C di Henri CARTIER-BRESSON “Osservo, osservo, osservo. Sono uno che comprende attraverso gli occhi” diceva Henri Cartier-Bresson, un artista che non ha bisogno di presentazioni, riconosciuto come uno dei più grandi fotografi mai esistiti grazie alla sua capacità di cogliere “il momento decisivo”, che ha saputo catturare con la sua Leica le immagini di un’epoca, tra storia e grandi personalità. Nel 2020, le sue fotografie sono state protagoniste della grande mostra “Le grand jeu” a Palazzo Grassi, un progetto inedito basato sulla Master Collection, una selezione operata dallo stesso Cartier-Bresson degli scatti che lui stesso riteneva i migliori della sua carriera, di cui uno degli esemplari esistenti è conservato presso la Collezione Pinault. Attraverso lo sguardo di 5 curatori d’eccezioni invitati a portare il loro sguardo sul Masterset, il collezionista François Pinault, la fotografa Annie Leibovitz, lo scrittore Javier Cercas, il regista Wim Wenders e la conservatrice Sylvie Aubenas, la mostra “Le grand jeu” è stato un progetto unico, il confronto inedito tra cinque punti di vista sul lavoro dell’“Occhio del secolo”. Sul nostro video-channel vi invitiamo a un tuffo nel passato con la video intervista al curatore generale della mostra Matthieu Humery e uno snippet del film che Wim Wenders aveva realizzato in occasione della mostra! Ripercorrete ogni giorno l’universo della Pinault Collection a Venezia dalla A alla Z! © Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos
Post di Palazzo Grassi - Punta della Dogana - Pinault Collection
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Abbiamo il piacere di annunciare la partecipazione della nostra Sharon Formichella Parisi alla collettiva di fotografia a cura di Alberto Desirò di AD Gallery che si terrà dal 5 al 19 ottobre 2024 presso la Sala Campolmi, Via Puccetti 3, Prato. Vernissage sabato 5 ottobre ore 17,00 “L'autoritratto è una forma d'arte che esiste da secoli, ma ha assunto nuove forme e significati nella fotografia contemporanea. Gli artisti contemporanei utilizzano l'autoritratto per esplorare una vasta gamma di temi, tra cui l'identità, la memoria, la sessualità e la politica. “Io, frammenti: autoritratti nell'era contemporanea” una mostra collettiva dedicata all'auto scatto nella fotografia contemporanea, una ricerca sulle molteplici identità femminili e maschili. Uomini e donne che riflettono introspettivamente usando lo strumento fotografico come mezzo artistico con le proprie modalità espressive. L'auto ritratto non è solamente la raffigurazione dell’aspetto fisico, la descrizione di una persona, è soprattutto una rappresentazione psicologica o morale e probabilmente entrambi i fattori insieme di noi stessi. Ed è quasi sempre un lavoro 'intimo' atto non solo ad una rappresentazione di noi stessi, bensì inteso come processo terapeutico. Il racconto dell’intimità è la chiave dominante della mostra. In forma di documentazione fotografica, anche in modo involontario, ma in modo semplice e necessario l'autoritratto diventa importante momento di espressione del percorso artistico e della vita degli autori. Il tema è stato stimolo per spingere gli autori a sviluppare espressioni artistiche attraverso lo strumento fotografico e interrogarsi sulla propria identità con le emozioni scaturite dal processo creativo. La Fotografia è lo strumento ideale per esprimersi in modo creativo su temi che riguardano le questioni personali, sociali e attuali.” #sharonformichellaparisi #diemauerartecontemporanea #contemporaryphotography
