Post di Marcello Colozzo

(DA PRENDERE CON LE MOLLE) Ho letto qualcosa della teoria dell'eminente fisico Federico Faggin su Wikipedia, e ora il secondo capoverso è più chiaro. Secondo Faggin, la coscienza/consapevolezza è un effetto tipicamente quantistico privo di analogo classico. Ne segue che tale processo non può essere simulato da una macchina che obbedisce alla fisica classica (qui c'è un riferimento esplicito all'intelligenza artificiale basata su computer non quantistici). In sostanza, gli organismi viventi si comportano alla stregua di droni che pur obbedendo alla fisica classica, seguono in modalità top-down le istruzioni della coscienza. Dando per buona questa ipotesi, sorge il problema di definire operativamente l'osservabile quantistica denominata "coscienza". Anche il momento angolare di spin di un elettrone è un effetto tipicamente quantistico (e relativistico) privo di analogo classico. Tuttavia, l'osservabile spin è ben definita, ed ha le dimensioni di una energia per un tempo. Nel caso della coscienza non possiamo associare una qualche osservabile fisica per la semplice ragione che fino ad ora non è stato scoperto nulla di tutto ciò. L'impasse può essere superato esattamente come fece Roger Penrose con gli spin networks, i cui elementi sono "oggetti" dotati di spin. Le virgolette ci avvertono che non stiamo considerando particelle materiali allocate nello spazio-tempo. Sono semplicemente delle unità aspaziali che si compongono secondo le regole di addizione del momento angolare in meccanica quantistica. Il risultato è che il limite classico di un tale sistema quantistico restituisce il concetto di "direzione'. Nel caso della teoria proposta da Faggin bisognerebbe procedere in maniera simile. Incidentalmente, le sue idee vanno a nozze con il calcolo quantistico.

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