Sabato 5 ottobre abbiamo avuto il piacere di organizzare, insieme a COIMA e SEC Newgate Group, l’Hackathon for Inspiring Cities presso la Fondazione Riccardo Catella. È stata una giornata dedicata al futuro delle nostre città, con la partecipazione di oltre 130 studenti di 13 università di Milano e Roma. Durante la maratona di pensiero, i partecipanti hanno elaborato le loro visioni sullo sviluppo urbano, alternando momenti di lavoro in aula ad altri di mindfulness, per rilassare corpo e mente e prepararsi alle sfide della sessione pomeridiana.
L’ex Squadra Rialzo del Villaggio Olimpico, un tempo officina per la riparazione dei treni, si è riempita di idee e sogni sul futuro delle città. La giuria, presieduta da Ferruccio Resta, ha premiato l’Università Vita-Salute San Raffaele per il progetto "Organism", un sogno in cui le città del futuro sono organismi viventi, in dialogo con il benessere dei loro abitanti. Al secondo e terzo posto si sono classificate l'Università degli Studi di Milano e l'Università di Roma Tor Vergata, con i progetti "Pluralism" e "SymbioCity".
Ringraziamo COIMA per aver reso possibile questa straordinaria esperienza di confronto e crescita, e per aver dato spazio alle visioni degli studenti. Le idee emerse durante l’Hackathon confluiranno nel capitolo conclusivo del libro “Unwritten Chapter: Next 50 Years”, dedicato ai prossimi 50 anni dei centri urbani.
Siamo felici di annunciare che dal 24 ottobre al 3 novembre saremo presenti al Festival della #Scienza come partner di RAISE Liguria, l'Ecosistema di Regione Liguria.
Il 24 ottobre a Palazzo Ducale, il Cubo immersivo che racconta RAISE e i suoi progetti sarà aperto al pubblico per un’esperienza suggestiva, ma allo stesso tempo formativa su #Robotica e #Intelligenza#Artificiale.
Sabato 26 ottobre, a Le Cisterne di Palazzo Ducale, sarà inaugurato “The RAISE Village - Il futuro è qui”, progettato e allestito da noi in collaborazione con i partner dello Spoke 5 di RAISE per il Festival della Scienza. Lo spazio sarà dedicato a talk, demo, test e spazi educativi sulle tematiche principali trattate all'interno dell'Ecosistema e su soluzioni e progetti pensati e realizzati dai partner.
Quattro gli appuntamenti in cui sarà presentato il lavoro svolto per l’Ecosistema di Regione Liguria nello Spoke 1 - Tecnologie #urbane per un coinvolgimento #inclusivo e nello Spoke 3 - #Protezione e #cura dell’#ambiente.
Per lo Spoke 1 Susanna Alloisio, R&D Project Manager di ETT, parteciperà il 26 ottobre e il 28 ottobre.
Cosa succederà in queste due giornate? Talk su inclusività, accessibilità e interattività della città e le demo e i test su HTS.
E lo Spoke 3? La citizen science, quali strumenti utilizzare? Il cittadino li utilizza facilmente? I demo e i test del 31 ottobre ci daranno la risposta!
#RaiseLiguria - #Innovazione - #Robotica - #AI - #BandiRaise - #TrainingProgram - #Training - #AcademyRaise - #RAISEupLiguriaUniversità degli Studi di GenovaIstituto Italiano di TecnologiaConsiglio Nazionale delle RicercheGiulia DapuetoAntonio NovellinoGruppo SCAI, Consulenza Aziendale Informatica
Perché il cittadino è così importante in RAISE Liguria? Che cosa fa nel concreto? Lo hanno spiegato al pubblico del Festival della Comunicazione 2024 Antonio Novellino, R&D Manager di ETT e la Responsabile PR & Relazioni Esterne Adriana Ferrari.
Antonio Novellino nel suo intervento per lo Spoke 3 - "Protezione e cura dell’ambiente" ha parlato di Citizen Science, la scienza del cittadino.
Che cosa significa? Il cittadino è importante e responsabilizzato e contribuisce agli studi sull’ambiente attraverso azioni e strumenti semplici come l'utilizzo di sensori low cost e la condivisione del dato con operatori del settore.
