Il ritiro dall’accordo di Parigi è la punta dell’iceberg delle inquietanti politiche ambientali dell’amministrazione Trump. Ma la transizione verde americana è ormai ben avviata, e i singoli Stati (non solo a guida democratica) non hanno intenzione di fare passi indietro, anzi. di Fabrizio Fasanella, dalla newsletter settimanale di Greenkiesta (iscrizioni qui https://lnkd.in/dcj775dD)
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Con la rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca si riaffacciano i rischi di una #politica climatica conservatrice a stelle e strisce: rallentamento globale e sfide commerciali per l'Unione europea #politicaenergetica #sostenibilità #tutelaambiente #greenplanner
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Alcuni sostengono che i programmi ambientali di Trump potrebbero accelerare i processi di autorizzazione per progetti energetici, mentre altri avvertono che potrebbero aumentare le incertezze legali e i rischi, portando a maggiori contenziosi e ritardi. La comunità internazionale osserva con attenzione, poiché queste mosse potrebbero influenzare gli sforzi globali per affrontare la crisi climatica. Io sostengo in quest'articolo che si tratti di un bluff per l'impraticabilità del modello presidenziale.
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L’intenzione dichiarata di Donald Trump di far uscire nuovamente gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima ha suscitato grande attenzione e preoccupazione. La notizia è emersa durante la campagna elettorale, in cui l’ex presidente ha manifestato l’intenzione di firmare un ordine esecutivo per concretizzare l’uscita dall’Accordo. Il Wall Street Journal ha riportato la notizia basandosi su fonti vicine al leader repubblicano, confermando che il provvedimento è già stato predisposto per essere firmato. Tale notizia, ossia l’Accordo di Parigi a rischio, arriva in un momento cruciale, a ridosso dell’apertura della COP29 a Baku, evento chiave per i negoziati climatici globali. L’Accordo di Parigi: un punto di riferimento globale minacciato L’Accordo di Parigi, raggiunto nel 2015 e sostenuto dalla quasi totalità dei Paesi mondiali, ha rappresentato un punto di svolta nella lotta contro i cambiamenti climatici. Questo Accordo mira a limitare il riscaldamento globale entro 1,5-2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, obiettivo ambizioso ma essenziale per evitare conseguenze irreversibili sul clima e sull’ambiente globale. Gli Stati Uniti, tra i principali emettitori di gas serra, hanno un ruolo di primo piano in questa lotta e la loro adesione è stata considerata fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi fissati. Tuttavia, l’atteggiamento oscillante degli Stati Uniti rispetto all’Accordo, già ritiratisi una volta sotto la presidenza Trump e rientrati durante la presidenza Biden, ha generato instabilità e preoccupazioni in merito alla coerenza e all’efficacia della politica climatica americana. Il primo ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi e il rientro con Biden Durante il suo primo mandato, Donald Trump ritirò formalmente gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi, motivando questa decisione con la necessità di proteggere gli interessi economici americani e la competitività industriale del Paese. Secondo Trump, le restrizioni e gli impegni previsti dall’Accordo avrebbero gravato troppo sul settore energetico e manifatturiero degli Stati Uniti, mettendo a rischio posti di lavoro e rallentando la crescita economica. Il ritiro, avvenuto ufficialmente nel 2020, fu accolto con critiche da parte della comunità internazionale e da numerosi esponenti della politica interna. Tuttavia, uno dei primi atti di Joe Biden, appena insediatosi alla Casa Bianca nel gennaio 2021, fu quello di rientrare nell’Accordo e riaffermare il ruolo degli Stati Uniti nella lotta contro i cambiamenti climatici. Le implicazioni economiche di un eventuale secondo ritiro Il ritorno a una politica climatica meno rigida potrebbe avere ripercussioni non solo sull’ambiente ma anche sulle prospettive economiche degli Stati Uniti. Un eventuale secondo ritiro potrebbe allentare le regolamentazioni che impongono limiti alle emissioni di CO₂ e incoraggiare lo sfruttamento delle risorse fossili nazionali,
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📌 Nuova presidenza Trump e conseguenza sul clima Il ritorno di Trump alla Casa Bianca desta non poche preoccupazioni a livello globale, a causa del potenziale impatto che questo potrebbe avere sull’azione climatica globale. ❓ La grande domanda che la comunità internazionale si sta ponendo in questo momento riguarda la capacità del mondo di raggiungere gli obiettivi climatici, abbassando le emissioni e aumentando i flussi finanziari per il clima, anche a fronte di un nuovo ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi. Quali sono le prospettive per il futuro dell'azione climatica? Ne parliamo in questo blog 👇 https://lnkd.in/dNc22yUj Luca Bergamaschi
