A Shëngjin e a Gjadër, a nord dell'Albania, sono in costruzione le tre strutture frutto dell'accordo Italia-Albania sui richiedenti asilo. Dall'accordo è prevista l'apertura di un centro per l'identificazione al porto di Shëngjin, di un hub a Gjadër, dove i richiedenti dovranno attendere l'esito della richiesta di asilo, e di una struttura detentiva simile ai Centri di Permanenza per il Rimpatrio (cpr) italiani. Shëngjin e Gjadër sono molto diverse: se Gjadër è una piccola comunità isolata ai piedi di una montagna, dove sembra manchi perfino l’acqua corrente ed è fioca persino la luce dei pochi lampioni, Shëngjin è invece un centro turistico sempre più importante. In Albania, come in ormai moltissime altre località sulle coste del Mediterraneo, turismo e migrazioni sono sempre più vicine e interconnesse, sia dal punto di vista geografico che economico. Uno dei risvolti più problematici degli accordi che l'UE ratifica con paesi terzi nell'ambito dei flussi migratori è infatti quello dei fondi per le infrastrutture locali. Anche nell'accordo tra Italia e Albania sono previsti fondi per migliorare per esempio la rete stradale locale, che avranno un impatto positivo sui sempre più numerosi turisti europei che raggiungono ogni anno le spiagge albanesi - e che aiutano così a far accettare l'accordo dall'opinione pubblica. Il prezzo sarà quello pagato dai 3000 migranti (alla volta, non in totale, come ha tenuto a sottolineare la Meloni) che saranno sbarcati e rinchiusi a poche decine di metri dagli ombrelloni, oltre il muro di cemento alto quattro metri attualmente in costruzione. Sono stata in Albania e ne ho scritto per Domani. https://lnkd.in/dzvdwXdW
Post di Matilde Moro
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Italia-Albania, ecco i conti Vedi anche il sito ilcorriereblog.it Tutti i migranti sono destinati a tornare nel nostro Paese. Capenza massima dei centri 3.000 posti da svuotare ogni mese. Secondo Meloni ne ruoteranno 36.000 l’anno. Ma è impossibile accordo Italia-albania sui migranti muove 650 milioni di euro. Secondo Meloni ruoteranno 36 mila profughi all’anno. Ma i conti non tornano. Il governo Meloni lo ha promesso: in Italia devono sbarcare meno migranti possibile. I numeri con cui ci stiamo confrontando sono questi: nel 2022 105.131 arrivi, nel 2023 157.651, e al 20 marzo 2024 sono 8.629 poco meno della metà rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo calo con ogni probabilità è frutto del Memorandum d’intesa con la Tunisia del 16 luglio 2023, con cui l’ue dà al presidente Kaïs Saïed 105 milioni di euro per il controllo delle frontiere. Il progetto del nostro governo è quello di dirottare gli sbarchi dall’italia all’albania, con cui il 6 novembre 2023 è stato firmato un Protocollo per costruire a nostre spese due strutture: una per le procedure di sbarco e di identificazione nel porto di Shengjin, l’altra, su un’area di 77 mila mq a Gjadër, dove i migranti staranno in «stato di trattenimento» sul modello Cpr, in attesa di approvazione della domanda di asilo o del provvedimento di espulsione. Sono a carico delle autorità italiane le misure necessarie ad assicurare la permanenza dei migranti all’interno delle aree impedendone l’uscita. Vediamo come funziona l’accordo che ha una durata di 5 anni ed è eventualmente rinnovabile. Come funziona lo smistamento Lo smistamento avviene in acque internazionali in concomitanza al salvataggio da parte dei mezzi di soccorso italiani (e non delle Ong). In Albania vengono portati solo maschi adulti provenienti da Paesi considerati sicuri (come Tunisia, Marocco, Algeria, Nigeria, Senegal). L’ipotesi è di disporre i nostri assetti navali in mezzo al mare dove separare i minori, le donne e gli anziani, che invece sbarcheranno in Italia poiché per legge non possono andare nei centri albanesi. Uno smistamento complicato da fare in mezzo al mare, visto che i migranti viaggiano senza documenti. Le video-udienze da Roma Una volta condotti nei centri ubicati al porto di Shengjin e poi a Gjadër,dove la capienza massima è di 3.000 migranti, si procederà all’identificazione e definizione dello status da parte delle nuove Commissioni territoriali.I tempi sono quelli previsti dalle nuove «procedure accelerate di frontiera» entrate in vigore il 6 maggio 2023 con il decreto Cutro: 28 giorni per l’identificazione e la verifica dei requisiti per l’asilo. Entrando nel dettaglio:la decisione per il (...) Milena Gabanelli – Corriere della Sera - 25 marzo 2024 Continua la lettura sulla pagina facebook de Il giornale dei giornali