Per lo Spoke 1 - "Tecnologie urbane per un coinvolgimento inclusivo" ha presentato le tecnologie urbane a favore di inclusività e accessibilità sviluppate a partire dai bisogni del cittadino. Come? I cittadini hanno avuto l’occasione di provare in anteprima le nuove soluzioni tecnologiche e di partecipare a sondaggi sull’accessibilità della città dando forma ai progetti di RAISE!
La prima edizione di Robot Valley, raccontata al Festival della Comunicazione da Adriana Ferrari insieme alle ricercatrici del CNR che hanno condotto uno studio pilota relativo al gradimento del pubblico rispetto all’evento, è stata occasione di coinvolgere i cittadini nella conoscenza e nell’approfondimento dei temi legati a Robotica e AI, con un approccio che ha riguardato anche l’arte. Un mix, all’apparenza particolare, che ha avvicinato i cittadini alla scienza con grandi risultati! L’evento è frutto della collaborazione tra RAISE - coordinato da Università degli Studi di Genova, CNR e IIT -, il Comune di Genova e la Regione Liguria e ha visto #ETT tra gli organizzatori, con il supporto di varie realtà dell’Ecosistema. L’edizione 2025 si avvicina!
Per saperne di più: https://lnkd.in/gUdHwjXn#RAISE#inclusivity#accessibility#innovation#citizenscience#RobotValleyGenovaGruppo SCAI, Consulenza Aziendale Informatica
Erano più di 250 gli studenti presenti all’EurekaFest, l’evento promosso dalla Sede di Roma dell’Università Cattolica per inaugurare il cammino verso il prossimo Villaggio per la Terra, quest’anno nel nome del “MET”, sinergia tra i saperi della Medicina, dell’Economia, della Tecnologia.
Durante l’evento sono intervenuti 16 Rising Star, giovani e brillanti ricercatori e ricercatrici delle due Facoltà della Sede, i cui progetti di ricerca possono dare un contributo significativo alla sensibilizzazione degli studenti sui temi della sostenibilità. Tra le “stelle” selezionate, anche Maria Cristina Zaccone, ricercatrice e senior lecturer di ALTIS, che ha presentato il suo progetto di ricerca Unchain Intra-Organizational Eco-Innovation: Insights from Sustainability and Innovation Leaders, dedicato a indagare fattori, driver culturali e operativi del processo di eco-innovazione aziendale.
“Eco-innovare significa non solo adattarsi, ma anticipare i cambiamenti, costruendo un futuro in cui sostenibilità e innovazione avanzano insieme, commenta Zaccone. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale abbracciare una cultura del fallimento: solo sperimentando e imparando dagli errori possiamo trasformare le sfide ambientali in opportunità e lasciare un’eredità positiva per il domani”.
Leggi l’articolo completo su Cattolica News: https://lnkd.in/dg8RJCGNMET for Planet 2025
Brief entra nel progetto CTE Genova: l’AI generativa al servizio della cultura! 🚀
Siamo orgogliosi di annunciare che Brief è stata selezionata tra le startup del progetto CTE Genova - Opificio Digitale per la Cultura! 🚀
🔍 Cos'è il progetto CTE Genova? Il Comune di Genova, attraverso la Casa delle Tecnologie Emergenti, ha lanciato la CALL TECH-UP, una call per individuare soluzioni tecnologiche innovative per i musei. Questo progetto ambizioso punta a creare un “Incubatore Diffuso” che valorizzi le eccellenze italiane nel campo delle tecnologie emergenti.
Il nostro obiettivo con Brief è contribuire allo sviluppo della filiera culturale e creativa, sfruttando l’intelligenza artificiale generativa per trasformare il modo in cui vengono raccontate le storie all’interno dei musei.
🎙️ L’evoluzione della narrazione: dall’orale al digitale Dalle pitture rupestri ai podcast moderni, la narrazione ha sempre rappresentato il cuore dell’esperienza umana. Con Brief, crediamo che l’AI generativa possa aprire nuove frontiere per raccontare e valorizzare il patrimonio culturale.
💡 Non vediamo l'ora di collaborare con i Musei di Genova e il team del progetto per creare esperienze uniche che portino l’evoluzione della narrazione a un livello superiore.
