Spesso sono i più fragili, persone senza lavoro o stranieri senza casa. “Servono più fondi per progetti e comunità invece si continua ad aumentare i reati”. I dannati delle carceri le loro colpe potrebbero espiarle fuori dai penitenziari. Ai domiciliari, per fare un esempio. Ma sono fragili. Una casa non ce l’hanno. E non hanno nemmeno un lavoro. Non hanno nulla di nulla. Molti sono stranieri e non conoscono nemmeno la lingua. Ecco le contraddizioni del sistema: da un lato si denuncia il sovraffollamento, dall’altro le porte delle celle si aprono sempre più facilmente. Uscirne? Pare non bastino nemmeno le preghiere. I dati, presentati in Senato dal Garante nazionale dei detenuti Felice Maurizio D’Ettore, tutte queste discordanze le sottolineano bene. In Italia i reclusi sono 61.140 per 46.982 posti disponibili. E il sovraffollamento, a livello nazionale, ha superato il 130%. Oltre il 165% nei penitenziari pugliesi, intorno al 151% in quelli della Basilicata, del 144% nelle carceri del Lazio. “Condizioni disumane”, denunciano le associazioni. “Costretti a stare in cinque in celle da due con quaranta gradi”, raccontano i detenuti. continua a leggere ⬇️ https://lnkd.in/e8PaPYQT
Post di Luna Casarotti
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Torniamo a parlare delle #carceri italiane: la situazione nel nostro Paese è drammatica. Secondo l'Associazione Antigone è un vero e proprio "bollettino di guerra": i suicidi hanno già ora raggiunto numeri allarmanti, ma preoccupano anche decessi, aggressioni e mancanza di personale penitenziario e medico. La soluzione, ancora una volta, non è la costruzione di nuove strutture, quanto piuttosto la necessità di misure alternative e la crescita di strumenti e occasioni di socialità per favorire il reinserimento del detenuto in #società. Anche i garanti dei detenuti sono intervenuti con una richiesta al Governo contenente una serie di misure urgenti per far fronte all'emergenza. Leggi i dettagli su Agenda17 ➡ https://lnkd.in/d5YXQkZm Obiettivo 16: 🕊 Pace, giustizia e istituzioni forti Autrice: Sandy Fiabane #agenda17 #giustizia #sistemapenitenziario #dirittiumani Università degli Studi di Ferrara
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Il mio articolo per Agenda17. Tra i #diritti ad oggi meno tutelati ci sono quelli dei detenuti: credere che basti costruire nuove #carceri dimostra ingenuità e malafede. Oltre al fatto che tali interventi sono lunghi e costosi, non si considera il fine primario della pena: cioè il recupero e il reinserimento in società. Eppure, la retorica del "chiuderli in cella e buttare la chiave" perché hanno commesso dei reati è quella che va per la maggiore, senza considerare i dati reali (ad esempio i tassi di recidiva), come spesso accade quando si parla alla pancia del Paese. E intanto, come se non bastasse, vengono anche aumentati i reati (salvo quelli dei cosiddetti colletti bianchi), anziché agire sulle cause del #disagio sociale. L'Italia dimostra da troppi anni poca o nulla attenzione per i diritti dei detenuti: non mi aspetto che siano tra le priorità di un Governo come l'attuale, ma è un dato di fatto che la situazione diventa sempre più drammatica. #dirittiumani #detenuti #giustiziasociale Associazione Antigone
Torniamo a parlare delle #carceri italiane: la situazione nel nostro Paese è drammatica. Secondo l'Associazione Antigone è un vero e proprio "bollettino di guerra": i suicidi hanno già ora raggiunto numeri allarmanti, ma preoccupano anche decessi, aggressioni e mancanza di personale penitenziario e medico. La soluzione, ancora una volta, non è la costruzione di nuove strutture, quanto piuttosto la necessità di misure alternative e la crescita di strumenti e occasioni di socialità per favorire il reinserimento del detenuto in #società. Anche i garanti dei detenuti sono intervenuti con una richiesta al Governo contenente una serie di misure urgenti per far fronte all'emergenza. Leggi i dettagli su Agenda17 ➡ https://lnkd.in/d5YXQkZm Obiettivo 16: 🕊 Pace, giustizia e istituzioni forti Autrice: Sandy Fiabane #agenda17 #giustizia #sistemapenitenziario #dirittiumani Università degli Studi di Ferrara
