Da una parte i ricchi che scappano dalle fiamme sui loro jet privati o assumono vigili del fuoco privati, dall’altra le minoranze dimenticate dai soccorsi e i pompieri-detenuti sottopagati. La tragedia di Los Angeles è la fotografia perfetta delle disuguaglianze ai tempi del riscaldamento globale (e della fragilità della filantropia climatica). Dalla newsletter settimanale di Greenkiesta, a cura di Fabrizio Fasanella (ci si iscrive qui: https://lnkd.in/dcj775dD)
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La nostra Florida è l’Emilia-Romagna, dove non arrivano uragani ma alluvioni, una nel 2023 seguita da un’altra analoga nel 2024, danni su danni, polemiche sulla ricostruzione. Anche in Italia si discute di chi debba pagare, si studiano obblighi di legge per assicurare le case, ma se le catastrofi diventano la norma questo significa imporre di fatto una tassa sugli immobili molto più pesante di qualunque Ici o Imu che tanto hanno appassionato i partiti negli ultimi decenni. E sarebbe plausibile - applicando la logica dell’Economist - dire che i danni in Romagna se li devono pagare i cittadini emiliano-romagnoli o magari proprio soltanto i romagnoli? Avete voluto una prosperità fondata sulla riviera e le spiagge di Rimini e Riccione? Adesso vi beccate anche le conseguenze negative in termini climatici. Può sembrare una bestemmia, ma in realtà l’Italia sta già applicando le logiche dell’Economist, nel senso che chi vive in zone a rischio climatico si trova a sopportare costi e conseguenze a lungo termine, senza grandi aiuti. Lo dimostra il libro della mia ex collega Virginia Della Sala Migrare in casa (Edizioni Ambiente) che racconta i profughi climatici invisibili dell’Italia: oltre 40.000 persone che hanno dovuto abbandonare case, fabbriche, campi in zone che il clima non rende più affidabili, per spostarsi altrove. Con costi, traumi e lacerazioni immaginabili. Quanta gente c’è a rischio in Italia? Dal libro di Virginia Della Sala, che si basa sugli studi dell’Ispra, apprendo che sono 2,4 milioni di persone. Sappiamo cosa sta succedendo e sappiamo cosa succederà. Sappiamo che ricorderemo queste estati non come le più calde della nostra vita, ma come le più fresche, se confrontate a quelle che verranno. E sappiamo che gli uragani o le alluvioni di queste settimane sono soltanto la versione sbiadita di quelle che ci aspettano. Sappiamo tutto, l’unica cosa incredibile è che passiamo le giornate a parlare d’altro. Stefano Feltri https://lnkd.in/dtdwbr7m
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Le immagini parlano chiaro: in caso di alluvione, come dimostra la recente devastazione in Spagna, le strade si trasformano in trappole d’acqua e fango. Le auto si accatastano l'una sull'altra, i cittadini bloccati in casa e le infrastrutture che cedono sotto il peso degli eventi estremi. In questi casi, il blocco del traffico non è una scelta: è una conseguenza tragica dei cambiamenti climatici in atto. Di contro, i manifestanti climatici, spesso accusati di creare disagi con sit-in non violenti, scelgono consapevolmente di fermare il traffico per pochi minuti, lasciando sempre spazio alle emergenze. La loro non è una sfida alla mobilità urbana, ma un tentativo di svegliare le coscienze e attirare l’attenzione su una crisi che minaccia tutti. Mentre questi giovani attivisti sono puniti, le inondazioni e gli eventi estremi - causati dall’inazione politica e dal continuo sfruttamento ambientale - immobilizzano intere città in modo ben più drastico e senza possibilità di controllo. È dunque legittimo chiederci: perché sanzionare chi cerca di fermare questo futuro disastro, invece di agire per prevenire catastrofi ormai sempre più frequenti? #ClimaInSalute https://lnkd.in/dSNEsU79
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penso che la regolarità (e la frequenza sempre maggiore) di eventi tipo gli incendi che in queste ore devastano la California dovrebbe prima o poi convincere tutti che, che si creda o meno ai determinanti antropici, il clima è drammaticamente cambiato e prima ce ne rendiamo conto prima forse ragioniamo su una reale messa in sicurezza dei nostri territori, che non è certo quella delle zone rosse
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Per ora 95 morti, con numerose persone ancora disperse o intrappolate. L’alluvione nella zona di #Valencia ha devastato intere comunità. I modelli meteorologici indicano che eventi di questo tipo diventeranno sempre più frequenti a causa del riscaldamento delle acque del Mediterraneo, con conseguenze devastanti. Stiamo sfidando i limiti del nostro Pianeta. Eppure, invece di adottare misure decisive, restiamo in bilico, come se avessimo ancora #tempo da negoziare. La realtà è che l’inazione si sta rivelando più costosa e letale di qualsiasi cambiamento radicale che potremmo adottare. Ma davvero siamo disposti a lasciare che un simile prezzo in vite umane e risorse diventi la norma? Le alluvioni, gli incendi, e le ondate di calore non sono più eventi isolati; sono il linguaggio della Natura che ci spinge, ogni volta più forte, a cambiare rotta. Non si tratta più di prendere coscienza, ma di una #responsabilità attiva e collettiva, dove non ci possiamo permettere ulteriori rinvii.
