Quanto ci piace la solitudine? Che razza di beatitudine può essere quella di riuscire a stare volutamente in disparte? Molto di noi forse pagherebbero pure qualcosa per passare la giornata in compagnia di noi stessi e nessun altro. La solitudine però continua a non essere un comportamento accettabile. Forse fa più paura a chi la vede che a chi la pratica. La chiamiamo sintomo se non addirittura malattia. Qualcuno ci ha pure ricamato sopra, forse a ragione, elevandola al rango di fenomeno sociale. I motivi sfuggono. Perché sono tanti o perché non ce ne sono. Numerose sono le suggestioni che popolano questo brano "Out of order! Fuori servizio" a cura del gruppo partecipante al Laboratorio Redazione web "La senti questa voce - storie racconti notizie". Uno dei percorsi riabilitativi organizzati dal Servizio Riabilitazione Psichiatrica 🧠 ASL Cagliari. Un'equipe di operatori che, attraverso progetti personalizzati, indirizzano gli individui affetti da patologie psichiatriche verso la riappropriazione della propria vita e dei propri talenti. #centrodiurno #psichiatria #riabilitare #percorsi #talenti #la_p_artesana #pazientiefamiliari #salutementale #benessere #salute #crescitapersonale #saluteebenessere #benesserepsicologico #ansia #emozioni #limiti #paura #malattia #psiche #società #stigma #relazioni #dolore #hikikomori #isolamentosociale #culturagiapponese🇯🇵
Post di Massimo Gentile
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Sapevi che sempre più ragazzi non escono più di casa, spesso nemmeno dalla loro stanza, scegliendo di rinunciare alla scuola e ai contatti con i coetanei e a volte anche con i loro parenti? Il fenomeno ha preso il nome di hikikomori, che in giapponese significa “stare in disparte” e indica i ritirati sociali. I dati degli ultimi anni parlano di una generazione di giovanissimi in crisi, con un aumento di disturbi di vario genere. Si potrebbe pensare che il Covid abbia avuto un ruolo decisivo nel momento di crisi, ma se si approfondisce si scopre che la tendenza è in atto già da anni. La pandemia può aver avuto un ruolo, innestandosi su un substrato di altri cambiamenti sociali in atto ormai da decenni, che ha contribuito a rendere più vulnerabili bambini, preadolescenti e adolescenti. In questa intervista, il Dottor Giorgio Rossi, pedopsichiatra in Clinica Psiche, fa un quadro delle cause e delle possibili soluzioni. #clinicapsiche #psiche #pedopsichiatra #ragazzi #adolescenti #hikikomori #isolamentosociale #intervista #giorgiorossi #rossi
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Ci sono vite che per qualche ragione non giudicabile si sono lasciate alle spalle la coerenza, inoltrandosi nel caos delle contraddizioni che spesso avvolge la vita umana. Vite di una manciata di anni, la cui giovane età non è da sottovalutare. Vite che non disdegnerebbero di ammazzarsi, dove il donarsi la morte avrebbe il senso di salvare la vita dal troppo dolore. Gli eventi interiori che hanno portato queste vite al caos sembrano caratterizzarle molto più dei tratti somatici: sono disagi dell’anima che a volte una pelle tagliuzzata denuncia impietosamente, svelando in ogni taglio la volontà di dividersi da una parte di sé, quella che si sente persa, smarrita, svuotata, angosciata, interrotta irrimediabilmente. Si può essere giovani in gamba eppure percepire la propria vita minata dagli sgambetti, una verità soggettiva da rispettare, perché la cura parte dal rispetto di ciò che si ha dentro. "Un Centro Diurno Minori è innanzitutto questo: “base spaziale” per vite impossibili. Un punto fermo. Base che accoglie, legittima, cura il disagio, perché la vita si faccia possibile. Perché il disagio emotivo a qualsiasi età non va sottovalutato. I giovani sostano come navicelle in fase di rifornimento in un hangar che contiene e protegge, un luogo che