Esaminiamo la crisi globale dei rifugiati attraverso una lente di diritti umani e politiche migratorie nel nostro ultimo articolo. Con un'analisi approfondita sulle risposte internazionali e le sfide di integrazione, questo pezzo offre una panoramica dettagliata su come le nazioni possono collaborare per risolvere questa crisi umanitaria. Scopri di più sul nostro approccio e sulle soluzioni proposte. #Professionali #DirittiUmani #CrisiDeiRifugiati https://lnkd.in/dTZ6vjYY
Post di Antonio Ortenzi
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Per il diritto alla vita
Le rotte migratorie si fanno sempre più insidiose. È urgente che il Governo Italiano e l’Unione Europea agiscano con fermezza per garantire accessi sicuri al territorio europeo a chiunque sia costretto a fuggire dall'insicurezza nel proprio Paese. Questo significa soccorso in mare senza esitazioni, supporto integrale alle #ONG dedicate, e la garanzia di un primo porto sicuro per chi si trova in pericolo. L'accesso tempestivo al diritto di #asilo non può essere diluito né distorto; è un dovere umanitario che va rispettato incondizionatamente. Ogni individuo ha diritto a un'#accoglienza dignitosa e a percorsi di #inclusione che rispondano alle specifiche necessità, con particolare attenzione alle donne e alle loro esperienze. Oggi più che mai, è fondamentale agire con determinazione e umanità affinché ogni persona possa trovare sicurezza, dignità e speranza. #worldrefugeeday #leavingviolencelivingsave #refugees #withrefugees #Giornatamondialedelrifugiato UNHCR Italia, Agenzia ONU per i Rifugiati
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L'inclusione dei rifugiati rappresenta una soluzione a vantaggio di tutti, è quanto emerge dall'ultimo Rapporto Global Trends dell'UNHCR, ma è necessaria maggiore solidarietà e condivisione delle responsabilità. Il numero complessivo di persone costrette alla fuga, che tocca i 120 milioni a maggio 2024 è in crescita per il dodicesimo anno consecutivo, ma la distribuzione pesa soprattutto sui paesi a basso e medio reddito che ospitano il 75% dei rifugiati. https://lnkd.in/dMaFhRsQ
Rifugiati, UNHCR: Presentato il nuovo Rapporto Global Trends, numero persone in fuga nel mondo raddoppiato negli ultimi 10 anni
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Dottore commercialista in pensione. Umanista curioso. Be Woke. Non lasciare che la destra populista fermi il progresso civile e sociale dell'Umanità.
Il presidente della Commissione episcopale per le migrazioni si scaglia contro l'accordo Italia-Albania sui migranti, ratificato oggi dal Senato in via definitiva con 93 voti favorevoli e 61 contrari (nessun astenuto). Un'intesa che per monsignor Gian Carlo Perego, sancisce «una nuova sconfitta della democrazia» e dimostra ancora una volta «l'incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa nel nostro Paese». L'arcivescovo di Ferrara-Comacchio ricorda che l'Italia è ancora «al 16° posto in Europa nell'accoglienza dei richiedenti asilo rispetto al numero degli abitanti» e parla di 673 milioni di euro «veramente “buttati in mare” per l'incapacità di governare un fenomeno, quello delle migrazioni forzate, che si finge di bloccare, ma che cresce di anno in anno». La stessa cifra che lo Stato impiegherà in dieci annoi per il patto Roma-Tirana «poteva rigenerare non solo la vita di molte persone, ma la vita anche delle nostre comunità - prosegue il presule -. Seicentosettantatre milioni di euro che avrebbero significato posti di lavoro e un indotto economico. Seicentosettantatre milioni spesi anche perché guardiamo maggiormente a vendere armi - le spese per gli armamenti sono aumentate del 3,7% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 2240 miliardi di dollari, il livello più alto mai registrato (Sipri) - e a finanziare conflitti - sono 56 gli Stati che nel 2022 si trovavano in situazioni di conflitto armato, 5 in più dell'anno precedente (Sipri)-, piuttosto che a costruire pace. Uno spreco di risorse pubbliche. Un nuovo atto di non governo delle migrazioni, di non tutela