🌐 Scopri di più sul progetto CTE Genova: cte.comune.genova.it#CTEGenova#OpificioDigitale#Innovazione#AI#Podcasting#CulturaDigitale#Musei#Storytelling
@aizoOn Technology Consulting
@CAMELOT biomedical systems S.r.l.
@Consiglio Nazionale delle Ricerche
@Ge-DIX Genova Data Internet Exchange
@Digimat SPA
@ETT S.p.A.
@Istituto Italiano di Tecnologia
@START 4.0 - Centro di Competenza
@Università degli Studi di Genova
@Comune di Genova
@Ministero delle Imprese e del Made in Italy
Lavorare in produzione e comunicazione per un evento istituzionale di questa natura ha significato spostare più avanti la linea di confine delle mie competenze.
Il 10 luglio presso il MEET Digital Culture Center, a Milano, si è tenuto l’evento finale del Progetto di ricerca “Il ruolo glocale dei soggetti istituzionali e funzionali nello sviluppo del territorio” realizzato da Globus et Locus con il contributo di Fondazione Cariplo, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
L’appuntamento ha visto la partecipazione di importanti interlocutori del mondo delle istituzioni, dell’università e dell’impresa, che si sono susseguiti sul palco per approfondire e discutere proposte innovative di governance con cui interpretare e gestire i temi glocali dello sviluppo del territorio a livello regionale, nazionale ed europeo.
ECOSISTEMI DI INNOVAZIONE: NON SIAMO ISOLE MA PARTE DI UN ARCIPELAGO
Ieri ROAD – Rome Advanced District è stato teatro di un evento che ha aggregato le varie prospettive di un quartiere (Ostiense) che si sta distinguendo per la sua attenzione nel guardare il futuro. Si parla di Ostiense Valley. Il collegamento alla Silicon Valley può sembrar naturale e scontato ma attenzione! L’idea alla base non è la creazione di un ecosistema tech (Silicon Valley) ma di un ecosistema di innovazione che dialoga con il territorio e abbraccia cultura, educazione, impresa e anche tecnologia.
Il grande lavoro che si sta facendo (complimenti a Mattia Voltaggio, al suo team e tutti coloro che stanno credendo in questa progettualità) oltre a essere un bellissimo esempio di collaborazione privato - pubblico (e lo dimostra anche il coinvolgimento proattivo del Municipio VIII di Roma Capitale grazie alla visione del presidente Amedeo Ciaccheri), è l’applicazione del framework della #CoalescenceInnovation (Open Innovation + Social Innovation) in cui la metodologia, l’approccio partecipativo e l’orientamento al risultato sposano l’attenzione agli aspetti sociali, alle comunità e al futuro più sostenibile. Tutto ciò per generare impatti incrementali sul territorio e accelerare la creazione di ecosistemi. Bene, questo è un argomento che ho trattato diversi anni fa e di recente mi ha portato ad approfondire la connessione con la rigenerazione urbana. Vedere che, nonostante le complessità, i vincoli e le resistenze, stia prendendo forma un concetto teorizzato e scritto in paper scientifici mi rende un privilegiato perché potrò studiarlo da vicino.
L’occasione di ieri è stata preziosa anche per rimarcare un concetto chiave: non muoviamoci singolarmente ma facciamo accadere le cose insieme, ognuno con le sue peculiarità, animando e sensibilizzando il territorio. Sintetizzo i messaggi di Federico D'Orazio di Industrie Fluviali e di Michele Franzese di Rome Future Week.
Non siamo isole, ma parte di un arcipelago.
#openinnovation#innovationecosystem#socialinnovation
“Se una città ti offre solo buona cucina e un centro storico amabile, ma senza prospettive di lavoro e orizzonti di vita be', quello è un weekend, non una vita”. È uscito l'episodio di #Città che raccoglie seconda parte della nostra chiacchierata con il prof. Ezio Micelli dell'Università Iuav di Venezia, con qualche idea per le città medie italiane:
1. Di fronte alle crescenti difficoltà di accesso alle grandi città, i centri medi possono giocarsi una nuova partita: non scimmiottando le dinamiche delle grandi città, ma avanzando una proposta diversa.