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#BufalePolitiche - Come ampiamente previsto, clima e ambiente non sono stati i protagonisti del primo dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti. Un confronto, quello tra Joe Biden e Donald Trump, che verrà principalmente ricordato per la performance debole dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Ma Trump, nel giro di un’ora e mezza, non ha perso l’occasione per confermare le sue pericolose tendenze negazioniste: la sua vittoria alle elezioni presidenziali sarebbe un problema sotto diversi punti di vista, compresi gli sforzi di mitigazione e adattamento climatici. Stando a un’analisi di Carbon Brief (Cb), una vittoria del tycoon a novembre porterebbe a un aumento globale delle emissioni di gas serra pari a quattro miliardi di tonnellate di CO2 equivalente entro il 2030. Quattro miliardi che causerebbero danni climatici per oltre novecento miliardi di dollari. Firmato da centonovantaquattro Paesi e dall’Unione europea, l’accordo di Parigi sul clima punta a contenere l’aumento della temperatura media globale – rispetto ai livelli pre-industriali – sotto i +2°C e a perseguire gli sforzi per restare entro la soglia dei +1,5°C. Secondo quanto affermato da Trump durante il dibattito, questo trattato sarebbe costato mille miliardi di dollari. Alla Cina, invece, nulla. Alla Russia nulla. All’India nulla. Anche questa è una dichiarazione fuorviante. Con la firma dell’accordo di Parigi, avvenuta nel 2015 durante la Cop21, le Nazioni più ricche hanno accettato di aiutare i Paesi più poveri (e climaticamente più vulnerabili) ad adattarsi a questa emergenza. Sotto la presidenza di Biden, gli Usa si sono impegnati a erogare 11,4 miliardi di dollari annui entro il 2024 per il sostegno alle economie più minacciate dagli eventi meteorologici estremi: una cifra da destinare anche a nuovi progetti locali di energia rinnovabile. Che ne pensate del dibattito avvenuto ieri?
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📝 La vittoria di Trump: cosa significa per le politiche energetiche e ambientali globali? 🌍 La rielezione di Donald Trump segna una possibile svolta per le politiche energetiche e ambientali globali. 🏛️ Il suo piano di fermare l’Inflation Reduction Act (IRA) potrebbe rallentare la crescita delle rinnovabili, con un impatto negativo sull’eolico offshore 🚫🌬️. Trump ha promesso di bloccare i progetti di energia pulita, ma i fondi già stanziati e la resistenza di alcuni Stati potrebbero limitare gli effetti. ⚖️ Inoltre, il rischio di un’uscita dagli Accordi di Parigi fa preoccupare la comunità internazionale 🌍💔. Le sfide per il clima sono sempre più urgenti. Cosa ne pensate? 🤔 #Trump2025 #Energia #Rinnovabili #CambiamentiClimatici #AccordoParigi #Clima #FuturoSostenibile Per saperne di più ⏬ https://lnkd.in/grNQfmNu
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🚨 ESG sotto attacco: cosa significa per te l’agenda di Trump 2.0? 🚨 Definire il piano del nuovo presidente USA, disruptive, sarebbe riduttivo: 🧨 addio all’Accordo di Parigi 🧨 via libera alle trivelle 🧨 stop alle politiche di diversità (DEI) Trump punta ad un ritorno al passato: → Rilancia i combustibili fossili con una "emergenza energetica nazionale" per abbassare i prezzi → Elimina gli obblighi sulle auto elettriche ("comprerete l’auto che volete") → Riduce i diritti delle minoranze ("solo due generi: maschio e femmina") → Ripristina le trivellazioni nell’Arctic National Wildlife Refuge Le big tech, i cui founder erano in prima fila durante l'inserimento di Trump, hanno già rimosso i propri impegni #DEI nelle ultime ore. Ma fare retromarcia in modo così repentino è davvero la strada giusta per il futuro? Mentre la California brucia (letteralmente) per gli incendi, questa agenda rischia di accelerare la crisi climatica e riduce le risorse per l’innovazione green, penalizzando aziende e cittadini a lungo termine. E l’Europa? Resta a guardare per ora e attua una politica di resistenza. 🌿 Ma la sostenibilità non è un optional. Rinunciarvi oggi significa moltiplicare i costi sanitari, economici e sociali per le prossime generazioni 🚸 👉 E tu? Credi che le politiche di Trump siano un passo indietro inevitabile o un pericoloso azzardo? P.S. Se lavori nel #legale o nella #compliance, preparati a un 2025 di sfide normative .
