Un nuovo albero si aggiunge alla foresta di Sogni di Latta sulla piattaforma Treedom. che nome gli diamo? Ne parliamo giovedì alle 17:00 su YouTube
Post di Nicola Accordino
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Lo sapevi che...? Concludiamo oggi il discorso sull'evoluzione iniziato nelle settimane scorse. Circa 2-3 milioni di anni fa le strade di zebre, asini e cavalli iniziano a separarsi. Fa la sua comparsa in America il Pliohyppus, ultimo parente comune di tutti gli equini moderni. Molto più simile nell’aspetto agli equini che conosciamo, il Pliohyppus è un erbivoro pascolatore. Durante le glaciazioni, dall’America si diffonde in Africa, Medio Oriente, Europa e Asia, passando per lo stretto di Bering. Qui si evolverà in zebre, asini e cavalli. Alla fine del Pleistocene, i progenitori degli equini scompaiono dall’America, a causa del clima e della caccia da parte dell’uomo. L’evoluzione finale si ha quindi nel continente Eurasiatico e in Africa. Saranno proprio l’Africa del Nord e il Medio Oriente a dare i natali all’asino. Il Rifugio degli Asinelli ONLUS
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Tutti ecologisti per 364 giorni l’anno, pronti a bandire cannucce di plastica e fare la raccolta differenziata. Poi arriva Capodanno, e improvvisamente ci si dimentica del pianeta, sparando in aria petardi e fuochi come se non ci fosse un domani. Forse, un po’ di coerenza non guasterebbe neanche durante i festeggiamenti! Il resto, nell'articolo
Botti di capodanno 2025: buon anno "teste di c..." Tutti ecologisti per 364 giorni l’anno, pronti a bandire cannucce di plastica e fare la raccolta differenziata. Poi arriva Capodanno, e improvvisamente ci si dimentica del pianeta, sparando in aria petardi e fuochi come se non ci fosse un domani. Forse, un po’ di coerenza non guasterebbe neanche durante i festeggiamenti! Il "bollettino di guerra" del day after, i danni ambientali e il (s)botto di Angelo dei Ricchi e Poveri. L'articolo integrale a questo link: https://lnkd.in/dhasKw8y #2025 #happynewyear #capodanno2025 #botti
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Mercoledì 21 agosto una grande parte del Pratone di Torre Spaccata è andata a fuoco. Ci troviamo a commentare l’epilogo di un disastro annunciato, che ci lascia con poche parole ma danni ingenti e terribili: è ampissima l'area ridotta in cenere, moltissima la vegetazione bruciata. Proviamo tanta rabbia, tristezza e frustrazione. Nel tentativo di spegnere l'incendio sono rimaste ferite quattro persone, un vigile del fuoco e tre volontari, che purtroppo sembrano essere in gravi condizioni. A loro va tutta la nostra vicinanza e solidarietà, e l'augurio di una pronta e piena guarigione. Il Pratone è un'area selvatica di 58 ettari piena di biodiversità, all'interno della quale vivono e migrano mammiferi e uccelli. È un importantissimo territorio non ancora edificato in un quadrante che è stato costruito quasi del tutto, dove mancano spazi verdi e dove è sempre più difficile respirare. È un'area dalla grande rilevanza storica e archeologica. A due anni da un altro grande incendio che a luglio 2022 aveva colpito il pratone e il parco di Centocelle, tutto questo si sarebbe potuto e dovuto evitare: rispondendo all'abbandono con la cura, all'inaccessibilità con l'attraversabilità, al desiderio di profitto di pochi con la tutela a favore della collettività. Da tre anni una grande parte della cittadinanza chiede che il pratone - attualmente di proprietà di Cassa depositi e prestiti e da piano regolatore edificabile - diventi un'area verde riconosciuta e tutelata come tale, un bene comune e pubblico. Un anno e mezzo fa 11.000 persone lo hanno rivendicato firmando una delibera di iniziativa popolare che abbiamo consegnato al Comune di Roma. Che fine ha fatto quella delibera? Che risposte danno le istituzioni e chi di dovere alla cittadinanza? La risposta non può essere tenere il Pratone come un'area privata e inaccessibile alle persone, ma dovrebbe essere un luogo vissuto e aperto a tuttɜ, anche per evitare il ripetersi di avvenimenti come questo. Nei giorni che verranno la risposta non dovrà essere neanche più cemento, ma dovrebbe essere quella di più aree naturali, da vivere nel rispetto di tutte le specie che le attraversano. E la risposta non possono essere decisioni calate dall'alto, ma l'ascolto dei territori e delle comunità che quei territori li abitano. Il Pratone r-esiste, ora e sempre, nonostante tutto
