chiesa e di riscrivere la storia dell’umanità. Per decifrare il messaggio del fratello e svelare segreti inconfessabili, Lindsay collabora con Matt Lohan, un ex agente segreto della NSA, che vive in clandestinità per sfuggire alla morte. Insieme si imbarcano in una corsa contro il tempo, costellata di pericoli e ostacoli, tra sicari in agguato e intrighi politici. Da New York a Milano, da Roma al Sudafrica. Se amate i thriller, la fantascienza e i romanzi di avventura, "Mistero Profondo" è un libro che non potrete assolutamente perdere. Questo libro non è solo un thriller che sfocia nella fantascienza, nella storia fantastica e nella fantapolitica, ma garantisce misteri, avventura, intrighi politici, scandali, e tantissima azione. Provare per credere! #libri #fantascienza #avventura #misteri #comunicazione #thriller #romanzo #editoria https://lnkd.in/d8A4bzfA
Mistero profondo
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Titolo: "Il Silenzio della Trasformazione"". Questa opera è nata dal desiderio di rappresentare il delicato equilibrio tra caducità e rinascita. Ho scelto di raffigurare una foglia che sembra cadere delicatamente verso una ciotola, simbolo di accoglienza e trasformazione. La foglia rappresenta il ciclo naturale della vita, il suo lento abbandonarsi al tempo, mentre la ciotola vuota diventa il punto in cui ogni cosa trova il suo nuovo inizio, come se custodisse il potenziale per una rinascita. Le gocce di colore che scendono come pioggia sono l’espressione visiva del tempo che scorre, delle emozioni che si mescolano e si sovrappongono. Ogni dettaglio, dalla texture della foglia alla trasparenza della ciotola, suggerisce la fragilità e, al tempo stesso, la forza della natura e del ciclo vitale. Il titolo esprime quel momento sospeso, quasi impercettibile, in cui qualcosa termina e qualcos'altro inizia, in un silenzio che non ha bisogno di essere spiegato, ma solo sentito. Un’immagine sospesa nel tempo, tra il tangibile e l’intangibile. Visita la mia galleria online per visualizzare altre opere a questo indirizzo: https://ai-telier.it #artedigitale #intelligenzaartificiale #galleriadarte #mircotangherlini #stampapersonalizzata #stampeartistiche #digitalart #artificialintelligence #artgallery #mircotangherlini #customprint #artprint @follower
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PAROLE, PAROLE, PAROLE Ecco finalmente anche il #podcast de Il Novelliere Rivista
🎙️ Quasi all’alba dei suoi 69 anni se ne è andato dopo un concerto. Era il primo marzo del 2012 e ancora oggi, il vuoto lasciato dalla sua scomparsa resta incolmabile. Si chiamava Lucio, Lucio Dalla. 🎶 Ne parliamo prendendo spunto da “Le Rondini”, la canzone i cui versi furono declamati al suo funerale. Il ritratto di un artista che aveva sempre da dire qualcosa di più di quanto non avesse già detto, lasciandoci nel rammarico di non averlo potuto ascoltare quanto avremmo voluto. Questa è la prima puntata di "Parole, parole, parole", il podcast di Daniele Sesti edito da Il Novelliere da ascoltare gratuitamente qui: https://lnkd.in/df5azx8G 🔺Illustrazione: Alessandra Carrano (fiore.inverso) 🔻Progetto grafico: Eleonora Carrano (White is more) 📚Ringraziamo la Edizioni Eraclea che ha gentilmente concesso la riproduzione di gran parte del materiale già pubblicato nel libro “Rock and Roll” (2022). #musica #luciodalla #dalla #musicaitaliana #ilnovelliere #podcast
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Guardare un’opera d’arte o una sua riproduzione è la stessa cosa? 🧠 In questo nuovo Reel si parla di una recente ricerca #neuroscentifica che ha dimostrato come ammirare un’opera dal vivo attivi aree del #cervello legate alla #memoria, all’immaginazione e al #benessere.� 👉 Sapevate che guardare opere d'arte autentica stimola il cervello dieci volte di più rispetto una sua riproduzione? E voi, riuscite a percepire la differenza quando guardate un’opera dal vivo? Scrivetelo nei commenti! 💬 Alessandro Carnevale #SpaghettiBoost #THESAUCE #SpaghettiFEAT #AlessandroCarnevale #ArteeMente