custodisce senza pretendere. Di fronte all’evidenza che non c’è niente di più pasticciato della realtà umana, interessarsi delle vite particolari, guardandole dal basso e non dall’alto è sempre il primo passo della cura. Si può addestrare la vita alla vita? È davvero possibile curare una vita affinché non abbia più paura della vita? Si riesce a sostenere una vita perché possa smettere di pretendere di dominare la vita accogliendone, piuttosto, il lato ingovernabile? Se esiste un metodo per costruire un domani, questo affonda le sue radici nel contatto con la tenerezza: non c'è cura senza tenerezza. Dalla tenerezza alla vocazione: curare un'anima ferita ha a che fare prima con il riscoprire la tenerezza interiore, poi con il ricercare la propria vocazione, dove risorse e potenzialità personali vedono la luce... ✍️Leggi l'articolo completo sul nostro profilo LinkedIn. Lo trovi alla sezione articoli. 🌳L'indirizzo: https://lnkd.in/dkAStG6E al Centro Diurno Bella Storia si può accedere tramite invio dell'Uonpia oppure privatamente. #minori #salutementale
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I nonni sono un pilastro nelle nostre vite, portatori di saggezza, amore e un sostegno emotivo inestimabile. La loro presenza è spesso una risorsa fondamentale per il benessere familiare, offrendo stabilità e affetto incondizionato. La forza emotiva che i nonni trasmettono merita di essere sostenuta con la stessa attenzione che loro riservano a noi. La cura della salute mentale coinvolge tutta la famiglia, ed è attraverso il dialogo e la prevenzione che possiamo promuovere equilibrio e serenità per tutti. I nonni rappresentano il legame con le radici, ma anche un supporto emotivo fondamentale, soprattutto nei momenti di difficoltà. Al Centro Noesis, crediamo che il benessere mentale sia un patrimonio da condividere e preservare a ogni età. Prendersi cura del benessere mentale è essenziale per tutti, a ogni età. Se tu o qualcuno a te caro sta affrontando momenti di difficoltà, siamo qui per aiutarti. 📞Contattaci dal lunedì al venerdì dalle ore 10.30 alle ore 20.30 al 338 565 1723 #CentroNoesis #dipendenze #cocaina #psicoterapia #ansia #depressione #attacchidipanico #disagiomentale #terapiaperledipendenze #disturbialimentari #benesserementale #benesserepsicologico #saluteemotiva #salutecomportamentale #FestaDeiNonni #benesserementale #prevenzione #salutementale #famiglia #equilibrio #supportopsicologico
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Rafforzare la speranza attraverso l’immaginazione. Ultimo incontro di orientamento dedicato al “me del futuro” con l’immaginazione. La speranza è un fattore motivante potente. La ritroviamo nel modello PERMA di M.Seligman sul benessere psicologico e nel Capitale Psicologico di F. Luthans sul benessere anche a lavoro. Iniziamo ad allenarla dalla scuola. #orientamentoscolastico #psicologia
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Se volete approfondire il tema, seguiteci nei prossimi giorni! E' in arrivo un interessantissimo webinar sul bio-neurofeedback e le sue applicazioni. Con Sandro Lingua e Edoardo Giorgio Ciofi
Consigliere dell'Ordine degli Psicologi del Piemonte, psicoterapeuta, ipnologo clinico, neurofeedback/biofeedback pratictioner, sessuologo; tutor per tirocinio universitario della facoltà di psicologia UniTo e IusTo
Condivido questo interessante articolo; coppie sentimentali a confronto con coppie di sconosciuti: è stata osservata l'interazione e registrato l'EEG in contemporanea. Emerge che, grazie anche allo sguardo, tra chi sta insieme vi è sincronia tra alcune aree cerebrali (zona parieto-temporale) relativamente all'onda gamma, un onda che appare molto connessa con la capacità di metterci in relazione. In sostanza i cervelli si sintonizzano per comunicare ed interagire in modo più efficace.
