Post di Laura Fino

Visualizza il profilo di Laura Fino

Psicoterapeuta, appassionata di Connessione Interpersonale e Intelligenza Emotiva. Co-autrice di "Al di là delle parole" e "Le sei fasi della resilienza". Dir. Didattica Scuola di Psicoterapia Mara Selvini Palazzoli

DI SOLITUDINE E ALTRI FANTASMI Le notizie di tragedie personali e familiari ci arrivano come uno schiaffo sul cuore. Si spintonano tra loro domande a cui non è possibile rispondere: Perché? Quale movente? Quale storia dietro? Non lo sappiamo. E non lo sanno neppure i giornalisti che si agitano per scandagliare gli angoli di vite distrutte. Non lo sappiamo e come sempre succede nei casi di cronaca si sta facendo troppo rumore, sul singolo caso. Certo, le domande e l'agitarsi delle ipotesi funzionano da canalizzatori dello sconcerto che ci strattona. Di salute mentale non si parla abbastanza. Non si fa abbastanza. Pochi soldi, pochi servizi, poca prevenzione. Risorse accessibili insufficienti. In un tempo di iperconnessione abitano dolorose disconnessioni e rischiamo di perdere la capacità di vedere. Di sentire. Vedere e sentire segnali di malessere, anche piccoli, solitudini non espresse, ansie e angosce non riconosciute e non raccontate, tristezze che scavano voragini, frustrazioni come montagne insormontabili, disperazioni come vuoti a perdere. Riconoscere, ascoltare, esprimere, chiedere aiuto: su questi punti dovremmo fare rumore, non sui singoli casi che ci risvegliano paurosamente dal torpore. Fare rumore. A partire dalle coppie ai futuri genitori, dai bimbi piccoli agli adolescenti e le loro famiglie. Per accompagnare a vedere. A sentire. Consapevolmente. LF #salutementale #disagiomentale #prevenzione #cura #adolescenti #intelligenzaemotiva

  • text

Vero! riflessione profonda e interessante da Gilda Biffa già assistente socila a Napoli nell'ambito minorile nonche ' come giudice onorario.presso.i tribunali di Napoli.e di Roma Potrebbe essere forse utile organizzare seminari sul.tema del.disagio familiare !

Clarissa Caruso

Psicologa e Psicoterapeuta Sistemico Relazionale della Famiglia in formazione

6 mesi

Le tragedie di cui sentiamo parlare non sono mai il frutto di un singolo evento o di un unico individuo, ma il risultato di un complesso intreccio di relazioni, disconnessioni e silenzi che si accumulano nel tempo. In un’ottica sistemico-relazionale, è fondamentale spostare l’attenzione dalla singola vicenda al contesto più ampio: famiglie, comunità, istituzioni, che insieme possono contribuire alla prevenzione del malessere. La solitudine e il disagio mentale spesso nascono in uno spazio dove le connessioni umane si sono indebolite o non sono mai esistite. Piuttosto che cercare risposte immediate e superficiali, dovremmo impegnarci a costruire una rete di sostegno che parta dalle relazioni più intime, come quelle familiari, e si estenda fino alle comunità, per imparare a vedere e sentire davvero i segnali di malessere. Il nostro lavoro come società dovrebbe essere quello di creare spazi di ascolto, prevenzione e intervento, riconoscendo che la salute mentale è un bene collettivo che richiede risorse, ma soprattutto consapevolezza e impegno relazionale.

Salvatrice D'Angelo

Avvocato | Credo nella forza delle idee, nell'intuizione, nella sensibilità di andare oltre le apparenze ~ La creatività è la mia fonte di ispirazione ✨

6 mesi

La nostra è una società afflitta da una grave 'patologia': la ricerca sfrenata di visibilità digitale contrapposta alla incapacità di 'vedere' il malessere che ci circonda. Anche quello vissuto da persone vicine affettivamente. Com'è possibile che non si riescano a percepire segnali di un disagio così profondo? Specie se questo disagio riguarda un figlio, un genitore, un/a compagno/a? La mia è una riflessione di carattere generale. Le dinamiche sottese a queste fattispecie sono complesse, come le cause che le hanno scatenate. Cosa rimane? Vite distrutte, e un dolore immane per chi dovrà sopportare il 'peso dell'assenza', oltre il senso di colpa. È necessario intervenire in via preventiva, capillarizzando la rete dei servizi di assistenza psicologica. E poi, riappropriarsi della capacità di ascolto, di vicinanza a chi esprime malessere. Grazie Laura, per aver evidenziato una tematica così rilevante.

Monica Furegato

Docente presso MIUR

6 mesi

Infatti, Laura Fino: non sappiamo, non possiamo sapere quali siano state le cause, i meccanismi e anche quando si sarà ricostruita la dinamica, non saranno posti tutti i pezzi del puzzle. Mi viene da pensare che tutti questi tentativi di scavo che poi non è, siano modi per esorcizzare la paura di queste tragedie, il cercare di trovare una spiegazione razionale a qualcosa di tremendamente irrazionale. L'unica cosa che si può attuare è potenziare l'ascolto e la vicinanza agli adolescenti in modo particolare.

Vedi altri commenti

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi