Post di Leadagious | Leadership is contagious

Qual è la vostra definizione di supereroe? Sicuramente quella di Christopher Reeve è cambiata dopo essere passato dall'interpretare Super-Man a dover vivere costantemente paralizzato e intubato. Ma vorrei focalizzarmi su un altro aspetto in questo caso, ovvero sul fatto che costui ha deciso di aiutare chi si trovava nella sua stessa situazione, solo quando la sua vita è stata stravolta... Non possiamo avere la certezza che non lo avrebbe fatto comunque, ma credo che la sua storia possa permetterci di capire quanto spesso non ci si ponga neanche il problema di risolvere determinate situazioni siccome noi non le stiamo vivendo. E non parlo solo di disabilità o malattie rare, ma anche in generale dei temi che affrontiamo attraverso #liberǝdiessere, l’hashtag creato per disquisire di #violenzadigenere, #gendergap, #discriminazioni e ingiustizia sociale verso le donne e tutte le minoranze. Lo facciamo il mercoledì attraverso i nostri contenuti, potete seguirlo per trovare tutto ciò che pubblichiamo e usarlo per partecipare alla divulgazione di temi che riguardano il futuro di ogni essere umano!

“Le Donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre portato due pesi, quello privato e quello sociale.” Questa frase è di Rita Levi Montalcini, e ci tengo a citarla oggi per quel che riguarda il tema dell’autostima. Perché a seguito di diversi studi è risultato che le donne, italiane soprattutto, hanno un’autostima nettamente inferiore agli uomini. 💔 I dati estrapolati dall’articolo del Sole 24 Ore parlano chiaro: - 4 donne e ragazze su 10 non si sentono belle - 5 su 10 sentono la competizione con i familiari e gli amici - 5 su 10 pensano di non poter sbagliare o mostrare le loro debolezze Questi dati sono solo il frutto di una società che ha creato un’immagine distorta di donna, più simile ad una bambola che ad una persona in carne ed ossa. 💃 I numerosi studi hanno ormai da tempo spiegato (come se ci fosse il bisogno) che non vi è alcuna differenza di intelligenza tra uomini e donne. Allora perché il sesso femminile si sente spesso inferiore? Il retaggio culturale, fatto di pregiudizi, su cui la nostra nazione è sempre stata fondata ha fatto sì che gli uomini non abbiano paura di autocitarsi e autoproclamarsi, poiché nessuno mai li ha giudicati per questo, anzi, è la rappresentazione del comune “maschio alfa”. Gli uomini tendono ad avere un’autostima maggiore di sè e ad essere talvolta più arroganti. ♂️ Care donne, dire che i tempi del pregiudizio siano finiti è una chimera, ma non smettete mai di allenare con costanza la vostra autostima. 🫂 --------------------------------------------- E se pensate di non riuscire ad allenarla da sole, scrivetemi in DM. Un semplice Coach forse non cambierà la società in cui viviamo, ma vi aiuterà ad affrontarla con la giusta determinazione. Ps. In foto, una donna che di autostima se ne intende: mia sorella! #mindset #coaching #autostima #mentaltraining

Dopo l’intervista di #FrancescaFagnani nel suo programma #Belve a #TeoMammucari mi sorgono spontanee delle riflessioni, non tanto sulla gestione impeccabile dell’intervista o sulla reazione a quest’ultima, ma tanto più pongo un pensiero su un tema spesso sottovalutato relativo alla gestione dell’emotività tra uomini e donne, soprattutto in contesti pubblici e mediatici come le interviste, penso offra uno spunto interessante per esaminare dinamiche psicologiche, culturali e sociali. Gli uomini, in contesti come le interviste in cui si percepiscono attaccati o messi in discussione, spesso reagiscono con una gestione emotiva polarizzata: si passa dall’aggressività verbale alla chiusura, mostrando difficoltà nell’esprimere vulnerabilità in modo equilibrato. Sicuramente in prima visione troviamo le aspettative culturali e stereotipi di genere; la cultura patriarcale ha promosso l’immagine dell’uomo come figura forte, razionale e poco incline all’emotività. Mostrare vulnerabilità o fragilità emotiva è percepito, anche inconsciamente, come un cedimento rispetto a questo standard. Quando un uomo si trova in una situazione pubblica in cui la sua immagine viene messa in discussione, come avviene nei format reattivi e stuzzicanti come Belve, la difficoltà di gestire l’emotività si amplifica, poiché deve bilanciare la pressione esterna con quella interna di “non perdere la faccia”. Altro aspetto riguarda sicuramente la socializzazione maschile spesso non incoraggiata l’allenamento all’espressione e all’elaborazione delle emozioni complesse in tempo reale. Questo porta a risposte istintive o eccessivamente razionalizzate, che però risultano rigide o inadeguate in contesti che richiedono flessibilità emotiva.Invece, le donne intervistate nello stesso contesto mediatico, pensiamo a personaggi come Ornella Vanoni o Anna Oxa, dimostrano di avere una maggiore capacità di gestire la pressione emotiva senza perdere il controllo.La socializzazione femminile spesso richiede alle donne di navigare e gestire emozioni complesse in situazioni di vulnerabilità, dalla vita personale alla sfera professionale. Questo allenamento, anche se frutto di una cultura patriarcale che ha spinto le donne a “contenere” le emozioni per non essere considerate isteriche o deboli, le ha rese più abili a mantenere il controllo in situazioni difficili. Le donne, consapevoli di essere giudicate anche sul piano emotivo, imparano strategie per mantenere una facciata di controllo e rispetto, anche quando messe in difficoltà. In questi contesti, riescono a bilanciare il disagio con risposte mirate che spostano l’attenzione o riducono l’escalation emotiva.Questo le aiuta a smorzare conflitti e mantenere un controllo emotivo più saldo rispetto agli uomini, che spesso reagiscono in modo più individualistico e meno relazionale. La differenza nella gestione emotiva tra uomini e donne in questi contesti mediatici può essere vista come un riflesso della nostra cultura e dei ruoli di genere tradizionali.