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𝐌𝐢𝐧𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨 𝐥𝐞 𝐬𝐛𝐚𝐫𝐫𝐞: 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐞𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐞𝐝𝐮𝐜𝐚 Il futuro del nostro Paese è dietro le sbarre. I numeri dei minori detenuti stanno infatti aumentando vertiginosamente, e la situazione non è solo preoccupante, ma anche drammaticamente ingiusta. Parliamo di 569 giovani detenuti in 17 istituti penali, con le presenze in aumento del 50% in un anno. Ma cosa ci dice tutto questo? Le carceri dovrebbero essere il luogo dove scontare una pena ha come fine ultimo il reinserimento, la rieducazione e una seconda possibilità. Questo è ancora più vero quando si parla di ragazzi, che hanno tutto il potenziale per cambiare, se solo il sistema sapesse investire in loro. Tutelare i giovani significa non trattarli come adulti, e soprattutto non trattarli come "problemi" da sedare. Il ricorso ai farmaci antipsicotici è aumentato del 30%, come risposta alle difficoltà comportamentali. Ma questo non può essere la nostra soluzione. Dobbiamo intervenire con misure alternative alla detenzione, costruendo percorsi rieducativi e di vera integrazione sociale. Il problema non è solo la giustizia, ma anche le condizioni di detenzione. Non possiamo ignorare che la qualità della vita in carcere, fatta di sovraffollamento e mancanza di servizi adeguati, influenzi pesantemente la capacità di recupero dei minori. È tempo di ripensare il nostro approccio alla giustizia minorile: perché dietro ogni numero c'è una vita che può ancora essere salvata e cambiata.
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Perché in alcuni paesi le prigioni sono sovraffollate mentre in altri, come i Paesi Bassi, la popolazione carceraria è diminuita del 40 per cento negli ultimi anni? Oltre venti penitenziari olandesi hanno infatti chiuso i battenti negli ultimi vent’anni. I Paesi Bassi dimostrano che l'aumento continuo della popolazione carceraria non è ineluttabile e che il denaro speso in pene e misure di comunità produce una società più sicura. I giudici olandesi sono molti più inclini ad affidare il condannato ai servizi socialmente utili o, a determinate condizioni, a sospendere la pena. Diverse ricerche indicano che questo approccio non solo è meno dispendioso, ma riduce la recidiva. Paesi europei a confronto in questo articolo di Internazionale
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Parliamo di persone la cui dignità umana permane, una dignità ferita, per la quale occorre impegnarsi in processi di riabilitazione- rieducazione e, dove possibile, di riparazione in favore delle vittime e delle comunità. Non dimentichiamoci delle possibilità della Giustizia Riparativa per restituire dignità e cittadinanza non semplicemente “pagando” ma ricostruendo quel che, violando persone o beni, è stato infranto. La pena, da sola, non incide sulla recidiva né sulla sicurezza: deve essere accompagnata da forme attive di impegno, da esperienze capaci di trasformare e di prendere le distanze dal male compiuto, capaci di rigenerare la capacità di contribuire al bene comune
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Come sempre avviene, a dicembre il numero delle persone detenute è leggermente calato rispetto al mese precedente. Coloro che infatti possono accedere a benefici penitenziari, come ad esempio i permessi premio, ne usufruiscono per passare in famiglia le vacanze di Natale, salvo poi fare ritorno in carcere nei primi giorni di gennaio. Nonostante questo lieve calo, in carcere al 31 dicembre si trovavano 61.861 persone, con un tasso di affollamento superiore al 131%. In 59 istituti il tasso di affollamento è pari o superiore al 150%. In alcuni casi è superiore o prossimo al 200%, come a San Vittore (216%), Brescia Canton Mombello (212%) e Foggia (206%). L'unica notizia positiva è il fatto che continuino a calare le madri detenute con i loro figli. A fine anno erano 11 con 12 bambini. Negli ultimi giorni dell'anno ha aperto a Napoli una nuova casa famiglia destinata a loro, portando il numero totale a 3 (dopo quelle già presenti a Milano e Roma). Numeri così bassi ci auguriamo che portino ad una soluzione definitiva entro il 2025, facendo in modo che nessun bambino debba più entrare e vivere in un carcere.