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Turandot, la figlia del Cielo A cento anni dalla morte di Giacomo Puccini La Scala di Milano mette in scena la Turandot: un capolavoro di regia, scenografia, costumi, luci ed effetti video, che hanno saputo intessere artigianalità e tecnologia, valorizzandole entrambe. Senza tempo come ogni fiaba, l’opera pucciniana tra le più famose al mondo viene rappresentata con successo da quasi un secolo. È ispirata a un’antichissima fiaba cinese, nata a sua volta da una vicenda realmente accaduta[i]. Si presta a essere letta a molteplici livelli di profondità, mantenendo tutt’oggi la freschezza viva della fonte inesauribile. Il tema della prossima stagione al Centro – che sarà Osservando le polarità – ci invita a scandagliare la storia di Turandot da quella particolare prospettiva, che fa capo a una dualità macrocosmica e archetipica, quella tra: la Luna: qui troviamo la protagonista, una giovane-vecchia incatenata ai vincoli di sangue, a insanabili rancori perpetuamente assetati di vendetta, a tradizioni millenarie, inconciliabili con un divenire che reclama cambiamenti epocali; e il Sole: l’eroe solare, un giovane-futuro, ignoto, straniero in terra straniera e apparentemente senza nome, pronto però a sacrificare la sua stessa vita pur di raggiungere il Bene supremo. L’essere senza patria e senza nome è una condizione tipica del cammino iniziatico, che ritroviamo anche nel Parsifal. Altre polarità, connesse a quella di Luna e Sole, sono la luce riflessa e la luce irradiata – come a dire tenebra e luce –, il freddo e il caldo, l’acqua e il fuoco, lo yin e lo yang, profondità e altezze, femminile e maschile …orecchio e laringe, tradizione e innovazione, legami di sangue ed elettivi, genericità e individualità, ripetizione dell’uguale e nuovo che irrompe!, con i suoi abissi della libertà e dell’amore. …Non è che i primi siano peggio dei secondi: non c’è l’uno senza l’altro, e normalmente nelle vite degli esseri umani tutti questi aspetti già si presentano in alternanza dinamica, e poi sono anche equilibrabili tra loro. Nell’evoluzione in grande però, la saggezza lunare fa parte del passato (che tende a permanere anche oggi) e la solarità amorevole si annuncia come una caratteristica futura: e questa è la …transizione di Turandot, ma riguarda pure noi. Anche lo sfaccettato assortimento di personaggi del dramma lirico può convivere nella complessità di ogni animo umano. Ripercorrendolo possiamo penetrare, trasportati e guidati dalla forza straordinaria di quest’opera, nei recessi più intimi della nostra anima. Leggi tutto: https://lnkd.in/dQ5q3pNZ
Turandot, la figlia del Cielo
https://ilcentroantroposofia.it
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Sul Corriere della Sera è uscito questo mio articolo #madonnari #Mantova #Dante
Curtatone, i madonnari dipingeranno Dante. La Divina Commedia accompagnerà 100 mila pellegrini
milano.corriere.it
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La musica di strada ha accompagnato l’umanità nei secoli, mutando forme e volti ma custodendo sempre un potere antico: trasformare gli spazi aperti in palcoscenici e gli sconosciuti in pubblico. In un viaggio che parte dagli aedi greci e arriva ai busker contemporanei, riflettiamo, attraverso l’esperienza del menestrello moderno Steve Lin, su come la tradizione del cantore di strada non solo sopravviva ma continui a evolversi, trovando nuovi modi di risuonare tra persone e luoghi. Puoi leggere la seconda inchiesta per #PolvereMag a questo link:
Un menestrello moderno nel cuore dei Balcani
https://polveremag.it
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