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🎨 Quando l’arte ti inganna… Al Museo d’Orsay di Parigi c’è un momento che disorienta. Davanti al monumentale dipinto di Thomas Couture, I Romani della decadenza, un bambino sembra intento a disegnare. È un gesto che appare familiare: il tentativo spontaneo di catturare la grandezza attraverso la riproduzione. Ma avvicinandosi, si scopre l’inganno: quel bambino non è un visitatore, ma una scultura iperrealistica, opera del duo Elmgreen & Dragset. Il bambino è immobile, ma in un certo senso è vivo. È l’essenza della contemplazione creativa, un’immagine che parla della trasmissione della cultura, della curiosità, del tentativo di imparare facendo. Posto di fronte a un dipinto che narra l’eccesso e il declino, questa figura muta sembra rappresentare il contrario: la speranza in un nuovo inizio, l’arte che forma e ispira. Elmgreen & Dragset non hanno semplicemente creato un’installazione: hanno messo in scena un dialogo silenzioso tra passato, presente e futuro. E noi, spettatori, diventiamo parte di questa scena, osservando l’osservatore, risucchiati nel circolo infinito di domande: 🖋️ Quanto l’arte del passato ci guida? 🖋️ Quanto siamo ancora capaci di fermarci per comprenderla, non solo per guardarla? Questo bambino non ci dice nulla, ma ci insegna tutto. Non è solo una scultura, è un promemoria: l’arte non è qui per essere consumata, ma per essere assorbita, anche con lentezza. 💡 Un’esperienza che ribalta la percezione e chiede: tu come stai vivendo l’arte? Stai copiando, creando o capendo? Raccontatemi il vostro punto di vista: quando è stata l’ultima volta che l’arte vi ha sorpreso? #ArteContemporanea #ElmgreenAndDragset #MuseoDOrsay #Inspiration
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Attraverso vari progetti espositivi, il suo lavoro pittorico si concentra sulla società contemporanea, ricca di simboli e informazioni, mettendo in luce il potere iconico delle immagini.
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un mio articolo per ReWriters
Claudia Peill a Roma Capitale con la mostra fotografica “Oltre il presente” Ce ne parla Monica Riccio, giornalista, nel blog "Sportivamente", qui 👇 https://lnkd.in/g4tnSgzv Rewriters.it è diretto da Eugenia Romanelli con Caporedattrice Monica Riccio. #sostenibilitàsociale #unicità #fotografia #arte #mostra DIREZIONE MUSEI STATALI DELLA CITTA DI ROMA Ministero della Cultura Artribune Il Giornale dell'Arte | Società Editrice Umberto Allemandi Zètema Progetto Cultura
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Ultimo giorno oggi per visitare #ThePhair, l’appuntamento torinese dedicato alla fotografia giunto quest’anno alla quinta edizione ed ospitato alle OGR Torino. Tra i progetti che mi hanno convinta di più, quello di mc2gallery con un solo show dedicato all’artista olandese #CasperFaassen. L’articolo completo l’ho scritto nel mio #blog!
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Stiamo cercando due artisti per completare la mostra: / AUTO-RITRATTO #04 / FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA / AD Gallery - contemporary photography gallery L'autoritratto nella fotografia contemporanea: un viaggio attraverso l'identità e l'espressione di sé. A cura di Alberto Desirò IN COLLABORAZIONE CON La Toscana nuova - Mensile di arte, cultura e attualità - Universo Foto - TFS Magazine - Universo Foto - TFS Magazine https://lnkd.in/gxj8kJ7 L'autoritratto si intreccia con la performance art, creando immagini che documentano azioni, trasformazioni e interazioni con lo spazio e il tempo. Temi chiave: Gli artisti indagano la propria identità in relazione a molteplici fattori come il genere, la sessualità, la cultura, l'etnia e la storia personale. L'idea di un sé unitario viene messa in discussione attraverso la rappresentazione di molteplici aspetti dell'artista o la creazione di immagini frammentarie e composite. Il corpo diventa un mezzo di espressione artistica, utilizzato per esplorare tematiche come la sessualità, la vulnerabilità, la disabilità e la trasformazione fisica. L'autoritratto si intreccia con la performance art, creando immagini che documentano azioni, trasformazioni e interazioni con lo spazio e il pubblico. Gli artisti contemporanei rivisitano e reinterpretano generi tradizionali della ritrattistica, creando un dialogo con la storia dell'arte e con i maestri del passato.
