Alberto Moro: Viaggio tra Estetica, Zen e Cultura Giapponese: Alberto Moro, figura poliedrica e appassionata, ha dedicato la sua vita allo studio approfondito dell'estetica, esplorando diverse sfaccettature che hanno plasmato la sua visione del mondo. Il suo percorso è iniziato da un'affinità con il Dandysmo e il Decadentismo europeo, ispirato dalle massime di Lord Brummel a opere come "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde e "Il piacere" di Gabriele D'Annunzio. Tuttavia, presto ha avvertito un vuoto nella superficialità di questa concezione di bellezza. Parallelamente, la sua curiosità per le religioni e le filosofie orientali lo ha condotto verso le opere ispirate al Buddismo, con "Siddharta" di Hermann Hesse tra i preferiti. Il Giappone ha colpito Moro in particolare per la profondità della bellezza intrinseca nella sua arte. Negli anni '80, Moro ha esplorato lo Zen attraverso la lettura di "101 storie Zen", che ha ispirato il suo ingresso nella pratica quotidiana di zazen e sesshin. Sentendosi attratto dalla necessità di esprimere lo spirito Zen nelle relazioni umane, ha abbracciato la via del tè, o chadō. La cultura giapponese ha catturato Moro con la sua essenzialità e semplicità, valori incarnati nei quattro principi fondamentali della via del tè: WA (armonia), KEI (rispetto), SEI (purezza) e JAKU (serenità). L'espressione "ICHIGO ICHIE" (una volta, un incontro) rappresenta la visione unica di ogni momento. Moro ha trovato nel Giappone un connubio armonico tra la contemplazione della bellezza e la riflessione sulla natura effimera dell'esistenza. Il concetto di mujō (impermanenza) e mono no aware (pathos delle cose) ha arricchito la sua comprensione della bellezza e del significato profondo della vita. Attraverso il suo viaggio tra estetica, Zen e cultura giapponese, Alberto Moro continua a condividere la sua passione, insegnando la via del tè a Milano e ispirando altri a contemplare la bellezza nel contesto della vita quotidiana.
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La saggezza giapponese per una vita migliore Dal Giappone arrivano insegnamenti preziosi che ci invitano a vivere con equilibrio, consapevolezza e armonia. Piccoli gesti quotidiani, come trovare un senso in ciò che facciamo o apprezzare la bellezza nell’imperfezione, possono trasformare il nostro approccio alla vita. Queste filosofie non sono solo teorie, ma pratiche che ispirano a migliorare sé stessi e il mondo attorno a noi, un passo alla volta. Tu cosa fai ogni giorno per trovare equilibrio? #VivereMeglio #SaggezzaOrientale #Riflessioni #CrescitaPersonale
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Senza lo studio della storia della ‘lingua scritta’, che si snoda in complessi stadi intermedi costituiti da una fitta serie di elaborazioni delle forme più adatte a trasmettere i valori e la sensibilità della cultura di un popolo, non si può comprendere la ricchezza di ogni #capitalesemantico, l’unicità, la complessità e la non comparabilità. Svelare il Giappone significa, anche, comprendere le fondamenta su cui esso si regge. (g. m. de cesco, Appunti di viaggio: il mio Giappone segreto, Osaka, Kyoto, Nara, Kobe, Tokyo, Ichinomya 2024) #capitalesemantico #svelareilgiappone #osakaumedalifescene
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#Matcha tea (抹茶) il tè “sbattuto”. Il metodo cinese per trasformare in polvere le foglie di tè essiccate e cotte al vapore risale all’ VIII secolo: scoperto dal monaco buddista giapponese Eisai Zenji, che lo ritenne per la L–Teanina contenuta un essenziale supporto per le sue sessioni di meditazione che necessitavano d’ uno stato di “vigilanza calma”, lo portò in Giappone (1191). La cerimonia del tè prevede una ritualità fatta di gesti semplici la cui complessità risiede negli accorgimenti relativi alla quantità e temperatura dell’acqua, al dosatore #Chashaku (茶杓) cucchiaino in bambù, allo sbattitore in bambù #Chasen (茶筅) ed alla tazza #Chawan (茶): movimenti specifici a “W” creano quella cremosità verde brillante che lo rende unico ed incomparabile. Scrisse Okakura Kakuzō (Tenshin) (1863-1913) in Lo Zen e la cerimonia del tè (1906): « La filosofia del tè non è mero estetismo nella comune accezione del termine, giacché esprime, insieme all’etica e alla religione, la nostra concezione dell’uomo e della natura. È igiene, in quanto costringe alla pulizia; è economia, in quanto mostra che il benessere va ricercato nelle cose semplici, non in quelle complicate e costose; è geometria morale, in quanto definisce il rapporto armonico tra noi e l’universo. Rappresenta l’autentico spirito della democrazia orientale, giacché trasforma tutti coloro che gli sono devoti in aristocratici del gusto.» (Il mio preziosissimo #ShinmatchaHatsuEnishi, raccolto maggio 2024 #MarukyuKoyamaen, Uji, Kyoto, Japan considerata, ancor oggi, il luogo in cui si produce il miglior tè esistente al mondo.) #letteratura #cerimoniale #OkakuraKakuzō
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La cultura giapponese è ricca di tradizioni spirituali e religiose, tra cui spicca la presenza dei kami, figure centrali nello shintoismo, la religione nativa del Giappone. Ma cosa sono esattamente i kami, e qual è il loro ruolo nella vita quotidiana e spirituale dei giapponesi? Questo articolo esplorerà l’essenza dei kami, il loro significato, e il modo in cui influenzano ancora oggi la società giapponese.