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Il 21 marzo la prefettura di Roma ha pubblicato il bando per la gestione di tre centri per migranti in Albania. Questa volta il bando lo ha letto per voi, anzi per noi, Internazionale e io sinceramente non mi sento di aggiungere molto. Perché cosa si può dire di fronte ad un bando per gestire la deportazione di persone? Molte cose in effetti, si potrebbero e si dovranno dire. In attesa di trovare questa voce, condivido e vi invito a leggere l'articolo. https://lnkd.in/d4RHGXxN
Quanto costano i centri per migranti in Albania
internazionale.it
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Il governo italiano aveva annunciato qualche settimana fa che i centri per migranti in Albania sarebbero stati presto pronti, e ora quella previsione si è concretizzata. Le autorità italiane, in collaborazione con quelle albanesi, hanno finalizzato i lavori per la costruzione di due nuovi centri, uno a Gjader e uno a Schengjin. Questa nuova iniziativa rappresenta una risposta concreta alla crescente crisi migratoria che sta colpendo l’Italia, aggravata dalle continue ondate di arrivi dalle coste africane e dal Medio Oriente. Negli ultimi anni, il Mediterraneo centrale è stato uno dei principali canali di transito per i migranti diretti verso l’Europa. Di fronte a questa pressione, il governo ha deciso di adottare una soluzione innovativa, collaborando con paesi terzi, come l’Albania, per creare strutture temporanee in cui i migranti possano essere ospitati prima di entrare nel territorio italiano. I centri di Gjader e Schengjin: una collaborazione strategica tra Italia e Albania Il centro di accoglienza di Gjader, il più grande dei due, è stato ultimato e consegnato per i collaudi tecnici, mentre quello di Schengjin era già stato completato in precedenza. Queste strutture, situate lungo la costa settentrionale dell’Albania, hanno una capacità combinata di accogliere diverse centinaia di migranti e sono dotate di infrastrutture essenziali per la gestione e la sicurezza degli ospiti. Le autorità italiane, che hanno contribuito finanziariamente e logisticamente alla loro costruzione, hanno assicurato che i centri rispettano gli standard internazionali in materia di diritti umani e sicurezza. Il governo albanese, da parte sua, ha visto in questo accordo una significativa opportunità per rafforzare i legami diplomatici ed economici con l’Italia, uno dei suoi principali partner commerciali e politici. L’Albania, nonostante non faccia parte dell’Unione Europea, ha da tempo aspirato a un’integrazione sempre più stretta con il blocco comunitario, e la gestione del flusso migratorio rappresenta un elemento chiave nelle trattative per l’adesione. Questa collaborazione potrebbe quindi contribuire a migliorare la reputazione dell’Albania a livello internazionale, presentandola come un attore responsabile e collaborativo nella gestione di una delle sfide più complesse dell’Europa moderna. La gestione del flusso migratorio: una sfida crescente L’Italia si trova da anni a fronteggiare un’ondata costante di migranti provenienti dalle coste nordafricane e mediorientali. Le rotte migratorie, che attraversano il Mediterraneo centrale, sono diventate una vera e propria via di fuga per migliaia di persone in cerca di migliori condizioni di vita o in fuga da conflitti armati, persecuzioni e povertà estrema. Tuttavia, la crescente pressione sui centri di accoglienza italiani, già sovraffollati e spesso al centro di polemiche per le difficoltà nella gestione, ha spinto il governo a cercare soluzioni alternative per alleggerire
Centri per migranti in Albania: completati i lavori
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Avvocato Patrocinante dinanzi alla Corte di Cassazione ed alle altre Giurisdizioni Superiori. Esperto di diritto dell'immigrazione | Diritto penale | Presidente Provinciale ANPIT Rieti |
Pronti i #centri di #accoglienza del #protocollo #Italia ed #Albania per i migranti. Sul sito dello studio , facendo click sull'immagine sottostante, potete trovare un articolo di approfondimento. #immigrants #migrants #humanrights #cpr #diritto #dirittiumani #stranieri #asylum #refugees #rifugiati #richiedentiasilo #asilopolitico #protezioneinternazionale
L'Italia e l'Albania inaugurano nuovi centri di accoglienza per migranti - STUDIO LEGALE MEOLA
https://studiolegalemeola.it
