Per ora, nessun #OSS diventerà strumentista di sala operatoria. Lo assicurano i sindacati #Uil e #Cgil, che dopo un nuovo incontro con la dirigenza dell'Azienda Ospedaliera di #Padova hanno annunciato una frenata sulla controversa iniziativa. 📌 Il progetto prevedeva la formazione di alcuni #OSS per sostituire gli #infermieri in salaoperatoria, a causa della carenza di personale. ❌ Il personale ha detto NO, e il direttore sanitario ha garantito che il corso di formazione da 450 ore non partirà. 🔎 Anche se in futuro verrà avviato uno studio di fattibilità, sarà concordato con i sindacati, evitando decisioni unilaterali. https://lnkd.in/d5YJRJJ2
Post di Nurse24.it
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Uno dei grossi problemi della sanità ligure è la disponibilità delle camere operatorie per svolgere gli interventi chirurgici. Non è per carenza di spazi ma per carenza del personale: gli anestesisti sono oberati di lavoro e non accettano i “gettoni” volentieri perché il ritorno economico non vale lo stress e la stanchezza. Gli infermieri delle sale operatorie, d’altro canto, più di due gettoni al mese non sono disposti a farli perché altrimenti sale loro l’aliquota Irpef e quindi di fatto ci rimettono. Una possibile soluzione: detassare i gettoni. Gli anestesisti li accetterebbero più volentieri e si troverebbero anche infermieri di sala operatoria che ne fanno tre al mese. Matteo Rosso Massimo Nicolo' Matteo Bassetti
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A rischio i servizi di assistenza, esami radiografici (50mila), 15mila interventi chirurgici programmati e 100mila visite specialistiche.
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A rischio i servizi di assistenza, esami radiografici (50mila), 15mila interventi chirurgici programmati e 100mila visite specialistiche.
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Immaginare percorsi virtuosi è un conto, apprendere da terzi qualificati, attraverso uno studio rigoroso, quanto lo siano esattamente è di grande stimolo. Il nostro sistema costa circa un decimo dell'ADI tradizionale, è quindi certamente una soluzione che, affiancata alle procedure già in essere, aumenterebbe la quota di assistiti in ADI senza impattare sui conti delle ASL. https://lnkd.in/ds5j5tWn
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La vicenda risale agli anni 2016-2017. Per la giustizia italiana ci son voluti 7-8 anni per incastrare, al di sopra di ogni ragionevole dubbio, esercenti la professione sanitaria in maniera abusiva. Sette/otto anni durante i quali hanno continuato a delinquere. Spesso questo fenomeno è sottovalutato e pertanto poco indagato dagli inquirenti. Al di là del furto di dispositivi dal posto di lavoro pubblico, la cui gravità è indiscutibile, vi sono diverse e altrettanto importanti rilevanze. 💹 Gli utenti sotto l'ala protettiva degli infermieri a nero saltano le liste di attesa. Ciò contribuisce ad aumentare le liste di attesa per gente che ne ha bisogno 💹 Gli infermieri che lavorano presso il pubblico hanno l'esclusiva, o quantomeno potrebbero fare attività privata solo per un numero limitato di ore se l'ASL di appartenenza lo autorizza. Fanno una concorrenza sleale e un danno agli infermieri con partita iva che pagano le tasse. Molto spesso chi fa prelievi domiciliari non è nemmeno un infermiere iscritto all'Ordine, non è assicurato, non si sottopone a formazione continua. 💹 La fase preanalitica, che è la parte più importate del processo di analisi e quella in cui, secondo studi autorevoli, si concentra la maggior parte degli errori, è compromessa. I rischi sono pericolosi scambi di campioni e deperimento del materiale biologico da sottoporre ad analisi. Come sono identificati i campioni? Alcuni campioni delicati devono essere immediatamente centrifugati, separati e congelati, se non immediatamente analizzati. Come si assicura il trasporto di campioni congelati, a 4 gradi centigradi e a temperatura ambiente? Un infermiere che fa prelievi in maniera abusiva che deve nascondere per evitare controlli può disporre di adeguata attrezzatura per stoccaggio e trasporto? Quando esce da casa mia porta i campioni direttamente in laboratorio o va a visitare altri 10 pazienti? 💹 Fa concorrenza sleale e danni ad aziende del settore come laboratori analisi che pagano tasse, stipendi, contributi, fornitori e che garantiscono percorsi adeguati, tracciabilità, qualità, sicurezza Questa notizia rappresenta solo la punta di un enorme iceberg.
