Freud e il mondo che cambia è strutturato in diversi capitoli, ognuno dei quali focalizza su un tema particolare, introdotto dalla domanda che Nicoli di volta in volta porge a Bolognini. Interrogativi molto argomentati che fungono da input per l’elaborazione delle idee e delle tesi che poi Bolognini analizza a fondo. Gli argomenti trattati spaziano dal rapporto con la tecnologia ai cambiamenti sul luogo di lavoro, dal rapporto con se stessi alle relazioni con gli altri e l’ambiente.
Post di Oubliette Magazine
Altri post rilevanti
-
Fa piacere ripubblicare questo testo ed il link articolo completo delle psicoanaliste dottoressa Anna Cordioli e dottoressa Laura Porzio Giusti: "Memorie dal presente. Cento anni di omotransfobia... per non ripetere" Di A. Cordioli e L. Porzio Giusto https://lnkd.in/dPD2pbwm "La coazione a ripetere non è un fenomeno che riguarda solo la singola psiche, ha una epifania anche a livello sociale, ma essa può essere riconosciuta solo se possiamo avere memoria del prima, se riusciamo a tenere a mente gli eventi accaduti nella stessa scena, oggi come nelle quattro generazioni prima. Come sostiene Fonda (2023) l’inizio di un’elaborazione dei grandi traumi sociali è realmente possibile solo attraverso lo scorrere di almeno un secolo. Solo con il trascorrere delle generazioni possiamo valutare se il deposito traumatico abbia preso vie realmente elaborative oppure se le violenze ritorneranno pressoché identiche al passato. Che la storia presenti dei cicli è cosa risaputa ma la questione è se, con il nostro agire quotidiano, stiamo collaborando con un moto evolutivo oppure con uno regressivo. Michel de M'Uzan (1969) distingue ciò che egli chiama il ripetersi del medesimo da ciò che invece chiama il ripetersi dell'identico. La ripetizione dell’identico esclude l'emergere del nuovo e della trasformazione. Ritrovare nel presente, elementi uguali a quelli del passato (le stesse parole, gli stessi ragionamenti, gli stessi gruppi sociali) getta l’umanità in una atemporalità del tempo circolare. La psicoanalisi ha però potuto osservare che esiste anche il ritorno del medesimo, ovvero una scena indubbiamente marcata dalla coazione distruttiva ma in cui nuove forze possono apportare trasformazioni lente ma vitali. Per poter osservare e distinguere questi due diversi processi, serve però saper ricordare, opporsi alla forza gommosa dell’oblio, soprattutto quello che cade a coprire scene altamente violente e dunque traumatiche. In particolare basta approfondire un po’ la storia per accorgersi che le aggressioni omo-lesbo-bi-transfobica tornano ciclicamente, più o meno sempre con le stesse parole e azioni." (Cordioli, Porzio Giusto, 2024, p. 219 ) Articolo pubblicato originariamente sulla rivista online "Gruppo: Omogeneità e differenze." sul numero monografico dal titolo "Crudeltà e follia nell’epoca dell’incertezza catastrofica del tempo digitale e della intelligenza artificiale." A cura di Cardia R., Colucci Mc., 2024, 10, pp. 219- 246. Buona lettura. #Psicoanalisi #memoria #Amigay #LGBTI
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
👉 Nasceva oggi, nel 1939, Michael S. Gazzaniga, psicologo e neuroscienziato statunitense. 🧠 Nel 1984 Gazzaniga pubblica “Il cervello sociale” presentando per la prima volta al mondo l’idea di “interprete”, un’area dell’emisfero sinistra atta a elaborare spiegazioni coerenti per la frammentarietà dell’esperienza. Tale concetto ha rivoluzionato non solo il modo in cui comprendiamo le funzioni cerebrali superiori, ma ha anche sollevato interrogativi profondi sul funzionamento interno della mente umana. La teoria dell’Interprete ha rappresentato una svolta epocale nel modo in cui la scienza comprende la coscienza umana. Questa teoria suggerisce che molte delle nostre percezioni di noi stessi e del mondo che ci circonda sono il risultato di un meccanismo cerebrale nell’emisfero sinistro che lavora incessantemente per creare ordine e coerenza da informazioni spesso disordinate e contraddittorie. Questo processo interno di narrazione aiuta a formare ciò che percepiamo come nostra autocoscienza e identità, portando alla luce la possibilità che queste narrazioni possano non essere sempre fedeli alla realtà, ma piuttosto costruzioni che servono a mantenere un senso di coerenza interna. #nascevaoggi #interprete #autocoscienza #coerenza #identità #narrazione
