#Occupazione, Istat nei conti economici territoriali relativi agli anni 2021-2023 ne rileva la crescita, soprattutto al Sud. Il Ministro #MarinaCalderone sottolinea gli sforzi per sostenere il trend.
Post di Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
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Online un nuovo episodio de “La Settimana in Istat” a cura di Davide Colombo, capo ufficio stampa #Istat. In questo numero parliamo di: ☑️ La ricchezza dei settori istituzionali in Italia ☑️ Occupati e disoccupati ☑️ Stima preliminare Pil ☑️ Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali ☑️ Commercio estero Extra-UE Scopri di più su: www.istat.it #LaSettimanaInIstat #statistica
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Capone su dati Istat 2023 di economia e occupazione nel Sud
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I dati Istat di ottobre tracciano uno scenario occupazionale confortante ma alcuni limiti storici del nostro mercato del lavoro, uniti a indicatori economici poco confortanti, lasciano ipotizzare un futuro meno roseo. Ancora di più in assenza di contromisure che sappiano favorire produttività e sviluppo: il commento di Alberto Brambilla e NEGRO Claudio sul nostro blog #ilPunto https://lnkd.in/dqvXTdpC
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IL PIL REALE TORNA AI LIVELLI PRECRISI 2007 Secondo i dati Istat, il #Pil reale in Italia, solo a fine 2023 è tornato ai livelli del 2007. In 15 anni si è accumulato un divario di crescita di oltre 10 punti con la Spagna, 14 con la Francia e 17 con la Germania. Lo si legge nel Rapporto annuale, dove si evidenzia che, rispetto al 2000, il divario è di oltre 20 punti con Francia e Germania, e di oltre 30 con la Spagna. Tra il 2014 e il 2023 l'incidenza di povertà assoluta individuale tra gli occupati ha avuto un incremento di 2,7 punti percentuali, passando dal 4,9% nel 2014 al 7,6% nel 2023. https://lnkd.in/d8dsZP4d
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Con i soliti toni trionfalistici, il Governo ha brindato di fronte ai dati sull’ #occupazione pubblicati da CGIA. I dati, si, sono positivi (+3,6% i nuovi occupati), ma ecco alcune cose che il Governo non dice e che CGIA ha sottolineato nella sua analisi: 1. La crescita non è dovuta a scelte politiche di questo Governo, ma all’invecchiamento della popolazione e al progressivo allungamento dell’età lavorativa: di quel 3,6%, la fetta più grossa di occupati sono gli over50. Il mercato del lavoro non è diventato più dinamico e questa crescita sarà molto instabile se non verrà accompagnata anche da politiche del lavoro solide. 2. Cresce l’occupazione, ma cala la produzione, che è ai minimi storici dalla pandemia. Lo stesso Censis si è dimostrato preoccupato di fronte ad una scarsa crescita economica nonostante l’incremento di lavoratrici e lavoratori. A settembre, i dati ISTAT certificavano un calo della produzione per il 20esimo mese consecutivo. 3. Non sono cresciuti i salari, che rimangono ben al di sotto della media europea.
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RAPPORTO ANNUALE ISTAT: serve un cambio di paradigma per contrastare gli effetti negativi del declino demografico e della produttività. Il rapporto annuale dell'Istat aiuta la lettura delle tendenze congiunturali dell'economia, dell'occupazione e della distribuzione del reddito alla luce dei fattori strutturali: il declino demografico e il sottoutilizzo delle risorse disponibili, che rischiano di compromettere i livelli di coesione della nostra comunità nazionale. Le risposte si possono trovare aumentando: il tasso degli investimenti, l'utilizzo delle tecnologie digitali e le competenze dei lavoratori; e la parallela riduzione del numero delle persone sotto occupate e inattive. Serve un cambio di paradigma rispetto alle politiche assistenziali che hanno favorito la crescita esponenziale della spesa pubblica corrente a discapito di quella produttiva. L'articolo del Sussidiario.net riassume e commenta i dati salienti del Rapporto annuale dell'Istat. RAPPORTO ISTAT/ Demografia e produttività, le emergenze da affrontare per l’Italia https://lnkd.in/dSwAxtPF
RAPPORTO ISTAT/ Demografia e produttività, le emergenze da affrontare per l'Italia
ilsussidiario.net
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I dati Istat di ottobre tracciano uno scenario occupazionale confortante ma alcuni limiti storici del nostro mercato del lavoro, uniti a indicatori economici poco confortanti, lasciano ipotizzare un futuro meno roseo. Ancora di più in assenza di contromisure che sappiano favorire produttività e sviluppo: il commento di Alberto Brambilla e NEGRO Claudio sul nostro blog #ilPunto https://lnkd.in/dqvXTdpC
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Ogni volta che si discutono i dati economici - #Pil, #Occupazione e #Inflazione sono i principali - ci si chiede quanto siano in grado di rappresentare le reali condizioni di vita degli italiani. C'è una distanza tra i dati e la realtà e c'è anche una diversa velocità tra le rilevazioni periodiche, che inevitabilmente scontano un ritardo di raccolta ed elaborazione, e le effettive condizioni di chi deve fare i conti con il costo della propria vita. Può aiutare a fare un po' di chiarezza un'analisi che mette insieme i principali indicatori Istat e la pubblicazione 'Benessere e disuguaglianze in Italia', sempre Istat del 4 novembre scorso…
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Il Rapporto Annuale 2024 dell’Istat. Nel 2023 recuperato il livello di Pil 2007, ma solo per il Nord. Dietro la crescita dell’occupazione, 4,2 milioni di potenziali lavoratori “inutilizzati” e sono soprattutto donne e giovani, residenti nel Mezzogiorno. Il potere d'acquisto dei salari lordi crollato del 4,5% negli ultimi 10 anni
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Il Rapporto annuale di Istat conferma le tendenze rilevate in questi mesi anche da altri studi per quanto riguarda aree interne, servizi e inverno demografico. Però è lo stesso report ad accendere una speranza di rilancio per il Sud: 3943 siti archeologici e musei si trovano fuori dalle aree metropolitane. La conferma che i borghi e le aree interne non sono interessanti solo per il proprio patrimonio culturale, ma anche per la valorizzazione dello stesso come driver per lo sviluppo dell'economia locale. Restano preoccupanti le previsioni sulla natalità e sullo spopolamento: nelle aree interne i giovani dai 18 ai 34 anni sono il -27% rispetto alle altre zone abitate e il servizio pubblico per il trasporto scolastico al sud collega solo il 53% dei territori, contro il 63% del Nord. I ritardi strutturali e l'assenza di misure strategiche conferma che per il rilancio del sud, delle isole e dei borghi, serve un nuovo corso di aiuti e sostegni economici e sociali.
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