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L'assicurazione per eventi catastrofali in Italia è un argomento di crescente rilevanza, specialmente alla luce dei frequenti disastri naturali come terremoti, inondazioni e frane. L'Italia, essendo un paese sismicamente attivo e con un territorio caratterizzato da molte aree a rischio idrogeologico, necessita di strumenti efficaci per la gestione del rischio e la protezione dei beni e delle persone. Il mercato assicurativo italiano sta cercando di colmare il divario con altri paesi europei, dove l'assicurazione contro eventi catastrofali è più comune e, in alcuni casi, obbligatoria. #climatechange #eventicatastrofali #obbligatorietá #frane #terremoto #alluvione
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Gli incendi che stanno devastando l’area di Los Angeles in queste ore, sono l’ennesimo doloroso promemoria della vulnerabilità umana di fronte agli effetti della crisi climatica. E ci ricordano che la crisi climatica colpisce tutti, anche chi possiede fama e tanti soldi. Fa specie leggere che molte famose star del jet set americano abbiano perso le loro ville in queste ore a causa dei roghi che si sono sviluppati. E fa ancora più specie vedere come molte testate si siano concentrate su questo aspetto, quasi come se i danni subiti da queste star fossero più importanti rispetto ai danni e al dolore subiti da chi è meno fortunato. Eppure la crisi climatica colpisce tutti, ma non tutti allo stesso modo. Più di 130.000 persone sono state costrette ad evacuare le loro case, alcuni di loro hanno perso tutto quello che possedevano. I dati parlano chiaro: dei 20 incendi più disastrosi nella storia della California, 15 si sono verificati negli ultimi 10 anni. Le cause sono molteplici, ma appare chiaro come i cambiamenti climatici in atto non sono eventi eccezionali ma ormai sono episodi sempre più frequenti e strutturali coi quali dobbiamo convivere. E la cosa più terrificante è che in molti si ostinano a considerare questa tendenza come a qualcosa di normale o inesistente, di cui non c’è motivo di curarsi. In primis Donald Trump, che tra 10 giorni si insedierà come capo della nazione più potente e influente al mondo. Questo fa veramente paura. #wildfire #losangeles #climatechange
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“Chi specula sulla crisi climatica per una manciata di voti in più oggi, porterà il peso della responsabilità di danni a persone e habitat per i prossimi decenni”. Grazie a Sara Marangon e al Il Giornale di Vicenza per questa intervista, dove facciamo il punto sui nuovi dilazionisti della #crisiclimatica #papafrancesco #ecologiaintegrale #laudatosi
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No, gli #incendi a #LosAngeles non sono un semplice “hype”: la scienza smentisce #ChrisWright. Los Angeles continua a bruciare, e non accenna a placarsi la polemica sul ruolo del cambiamento climatico nella nascita di questi roghi devastanti. L'incendio di Palisades ha già divorato 24.000 acri, con un contenimento fermo al 19%. Poco distante, l’incendio di Eaton ha bruciato più di 14.000 acri ed è contenuto al 45%. Le vittime accertate salgono ad almeno 25, almeno 20 i dispersi, mentre oltre 100.