Post di Linkiesta

L'inverno demografico è sempre più gelido: entro il 2030 la forza lavoro in Italia calerà del 3% e nel 2050 del 15,6%. Numeri agghiaccianti... I giovani sono pochi e saranno sempre meno: una condizioni inedita per la storia che deve portare le aziende a un cambiamento epocale. Non è più tempo né delle infornate senza curriculum ormai appartenenti al passato né della caccia spasmodica ai curriculum come avviene ancora oggi. "E' tempo che le aziende smettano di considerare i giovani come risorse sacrificabili e iniziare a vederli come il motore dell'innovazione e della crescita". Il demografo Alessandro Rosina dell'Università Cattolica si confronta con l'Osservatorio Delta Index su questa svolta cruciale. Nell'articolo della rubrica «Ciclone Z in azienda» la chiave di lettura del docente di Demografia e Statistica sociale nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, consigliere esperto del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL), direttore del «Center for Applied Statistics in Business and Economics», coordinatore scientifico dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo e dell’«Osservatorio sulla Condizione giovanile» istituito dalla Regione Lombardia #GENERAZIONEZ

L'Italia è in un inverno demografico. Secondo l'ottima analisi, oggi su Il Sole 24 Ore, di Maria Rita Testa, Professore associato di Demografia alla Luiss Guido Carli University: "Per invertire la tendenza della denatalità bisogna contrastare il rinvio delle nascite, in particolare del primo figlio, perché se questo rinvio diventa eccessivo, rischia di trasformarsi in una rinuncia definitiva. Per evitare ciò, è fondamentale rimuovere gli ostacoli principali alle decisioni riproduttive, aiutando soprattutto i più giovani ad accedere ad una occupazione lavorativa stabile che offra una valida prospettiva di avanzamento di carriera e salariale e che abiliti la coppia ad accedere al mercato immobiliare, creando così i presupposti per l’avvio di una nuova famiglia." #denatalità #crescitazero #carriera #occupazione #nascite #ilsole24ore #luissbusinessschool

Per il Censis circa il 60% degli italiani si percepisce come #cetomedio, ma aumentano quanti valutano in discesa la propria condizione: più del 48% prova un senso di declassamento nella scala sociale. 🌧️I principali aspetti della percezione del peggioramento del proprio #tenoredivita da parte della middle class, a monte del caro vita, sono la difficoltà ad acquistare la prima casa e i timori legati ai progressi nella carriera, a cui si aggiunge la recente paura di essere sostituiti dalle nuove applicazioni di #intelligenzagenerativa. 😟Timori e difficoltà che diventano il terreno ideale per la crescita di approcci populisti che, invece di tirarsi su le maniche per trovare rimedi, attribuiscono questa situazione a fattori esterni e ai soliti “poteri forti”. 🤝È necessario, invece, proprio l’opposto dell’atteggiamento che offre risposte semplici basate sulla contrapposizione e l'isolazionismo, un approccio basato sulla collaborazione di tutti gli attori sociali. 🧩 Gli ingredienti di questo approccio “complesso”, che risponde alla semplice ricetta populista, è al centro della riflessione esposta dal direttore generale del #CentroStudiTagliacarne, Gaetano Fausto Esposito, nell’articolo pubblicato sul blog di HuffPost dal titolo “Contro il logorio della classe media moderna”. Leggilo qui: https://lnkd.in/dNC2SGfE Unioncamere - Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura Centro Studi G. Tagliacarne #Tagliacarne #Censis #HuffPost #scalasociale #AI #intelligenzaartificiale #coesione #populismo

📰 Fresco di stampa, ecco il terzo numero della #rivista di Mondo Complesso! Dopo Tensione evolutiva e Punto critico, in questo numero parliamo di #Crisi e come sempre proviamo a farlo in maniera interdisciplinare, cercando quelli che possono essere i punti di contatto tra le crisi economiche e quelle personali, tra quelle aziendali e quelle ambientali. Perché, come sempre, siamo solo noi a separare i fenomeni del mondo per nostra comodità. 👉🏼 Trovate tutte le info sulla rivista qui https://lnkd.in/gJaeKgb7 #mondocomplesso #complessità #filosofia #economia #società #psicologia #tecnologia #sapiens #humans #formazione #risorseumane