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Il processo di costituzione in ogni azienda della Unità di Degenza Infermieristica può portare solo vantaggi a un sistema in grave crisi come il nostro, caratterizzato dall'insoddisfazione dei pazienti e degli operatori, sottoposto a una spending review necessaria per evitare il collasso finanziario e la sospensione definitiva dei servizi. Non si comprende l'atteggiamento protezionistico di alcuni sindacati medici che cercano di ostacolare l'adozione di una nuova strategia assistenziale. Le UDI, dove implementate, hanno generato risultati eccellenti, migliorando notevolmente la qualità dell'assistenza e riducendo i costi. La situazione è estremamente critica e non è più il momento di privilegiare gli interessi di categoria e la difesa di piccoli privilegi rispetto al bene comune. Non si mette in discussione il ruolo di guida clinica del medico nei processi di diagnosi e cura, ma si rivendicano le competenze esclusive nell'assistenza diretta ai pazienti e nella loro gestione, competenze per le quali, a differenza dei medici, gli infermieri sono specificamente formati a tutti i livelli del loro percorso universitario. Si respingono con determinazione, dunque, ogni difesa corporativa che ostacoli il cambiamento solo per preservare vecchie posizioni privilegiate.
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Finchè in Italia ci si scontra tra medici ed infermieri su un sistema nazionale frammentato e formazione specialistica in emergenza non riconosciuta e spesso lasciata alla libera scelta del professionista sanitario, all’estero si svilupoano competenze avanzate con figure appositamente formate per l’emergenza sotto un sistema unificato. Sicuramente non perfetto, ma decisamente organizzato. Quando arriverà l’Italia ad allinearsi alle altre Nazioni (Europee e non)? #infermieri #medici #paramedici #emergenza #italia
"Non riteniamo più accettabile il clima che si genera accostando la figura infermieristica ad un depauperamento dei sistemi sanitari e rimaniamo per altro perplessi da prese di posizione che arrivano un anno dopo la delibera di riforma". Così il Coordinamento degli Ordini delle Professioni Infermieristiche della Regione #Toscana, presieduto da Giovanni Grasso, interviene nel dibattito sulla riorganizzazione del sistema dell’#emergenza sanitaria territoriale che è oggetto della delibera regionale n.1424 del 12 dicembre 2022. Il riferimento è al "no" che la Federazione Toscana degli Ordini dei Medici (#FTOM) ha espresso "sull’abolizione del medico del 118 dal territorio". Contrarietà alla quale i presidenti Opi di regione rispondono "sostenuti dai profili normativi e soprattutto dalle evidenze scientifiche, che hanno più volte sottolineato l’importanza dell’intervento infermieristico, anche farmacologico, nelle condizioni cliniche caratterizzate nel migliorare le possibilità di sopravvivenza dei pazienti e che hanno dimostrato come gli esiti dei pazienti trattati da team infermieristici specializzati siano equiparabili a quelli trattati da team medici". "Attenzione quindi - continua la nota degli Opi - al rischio di generare allarmi che trasmettano un clima di sfiducia nel sistema rischiando di ingenerare, pur involontariamente, un aumento di episodi di violenza ai danni degli operatori, minando la fiducia in un #SSN già indebolito. Come Coordinamento degli Ordini degli #Infermieri della Toscana continueremo a lavorare ai tavoli istituzionali nel mandato del nostro ruolo, ma non possiamo più accettare strumentalizzazioni che non trovano fondamenti in ciò su cui si basano le scelte in Sanità, ovvero i dati scientifici”.
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Senza parole.
Purtroppo, con una decisione presa SENZA ASCOLTARE la maggioranza dei sindacati, dei professionisti infermieri e delle organizzazioni scientifico-professionali, oggi è stato sancito l'accordo per l'istituzione della figura di "Assistente Infermiere". E' un giorno triste per la professione infermieristica e per la salute di ogni cittadino; tuttavia ora è davvero esplicito quanto sia urgente cambiare le dinamiche del sistema di rappresentanza professionale. https://lnkd.in/dCJb-QXr
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Oggi #20novembre sarà una giornata nera per la #sanità italiana. I #medici, i dirigenti #sanitari, gli #infermieri e le altre #professionisanitarie hanno indetto uno #sciopero nazionale di 24 ore (con inizio programmato alle 00.00) che potrebbe far saltare 1,2 milioni di prestazioni sanitarie. Saranno in ogni caso garantite le prestazioni d’urgenza, ma sono a rischio tutti gli altri servizi, con una stima che prevede il rinvio degli esami di laboratorio, di circa 15 mila interventi chirurgici, di 100 mila visite specialistiche, 50 mila esami radiografici, e dei servizi assistenziali e prestazioni infermieristiche ed ostetriche, anche a domicilio. Su Gli Stati Generali le adesioni e le motivazioni della protesta. Pierino di Silverio ANAAO ASSOMED Lombardia Quici Guido FEDERAZIONE CIMO-FESMED Nursing Up Sindacato degli Infermieri https://lnkd.in/dJgbsF5k
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Infermiere qualificato presso azienda ospedalieradi padova
1 mesePer fortuna,che non l' hanno approvato,