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#BufalePolitiche - Come ampiamente previsto, clima e ambiente non sono stati i protagonisti del primo dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti. Un confronto, quello tra Joe Biden e Donald Trump, che verrà principalmente ricordato per la performance debole dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Ma Trump, nel giro di un’ora e mezza, non ha perso l’occasione per confermare le sue pericolose tendenze negazioniste: la sua vittoria alle elezioni presidenziali sarebbe un problema sotto diversi punti di vista, compresi gli sforzi di mitigazione e adattamento climatici. Stando a un’analisi di Carbon Brief (Cb), una vittoria del tycoon a novembre porterebbe a un aumento globale delle emissioni di gas serra pari a quattro miliardi di tonnellate di CO2 equivalente entro il 2030. Quattro miliardi che causerebbero danni climatici per oltre novecento miliardi di dollari. Firmato da centonovantaquattro Paesi e dall’Unione europea, l’accordo di Parigi sul clima punta a contenere l’aumento della temperatura media globale – rispetto ai livelli pre-industriali – sotto i +2°C e a perseguire gli sforzi per restare entro la soglia dei +1,5°C. Secondo quanto affermato da Trump durante il dibattito, questo trattato sarebbe costato mille miliardi di dollari. Alla Cina, invece, nulla. Alla Russia nulla. All’India nulla. Anche questa è una dichiarazione fuorviante. Con la firma dell’accordo di Parigi, avvenuta nel 2015 durante la Cop21, le Nazioni più ricche hanno accettato di aiutare i Paesi più poveri (e climaticamente più vulnerabili) ad adattarsi a questa emergenza. Sotto la presidenza di Biden, gli Usa si sono impegnati a erogare 11,4 miliardi di dollari annui entro il 2024 per il sostegno alle economie più minacciate dagli eventi meteorologici estremi: una cifra da destinare anche a nuovi progetti locali di energia rinnovabile. Che ne pensate del dibattito avvenuto ieri?