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Prevedere i domiciliari per chi è tossicodipendente ... è solamente uno slogan ! Il "Sempre libero " ( perchè nella maggior parte dei casi queste persone vengono spostate nelle Comunità) avviene giá per tutti coloro che sono tossicodipendenti o presunti tali.......in questo caso solo per sfuggire al regime carcerario (ci si dichiara tossicodipendenti o con problemi psichici e il gioco è fatto) . Il dramma delle carceri vá certamente affrontato prevedendo secondo me, per chi NON ha ucciso e stuprato una maggiore carcerazione domiciliare..Al contempo vanno investiti denari sul recupero delle persone e delle famiglie che subiscono in questi casi violenze di ogni genere ( i dati sui reati evidenziati dal Codice Rosso sono inequivocabili) . Anzichè scarcerare i tossicodipendenti investiamo sulla loro accoglienza e sulle Comunità . Sono 50 anni che si distribuisce, veleno ( metadone), anzichè investire sul recupero delle persone . Investiamo sulle tecniche innovative . Se noi convertissimo una frazione della spesa pubblica provocata dalla droga in investimento destinato a rafforzare ed estendere l’accoglienza di ragazzi da restituire puliti, e non mantenuti, avremmo migliorato il mondo che ci circonda e risparmiato dei bei soldi. Ps. Le circa 41 Strutture abbandonate in tutta Italia non si possono riutilizzare ?
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La notizia, ancora troppo fresca, degli abusi e dei maltrattamenti a opera delle guardie penitenziarie del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, sembra un’ulteriore conferma della precarietà della vita all’interno delle carceri italiane. A partire dalle condizioni disumane e degradanti cui sono sottoposti i detenuti, fino al sovraffolamento degli istituti, tutto sembra trasformare la pena detentiva in un girone infernale dal quale uscire a tutti i costi. “Nodo alla gola” è il nome scelto da Associazione Antigone per il XX Rapporto sulle condizioni di detenzione, ma anche la modalità principale scelta dalla maggior parte dei detenuti per porre fine alla propria vita, tra il 2023 e i primi mesi del 2024. Sebbene gli allarmanti numeri del 2022 non siano stati raggiunti, il rapporto di quest’anno parla di un 2023 tragico, con 70 suicidi accertati, e un 2024 che lascia poche speranze di miglioramento, con già almeno 30 suicidi realizzati nei primi mesi dell’anno. Secondo i dati molte di queste persone avevano già manifestato importanti fragilità, tra patologie psichiatriche, passato di tossicodipendenza e pregressi tentativi di togliersi la vita. Questi elementi, insieme alle condizioni di vita di disagio e sovraffolamento in cui versano i detenuti in molte strutture del territorio italiano, impongono la necessità di ripensare alle modalità di detenzione nella loro totalità. Per questo il report annuale di Antigone è una denuncia importante sulle condizioni di detenzione nel nostro Paese. Siamo orgogliosi di poter collaborare ogni anno con l’Osservatorio di Antigone e l’art director Mathijs Van Woerkum, contribuendo alla diffusione del rapporto attraverso la realizzazione del sito web, che oltre a rendere facilmente accessibili e navigabili i dati, li rende visibili a tutti, affinché i diritti umani ricevano il rispetto che meritano, anche in ambito carcerario. Consulta il XX Rapporto completo 👉🏻 https://lnkd.in/dumdsBbJ #AlwaysON #RapportoAntigone #nodoallagola #agenziacomunicazione #digitalagency #webmarketing #digitalnonprofit #nonprofitmarketing
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Chi dorme per terra: il grido di dignità delle carceri. Su Il Riformista di oggi. Una brandina da spiaggia e materassi buttati sul pavimento: questa è la condizione inumana e degradante in cui vivono sei detenuti del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino. Storie di un’orribile quotidianità, diventata ormai drammaticamente ordinaria. Storie di giorni a cui viene sottratta la dignità. Quello appena trascorso è stato un anno terribile per le carceri italiane: 88 suicidi, il dato più alto mai registrato da quando si raccoglie questo macabro censimento di vite perdute. Erano 84 nel 2022, 69 nel 2021, meno della metà dieci anni fa. L’endemica carenza di psicologi, psichiatri, educatori, mediatori culturali e agenti rende i nostri