2. Possibili aree di lavoro in cui le città medie possono qualificarsi e distinguersi:
🏘 la cura dello spazio pubblico – non solo nei centri storici – come spazio condiviso, sottratto alla predominanza delle auto, per ricreare luoghi porosi e rigenerare tessuto sociale
🪴 un'idea di sostenibilità declinata secondo le caratteristiche del territorio
🚲 servizi diffusi ed economie di prossimità (parecchie centri medi sono già, de facto, città dei 15 minuti)
3. Agire su questi aspetti, però, non basta se non ci sono due fattori chiave per rendere davvero attrattiva l'offerta di una città: lavoro di qualità e servizi di welfare di qualità. Più un terzo elemento unificante: la capacità di offrire un racconto nuovo, non rivolto a un passato più o meno glorioso ed estetizzante, ma un orizzonte di futuro.
➡️ “Non metropoli, non paesi: idee per le città medie italiane” si ascolta qui: https://lnkd.in/dYMDpZET
➡️ Sì, le città medie sono un po' una nostra fissa in questo podcast: per esempio ne avevamo parlato tempo fa con Elena Granata e Andrea Colombo nell'episodio “Una vita da mediano: le città medie italiane alla prova del futuro”
https://lnkd.in/dmTsznyM
🏙 Continua insieme a Stefano Daelli il percorso di avvicinamento del #podcast Città a #Future4Cities, il festival delle città che cambiano, che organizziamo in Will Media insieme a FROM – Moltiplichiamo valore pubblico
🏅 Se hai realizzato o conosci un progetto di innovazione urbana, puoi candidarlo al premio F4C: future4cities.willmedia.it
Paolo Bovio Le città "medie" sono la chiave per dare un futuro sostenibile alle aree urbane, nelle quali è possibile ricostruire il concetto di Città. Tutto questo però sara difficile da realizzare, se si continua ad affrontare il problema in termini urbanistici visti dall'interno. Elena Granata ha sicuramente chiaro cosa sia la città riportata nella sua dimensione originaria ed è un grande punto di riferimento in questo. Se non affrontiamo il "nemico" della città, ovvero l'auto ad uso privato non si potranno trovare soluzioni soddisfacenti. L'auto non è solo l'occupazione di suolo e di spazi, ma è anche l'elemento distorsivo della fruibilità, nella misura in cui dilata la distribuzione dei servizi, dei poli culturali e tutti gli elementi di interesse e aggregazione. Sarebbe però un ulteriore errore, ed è quello più ricorrente, che si tratti di un problema di mobilità "interno", da risolversi con piste ciclabili e le zone 30. In realtà c'è bisogno di abbattere la "necessità" di penetrazione nell'area urbana con le auto. I Piani di Mobilità Integrata Sostenibile del 2015 servono proprio a bilanciare mobilità interna e esterna, dando la possibilità di recuperare suolo e infrastrutture. In estrema sintesi se tutte queste magnifiche idee e proposte, non vengono ricondotte funzionalmente all'interno di quella rivoluzione che è la Transizione Ecologica, sono destinate o a fallire o rimanere marginali. In molti si sono "irrigiditi", rispetto alla prospettiva di far confluire le proprie idee e competenze in un contesto più ampio, a cominciare dai "professionisti dell'ambientalismo", ma questa paura oltre ad essere irrazionale è anche indice di obiettivi limitati. Posso comprendere che si vogliano far "fruttare" le idee, ma trovo "stupido" che le si nasconda sotto il tappeto. E' evidente e chiaro a tutti che le buone idee, non possono essere "sprecate" per rattoppare un contesto distorto, solo perché così ne viene un utile immediato. Il fatto che i fondi pubblici, al di la delle motivazioni roboanti, in sostanza non finanziano mai opere "risolutive" dovrebbe far riflettere, sul fatto che solo un coordinamento tecnico e strategico (Il progetto funzionale della Transizione Ecologica), può portare quei risultati che le nostre idee "meritano"
managing editor @Will Media • host del podcast Città • responsabile Future4Cities
“Se una città ti offre solo buona cucina e un centro storico amabile, ma senza prospettive di lavoro e orizzonti di vita be', quello è un weekend, non una vita”. È uscito l'episodio di #Città che raccoglie seconda parte della nostra chiacchierata con il prof. Ezio Micelli dell'Università Iuav di Venezia, con qualche idea per le città medie italiane:
1. Di fronte alle crescenti difficoltà di accesso alle grandi città, i centri medi possono giocarsi una nuova partita: non scimmiottando le dinamiche delle grandi città, ma avanzando una proposta diversa.