📉 Fra 15 anni, circa 40.000 giovani in meno inizieranno il secondo ciclo in Lombardia. 15 anni? 🗣️ “Ah… ma c’è tempo!” 🗣️ “Ah… ma tanto io sarò già in pensione!” 🗣️ “Ah… ma fra 15 anni chissà cosa sarà successo nel frattempo!” La miopia è un difetto della vista: ciò che è vicino appare chiaro, mentre ciò che è lontano è sfocato. Anche nelle politiche educative e nelle scelte strategiche, la miopia è un rischio. Guardare solo all’oggi (per i cittadini il posto di lavoro, la sicurezza sociale; per molti politici e sindacalisti, il numero di voti o tessere, …), significa non preparare il domani del nostro territorio. 📌 E allora? Cosa stiamo facendo oggi per evitare di trovarci ciechi di fronte al futuro? Cosa stiamo facendo per avere pochi professionisti ma molto preparati? #Scuola #Demografia #Futuro #Educazione #Lavoro #Lombardia

Il rapporto annuale del Censis intitolato "I sonnambuli" descrive una situazione socio-economica caratterizzata da una sorta di apatia e inconsapevolezza collettiva. Il documento evidenzia come gli italiani siano in una condizione simile al sonnambulismo, affrontando le sfide quotidiane senza una visione chiara del futuro. In particolare, il rapporto sottolinea diverse problematiche: - Disuguaglianze crescenti: le disparità economiche e sociali si stanno ampliando, creando un clima di incertezza e insicurezza. - Sfide economiche: la pandemia ha aggravato le difficoltà economiche, con un impatto significativo sull'occupazione e sulle prospettive di crescita. - Cambiamenti culturali: L'Italia sta attraversando trasformazioni culturali e demografiche che influenzano il tessuto sociale e i comportamenti collettivi. Il Censis invita a prendere coscienza di questa situazione e a lavorare verso un risveglio collettivo per affrontare le sfide attuali con maggiore consapevolezza e proattività.

Tutte le forme di vita hanno uno scopo primario nella loro esistenza: trasferire le migliori informazioni possibili alle generazioni successive per dare loro maggiori possibilità di sopravvivenza. Lo fanno attraverso il codice genetico e, per le forme più evolute come i mammiferi, attraverso l'insegnamento. Le tecniche di caccia, di difesa, di ricerca del cibo. Fino a quando l'essere umano è stato un cacciatore-raccoglitore ha trasmesso alle generazioni future questi stessi insegnamenti. Poi si è evoluto perché ha iniziato a trasmettere la cultura. Dapprima attraverso i cantastorie, poi i manoscritti fino a Gutenberg nel 1400 che ha inventato la stampa moderna e ha dato la possibilità all'umanità di leggere e "acculturarsi" su larga scala. Per i successivi 600 anni è sempre stata data maggiore importanza all'istruzione, allo studio dei Classici, della Storia, della Letteratura, della Matematica e questo ha permesso all'umanità di passare da 50 milioni di individui mediamente presenti sulla Terra, a 8 miliardi. Negli ultimi 20 anni, come riporta il Censis in allegato, il trend si è invertito. l'Italia è tra i paesi occidentali in cui il livello di ignoranza medio cresce più velocemente. Più l'ignoranza media cresce più aumenta, in un circolo vizioso che si può arrestare solo con interventi drastici sulle politiche che riguardano l'istruzione, dalla scuola primaria all'università. Tenendo conto che i politici italiani sono ignoranti almeno quanto il popolo che rappresentano ma forse anche più, non ci sono speranze di invertire la rotta. Nei prossimi anni il declino sarà inarrestabile. l'Italia non è un paese che sta morendo, è un paese morto in avanzato stato di decomposizione.