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
Per il nostro nuovo Numero di Psiche Rivista di Cultura Psicoanalitica abbiamo chiesto ad Anna Ferruta, una delle voci più autorevoli della psicoanalisi italiana ed europea, di definire il lemma Intelligenza all’interno della Rubrica da me curata La parola, le voci: lei è stata al gioco e ha snocciolato le sue idee. Il titolo del contributo di Ferruta è L’arte delle connessioni nel divenire del vivente. Ne propongo un breve estratto. * Per parlare di intelligenza dobbiamo immergerci nel campo del vivente, utilizzando le intuizioni più rilevanti emerse negli ultimi decenni nel campo di neuroscienze, biologia, psicoanalisi, nella direzione anticipata da Freud di tenere conto dei paradigmi dell’intersoggettività, che mettono al centro l’interazione corpo/mente, io/altro, soggetto/ambiente, in una rete di connessioni reciprocamente risonanti e trasformative. La specificità degli esseri viventi è il loro nascere e crescere in relazione con l’ambiente costituito da altri esseri viventi che interagiscono con loro: quando un sistema si chiude su se stesso, gli scambi si affievolisco no sino a estinguere il soggetto vivente, in un processo di entropia negativa. La psicoanalisi integra queste transizioni che fanno guardare al campo delle interazioni in modo non deterministico, ma come un contesto ricco di potenzialità, intessute di innumerevoli elementi che inducono il sistema a oscillare tra più possibilità e a consentire il dispiegarsi di più strade accessibili. In questo senso la cultura psicoanalitica può rappresentare un ponte, il fecondo campo transizionale in cui sviluppare nuove visioni e nuovi pensieri, una epistemologia complessa, un’arte-scienza, in grado di intercettare le nuove sfide della complessità. Si apre il campo, proprio del vivente, dell’interazione che si sviluppa in un certo ambiente con proprietà trasformative. * Psiche è la Rivista di interfaccia con la cultura e la società della Società Psicoanalitica Italiana. https://lnkd.in/dBPDiBN4 https://lnkd.in/dVgmUVdZ #culturapsicoanalitica #rivistapsiche #intelligenze #annaferruta
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
Studi sull’ideologia Prima parte I tre livelli dell’ideologia (Contro la guerra tra i sessi) Le ideologie possono essere analizzate facendo riferimento a tre livelli interfunzionali, che si chiariscono e si rafforzano a vicenda. In primo luogo, tutte le ideologie hanno sempre avuto una vetrina attraente necessaria a compattare e aggregare attorno a sé, ingenerando persuasione. A questo livello esterno è affidato il compito di produrre e di diffondere le parole d’ordine. Il livello più interno e profondo è formato dal nocciolo duro che costituisce la materia sulla quale le ideologie lavorano effettivamente, plasmando la coscienza degli individui e la loro rappresentazione della realtà. https://lnkd.in/dwT2a27K
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
SNODI Legami alla luce della psicoanalisi Padova, febbraio - giugno 2025 In passato, l’ideale era il fondamento delle comunità. Oggi, le identificazioni tradizionali di nazionalità, classe sociale, professione, famiglia, non tengono più e così si produce uno sradicamento. Ogni soggetto è ridotto al suo piccolo godimento, alle singole dipendenze, ai propri consumi. In più il funzionamento contemporaneo offre continuamente falsi oggetti che annullano relazioni e incontri. Il nostro tempo è testimone della messa in discussione delle strutture e delle istituzioni sociali. I discorsi dominanti non creano un legame sociale, al contrario, si assiste a una disintegrazione della convivenza. La letteratura, il cinema, la videoarte, le molteplici espressioni artistiche con cui veniamo a contatto, fanno parte di una pratica relazionale che invece rinsalda il legame tra singoli. L’arte, potremmo dire, aiuta a dare forma ed espressione agli interrogativi e alle pulsioni che ci scuotono. Jacques Lacan afferma: "non c’è altro che questo, il legame sociale” perché non possiamo che partire da questo reale: non viviamo mai soli. Non possiamo vivere senza gli altri. L’essere parlante è, per dirla con Aristotele, un animale politico o sociale. È una questione vitale. L’esperienza umana lo mostra in ogni momento. Lacan lo chiama il discorso perché il discorso è il legame tra coloro che parlano, è il legame che tiene insieme i corpi. Nel corso dei cinque incontri esamineremo come corpo, affetti e discorso si annodano e si sbrogliano nelle varie forme di arte e di esistenza: dalla famiglia all’innamoramento, passando per il partner-sintomo. Partecipazione gratuita con iscrizione obbligatoria: padova@slp-cf.it ECM: 19.5 crediti per le professioni sanitarie (iscrizione €110) Istituto Freudiano Scuola Lacaniana di Psicoanalisi del Campo Freudiano #psicoanalisi #freud #lacan
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
Il nodo cruciale si dipana in una rete di intersezioni semiotico-psicodinamiche, dove l’intrico dei processi omeostatici si annoda a un circuito tautologico di rimandi tra Es e Super-Io, in cui il locus del controllo interno si disloca in un eterno ritorno dell’inconscio, perennemente oscillante tra il simbolico lacaniano e la pulsione freudiana sublimata. Tale configurazione genera non solo un’eterocronia cognitiva – una sorta di entropia psicotemporale – ma si amplifica in una stratificazione plurale di sovrastrutture interpretative che implode in una sovrapposizione schizomorfa delle istanze pulsionali con il filtro sovrastrutturale del pensiero autoriflessivo, configurandosi come un labirinto psicoanalitico autoreferenziale privo di uscita. In questo complesso teatrino psichico, il sé si ritrova fratturato e dislocato in una pluralità centrifuga di simboli che, lontano dal costituire un’identità coesa, si frammentano in una dialettica di opposizioni interne, dove ogni istanza – pulsione, desiderio, bisogno – si rispecchia e si scontra in un gioco di rimandi speculari che non fanno che amplificare il vuoto centrale della struttura. In tal senso, la dissociazione prototipica non agisce più semplicemente come un meccanismo difensivo, ma assume il ruolo di amplificazione metapsichica di un conflitto che è già sineddochicamente introiettato nella matrice epistemica della coscienza. Da questa base, emerge una dinamica ricorsiva dove il pensiero, tentando di esaminare e ricomporre la propria frattura, si perde in una spirale di retroazioni iterative. Ogni tentativo di rimodulare gli schemi neurali o di riscrivere i paradigmi cognitivi non fa altro che reiterare il ciclo tautologico del sistema, un sistema che vive in una sorta di autopoiesi entropica, in cui l’assenza di un punto fermo – di un’ancora ontologica – costringe il soggetto a un continuo spostamento, una migrazione esistenziale perpetua tra frammenti di senso. Tale spostamento si configura, dunque, come un’esistenza schizotimica che non si limita a interpolare pulsioni e desideri, ma trasfigura il rapporto stesso tra soggetto e significante. Ci troviamo così intrappolati in un vortice semantico, un caos di simboli e significati che non fanno altro che autoalimentare l’assenza del sé in favore di una polifonia iperstrutturale. In questo scenario, l’individuo si smarrisce tra le maglie di una sintassi esistenziale complessa, dove la retroazione omeostatica agisce non come equilibrio, ma come meccanismo di destabilizzazione perpetua. La questione diventa quindi eminentemente sincretica e richiede una rimodulazione non tanto degli schemi neurali, quanto del linguaggio stesso con cui questi schemi vengono descritti e compresi. Tuttavia, tale rimodulazione non può avvenire senza una decostruzione profonda delle fondamenta epistemologiche e semiotiche che sostengono la nostra comprensione del mondo.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
