Post di Luna Casarotti

Spesso sono i più fragili, persone senza lavoro o stranieri senza casa. “Servono più fondi per progetti e comunità invece si continua ad aumentare i reati”. I dannati delle carceri le loro colpe potrebbero espiarle fuori dai penitenziari. Ai domiciliari, per fare un esempio. Ma sono fragili. Una casa non ce l’hanno. E non hanno nemmeno un lavoro. Non hanno nulla di nulla. Molti sono stranieri e non conoscono nemmeno la lingua. Ecco le contraddizioni del sistema: da un lato si denuncia il sovraffollamento, dall’altro le porte delle celle si aprono sempre più facilmente. Uscirne? Pare non bastino nemmeno le preghiere. I dati, presentati in Senato dal Garante nazionale dei detenuti Felice Maurizio D’Ettore, tutte queste discordanze le sottolineano bene. In Italia i reclusi sono 61.140 per 46.982 posti disponibili. E il sovraffollamento, a livello nazionale, ha superato il 130%. Oltre il 165% nei penitenziari pugliesi, intorno al 151% in quelli della Basilicata, del 144% nelle carceri del Lazio. “Condizioni disumane”, denunciano le associazioni. “Costretti a stare in cinque in celle da due con quaranta gradi”, raccontano i detenuti. continua a leggere ⬇️ https://lnkd.in/e8PaPYQT

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