degli ultimi della terra». L'accordo, già criticato nelle scorse settimane dal presidente della Cei, Cardinale Matteo Zuppi, prevede la costruzione di un centro di identificazione nell'entroterra del Paese balcanico che potrà accogliere «fino a un massimo di 3 mila» persone, oltre a una struttura più piccola per il primo approdo nel porto di Shengjin, dove far attraccare le navi italiane con i profughi. I 673 milioni stimati per il costo del progetto saranno stanziati in dieci anni. Per le opposizioni il protocollo resta inapplicabile senza violare le norme italiane e internazionali sui diritti umani. Mentre per Amnesty international definisce la ratifica «vergognosa e pericolosa» e «rischia di danneggiare migliaia di persone che verrebbero portate in Albania e detenute dopo il loro salvataggio in mare». Matteo Marcelli
Migranti. Perego (Migrantes): «L'intesa Italia-Albania una sconfitta per la democrazia»
avvenire.it
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Oggi in Consiglio Nazionale abbiamo discusso dei partenariati per la migrazione. L’obiettivo di questi partenariati è intervenire direttamente nei paesi di partenza dei migranti, con effetti positivi per tutti. Durante il dibattito ho potuto segnalare la situazione di Chiasso, dove recentemente un richiedente asilo tunisino è entrato in un appartamento di via Soldini. Questa situazione non è accettabile e mina la coesione sociale. È fondamentale promuovere una politica che permetta al nostro Paese di rimpatriare i migranti che non hanno diritto all’asilo e che delinquono. Nel 2023, a Chiasso la polizia è intervenuta 648 volte e ad oggi abbiamo già raggiunto quota 170. Questo non è accettabile. Dobbiamo garantire la stabilità nel nostro Paese, favorire la convivenza civile e sostenere quei migranti a cui dobbiamo giustamente aiuto perché scappano da situazioni drammatiche. #Consiglionazionale #Nationalrat #migration #solidarieta #ilcentro #diemitte #lecentre #zuwanderung #Chiasso #Ticino #Svizzera #Switzerland
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“Ho preso una specie di corriera che partiva una volta alla settimana e che doveva coprire la tratta Burkina-Tahoua. Lì c’era molta gente in attesa della partenza: c’era un uomo che aveva tante macchine e che organizzava i trasporti dal Niger all’Algeria." Pochi giorni fa è stato pubblicato il report On this journey no one cares if you live or die – Abuse, Protection and Justice along Routes between East and West Africa and Africa’s Mediterranean Coast, redatto dall’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’ONU (UNHCR), dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e dal Mixed Migration Centre (MMC). Quello che risulta dalle voci dei migranti intervistati, sono esperienze drammatiche di cui non si parla abbastanza e di cui si ha poca conoscenza. Fin dalla partenza dal proprio villaggio o città e per tutto il viaggio, fino a posare il piede su una barca (se non vengono uccise prima), le persone migranti sono a rischio abusi e violenze di ogni tipo. Più che un rischio: subire violenze e abusi è una certezza. In totale, si sa che 1.180 persone sono morte durante la traversata del deserto del Sahara nel periodo compreso tra gennaio 2020 e maggio 2024 (IOM), ma si ritiene che il numero sia molto più elevato. Nello stesso periodo, circa 7.115 persone in movimento sarebbero morte o scomparse nel Mar Mediterraneo. Crimini contro l’umanità, morte, violenze sessuali e di genere, tortura e violenza fisica, rapimento a scopo di riscatto, tratta di persone, rapina, detenzione arbitraria, espulsioni collettive e respingimento. Questo è l’elenco non esaustivo degli “orrori inimmaginabili” che i rifugiati e i migranti sperimentano lungo le rotte che si estendono dall’Est e dal Corno d’Africa e dall’Africa occidentale verso le coste del Mar Mediterraneo e poi verso l’Europa. [...] 👉🏿 Continua a leggere l'intero articolo su @radiobullets https://lnkd.in/dUyCa6sC #unhcr #refugees #migrants #migranti #rottemigratorie #sahara #lybia #africa #esteri
A chi importa se vivi o muori?