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Per questo quindicesimo numero di Dispensa ci siamo concentrati sulla concretezza di uno sguardo capace di curare il futuro. Le storie presenti nelle pagine che state per sfogliare saranno d’ispirazione per chi vorrà seguire il nostro motto: terra figlia! Terra figlia nasce dall’esigenza di una rivoluzione ecologica del pensiero e dell’azione. La terra non è più, o non solo, considerata come “madre” ormai esaurita da ogni risorsa, ma è da considerarsi come figlia: ha bisogno delle nostre cure e attenzioni, siamo noi a doverla portare nel futuro, con rispetto e protezione, nell’ottica di sviluppo e favorendo l’innovazione. Terra figlia è essere adulti e adulte responsabili del Pianeta che abitiamo, garantirne la sopravvivenza e migliorarne la qualità, proteggere la comunità a cui apparteniamo, lasciare un territorio e una società migliori di quelli che abbiamo trovato. Quando parliamo di crisi climatica, quando chiediamo che l’economia e la produzione di cibo siano sostenibili per il miglioramento delle condizioni di vita, nel rispetto dell’ambiente e del sociale, quando ci preoccupiamo per le generazioni future, quando ci battiamo per il recupero dell’etica, siamo già protagonisti della rivoluzione che vogliamo. Terra figlia è un approccio femminile sul mondo che privilegia il sentire al pensare, protegge e ispira, condivide e pacifica, riproduce e cura, esprime generosità e partecipazione, creatività mentale e manuale. Il femminile come atteggiamento, tiene conto dei bisogni umani di base come la giustizia, il rispetto, gli scambi equi, agisce con senso di responsabilità verso gli altri e verso le generazioni future. La ciclicità come attitudine.
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🌿 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐎𝐥𝐢𝐯𝐨 🌿 Oggi celebriamo un simbolo di pace, forza e tradizione. La Giornata Mondiale dell’Olivo, proclamata dall’UNESCO nel 2019, ci ricorda che non si tratta solo di una pianta: è un ponte tra passato e futuro, un legame che attraversa confini e unisce i popoli. Diffuso in tutti e cinque i continenti, questo albero ci insegna che, nonostante le distanze, siamo connessi dalla terra e dai doni che essa ci offre. In Massinelli, crediamo nell’importanza di preservare ciò che ci lega al territorio e alla sostenibilità, valori che l’olivo rappresenta perfettamente. 🌍Prendersi cura della natura significa prendersi cura di noi stessi e delle generazioni future. Celebriamo insieme questa giornata dedicata a uno dei simboli più preziosi del nostro pianeta.
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La resilienza e resistenza del #gusto post #alluvione a #faenza. Il quartire del buono in città risorge ecco alcune storie su #settesere di questa settimana, in #edicola, ovviamente è meglio!
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Ogni cosa può diventare turismo di massa. Anche l'impresa più ardita, perché chi lo fa la prima volta apre un percorso che accentua il mito. Cose senza senso, con un grande impatto sul pianeta. Mettere limiti porterebbe ad aumentare ancora di più i prezzi. Oggi la vera impresa sarebbe abbattere la propria footprint. ma si preferisce lasciare una impronta sull'Everest... prima che i ghiacci si sciolgano.