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La solitudine non se la possono permettere i vecchi, la dovrebbero evitare i malati e anche i politici: perché un politico solitario è un politico fottuto. Lo diceva Fabrizio De André nel suo “Elogio alla solitudine” tratto dall’album dal vivo “Ed avevamo gli occhi troppo belli” (2011). Il cantautore concludeva il suo elogio con una delle sue frasi più celebri e citate: «Un uomo solo non mi ha mai fatto paura, invece l’uomo organizzato me ne ha sempre fatta molta». In inglese si parla di “solitude” e di “loneliness”: la prima in quanto condizione che può essere positiva (per la creatività, la vita interiore, il riposo e la concentrazione) e intenzionale; la seconda, traducibile come isolamento sociale (che richiama alla mente una sofferenza subìta), un ‘sentirsi soli’ anche se si vorrebbe poter contare sugli altri. I ricercatori hanno collegato l’isolamento sociale a una varietà di condizioni di salute fisica e mentale. Questo genere di solitudine – mai scelta e priva di risvolti positivi – è associata a un aumento del rischio di malattie cardiache, demenza, ictus, ansia e depressione. E il contrasto a questa solitudine non scelta ha un’efficacia terapeutica misurabile. Lo dimostrerebbe uno studio pubblicato di recente sulla rivista scientifica “Jama Network”, che indica come in soggetti affetti da obesità al diminuire dell’isolamento sociale possa calare fino al 36% il loro rischio di mortalità. Non solo: in generale, l’aspetto relativo all’isolamento sociale contribuirebbe – più di altri fattori di rischio legati allo stile di vita – al rischio di mortalità. Al contrario, una migliore connessione sociale è associata a una maggiore longevità e a un migliore benessere sociale, emotivo e fisico. Ma c'è di più. L'articolo completo a cura di Ilaria Donatio è disponibile su sito e app. Link in bio e nelle storie. #solitudine #medicina #salute
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Condivido questo interessante articolo; coppie sentimentali a confronto con coppie di sconosciuti: è stata osservata l'interazione e registrato l'EEG in contemporanea. Emerge che, grazie anche allo sguardo, tra chi sta insieme vi è sincronia tra alcune aree cerebrali (zona parieto-temporale) relativamente all'onda gamma, un onda che appare molto connessa con la capacità di metterci in relazione. In sostanza i cervelli si sintonizzano per comunicare ed interagire in modo più efficace.
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Ci sono vite che per qualche ragione non giudicabile si sono lasciate alle spalle la coerenza, inoltrandosi nel caos delle contraddizioni che spesso avvolge la vita umana. Vite di una manciata di anni, la cui giovane età non è da sottovalutare. Vite che non disdegnerebbero di ammazzarsi, dove il donarsi la morte avrebbe il senso di salvare la vita dal troppo dolore. Gli eventi interiori che hanno portato queste vite al caos sembrano caratterizzarle molto più dei tratti somatici: sono disagi dell’anima che a volte una pelle tagliuzzata denuncia impietosamente, svelando in ogni taglio la volontà di dividersi da una parte di sé, quella che si sente persa, smarrita, svuotata, angosciata, interrotta irrimediabilmente. Si può essere giovani in gamba eppure percepire la propria vita minata dagli sgambetti, una verità soggettiva da rispettare, perché la cura parte dal rispetto di ciò che si ha dentro. "Un Centro Diurno Minori è innanzitutto questo: “base spaziale” per vite impossibili. Un punto fermo. Base che accoglie, legittima, cura il disagio, perché la vita si faccia possibile. Perché il disagio emotivo a qualsiasi età non va sottovalutato. I giovani sostano come navicelle in fase di rifornimento in un hangar che contiene e protegge, un luogo che custodisce senza pretendere. Di fronte all’evidenza che non c’è niente di più pasticciato della realtà umana, interessarsi delle vite particolari, guardandole dal basso e non dall’alto è sempre il primo passo della cura. Si può addestrare la vita alla vita? È davvero possibile curare una vita affinché non abbia più paura della vita? Si riesce a sostenere una vita perché possa smettere di pretendere di dominare la vita accogliendone, piuttosto, il lato ingovernabile? Se esiste un metodo per costruire un domani, questo affonda le sue radici nel contatto con la tenerezza: non c'è cura senza tenerezza. Dalla tenerezza alla vocazione: curare l'anima ferita ha a che fare prima con il riscoprire la tenerezza interiore, poi con il ricercare la propria vocazione, dove risorse e potenzialità personali vedono la luce... ✍️Ne parlo in un articolo presente sul profilo LinkedIn di Urgenza Psicologica 🌳L'indirizzo: https://lnkd.in/dqSc9NiZ #minori #salutementale