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𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗠𝗼𝗻𝗱𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗥𝗶𝗳𝘂𝗴𝗶𝗮𝘁𝗼, 𝘂𝗻'𝗼𝗰𝗰𝗮𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗿𝗶𝗳𝗹𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗲 𝗮𝗴𝗶𝗿𝗲 Il Novecento è stato spesso definito l’età dei rifugiati, ad oggi se ne contano oltre 80 mila nel mondo. Ma chi sono i rifugiati? E, più precisamente, come si diventa rifugiati? Abbiamo cercato di raccontarvelo nel carosello e se volete approfondire i dati relativi è disponibile l'ultimo report UNHCR [Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati]. > https://lnkd.in/egu_vx8j #WithRefugees
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🛑🛑🛑 NON SOLO #GAZA: #SUDAN, REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO, MYANMAR, SIRIA.🛑🛑🛑 Il numero di persone in fuga nel mondo è oggi raddoppiato rispetto a 10 anni fa: sono 120 milioni. In un mondo in cui il diritto umanitario viene costantemente violato e la popolazione civile è un #target per chi combatte, il numero di chi fugge non può che continuare ad aumentare. Oggi nel 📊 Rapporto #GlobalTrends dell'UNHCR evidenziamo che: ✅ Il 73% dei #rifugiati sotto il mandato dell’UNHCR proviene da soli cinque paesi (Afghanistan, Siria, Venezuela, Ucraina e Sudan) ✅ La popolazione di rifugiati più numerosa a livello globale è quella afghana ✅ Iran (3,8 milioni), Turchia (3,3 milioni), Colombia (2,9 milioni), Germania (2,6 milioni) e Pakistan (2 milioni) ospitano le popolazioni di rifugiati più numerose. ✅ Nonostante la percezione, la stragrande maggioranza dei rifugiati è ospitata in paesi limitrofi a quelli della crisi (69%), e il 75% risiede in paesi a basso e medio reddito ✅ In #Italia, le persone titolari di protezione internazionale alla fine del 2023 erano circa 138.000, i richiedenti asilo 147.000 e oltre 161.000 i cittadini ucraini titolari di protezione temporanea, mentre si stima siano circa 3.000 le persone #apolidi ✅ Alla fine del 2023, tre quarti delle persone costrette alla fuga vivevano in paesi con un’esposizione elevata o estrema alle conseguenze del #cambiamentoclimatico. Serve #pace 🕊️ Serve cooperazione e #aiutoumanitario 🤝 Serve fermare il #climatechange ⚡️🌪️🔥💨🌩️ e mitigarne gli effetti 🌴🌳🌱🌿. Serve solidarietà 🫶e #inclusione. #withrefugees #WRD24
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Nel dicembre del 2015 i Ministeri degli Affari esteri e quello dell’Interno per lo Stato italiano e Comunità di Sant’Egidio, Tavola Valdese e Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) per la società civile firmano un Protocollo d’intesa sperimentale grazie al quale si apre la via ai corridoi umanitari, il cui scopo principale è “fermare il viaggio di morte e lo sfruttamento dei trafficanti di esseri umani che fanno soldi sulla vita di queste persone, fornendo un passaggio legale per raggiungere in sicurezza l’Europa, concedere ai beneficiari un visto umanitario e sostenerli durante il processo di integrazione nella società italiana”. Si tratta di un’iniziativa che nasce dal basso, dalla #societàcivile, che si fa carico per intero degli oneri (materiali e umani) del trasporto e dell’accoglienza, grazie a proprie risorse, di persone e famiglie particolarmente vulnerabili. I corridoi umanitari, per come sono strutturati in #Italia, attivano una #sponsorship delle organizzazioni di Terzo settore che tramite protocolli si impegnano alla gestione completa dell’accoglienza dei rifugiati, senza alcun onere per lo Stato che dunque di fatto delega alla società civile tutto l’impegno (anche economico) dell’accoglienza. Rappresentano quindi un’alternativa non soltanto ai viaggi pericolosi sulle rotte del #Mediterraneo e dei #Balcani, ma anche al resettlement, in quanto nei corridoi l’inclusione di individui che sono esclusi da altre forme di protezione è intenzionale ed esplicita. https://lnkd.in/gAfDE-7f L'esperienza dei corridoi umanitari è analizzata nel 16°capitolo del nostro Rapporto #ISMU consultabile in open access al link 🔗 https://lnkd.in/gXDCZnwp #Humanitariancorridor #civilsociety #europe
I corridoi umanitari per l'accoglienza - Fondazione ISMU
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Stima dei flussi di migranti forzati: un modello innovativo per l’assistenza umanitaria
Stima dei flussi di migranti forzati: un modello innovativo per l’assistenza umanitaria
saichetidico.blog
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Parlare di #Libia con equilibrio e senza farsi trascinare dall'emotività non è mai facile. In questo periodo storico, poi, le questioni #internazionali vengono spesso lette a pezzi, creando spazio per il fazionismo e togliendone all' #analisi e alle considerazioni sistemiche. Ho avuto bisogno di un po' di tempo per elaborare le storie, distaccarmi dalla sofferenza e vedere il quadro di insieme. L'#immigrazione (clandestina e non) viene da sempre politicizzata e strumentalizzata, perché il diverso non si conosce e fa paura; perché la sua gestione prevede un approccio multidisciplinare e può dare frutti solo nel medio, lungo periodo. Qui vi racconto cosa sta succedendo in Libia, accenno allo schema sotteso e spero che la riflessione sia sì sulla politica, ma anche sulla tutela di persone che - checché se ne dica - cercano (come facciamo tutti noi, in altri modi) di darsi una possibilità. #nordafrica #Libya #NorthAfrica #immigrants #Mediterraneo #politics #internationalpolitics #confini #migrationpolicies #partnershipItalyandAfrica #foreignaffairs #humanstories
Libia: ultima chance per chi spera, tassello politico per l’Italia
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