2. Possibili aree di lavoro in cui le città medie possono qualificarsi e distinguersi:
🏘 la cura dello spazio pubblico – non solo nei centri storici – come spazio condiviso, sottratto alla predominanza delle auto, per ricreare luoghi porosi e rigenerare tessuto sociale
🪴 un'idea di sostenibilità declinata secondo le caratteristiche del territorio
🚲 servizi diffusi ed economie di prossimità (parecchie centri medi sono già, de facto, città dei 15 minuti)
3. Agire su questi aspetti, però, non basta se non ci sono due fattori chiave per rendere davvero attrattiva l'offerta di una città: lavoro di qualità e servizi di welfare di qualità. Più un terzo elemento unificante: la capacità di offrire un racconto nuovo, non rivolto a un passato più o meno glorioso ed estetizzante, ma un orizzonte di futuro.
➡️ “Non metropoli, non paesi: idee per le città medie italiane” si ascolta qui: https://lnkd.in/dYMDpZET
➡️ Sì, le città medie sono un po' una nostra fissa in questo podcast: per esempio ne avevamo parlato tempo fa con Elena Granata e Andrea Colombo nell'episodio “Una vita da mediano: le città medie italiane alla prova del futuro”
https://lnkd.in/dmTsznyM
🏙 Continua insieme a Stefano Daelli il percorso di avvicinamento del #podcast Città a #Future4Cities, il festival delle città che cambiano, che organizziamo in Will Media insieme a FROM – Moltiplichiamo valore pubblico
🏅 Se hai realizzato o conosci un progetto di innovazione urbana, puoi candidarlo al premio F4C: future4cities.willmedia.it
Il futuro dello sviluppo urbano e dei diritti di cittadinanza è nelle città medie attrezzate e connesse, più che nelle metropoli ingolfate, a condizione che, oltre a servizi, cultura e qualità della vita, siano in grado di offrire buone occasioni di lavoro qualificato, prospettive di crescita e opportunità di investimento
managing editor @Will Media • host del podcast Città • responsabile Future4Cities
“Se una città ti offre solo buona cucina e un centro storico amabile, ma senza prospettive di lavoro e orizzonti di vita be', quello è un weekend, non una vita”. È uscito l'episodio di #Città che raccoglie seconda parte della nostra chiacchierata con il prof. Ezio Micelli dell'Università Iuav di Venezia, con qualche idea per le città medie italiane:
1. Di fronte alle crescenti difficoltà di accesso alle grandi città, i centri medi possono giocarsi una nuova partita: non scimmiottando le dinamiche delle grandi città, ma avanzando una proposta diversa.
2. Possibili aree di lavoro in cui le città medie possono qualificarsi e distinguersi:
🏘 la cura dello spazio pubblico – non solo nei centri storici – come spazio condiviso, sottratto alla predominanza delle auto, per ricreare luoghi porosi e rigenerare tessuto sociale
🪴 un'idea di sostenibilità declinata secondo le caratteristiche del territorio
🚲 servizi diffusi ed economie di prossimità (parecchie centri medi sono già, de facto, città dei 15 minuti)
3. Agire su questi aspetti, però, non basta se non ci sono due fattori chiave per rendere davvero attrattiva l'offerta di una città: lavoro di qualità e servizi di welfare di qualità. Più un terzo elemento unificante: la capacità di offrire un racconto nuovo, non rivolto a un passato più o meno glorioso ed estetizzante, ma un orizzonte di futuro.
➡️ “Non metropoli, non paesi: idee per le città medie italiane” si ascolta qui: https://lnkd.in/dYMDpZET
➡️ Sì, le città medie sono un po' una nostra fissa in questo podcast: per esempio ne avevamo parlato tempo fa con Elena Granata e Andrea Colombo nell'episodio “Una vita da mediano: le città medie italiane alla prova del futuro”
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🏙 Continua insieme a Stefano Daelli il percorso di avvicinamento del #podcast Città a #Future4Cities, il festival delle città che cambiano, che organizziamo in Will Media insieme a FROM – Moltiplichiamo valore pubblico
🏅 Se hai realizzato o conosci un progetto di innovazione urbana, puoi candidarlo al premio F4C: future4cities.willmedia.it