➗ Equilibri Magazine ➗ 𝑅𝑖𝑣𝑖𝑠𝑡𝑎 𝑜𝑛-𝑙𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐹𝑜𝑛𝑑𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝐸𝑛𝑖 𝐸𝑛𝑟𝑖𝑐𝑜 𝑀𝑎𝑡𝑡𝑒𝑖 (𝐹𝐸𝐸𝑀) 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑜 𝑆𝑣𝑖𝑙𝑢𝑝𝑝𝑜 𝑆𝑜𝑠𝑡𝑒𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝐃𝐞𝐦𝐨𝐠𝐫𝐚𝐟𝐢𝐚 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚, 𝐚𝐥 𝐭𝐫𝐚𝐦𝐨𝐧𝐭𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐞 𝐥’𝐚𝐥𝐛𝐚 𝐼𝑙 𝑐𝑎𝑠𝑜 𝑑𝑒𝑚𝑜𝑔𝑟𝑎𝑓𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎 𝑒̀ 𝑐𝑎𝑟𝑎𝑡𝑡𝑒𝑟𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝑑𝑢𝑒 𝑓𝑒𝑛𝑜𝑚𝑒𝑛𝑖: 𝑙’𝑖𝑛𝑣𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑖𝑙 𝑐𝑟𝑜𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑛𝑎𝑡𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀. 𝐼𝑛𝑡𝑒𝑟𝑟𝑜𝑔𝑎𝑟𝑠𝑖 𝑠𝑢 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑙𝑒𝑚𝑎𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑎𝑛𝑎𝑙𝑖𝑠𝑖 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑒 𝑚𝑢𝑙𝑡𝑖𝑑𝑖𝑠𝑐𝑖𝑝𝑙𝑖𝑛𝑎𝑟𝑖 𝑒̀ 𝑐𝑟𝑢𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑙’𝑒𝑣𝑜𝑙𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑔𝑢𝑖𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖𝑒 𝑒 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑙𝑖. ✒ Alessandro Lanza, direttore esecutivo della Fondazione Eni Enrico Mattei Ilenia Gaia Romani, ricercatrice della Fondazione Eni Enrico Mattei e PhD Candidate presso l'Università degli Studi di Brescia ❝L’aspettativa di vita in Italia è attualmente la sesta più alta al mondo. Se guardiamo agli ultimi dieci anni, ciò che emerge è da un lato la differenza tra donne e uomini, dall’altro la stazionarietà che ha caratterizzato l’andamento del decennio, a eccezione del periodo della pandemia da Covid-19.  Naturalmente vivere molto e vivere bene sono concetti molto differenti. Quanti sono gli anni effettivi che una persona può prevedere di vivere senza problemi di salute gravi che limitino le sue attività quotidiane?❞ 🔗𝐿𝑒𝑔𝑔𝑖 𝑙'𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑜 👇🏻 https://lnkd.in/dmPy_epY

💶 [#EducazioneFinanziaria] La pubblicazione del rapporto 📑 #Ocse Pisa 2022 avvenuta ieri è l’occasione per Il Sole 24 Ore per fare il punto sull’alfabetizzazione finanziaria dei giovani🧒 in Italia 🇮🇹 , sulla sua importanza per i singoli, per il paese e sulle opportunità a disposizione per farla crescere 📈 partendo dall’introduzione di una specifica materia di studio nelle #scuole 🏫. 👉 Da approfondire oggi a pag. 15⤵️

Da diversi anni Alessandro Rosina cerca di spiegare all’opinione pubblica italiana il dramma della demografia in Italia. Lo fa condividendo i numeri del nostro declino, proponendo analisi sulle ragioni che ci hanno portato dritti a questo punto. Ieri, sul Corriere della Sera, ha fatto una proposta. Ha suggerito un patto fra generazioni che risolva i tanti nodi del nostro inverno demografico. Concordo con il ragionamento. Nella situazione in cui siamo non possiamo permetterci di perdere nemmeno un grammo dell’intelligenza e dello slancio con cui i giovani italiani possono contribuire alla crescita (non solo economica) del paese. Abbiamo bisogno di trovare un modo per riaffermare che il destino del paese è legato all’incontro fra generazioni. Ci metto una nota personale. Quando abbiamo dato vita a Upskill 4.0, cinque anni fa, abbiamo puntato a costruire uno ponte fra generazioni e culture diverse. Upskill 4.0 funziona così. Spinge alla collaborazione giovani digitali e generazioni analogiche scommettendo sulla complementarietà dei saperi e dei punti di vista. In questi cinque anni abbiamo ottenuto risultati di cui sono fiero e abbiamo imparato qualche lezione. Una in particolare. Molti imprenditori, manager, professionisti e pure prof non hanno ancora chiaro il futuro che li attende. Nati in un paese in cui si facevano i doppi turni alle elementari e si sgomitava per entrare in un’aula universitaria, fanno fatica a capire cosa implicano, in concreto, i numeri di cui parlano da tempo i giornali nazionali. Altri, poi, hanno messo a fuoco il problema ma credono di poter risolvere la questione pro domo sua, senza riflettere troppo sul contesto in cui operano e sull’attrattività del territorio di appartenenza. In questo senso condivido la proposta di Rosina per un patto generazionale. E’ un modo per dichiarare che il problema è fuori dalla portata dei singoli. Non perché i singoli non si debbano impegnare. Ma perché oggi il problema ha assunto dimensioni tali da richiedere proposte che vanno oltre gli schieramenti e le fiammate sui social. Qui il link all'articolo: https://lnkd.in/dEPQQf7G