istituti penitenziari indecorosi per un Paese civile, una condizione definita dal Presidente Mattarella “angosciosa agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza”. Nel minorile di Torino i ragazzi sono 54, a fronte di 46 posti disponibili. Ragazzi che, come afferma il Garante dei detenuti Mario Serio in un’intervista a La Stampa, sono “spogliati completamente della loro dignità”. La denuncia, continua il Garante, sulle condizioni del Ferrante Aporti è arrivata anche da un sindacato che rappresenta la polizia penitenziaria, il che implica che a soffrire delle carenze carcerarie siano non solo i detenuti, ma anche gli agenti, costretti ad agire in circostanze estreme, che possono mettere a repentaglio la loro stessa incolumità. “È fondamentale ascoltare anche la loro voce – conclude Serio – perché è nell’interesse dello Stato non tollerare la situazione di cui stiamo parlando. Ma, al momento, non percepiamo nessun segnale che lasci intendere un cambiamento”. Dalle 87 carceri visitate dall’associazione Antigone nel 2024 emergono dati preoccupanti: il 35,6% delle strutture è stato costruito prima del 1950, di cui il 23% addirittura prima del 1900. Nel 10,3% degli istituti non tutte le celle sono riscaldate. Nel 48,3% mancano celle con acqua calda garantita in ogni periodo dell’anno. Nel 55,2% ci sono celle senza doccia, e nel 25,3% non esistono spazi per attività lavorative. Nonostante un sovraffollamento medio del 132,6% (con punte del 225%), il Governo ritiene che amnistia e indulto non siano soluzioni serie per affrontare il problema. Si ripone invece fiducia in un commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, incaricato di creare 7.000 nuovi posti in tre anni a partire dal 2025. Tuttavia, secondo Patrizia Gonnella, Presidente di Antigone, questi interventi sono insufficienti: “Anche se il Governo riuscisse a realizzare questi nuovi posti, rimarrebbero comunque almeno 8.000 persone senza un posto regolamentare. Inoltre, il numero dei detenuti è cresciuto di oltre 2.000 unità nell’ultimo anno e di oltre 5.000 dal 2022. Tra vite sospese e dignità calpestate, quella delle carceri è una realtà che non può più essere ignorata.
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"MINORI: mare dentro, male fuori" Ieri, nella sala Giancarlo Siani presso il Consiglio Regionale della Campania si è tenuto un convegno organizzato dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della regione Campania, Samuele Ciambriello, d’intesa con la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà e l’Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Campania. Il Convegno ha visto la partecipazione di relatori provenienti da tutta Italia, che danno lustro ad una faculty prestigiosa e numerosa nel segno “dell’inclusività”. La giustizia minorile è in crisi. Si è avviata verso un modello criminalizzante, carcerocentrico, e purtroppo, privo di prospettive. Da ottobre ad oggi c’è stato un aumento di più di 200 adolescenti minori entrati negli Istituti Penitenziari Minorili. Se nelle carceri c’è solo la custodia, aumenta il malessere e il malessere è stato registrato anche attraverso atti di protesta che hanno coinvolto quasi tutta la totalità degli Istituti italiani, addirittura sfociando anche in fughe da alcuni Istituti minorili. I bisogni dei minorenni sono specifici e diversi da quelli degli adulti; il ricorso a misure di privazione della libertà dovrebbe essere ammesso solo come extrema ratio, ossia quando tutte le soluzioni alternative non sono percorribili o si sono rivelate fallimentari. Quando il carcere si impone come ultima risorsa, bisognerebbe tenere presente l'obiettivo ultimo: il reinserimento del minore all'interno della società e la sua riabilitazione. Il convegno è una riflessione a livello nazionale su come vivere dignitosamente all’interno delle carceri e come superare la custodia per promuovere sempre di più l’accudimento. Esperienze e buone prassi a confronto che hanno dimostrato, durante la giornata del convegno, come sia importante negli Istituti, non solo custodire ma accudire, e come sia importante anche la prevenzione, per evitare che dal disagio si passi alla devianza e dalla devianza si passi alla microcriminalità. "Liberare i minori - educare gli adulti" ➡️urly.it/311nxd
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