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🌍 **#Sporche Elezioni: Le Lobby del #Petrolio ed il loro #Candidato da Finanziare** 🛢️ 😄 Gongolandosi dopo il dibattito che lo ha messo a confronto con un anziano signore che palesemente ha dimostrato in primis al mondo intero e poi ai suoi potenziali elettori di non aver già oggi quel grado di lucidità indispensabile per ricoprire il ruolo di Presidente degli Stati Uniti, ha comunicato quello che sarà uno dei primi provvedimenti che adotterà in caso di rielezione: ritirare gli USA dagli accordi sul clima del 2015 così come aveva già fatto nel 2017. 🎙️ 💼 Chi mi segue da un pò sa come la penso sulle Conference of Parties, le “famose #COP” che ormai giunte alla loro 29° edizione hanno scandito il peggior trentennio nella storia delle emissioni del nostro pianeta, ma una nuova presa di posizione in piena campagna elettorale è qualcosa che mi da il #vomito! 🤢 🧠 Come può il mondo intero ancora interrogarsi se esista qualcosa supportato dalla scienza nella presa di posizione del pregiudicato nello schierarsi contro gli accordi di Parigi? 🔬 📉 Esiste ancora qualcuno al mondo che ignora che la campagna elettorale del delinquente (cfr: persona che ha commesso un fatto previsto dalla legge come delitto“ - Enciclopedia Treccani) è finanziata dalle lobby del petrolio con centinaia di milioni di dollari auspicabilmente tutti documentati? 💸 💡 Ed allora se da un lato non mi faccio illusioni su risultati tangibili dalle COP (un ritiro degli #USA non cambierebbero la deriva verso la quale stiamo inesorabilmente scivolando), dall’altra ribadisco che azioni concrete sul clima possono essere finanziate ESCLUSIVAMENTE dalla #FinanzaSostenibile e dalla rigida applicazione dei più severi criteri #ESG e da quelle centinaia di milioni di #risparmiatori che in Europa, ad esempio, hanno dirottato sulla #Sostenibilità 1 euro su 2 del risparmio globale. 🌱 ⚖️ In questo ragionamento stride dove può arrivare l’#ideologia politica, la brama di potere ed il foxxutissimo conflitto di interesse che va oltre ogni logica, così come quegli asset manager che dal passare a scrivere “#letterine agli investitori” predicando solo la #Sostenibilità, nel giro di qualche trimestre hanno fatto una clamorosa retromarcia piegati dalle minacce delle lobby di armi e petrolio. 🪙 🙏Che #Biden possa finalmente farsi da parte, non lo ricorderemo come un grande Presidente, ma perdere altri 4 anni è davvero qualcosa che non possiamo permetterci e questo non vuol dire intromettersi negli affari di un altro Paese: chi a Novembre negli Stati Uniti metterà la “X” sul nome del candidato, sceglierà il futuro anche dei miei #figli! 😳
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**L'impatto della vittoria di Trump sul clima: un passo indietro** =========================================================== Oggi, il panorama politico mondiale è cambiato radicalmente. La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti ha creato un'onda d'urto che si sta propagando in tutto il mondo. Come tecnologi e cittadini del mondo, dobbiamo chiederci: cosa significa questo per il clima? **Un passo indietro per il progresso climatico** ------------------------------------------ La vittoria di Trump è un colpo pesante per il progresso climatico. Il presidente eletto ha già espresso il suo scetticismo nei confronti del cambiamento climatico e ha promesso di ritirarsi dagli accordi di Parigi. Questo significa che gli Stati Uniti, uno dei maggiori emettitori di gas serra al mondo, potrebbero abbandonare gli sforzi per ridurre le emissioni di carbonio e combattere il cambiamento climatico. **Pro e contro dell'approccio di Trump** -------------------------------------- **Pro:** * La politica energetica di Trump potrebbe creare nuovi posti di lavoro nel settore del carbone e del petrolio. * La riduzione delle norme ambientali potrebbe ridurre i costi per le imprese. **Contro:** * L'aumento delle emissioni di carbonio potrebbe accelerare il cambiamento climatico, con conseguenze disastrose per l'ambiente e la salute pubblica. * La mancanza di investimenti nelle energie rinnovabili potrebbe far perdere agli Stati Uniti la leadership nel settore. **Cosa possiamo fare?** ---------------------- Come tecnologi e cittadini del mondo, dobbiamo chiederci: cosa possiamo fare per contrastare gli effetti negativi della vittoria di Trump sul clima? Possiamo: * Sostenere le aziende che investono nelle energie rinnovabili. * Promuovere la consapevolezza sul cambiamento climatico e sulle sue conseguenze. * Chiedere ai nostri leader di adottare politiche climatiche più ambiziose. **Rispondi: cosa pensi della vittoria di Trump sul clima?** -------------------------------------------------------- Condividi con noi le tue opinioni e idee su come possiamo affrontare questo cambiamento. Come possiamo lavorare insieme per creare un futuro più sostenibile? #climatechange #trump #sustainability #renewableenergy #technology
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