trovo i post di Roberta Zantedeschi interessanti, puntuali e pertinenti.

🔺🔻Ti è capitato di subire atti di #bullismo o #cyberbullismo? La storia di Flavia Rizza, raccontata dalle pagine di Freeda, mi ha riportato ai tempi della scuola elementare, uno dei luoghi fondamentali per costruire la propria identità, nel quale, invece, piccoli esseri umani riuscivano - e lo fanno ancora - a depositare i semi del disagio nella vita di chi non corrispondeva ai canoni considerati ‘giusti’ dalla società. Flavia ce l’ha fatta, è sopravvissuta grazie al suo carattere e, probabilmente, a una famiglia in grado di capire e contenere quel disagio che, comunque, ha lasciato una scia di sfiducia nella sua vita, da cui dovrà trovare il modo di affrancarsi. C’è chi non ce la fa, andando a ingrossare il numero delle persone adolescenti che decidono di togliersi la vita (46.000, dato globale del 2024). Dentro al bullismo - e cyberbullismo -, germogliano i semi della cultura patriarcale, del mito della bellezza e dell’incapacità di considerare la varietà umana come una cosa naturale: un insieme di fenomeni apparentemente distinti, nati dalla stessa matrice culturale. Oggi, come nel passato, il personale docente non ha gli strumenti per intervenire sul piano educativo con programmi adeguati ad esplorare l’aspetto sentimentale, quindi anche affettivo e sessuale, dell’essere umano. In ‘Erotica dei sentimenti’ Maura Gancitano propone un approfondimento sui programmi educativi che hanno restituito maggiori risultati, mostrando percorsi studiati per aiutare le persone più giovani a comprendere chi sono e a decodificare il proprio sentire. Al contrario di quanto si possa immaginare, non sono percorsi frontali, ma laboratori per stimolare domande a cui dare risposta in maniera autonoma, imparando a riflettere e a gestire le emozioni. 🔴Sapevi che l’amore non è un sentimento? I sentimenti, stando alle ricerche fatte dall’autrice, sono una rappresentazione di come si sente il nostro corpo di fronte a una determinata cosa, persona o situazione, a cui rispondiamo con le nostre credenze, lo stato vitale e il nostro modello del mondo. Come iniziamo a mettere le mani nella profondità ci rendiamo subito conto di avere bisogno anche noi, persone adulte, di una rieducazione sentimentale; se per alcune è possibile ricorrere a percorsi e terapie, la maggior parte è ancora intrappolata in vecchi modelli tossici responsabili anche delle esplosioni di violenza sulle donne. Separare i fenomeni è un errore grande, almeno quanto avversare l’introduzione di questi percorsi educativi nelle scuole. #LinguaggiUmani — #LiberǝDiEssere è l’hashtag che abbiamo creato per parlare di #ViolenzaDiGenere, #GenderGap e #Discriminazioni, verso qualsiasi persona, le donne e tutti i gruppi sociali storicamente svantaggiati. Siamo un gruppo di persone impegnate a trattare questi temi per stimolare riflessioni; lo facciamo di mercoledì attraverso il nostro lavoro: puoi seguire l’hashtag e partecipare alle conversazioni offrendo il tuo punto di vista.