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𝐖𝐚𝐛𝐢-𝐬𝐚𝐛𝐢 (侘寂) è una parola giapponese che indica l’accettazione dell’imperfezione delle cose. Con questa parola i giapponesi apprezzano la bellezza imperfetta proprio perché sanno che è destinata a durare poco. Se si dovesse scegliere un solo concetto che riassuma in modo appropriato la tradizionale sensibilità estetica dei giapponesi, potrebbe essere proprio wabi-sabi. Non avendo una definizione chiara e univoca, gli stessi giapponesi si trovano in difficoltà nel dare una spiegazione precisa di cosa si intenda, anche se è uno dei concetti fondanti della loro cultura. Wabi-sabi insegna a esercitare il distacco dall’idea di perfezione assoluta, per riscoprire la bellezza di una creazione intuitiva e spontanea. Come renderesti il concetto di 𝐖𝐚𝐛𝐢-𝐬𝐚𝐛𝐢 nella tua lingua? Condividilo nei commenti!
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#LibriLETSCOM: il consiglio di lettura di oggi è... 📚 "𝘞𝘈. 𝘓𝘢 𝘷𝘪𝘢 𝘨𝘪𝘢𝘱𝘱𝘰𝘯𝘦𝘴𝘦 𝘢𝘭𝘭'𝘢𝘳𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢" di Laura Imai Messina 📖 𝘜𝘯 𝘷𝘪𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘤𝘰𝘱𝘦𝘳𝘵𝘢 𝘥𝘪 72 𝙥𝙖𝙧𝙤𝙡𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙧𝙖𝙘𝙘𝙝𝙞𝙪𝙙𝙤𝙣𝙤 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝙨𝙞𝙜𝙣𝙞𝙛𝙞𝙘𝙖𝙩𝙞 𝙥𝙧𝙤𝙛𝙤𝙣𝙙𝙞, 𝘮𝘢 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘭 𝘧𝘢𝘴𝘤𝘪𝘯𝘰 𝙚 𝙡’𝙚𝙨𝙨𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙂𝙞𝙖𝙥𝙥𝙤𝙣𝙚. 𝗦𝗲𝘁𝘁𝗮𝗻𝘁𝗮𝗱𝘂𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗹𝗲 𝘀𝘁𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗴𝗶𝗮𝗽𝗽𝗼𝗻𝗲𝘀𝗶, che ogni cinque giorni danno la possibilità di rinnovarsi. Non una semplice guida alla cultura nipponica, ma 𝘂𝗻'𝗶𝗺𝗺𝗲𝗿𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗹𝗼𝘀𝗼𝗳𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗼 𝗮𝘁𝘁𝗿𝗮𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 la presentazione di 𝘁𝗲𝗿𝗺𝗶𝗻𝗶 che fanno parte della sua storia. 𝗖𝗼𝗺𝗲 “𝙒𝙖𝙗𝙞”, parola 𝗰𝗵𝗲 𝗳𝗮 𝗿𝗶𝗳𝗲𝗿𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗲 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗶, 𝗶𝗺𝗽𝗲𝗿𝗳𝗲𝘁𝘁𝗲 𝗲 𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗿𝗶𝗳𝗶𝗻𝗶𝘁𝗲, quelle che spingono a un esercizio spirituale più di quanto possa fare l’opulenza barocca, che riempie lo sguardo senza lasciare spazio al pensiero. “𝘞𝘢𝘣𝘪” è la tazza dal bordo irregolare, la fantasia di una stoffa priva di geometria, l'ordine calligrafico rotto da un tratto. Ma è probabilmente tramite "𝙒𝙖", piccola parola solitamente tradotta come "𝘢𝘳𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢", che il Giappone 𝗰𝗶 𝗶𝗻𝘀𝗲𝗴𝗻𝗮 𝗹𝗮 sua più 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗹𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲: la bellezza, la gioia e il senso civile si costruiscono con impegno, attraverso un lavoro continuo su se stessi. Perché 𝘂𝗻𝗮 𝗳𝗲𝗹𝗶𝗰𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝗼 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗲𝗻𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗲̀ 𝘂𝗻 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶, 𝗺𝗮𝗶 𝗶𝗻𝗱𝗶𝘃𝗶𝗱𝘂𝗮𝗹𝗲, e si ottiene attraverso la pazienza e un agire meticoloso, che non vada a discapito degli altri. 