ATTENZIONE, ENERGIA e REALTÀ IMMAGINALE La visione immaginale è una corrente psicologica, avviata in occidente dallo psicoanalista svizzero C. G. Jung. Tutta la realtà, nelle sue forme sostanziali, i suoi colori, le sfumature e le energie che emana, é definita, non solo dalle nostre percezioni ma anche dal nostro APPRENDIMENTO; anche dalle nostre codifiche ESTETICHE, e da come sovrapponiamo quella immagine alle nostre memorie di esperienze. La realtà è sempre IMMAGINALE e le parole, sono pennellate cognitive, che narrano questa realtà che dipende dai nostri parametri di apprendimento, sia di DISCRIMINAZIONE che di DESIGNAZIONE; Il sistema COGNITIVO agisce così, come anche la mente di ogni singola cellula. Domenico Di Lauro, Cognizione, Archetipi e Realtà Immaginale. Foto di proprietà: L'alba dell'eden
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
La relazione tra #mente e #corpo ha da sempre rappresentato un tema centrale per la #psicoanalisi e per le #neuroscienze entrambe impegnate a comprendere il #sé nella sua complessità. In quest'episodio, Rosa Spagnolo presenta le proprie riflessioni sul tema, pubblicate nel suo recente libro scritto con Georg Northoff, edito da Franco Angeli e intitolato "II sé dinamico in psicoanalisi". https://lnkd.in/db652xDH
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Fra una settimana, a Parigi, in occasione del 60° anniversario dalla nascita della S.E.P.T., la Società di studi pratici e teorici dello psicodramma freudiano, avrò il piacere di poter partecipare ad un Convegno internazionale, dal titolo "Nuove narrazioni per superare gli ostacoli sociali". Per chi non lo conoscesse, lo psicodramma freudiano è un dispositivo gruppale psicoanalitico che nasce all'inizio degli anni '70 dalla rilettura ed elaborazione del metodo psicoterapico creato da Jacob Levi Moreno. Lo psicodramma freudiano nasce ad opera dei coniugi Gènnie e Paul Lemoine, che ne danno una rilettura analitica, avvalendosi della teoria di S. Freud e dell'insegnamento di J. Lacan. In un luogo particolare che è il gruppo, lo psicodramma permette di dar vita al discorso dell'inconscio attraverso il "dire" dei partecipanti che, attraverso il gioco e l'implicazione corporea, diventa anche un "fare". Si tratta di un luogo di lavoro in cui la parola, il dire appunto, si manifesta attraverso il gioco, la messa-in-scena. Il mio intento sarà quella di poter portare degli spunti di riflessione e possibili visioni, da elaborare e dibattere insieme agli altri colleghi, anche alla luce delle personali sperimentazioni in ambito lavorativo che si traducono in esperienze dalle quali è possibile misurarne la fattibilità, sulle potenzialità di impiego dello psicodramma, non solo con adulti, ma anche con soggetti in età evolutiva. . . #psicoanalisi #freud #lacan #psicodramma #etaevolutiva #Parigi
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
#giorgiocolli #vissutezza Oggi al master di Neuroscienze, Mindfulnerss e pratiche contemplative dell’ Università di Pisa ho portato in aula Giorgio Colli con quel timore che si prova quando si parla di un autore del suo peso. Riporto qui un concetto a me tanto caro del suo pensiero. La “vissutezza” teorizzata da Giorgio Colli si configura come una modalità originaria dell'esperienza che precede ogni mediazione rappresentativa e linguistica. In questa dimensione pre-riflessiva, l'esperienza si manifesta nella sua totalità indivisa, dissolvendo la dicotomia soggetto-oggetto e inaugurando una forma di conoscenza che trascende le categorie del pensiero discorsivo. Questo stato di pura presenza, che richiama per certi versi gli stati meditativi profondi, include tanto la corporeità quanto l'affettività prima che intervengano le strutture categorizzanti dell'intelletto. Non a caso, le pratiche meditative offrono una via concreta per accedere a questa dimensione immediata dell'esperienza, dove il pensiero discorsivo si quieta permettendo l'emergere di una conoscenza diretta della realtà. La riflessione di Colli sulla vissutezza acquista particolare rilevanza nell'epoca contemporanea, dove l'esperienza è costantemente mediata dalla tecnologia. In questo contesto, essa indica una possibilità concreta di rapporto più autentico con la realtà, una modalità dell'essere che, pur non potendo essere catturata dal pensiero discorsivo, può essere effettivamente esperita nella sua pienezza originaria.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-