I toni, i modi e le sfumature dei rapporti tra uomini e donne mi attraggono. Spesso mi fermo a osservare le giovani coppie che discutono per capire chi è il soggetto dominante, e se vedo la donna in difficoltà, impaurita, sento una frustrazione di genere. Forse perché a mia volta, in relazioni passate o novella al lavoro, ho subito momenti di ingiustificata violenza verbale e comportamentale da parte di uomini, o forse perché sento risuonare il fatto che siamo socialmente tutte vittime di sobordinazione e svalorizzazione. Il film della Cortellesi, che infatti tantissime e tantissimi ha chiamato in sala, credo abbia risvegliato in ognuna di noi - e negli uomini più empatici e consapevoli - rabbia, tristezza, senso di ingiustizia e desiderio di revanche. Per questo, visto che la tematica è ampia, ho approfondito per #CiBi un altro aspetto di questo complesso puzzle di vantaggi e svantaggi di genere: la questione del gender nutritional gap. Anche voi mogli, osservate i vostri mariti servirsi per primi a tavola, o addirittura li servite voi, dopo che magari avete anche cucinato? Siete le uniche a rinunciare a parte di cibo per figli, padri o compagni se sono affamati? Data da mangiare di più, prima e meglio ai figli maschi? Il fenomeno è ovviamente più complesso, paese per paese e cultura per cultura, di quanto anticipo in queste domande e le ricadute in alcuni casi sono anche sanitarie. Le nostre stesse ragazzine spesso hanno problemi nutrizionali durante gli anni dello sviluppo. Se siete curiosi leggete l'articolo intero, questo il link, e condividete. https://lnkd.in/d9Hfs7Gd #gender #gendernutritionalgap #cibi #cibimagazine Angela Bassoli Angelica Giambelluca Serena Diana Ghezzi Emanuela Donetti Massimo Fenati Massimo Faustini Ilaria Iseppato Angela Lavecchia Roberta Garibaldi Roberta Mari Emanuele Bonati

This isn’t a Woman’s World Le parole feriscono. Gli stereotipi fanno male. E spesso le donne, soprattutto in contesti dominati dagli uomini, ne sono vittime dirette: 💬 "Tra carriera e figli non puoi avere tutto, devi scegliere." 💬 “Non c’è da stupirsi che ti abbiano promosso, vestito cosi.” 💬 “Nervoso? Deve essere la settimana sbagliata!” Ma fermiamoci un momento: queste frasi potrebbero ferire anche gli uomini? Pensiamo a cosa significa imporre ruoli rigidi, limitare il diritto di essere sé stessi e di scegliere il proprio percorso liberamente. Gli stereotipi non colpiscono solo chi li subisce direttamente: soffocano l’intera società. Rompere questi schemi è necessario. Perché il mondo non deve essere né “da uomini” né “da donne.” Deve essere un mondo di opportunità e rispetto per tutti. Oggi ricordiamo che il primo passo contro ogni forma di violenza, fisica o verbale, è riconoscere e combattere quei pregiudizi che la alimentano. Insieme, costruiamo un mondo in cui non ci sia bisogno di scegliere tra realizzazione personale e vita familiare, tra sensibilità e forza, tra ambizione e accettazione. #giornatainternazionalecontrolaviolenzasulledonne #violenza #donne #womeninmalefields