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Da inizio anno, i migranti morti nel Mediterraneo sono 421, quelli scomparsi in mare 603. L’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM) ha reso noto su X un bilancio tragico riguardante le traversate nel Mediterraneo dall’inizio del 2024 fino al 17 agosto. Secondo i dati comunicati dall’OIM, Il Mar Mediterraneo continua a rappresentare la bruttissima immagine della crisi migratoria globale, forse meglio rappresentata solo dai governi e dalle autorità marittime che spesso tardano o rifiutano operazioni di salvataggio per evitare di accogliere nuovi stranieri nei loro Paesi. Sempre l’OIM riporta che sono 8.600 i migranti morti nel mondo nel 2023, il numero più alto mai registrato, 20% in più rispetto al 2022. Una delle rotte più pericolose La rotta del Mediterraneo centrale, che parte principalmente dalle coste della Libia e della Tunisia, è nota per la sua pericolosità. Le condizioni delle imbarcazioni sono spesso precarie i soccorsi in mare sono affidati principalmente agli sforzi di diverse organizzazioni, non adeguatamente supportate dalle autorità preposte. Il bilancio diffuso dall’OIM rappresenta solo una parte della realtà, poiché molte tragedie non vengono mai documentate, lasciando un numero incalcolabile di vittime sconosciute. Nel contesto di questa crisi, un altro dato allarmante riguarda il numero di migranti intercettati in mare e riportati in Libia durante lo stesso periodo: dal primo gennaio al 17 agosto 2024, ben 13.763 persone sono state fermate durante la loro traversata e rimpatriate forzatamente. Tra questi, si contano 12.220 uomini, 947 donne, 460 minori e 136 persone per le quali non sono disponibili dati specifici di genere. Questi numeri evidenziano la gravità della situazione, con migliaia di persone che, una volta intercettate, vengono riportate in un Paese spesso considerato non sicuro per i migranti. I centri di detenzione in Libia Il ritorno in Libia rappresenta per molti migranti un dramma nel dramma. Innumerevoli testimonianze riportano le condizioni disumane nei centri di detenzione libici, dove i diritti fondamentali vengono spesso calpestati. I migranti, dopo essere stati intercettati in mare, si trovano a dover affrontare abusi, violenze e condizioni igienico-sanitarie precarie, senza alcuna via d’uscita. (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); L’OIM e altre organizzazioni umanitarie hanno più volte denunciato le gravi violazioni dei diritti umani che si verificano nei centri di detenzione libici, esortando la comunità internazionale a intervenire. Tuttavia, la complessità della crisi migratoria e le tensioni geopolitiche nella regione hanno reso difficile trovare soluzioni efficaci e durature. Le operazioni di ricerca e soccorso, sebbene fondamentali, non riescono a far fronte alla vastità del fenomeno migratorio, e il rimpatrio forzato dei migranti in Libia continua a sollevare questioni etiche e legali. Tanti sogni infranti Il Mediterraneo si
1.024 migranti morti o dispersi nel Mediterraneo nel 2024
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Oggi si parla molto dei centri per migranti in Albania, ma non dobbiamo dimenticare l’hotspot di Porto Empedocle, dove i giudici di Palermo, per le stesse ragioni dei colleghi di Catania e di Roma, hanno respinto il 90% delle richieste di trattenimento. Dopo il fallimento dell’hotspot di Pozzallo, il governo ha riproposto la detenzione amministrativa per i richiedenti asilo su Porto Empedocle, spostando la competenza a decidere sui trattamenti alla sezione immigrazione del Tribunale di Palermo. Il decreto Cutro introduce l’idea di “aree di transito” e di “frontiera” come Porto Empedocle per velocizzare le procedure di asilo per chi viene da paesi designati come sicuri, attraverso il ricorso alla “finzione giuridica” di luoghi fuori dai confini nazionali dove poter espletare più velocemente le procedere di rimpatrio. Nonostante gli sforzi del governo, tuttavia, solo@una minima parte di questi fermi sono stati convalidati. I giudici hanno evidenziato tre problemi principali: la fideiussione richiesta, la mancanza di motivazione nei provvedimenti e l’uso improprio delle procedure accelerate. Anche questa volta, la strategia del governo si scontra con le normative europee e nazionali. #Migranti #PortoEmpedocle #DirittiUmani #DecretoCutro #Giustizia #Europa #Immigrazione #Lampedusa #Catania #Sicilia #AsiloPolitico #Modica #Pozzallo #agrigento #cpr #nocpr #hotspot #albania #dirittoimmigrazione #avvocatoimmigrazione #rifugiati #cgue #unioneeuropea
