Post di Luigi Di Maio

Che l'Italia non abbia piena consapevolezza della propria dimensione e potenzialità marittima è un dato di fatto, che storicamente rappresenta uno dei grandi problemi per la geopolitica nazionale, in considerazione della spaccatura tra prassi e teoria su questo tema. La sconfitta italiana nella Seconda guerra mondiale, il bipolarismo della Guerra fredda e il processo di integrazione europea sono stati tra i fattori che hanno spinto Roma a considerare il Mediterraneo come uno spazio periferico. Uno degli sviluppi di lungo periodo di questa idea anti-marittima è stato lo svuotamento di qualunque tematica legata alla politica estera per la risoluzione della "questione meridionale". Proprio come la "marittimità", anche il ruolo e i programmi di sviluppo del Mezzogiorno sono due elementi centrali del dibattito geopolitico italiano. L'adesione di Roma alla “Partnership for global infrastructure and investimento and India-Middle East-Europe economic corridor” (Pgii), avvenuta durante il G20 di Delhi a fine 2023, ha riportato al centro delle riflessioni sullo sviluppo commerciale del Mediterraneo i porti di Gioia Tauro, Salerno e Genova, gli scali della "via del cotone" indo-araba nel Mediterraneo. Del neo-meridionalismo viene recuperata l’idea di una centralità dell’azione statale per lo sviluppo economico (nonostante l'autonomia differenziata costituisca uno dei problemi strutturali connessi a questa aspettativa), in relazione alla realizzazione e/o potenziamento delle grandi infrastrutture logistiche, portuali e ferroviarie; ma ciò che cambia è la grande attenzione data alla politica estera, che è più figlia del meridionalismo liberale otto-novecentesco di Pasquale Villari, Leopoldo Franchetti, Sidney Sonnino e Antonino di San Giuliano, che dei keynesiani neo-meridionalisti e rigidamente orientati alla politica interna del dopoguerra. Mentre il tradizionale meridionalismo pretende, generalmente, da Roma una “sosta” in politica estera ed è avverso ad ogni assertività, sottolineando come l’arretratezza del Mezzogiorno sia d’ostacolo a qualunque spinta “geopolitica” attiva, stavolta si evidenzia come la centralità del Mediterraneo e la partecipazione alla stabilizzazione dell’Africa ed al contrasto della crescita delle influenze nel continente nero di Russia e Cina siano tra le soluzioni al problema economico-sociale del Sud Italia.

Di ritorno dal Forum #EUSAIR, una mia riflessione per Formiche sul futuro dei #BalcaniOccidentali e dei rapporti con l'#UnioneEuropea. I prossimi cinque anni saranno cruciali per capire che direzione prenderà l’#UE e l'#Italia è al centro:

Un nuovo patto per la competitività europea "Di fronte alla nuova realtà geopolitica e a sfide sempre più complesse, l'UE è risoluta ad agire con determinazione al fine di garantire la propria competitività a lungo termine, prosperità e leadership sulla scena mondiale e a rafforzare la propria sovranità strategica." "I leader dell'UE hanno sottolineato che per realizzare un'autentica unione dell'energia è cruciale garantire l'approvvigionamento di energia abbondante, a prezzi accessibili e pulita, al servizio del duplice obiettivo di perseguire la sovranità energetica e la neutralità climatica a livello europeo." #Europa_utile

I BRICS si allargano: altri nove stati entrano nell’alleanza che sfida l’egemonia USA https://lnkd.in/dZY--zss ❤️😎 I BRICS+ rappresenteranno il 36% del PIL mondiale, il 37% del commercio globale e il 40% della produzione petrolifera globale. Il gruppo rappresenta il 47% della popolazione mondiale e i Paesi che vi fanno parte coprono una superficie complessiva di circa 40 milioni di chilometri quadrati. Ai ritmi di crescita attuali la debacle arriverà tra il 2030 e il 2035.... o forse prima! Spettacolare! Sono stati invitati altri 4 Paesi inoltre.... E tra interessati e richiedenti erano oltre 40. Ma la parte più bella è CUBA: da parte della stessa Famiglia Senza rivolte e senza ingerenze potrebbe avere oltre ai vantaggi anche la voglia di chiedere qualche missile "Dopo di Me il Silenzio" alla Russia per tutelarsi.... oppure per.... Zio Sam e Wokenazisti: è sconfitta totale e senza guerra! Immaginate se l'Italia aderisse (può farlo!) al BRICS+: sarebbe il Paese del sorpasso! Produzione+Autosufficienza+Consumo+Crescita+riparti da capo osservando i neonazi patire di stenti.