Si parla tanto di mascolinità tossica, ma poco si dice di come essere e 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗼𝗺𝗶𝗻𝗶 "𝗻𝘂𝗼𝘃𝗶", per prima cosa, in relazione a sé stessi. In questo fine settimana ho avuto modo di confrontarmi con diversi uomini (clienti da Instagram) e con amici di vecchia data. Siamo tutti d'accordo nel dire che, uno degli 𝗼𝘀𝘁𝗮𝗰𝗼𝗹𝗶 più grandi 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗿𝗲𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 è il patriarcato, che questa mascolinità tossica (inaccessibile e dominante) la insegna, e che ridistribuisce poi il modello "persona dominante/persona dominata" in tutte le tipologie di relazioni (incluse quelle LGBTQ+). Da dove ripartire, per essere uomini nuovi? E come smettere di credere a quei libri farlocchi in cui viene detto che gli uomini vengono da Marte, e le donne da Venere? Il primo passo è capire qual è lo stereotipo imposto dal patriarcato, ora alla donna, ora all'uomo, se restiamo in materia di relazioni (appunto binarie) uomo/donna. Mi concentro su questo focus non perché io voglia escludere altre "modalità" relazionali, bensì perché queste sono le relazioni che seguo di più. 𝗔𝗹𝗹'𝘂𝗼𝗺𝗼 𝗰𝗿𝗲𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗺𝗼𝗱𝗼 𝗽𝗮𝘁𝗿𝗶𝗮𝗿𝗰𝗮𝗹𝗲 𝗲̀ 𝗶𝗺𝗽𝗼𝘀𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝗱𝗶𝘀𝗰𝗼𝗻𝗻𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗮𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝗿𝗲. Ecco. Un lavoro di supporto personale, necessario per diventare un uomo nuovo, deve riparare questa funzione interna: il sapersi dire. Il potersi sentire e definire attraverso le proprie emozioni, che sono legittime, necessarie, anzi indispensabili, per la riconnessione di quest'uomo con sé stesso, e poi con la propria donna. Essere sfuggenti, manipolatori, dominanti, inaccessibili, volutamente misteriosi e lontani. Tutto questo non è virilità ma è stereotipo patriarcale. Privazione di sé. Altrettanto si può dire per le donne, in un altro verso. Essere sempre e per forza seduttive, sentimentali, bisognose, in cerca di amore e approvazione: tutto questo non è essere donne, ma è "essere vittime di stereotipi patriarcali". Sto preparando (con molta calma) un sito dedicato solo al supporto personale di coloro che vogliono imparare a essere donne e uomini nuovi. Non c'è "un modo". C'è piuttosto un mondo interiore, compresso e tarpato, che va portato in emersione. Legittimato. La differenza tra chi siamo e chi vorremmo essere (concludo) risiede nel viaggio che siamo disposti a fare, per recuperare la nostra più intima interiorità, al fine di esprimerla. Tutto ciò che di noi non si esprime, per certi versi, non esiste. #relazioni #uomini #patriarcato #giuliascandolara #coppia #amore

La #violenzacontroledonne è una piaga che affligge ogni società, indipendentemente da cultura, geografia o status economico. È un problema che richiede la nostra massima attenzione e azione concreta. Ogni giorno, troppe donne subiscono abusi fisici, psicologici ed economici, spesso in silenzio e nell'indifferenza generale. È nostro dovere rompere questo silenzio e creare un ambiente sicuro e supportivo per tutte. Ogni donna ha il diritto di vivere senza paura, di essere trattata con dignità e rispetto, e di avere le stesse opportunità di crescita e realizzazione personale. #IngegnerieToscane si impegna a promuovere questi valori, non solo oggi, ma ogni giorno dell'anno. Sottoscriviamo le parole di #GinoCecchettin:   “La velocità con cui consumiamo le nostre relazioni, le scelte, i progetti, ci allontana da ciò che davvero conta. Non basta essere veloci, non basta agire d’impulso. Serve una #visione, serve #perseveranza. Con pazienza dobbiamo costruire progetti concreti capaci di trasformare nel tempo una cultura spesso intrisa di indifferenza e superficialità. Con #determinazione possiamo combattere l’uso di #linguaggi e #comportamenti che mancano di rispetto, perché la #violenza spesso inizia dalle #parole, prima di arrivare ai #gesti. Ogni persona ha #diritto al #rispetto della propria #dignità, del proprio #corpo e della propria #interiorità. Nessuno deve essere costretto a vivere una vita che non ha scelto. È nostro dovere proporre modelli di relazione basati sulla #stimareciproca, sull’#ascolto e sul #rispetto.” #giornatamondialecontrolaviolenzasulledonne #25novembre

Spesso assisto, (e ne sono anche 'vittima') ad episodi di #violenzaverbale, troppo spesso frutto di una #imitazione collettiva. Con l’avvento dei #social questo è diventato un fenomeno più veloce, basta poco che si legittimano comportamenti violenti, il #bullismo per esempio. Si perdono i confini tra #lecito e #illecito, tra la non condivisione di una #opinione e l’#attacco #personale e #violento. Si può denominare, banalmente, "maleducazione dilagante", ma questa espressione non rende l’importanza di quanto incide nella società, nelle regole del buon vivere, e di come ha ormai trasformato anche il linguaggio della politica. Pertanto, sarebbe erroneo se ci si rivolgesse solo ai giovani, mentre gli adulti seguono poi altre regole. Giovani ed adulti quindi sembrano universi paralleli; benché adesso guardino con sufficienza e con uno sguardo di rimprovero certi comportamenti spontanei dei ragazzi anche il loro modo di essere è emblematico. Un atteggiamento che, tuttavia, dovrebbe essere attenzionato anche da LinkedIn, con eventuale rimozione dei profili di soggetti sessisti, omofofi, razzisti, intransigenti, e violenti. Quindi il buon esempio batte le parole. p.c. Marco Valsecchi #linkedinnotizie