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✨ Nuovo evento ✨ Ischia Film & Art Festival Luchino Visconti - VII edizione 2024 Collettiva di Pittura, Fotografia, Digital Art “Dimensioni Magiche del Cinema” In questo evento presento la mia opera “Paradosso di Libertà” 50x100 cm tecnica: foto d’autore su tela postprodotta lavorata con acrilico e tecnica mista Le giostre nel cinema non sono solo un’attrazione visiva, ma un potente simbolo che evoca una vasta gamma di emozioni e significati. Come nel quadro, la pellicola inizia a girare e lo spettatore sale a bordo, venendo trasportato in mondi straordinari e incantati. Questo viaggio rappresenta l’avventura e la fantasia che il cinema può offrire, portando gli spettatori in luoghi al di là della loro immaginazione. Tuttavia, le giostre vanno oltre il mero divertimento. Esse simboleggiano anche la nostalgia per il passato e l’instabilità della vita. Attraverso i loro movimenti circolari, le giostre rappresentano il ciclo della vita, con i suoi alti e bassi, riflettendo la natura mutevole dell’esistenza umana. Le giostre sono state raffigurate in molti film, ma diventano anche simbolo di avventura, nostalgia, rischio, infanzia, felicità, e fuga dal quotidiano. Esse sono il luogo dove i personaggi si confrontano con sé stessi e con il mondo che li circonda, trovando conforto, gioia o anche pericolo. Per me rappresenta un elemento iconico nel cinema, in grado di evocare emozioni profonde e coinvolgere l’immaginazione degli spettatori in un viaggio emotivo e psicologico.
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Esamina l'opera di Carrie Mae Weems, che utilizza la fotografia per affrontare questioni di razza, classe e genere nella società contemporanea. La fotografia è un potente mezzo di espressione artistica e sociale. Pochi artisti contemporanei hanno utilizzato questo mezzo con la stessa efficacia di Carrie Mae Weems. #critici #artisticontemporanei #carrieraartistica #artista #fotografi #ArteCONCASAI #Visita #istituzioni #CarrieMaeWeems
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Nuova Galleria Morone presenta Alfabeto Blanco, una mostra di Giovanni Blanco (Ragusa, 1980) a cura di Gabriele Salvaterra. Gioie oscure per un archivio Blanco. Quando si resta rinchiusi negli spazi fisici e mentali più asfittici, dove l’aria non circola per nulla, diventa vitale aggrapparsi a qualcosa, ricominciare con le azioni più basilari e anche stupide pur di trovare un appiglio grazie al quale uscire dal pozzo. Ci si rivolge al proprio archivio personale, a un Atlas privato, all’insieme di immagini che tra casualità, attenzione e pigrizia vengono accumulate e messe da parte per anni su banali supporti fotocopiati. Siamo di fronte alla pratica della ripetizione, al guardare alla realtà in maniera mediata, strategia ormai propria di una certa pittura contemporanea che trova più autentico descrivere il mondo attraverso i suoi simulacri che non guardandolo dritto negli occhi (e in fondo coinvolgere i simulacri in questa visione non è altro che un modo di guardare negli occhi in maniera più completa). Siamo di fronte a una reiterazione, al compimento di un ciclo auto- imposto che ha a che fare con la meditazione della preghiera: un salmodiare dalla mancata praticità che raggiunge il suo senso solo alla fine del percorso nella chiusura del cerchio rituale. Nel caso di Giovanni Blanco tali azioni duplicate non possono non riguardare anche una maestria e una virtuosa confidenza che rende questi tasselli archivistici preziosi come gioielli umor petrolio dal sentore cronachistico (ma che parlano di quale cronaca? Di quale attualità?). Ma non si può neanche fare a meno di notare che, forse per la prima volta, la serialità di un progetto claustrofobico ha anche abbassato il calore espressivo, ha raffreddato la temperatura esplicitamente autobiografica, traendone giovamento, ottenendo una misteriosa generalità a partire da una condizione che, al contrario, riguardava proprio la chiusura in se stessi. Dall’ombelico al cosmo. Giovanni Blanco è nato a Ragusa nel 1980. Studia pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna con Massimo Pulini. La sua ricerca espressiva si costella di un immaginario poetico concepito per cicli narrativi, dove ogni singola immagine è pensata come un frammento di un discorso più ampio, “plurale”, vivendo così l’esperienza della pittura come un mezzo e mai come un fine. "Per me il quadro è un dispositivo aperto, portatore di sconfinamento e memorie, al fine di organizzare pensieri che sappiano restituire questo mio sguardo pluridirezionale." Attualmente vive e lavora a Modica (RG).
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