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"Se la smettessimo di censire la maggior parte dei migranti economici come presunti richiedenti asilo il sistema funzionerebbe" A mio avviso l'applicazione della procedura per richiedenti asilo a tutti i migranti, indipendentemente dalle loro motivazioni, può portare a un rallentamento del sistema e a decisioni non sempre coerenti con la situazione reale sovrastimando il numero di persone in fuga da conflitti o persecuzioni.In alcuni casi, i migranti economici ( a causa di numerose relazioni farneticanti redatte da molte Cooperative che operano nell'accoglienza) , potrebbero tentare di ottenere lo status di rifugiato per accedere a servizi e benefici, creando un ulteriore onere per il sistema di accoglienza. Classificare i bengalesi ed egiziani (deportazioni di 10 bengalesi e 6 egiziani in Albania ad opera del NS. Governo ..) come Richiedenti asilo è un probabile errore. Quasi tutti i cittadini di questi paesi migrano per ragioni economiche e non per le guerre. È anche vero che espellere automaticamente chi non ottiene lo status di rifugiato potrebbe violare il principio di non refoulement, che vieta il rimpatrio di una persona in un paese dove la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate. Non sempre le persecuzioni sono evidenti e facilmente dimostrabili. Molte persone potrebbero subire discriminazioni o violenze per motivi religiosi o sessuali senza avere prove documentali o talvolta inventarle ad arte. Per risolvere la questione È necessario creare percorsi diversificati per i richiedenti asilo, i migranti economici e le altre categorie di migranti, con procedure e tempi di attesa Identici. Solo in questo modo si arrestano le discriminazioni e il business di chi opera nell'accoglienza .Promuovere canali legali e sicuri per la migrazione, come i visti per lavoro o per motivi umanitari, potrebbe ridurre il numero di migranti irregolari.Occorre Garantire sempre il rispetto dei diritti umani di tutti i migranti, indipendentemente dal loro status. In conclusione, è fondamentale trovare un equilibrio tra la necessità di gestire i flussi migratori e l'obbligo di rispettare i diritti umani. Semplificazioni eccessive e soluzioni rigide non sono la risposta. Occorre un approccio più flessibile e personalizzato, che tenga conto della complessità del fenomeno migratorio in Italia . Mio pensiero tecnico e democratico del 17 Ottobre 2024
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Il mio ultimo articolo per IrpiMedia, che riflette su come gli accordi sui migranti tra Italia e Albania vengano raccontati senza chiedersi quanto personaggi come Edi Rama abbiano una loro agenda, alla quale diventiamo strumentali con i denari dei contribuenti italiani
Gli accordi sui migranti con l’Italia, visti dall’Albania
irpimedia.irpi.eu
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Mandare i migranti sudamericani in Italia e in Grecia: questa sarebbe l'intenzione dell'Amministrazione Biden secondo Cbs News che cita a due fonti anonime informate sui piani del governo americano. L'idea della Casa Bianca sarebbe quella di inviare in Italia e in Grecia circa un migliaio di migranti sudamericani, 500 per ciascun Paese, nell'ambito della politica di reinsediamento e con l'obiettivo di scoraggiare le persone a varcare illegalmente il confine tra Messico e Stati Uniti. Fonti di Palazzo Chigi riferiscono che la ricostruzione della Cbs, secondo la quale l’Italia avrebbe dato l’assenso alla ricollocazione sul proprio territorio di rifugiati sudamericani, è del tutto fuorviante. È attualmente allo studio, spiegano, un'ipotesi di reciprocità, secondo la quale gli Usa ospiterebbero rifugiati presenti in Libia con la volontà di recarsi in Europa, mentre alcuni Stati europei del Mediterraneo ospiterebbero poche decine di profughi sudamericani. Per quanto riguarda la penisola, si tratterebbe di circa 20 rifugiati venezuelani di origine italiana per avviare percorsi lavorativi in Italia. Discussione al momento solo allo studio e che risulterebbe, in ogni caso, molto vantaggiosa proprio per Italia e Stati europei di primo approdo, precisano le fonti di Palazzo Chigi. Secondo Cbs News, i migranti da inviare in Italia e Grecia verrebbero selezionati negli uffici che lo scorso anno l'Amministrazione Biden ha istituito in Colombia, Costa Rica, Ecuador e Guatemala. Sono i cosiddetti 'Uffici per la mobilità sicura' introdotti a maggio 2023 dove le persone possono presentare legalmente la domanda per poter emigrare negli Stati Uniti o altrove. E grazie ai quali gli Stati Uniti hanno già reinsediato circa 10mila migranti.
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