💊 Una "pillola" da chi lo ha letto: “Questo libro ci ricorda che, fondamentalmente, 𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗮 𝗻𝗼𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗽𝗿𝗶𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗶 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼, esplorarci e conoscerci quanto più riusciamo. Questo ci renderà chiari agli occhi altrui più di quanto potrebbe fare qualunque dichiarazione. Bisogna essere, autenticamente, e farselo bastare.” #𝙇𝙞𝙗𝙧𝙞𝙇𝙀𝙏𝙎𝘾𝙊𝙈 𝒆̀ 𝘭𝘢 𝘳𝘶𝘣𝘳𝘪𝘤𝘢 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘢 𝘢𝘪 #𝘭𝘪𝘣𝘳𝘪 𝘴𝘦𝘭𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘪 𝘮𝘦𝘮𝘣𝘳𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘛𝘌𝘈𝘔 𝘓𝘌𝘛𝘚𝘊𝘖𝘔, 𝘶𝘯 𝘷𝘪𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘵𝘳𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘢𝘨𝘪𝘯𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘪𝘣𝘶𝘪𝘵𝘰 𝘮𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰𝘳𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘳𝘦𝘴𝘤𝘪𝘵𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘦 𝘤𝘰𝘭𝘭𝘦𝘵𝘵𝘪𝘷𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘨𝘳𝘶𝘱𝘱𝘰.
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Il concetto di Yugen e la sua espressione attraverso arte, poesia e cerimonie, alla ricerca del mistero che trascende la bellezza visibile
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🌸 Tsundoku: L'Arte Giapponese di Collezionare Universi Sospesi 📚 Immaginate una parola che catturi l'essenza più intima del nostro rapporto con la conoscenza. In giapponese, questa parola esiste e si chiama 'Tsundoku' (積ん読), un termine che va ben oltre il semplice accumulo di libri intonsi. Non chiamatela pigrizia. No. È una filosofia, un atto poetico di speranza intellettuale. Tsundoku è l'arte di accumulare libri non come oggetti, ma come portali silenziosi verso mondi inesplorati. Ogni volume rappresenta una promessa, un biglietto da visita di avventure ancora non intraprese. Nell'estetica giapponese, questo non è un difetto ma una forma di rispetto. Rispetto verso la conoscenza potenziale, verso quei viaggi mentali che attendono solo di essere inaugurati. I libri non comprati sono libri già posseduti con lo sguardo, con il desiderio, con l'immaginazione. Tsundoku racconta di noi: collezionisti di sogni cartacei, esploratori di universi in attesa. Ogni libro sullo scaffale è un seme di curiosità, un frammento di futuro intelligenza che germoglierà quando il momento sarà giusto. Un omaggio a tutti i sognatori, i curiosi, gli eterni studenti della vita. A coloro che sanno che la vera ricchezza non sta nel leggere, ma nel poter leggere. Nel mantenere viva quella scintilla di possibilità. Quanti universi avete in sospeso? 📖✨ #Tsundoku #Cultura #Libri #Conoscenza #Giappone"
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Giappone, storia, cultura e ispirazione…resilienza. Abbiamo imparato a conoscere molto bene questa parola, spesso utilizzandola a sproposito, durante i difficili anni della pandemia. Ma nella cultura giapponese è un concetto ampiamente introiettato nel corso di decenni. Questo si spiega facilmente se si guarda alla storia del Paese, segnata da periodi di grande avversità, che hanno posto molte sfide sul cammino di ogni tipo di persona[, fra disastri naturali, recessione economica e sconvolgimenti sociali]. Eppure, più e meglio di altri popoli, quello giapponese ha saputo adattarsi e fronteggiare ogni crisi, con determinazione e perseveranza. La resilienza è una caratteristica che andrebbe continuamente allenata anche in un team di lavoro. Una capacità che da noi potrebbe essere tradotta anche - in modo decisamente meno romantico - con "sangue freddo". Dalle sfide più piccole a quelle più impegnative, la resilienza di fronte alle difficoltà è uno degli asset fondamentali del successo di un team. E credo che questa elasticità sia uno degli obiettivi da perseguire quando si costruisce un gruppo, alla stregua di quelli più propriamente "professionali". 生き甲斐 #Renaulution #jesuispiper #godiamociilpresentecostruendoilfuturo #giappone #resilienza
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