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie case, in uno scenario definito “catastrofico”. In queste ore, a preoccupare è anche la qualità dell’aria: i venti di Santa Ana, ora in lieve calo, hanno però trasportato fumo e particelle tossiche sulle zone abitate, costringendo le autorità locali a dichiarare lo stato di emergenza sanitaria. “I roghi non si possono ridurre a una mera esagerazione,” ha affermato il senatore californiano #AlexPadilla, ribadendo che l’aumento di episodi tanto estremi è legato anche alle temperature più elevate e ai lunghi periodi di siccità. Eppure, durante l’udienza di conferma al Senato, Chris Wright – nominato da Donald #Trump come Segretario all’Energia – ha minimizzato questo collegamento, definendo le preoccupazioni per gli incendi boschivi un semplice “hype”. Una posizione che, secondo numerosi studiosi, contrasta con il consenso scientifico: i dati dell’Università della California indicano infatti che l’incremento dei livelli di CO₂ (+50% in atmosfera, “soprattutto dalla combustione di idrocarburi”) ha reso più difficile per la Terra disperdere calore. Nonostante Wright riconosca (solo ora) gli effetti delle emissioni climalternanti, insiste su “diversi fattori, oltre al clima”, come la gestione del territorio e alcune politiche di prevenzione, ritenute parzialmente inadeguate. Tuttavia, i senatori democratici e gli attivisti ambientalisti chiedono certezze e azioni urgenti: un eventuale rallentamento delle politiche di contrasto al riscaldamento globale, dicono, rischia di amplificare la frequenza e la gravità degli incendi, con conseguenze devastanti per le comunità colpite. Nel frattempo, sul campo, i vigili del fuoco continuano una battaglia estenuante per guadagnare terreno su più fronti, coadiuvati da squadre di emergenza che si occupano di ripristinare servizi essenziali e dare assistenza alle famiglie sfollate. Anche l’ordine pubblico è sotto pressione: furti, speculazioni e truffe sono fenomeni purtroppo diffusi in situazioni critiche come queste. Ne parlo meglio su GreenMe.it https://lnkd.in/dPPcpNgV
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Uragano Helene! E’ già arrivato! potrebbe essere particolarmente distruttivo come si legge dalle news. L’aumento delle temperature oceaniche causate dal cambiamento climatico, ne sono la causa a quanto pare. Non ci possiamo fare nulla quando accadrà! Si può solo prevenire cambiando i comportamenti e prepararsi al peggio (ad esempio evacuando per salvare la vita) e alle conseguenze: la ricostruzione! Ci convivono da sempre in Florida e negli stati adiacenti. Ricordo durante un casuale e fortunato viaggio a Miami nel 1990, trovai al fondo della cassa al supermercato tanti depliant che spiegavano come comportarsi in caso di uragano. Hanno anche una squadra universitaria di football americano a Miami: i Miami Hurricanes. Si sa che ciò che succede negli Stati Uniti in campo economico poi spesso accade anche nel vecchio continente no? Non c’entra nulla ovvio, però anche nel vecchio continente ci stiamo tropicalizzando: Lo abbiamo visto recentemente con la tempesta Boris che ha devastato Polonia Ungheria Austria e persino la nostra già recentemente flagellata Emilia Romagna. Evidentemente la casa che abbiamo già costruito o la nostra azienda non la spostiamo facilmente; quindi l’unica chance è adattare ciò che abbiamo affidandoci a esperti che possano consigliarci ad esempio come adattare fabbricati per ridurre l’impatto di Alluvioni o Bombe d’Acqua e in ultimo Assicurarci; non sarà tanto importante la franchigia che avremo in polizza ma il fatto che avremo una garanzia che limiterà l’impatto sul nostro portafogli. Dai che è Venerdì 😉
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La prevenzione non è un costo, ma un investimento per pagare molto meno dopo, impegnandosi eticamente a non scaricare sulle prossime generazioni il nostro debito ambientale. L’evoluzione non riguarda solo età remote di dinosauri e libellule giganti, ma più spesso parla al nostro presente. Che si tratti di rischio ambientale o rischio pandemico non ha importanza...anche perché i due aspetti, sono più legati di quanto si pensi. (continua) https://lnkd.in/dnanfEGB
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