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Il 20 maggio 2024, in Nepal (Himalaya), si è formato un gigantesco ingorgo di alpinisti sulla cima dell'Everest, a oltre 7.000 metri di altitudine. Semplicemente terrificante! Immagini impressionanti che testimoniano l'alto numero di scalatori che ogni anno ascendono la montagna più alta al mondo. Secondo gli esperti, l'alto numero di persone in coda avrebbe causato il crollo di un cornicione di ghiaccio. L'Everest è diventato un parco a tema per gli ultra-ricchi. I campi di accesso all'Everest sono vere e proprie discariche a cielo aperto. I rifiuti si accumulano da anni. In Francia, Nike ha finanziato uno youtuber da 1,2 milioni per scalare l'Everest. Alla faccia dell'assurdità di questo progetto. Un gruppo di persone che è venuto qui solo per dire "lo fatto" e non più per i valori della montagna.
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Momenti di riflessione e formazione hanno accompagnato la giornata del 26 settembre per la manifestazione Giornata per la salvaguardia del creato "Semi di speranza"
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Sono sempre molto dubbiosa e reticente quando mi propongono di andare a vedere animali rinchiusi o costretti fuori dal loro habitat naturale. In questo caso, senza differenza tra animali ed umani, la violazione dei diritti è duplice. Grazie Antonio Di Bacco per la tua utile e costante opera di divulgazione che ci aiuta a prendere consapevolezza di quello che davvero significa occuparsi di ESG.
✴️ Sustainability as a mission | Marketing e Business Design Manager | Autore di newsletter, Mentor, Speaker | EU projects
Un altoparlante gira per le vie della città. Si sente una voce ad alto volume che spiega senza sosta quanto sia imperdibile lo spettacolo degli animali del Circo Madagascar. "Vieni a trovarci!" Dentro il furgone che ho visto passare per strada qui a Torino qualche giorno fa, ho visto solo facce tristi e stravolte. In quel momento ho ripensato al numero della mia newsletter Perbacco! che qualche settimana fa avevo dedicato proprio all'insostenibilità, sotto tutti i profili, dei circhi basati sugli animali. (Lo trovi qui https://lnkd.in/dYsS4YGC ) In questo fine settimana leggo della notizia del sequestro di quel circo, con l'accusa di sfruttamento dei lavoratori. Quando succede qualcosa del genere, è come se improvvisamente un acronimo come ESG prendesse forma e sostanza immediata, seppur per antitesi. Più che di corporate social responsibility si tratta di responsabilità penale d'impresa. Un'impresa circense messa sotto indagine dopo che nell'aprile 2023 un operaio di origine indiana è precipitato da circa 20 metri di altezza durante lo smontaggio del tendone del Circo Madagascar a Genova, riportando gravi ferite. E' rimasto in coma per diversi mesi, ma secondo gli inquirenti, poco dopo la caduta le tracce sarebbero state cancellate col fine di dissimulare l'incidente. Da quelle indagini si arriva ora a scoprire che i lavoratori del circo sarebbero stati sottoposti a condizioni «umilianti e degradanti», obbligati a vivere in spazi angusti e sovraffollati, per una paga irrisoria e senza le dovute tutele, neppure quelle basilari di sicurezza durante il montaggio e smontaggio del tendone. A queste si aggiungono ovviamente i dubbi sul come sia ancora possibile che ci siano circhi unicamente basati sull'esibizione di animali. Semplice... manca ancora l’attuazione di un Decreto Legislativo di una legge già approvata a luglio 2022 che abolirebbe l’utilizzo degli animali nei circhi e altri spettacoli viaggianti. Si temporeggia. Nel frattempo si continuano a sfruttare animali e lavoratori. #sostenibilità #impresa #circo #sfruttamento ----------------- Sono Antonio Di Bacco, mi occupo di sostenibilità, strategia e decarbonizzazione delle imprese. Nei commenti il link all'articolo di Fanpage.it
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Oggi parliamo di... #vendemmia in #Piemonte! Un vero e proprio rito che si ripete ogni anno e che coinvolge intere comunità, ma anche un momento di festa e un'occasione per fare esperienze divertenti ed emozionanti, tornando per un attimo indietro nel tempo per rivivere le atmosfere contadine e la convivialità del passato. Vuoi saperne di più? Ecco il nostro articolo di oggi: https://lnkd.in/dcCnPJ76
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