Il primo vertice tenutosi a #Bruxelles tra i Paesi dell' #UE e le monarchie del #Golfo rappresenta un momento storico nelle relazioni #UE e #GCC. Nel mio ultimo articolo analizzo come la cooperazione strategica tra i due blocchi si sviluppi su un gioco tra interessi politici ed economici

Italia “In conclusione, si ricava un quadro che descrive un Paese con uno spazio geopolitico determinato, etnicamente e culturalmente omogeneo ma militarmente non autosufficiente, ricco, industrialmente evoluto, e con una solida riserva finanziaria privata. Questo Paese occupa una posizione privilegiata in uno dei mari più contesi del mondo ed è in grado di produrre innovazione ad alti livelli anche grazie a un sistema d’istruzione superiore diffuso, prestigioso e accessibile; tuttavia non ha alcuna propensione a ricorrere alla forza militare e nemmeno alla sola minaccia per difendere i propri interessi strategici, preferendo affidarsi al potere del “brand” ITALIA nella convinzione che il mondo mostri benevolenza nei nostri confronti e che l’Alleanza atlantica ci preservi da spiacevoli sorprese. Di conseguenza non dispone di uno strumento militare in grado di sostenere politiche autonome, anche se di corto respiro. L’Italia è anche un Paese dipendente dall’esterno per l’approvvigionamento energetico e per le materie prime indispensabili a un’economia manifatturiera ad alto valore aggiunto. Infine, è un Paese che invecchia molto rapidamente con una scarsa propensione al rischio.” — Le parole della guerra: Viaggio nel mondo dei termini militari - Esercito by Paolo Capitini, Mirko Campochiari

L'Italia dovrebbe prestare maggiormente attenzione a ciò che accade al di sotto del Mediterraneo, perché è anche dall'Africa che passa il suo destino. Cosa non ha funzionato in questi anni? Cosa manca al Piano Mattei? La riflessione del senatore e membro del COPASIR Enrico Borghi.

Sono felice di condividere la mia prima analisi per l'Istituto Analisi Relazioni Internazionali, che ringrazio per l'opportunità concessami. In questo breve articolo, analizzo le principali decisioni prese durante l'ultimo summit dell'Organizzazione degli Turchi (OTS), utili per fare il punto sulle prospettive di influenza turca 🇹🇷 in Asia centrale. Tra i principali temi: #spazio, #digitalizzazione e #sicurezzaenergetica.

"L’impatto mediatico di un annuncio dato a Roma piuttosto che a Tunisi è completamente diverso, tenendo conto di tutto un contesto politico sia italiano che nordafricano." Scopri le riflessioni del nostro Direttore Alessandro Politi nell'intervista completa di Agenzia Nova!

https://lnkd.in/dvfd8zCr Caro Direttore Silvano Danesi, desidero esprimere il mio apprezzamento per il Suo articolo, che offre un'analisi approfondita e ben strutturata delle attuali complessità geopolitiche riguardanti la Russia, l’Iran e la questione israeliana-palestinese. Le Sue osservazioni sulla situazione del corridoio internazionale di trasporto nord-sud (INSTC) evidenziano chiaramente come gli interessi economici e strategici influenzino e, in molti casi, sovrastino le considerazioni ideologiche. La Sua capacità di connettere eventi recenti come le nomine nella Knesset e i commenti di Putin sulle relazioni israelo-palestinesi con l'evoluzione della politica regionale fornisce un quadro esaustivo della situazione. La questione della proposta di due stati è affrontata in modo realistico, smascherando le difficoltà pratiche che ostacolano una reale applicazione di tali ideali, particolarmente alla luce degli attuali assetti territoriali in Cisgiordania e Gaza. Inoltre, la critica alla capacità dell'Onu di operare efficacemente nel contesto attuale è particolarmente pertinente. La Sua nota sulla mancanza di una forte risposta internazionale alle violazioni evidenziate è un richiamo alla necessità di un ripensamento dell'approccio diplomatico. La prospettiva di un confronto imminente e la pressione che potrebbe derivarne dall'imminente cambiamento di amministrazione negli Stati Uniti aggiungono un ulteriore strato di complessità a un quadro già di per sé intricante. Ritengo che mantenere un dialogo attivo su questi temi sia essenziale per comprendere le dinamiche in corso e le possibili implicazioni per la pace e la stabilità nella regione. La Sua analisi è un contributo prezioso a questa discussione critica.