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Per Cartesio c'è un rapporto fra le dimensioni, la funzione ego, così come per Abbott in Flatland, anche la quarta ed eventuali altre. Così possiamo andare avanti e indietro, su e giù, a destra e a sinistra e campare fino a cent'anni ed andare indietro con la memoria senza problemi. Cose che i pazzi non sanno fare. *Giorgia Meloni si è fatta da sola. Con una sega allo specchio. (Sistina, Michelangelo). *Uno psicologo non fa altro che sintetizzare quello che hai detto. *Cogito E sum. "Cogito ergo sum" descrive la condizione patologica di chi chiede sempre perché perché perché (ghiaccio 9 Vonnegut). *Le donne delle pulizie cercano sempre di scoparti sui piedi, per questo bisogna stare all'erta. *Gli psichiatri ricorrono alla sedazione perché altrimenti ci vorrebbe troppo personale per contenere i pazienti. *Io compro una cosa tu ne compri un'altra, non: 'ti restituisco la stessa'. *Ho visto tanti posti belli ma la Sardegna è uno shock. *I pazzi insistono a voler sapere dagli altri il perché. *Le cose che si insegnano ai disabili sono stimolanti anche per normodotati. *Curati che alle tue parole seguano i fatti: non chiedere se c' è o quanto costa invano, se non puoi o non hai intenzione di comprarlo. Altrimenti non andare proprio in negozio. Creanza e credito al consumo. *Il digitale è difficile da condividere. *Cosa sia essere una donna un pesce una pianta una moneta d'oro lo posso solo immaginare (fenomeno) ma la realtà è inconoscibile (noumeno) (Kant) al di fuori delle realtà della realtà che ci creiamo (Watzlavick). Possiamo conoscere solo attraverso la nostra immaginazione, se non solo la nostra immaginazione, che immaginiamo; se non che tutto è solo frutto della nostra immaginazione e non esiste niente. *Dov'è l'ego nella relatività? Il centro dell'universo? *Dovremmo diventare fatti di fotoni per essere immortali. *Il problema è che in ballo c'è sempre la libertà. *Chi apre le pizzerie senza avere il pizzaiolo non lo capisco. *Proibire di scopare ha senso? Fra i membri di una stessa famiglia sì, ma al di fuori ognuno ha il diritto di mettere al mondo quanti orfani vuole.
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Giornata Mondiale della Salute Mentale Il progetto editoriale #ParoleBuone di Sergio Astori è un'iniziativa nata con l'intento di promuovere un uso consapevole e positivo del linguaggio, in particolare nell'ambito della comunicazione quotidiana e nella relazione di cura. Astori, insieme ai suoi collaboratori, ha sviluppato questo progetto per sottolineare il potere delle parole nel promuovere benessere psicologico e relazionale, ponendo attenzione alla scelta di parole che possono sostenere e incoraggiare le persone nei momenti di difficoltà. #ParoleBuone è una riflessione su come le parole possano essere strumenti di cura, sia a livello individuale che collettivo, ed è un invito a usare il linguaggio in modo rispettoso, empatico e costruttivo. Il progetto si inserisce in un contesto più ampio di sensibilizzazione alla salute mentale, con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita attraverso il dialogo e la comunicazione. Il progetto #ParoleBuone ha prodotto diversi risultati significativi, sia in termini di sensibilizzazione che di impatto pratico sulla comunicazione nel contesto della cura e nella vita quotidiana. Ecco alcuni dei principali risultati: ✔️Diffusione della consapevolezza sul potere delle parole: Il progetto ha contribuito a far riflettere professionisti della salute e il pubblico in generale sull’importanza di usare un linguaggio empatico e rispettoso, migliorando le dinamiche relazionali in ambito clinico e personale. ✔️Formazione per operatori sanitari: #ParoleBuone ha offerto momenti di formazione per medici, psicologi, psichiatri e altri professionisti della salute, fornendo strumenti pratici per adottare un linguaggio che promuova benessere e sostegno emotivo. ✔️Pubblicazioni e contenuti editoriali: Il progetto ha portato alla produzione di libri, articoli e materiali didattici volti a spiegare l’importanza di una comunicazione positiva e rispettosa. Questi contenuti sono stati utilizzati sia in ambito formativo che divulgativo. ✔️Impatto sui pazienti e le famiglie: Attraverso la sensibilizzazione degli operatori sanitari e l'adozione di un linguaggio più "buono", molti pazienti e famiglie hanno sperimentato una migliore qualità della relazione di cura, sentendosi più compresi e sostenuti. ✔️Dialogo nelle comunità: Il progetto ha favorito il dialogo e la riflessione nelle comunità, creando consapevolezza sull’importanza di usare le parole con attenzione in ogni aspetto della vita, non solo nella cura ma anche nelle relazioni quotidiane. Nel complesso, dalla primavera del 2020 a oggi, #ParoleBuone ha avuto un impatto positivo, promuovendo una cultura della comunicazione che valorizza il rispetto, l’empatia e il supporto reciproco. Per saperne di più consulta: 👉🏼il blog www.parolebuone.org 👉🏼la pagina Facebook Qui #ParoleBuone 👉🏼la pagina Instagram @parolebuone
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Musicista e Educatore Prof.le
6 mesihttps://www.lasentiquestavoce.it/chi-siamo/