Un punto interessante sul quale riflettere è proposto da Eleonora Graffione presidente di Coralis un consorzio di imprenditori italiani molto performante nella sua composizione che opera nel settore distributivo. L’argomento è la dimensione di impresa come fattore di competitività nel contesto italiano. C’è, nel nostro Paese un evidente problema di taglia delle nostre imprese in tutti i settori merceologici che compongono l’intera filiera agroalimentare ma la soluzione, per provare a superarla, andrebbe trovata partendo dalla realtà. La dimensione, oltre ad un certo livello, tra altri vincoli, non si raggiunge senza una struttura manageriale adeguata. E CEO, non imprenditori, in grado di guidare un’insegna della GDO (non un agglomerato di insegne, di franchisee o di cooperative e tolte ovviamente le multinazionali) sopra i cinque miliardi di fatturato, in Italia, non ce ne sono. Anzi, ce n’erano due: Francesco Pugliese e Sami Kahale. Entrambi, tra l’altro, nati professionalmente fuori dal comparto e ad oggi, non più in campo. Quindi, il problema è strutturale. È la GDO che abbiamo conosciuto in questi decenni formata da imprenditori geniali che si è imposta nei territori e top manager tattici in grado di mettere a terra le loro strategie e ripeterle all’infinito ovunque operassero. Questa GDO, piaccia o meno, con le sue certezze si sta avviando al capolinea. Se questo è vero, oltre alle multinazionali vecchie e qualche nuovo arrivo che si affaccerà sul nostro mercato si affermeranno modelli nuovi costituti da reti di imprese. Le cosiddette “centrali” saranno chiamate a svolgere altri servizi oggi dislocati nelle singole insegne. La sfida futura coinvolgerà anche l’adozione di nuove tecnologie indotte dall’AI, la logistica, la gestione tattica e strategica dei magazzini, le risorse umane e tutto ciò che ha senso condividere. Su tutto questo serviranno risorse economiche e umane non indifferenti. Si imporrà chi coglierà in anticipo l’inevitabile agonia di un modello di business che sta esaurendo la sua spinta propulsiva, che ha fatto leva sui diversi formati distributivi su ciò che metti sui lineari senza preoccuparsi troppo del cliente e non tenendo conto che, la proliferazione delle aperture oltre una certa soglia, avrebbe prodotto fenomeni di cannibalizzazione e di esasperazione della competitività a cui hanno fatto da acceleratori i cambiamenti negli stili di consumo, l’omologazione delle giovani generazioni, l’invecchiamento della popolazione, il reddito destinato all’alimentazione in casa e fuori casa. Per questo, più che immaginare miracolose crescite singole di taglia in grado di competere a livello nazionale e internazionale saranno le modalità e le materie da condividere tra insegne diverse, il ruolo delle associazioni di categoria nelle dinamiche di filiera e, infine, la necessità di riequilibrare pesi e poteri nella filiera stessa che diventeranno temi centrali nei prossimi anni.
https://bit.ly/3VJVE3f
General Manager DalterFood Group
2 mesiBravo Loreto, Complimenti e in bocca al lupo.