L di Lee LOZANO Disegni “cartooneschi” in cui strumenti e corpi sono eroticamente combinati, tele espressioniste e dipinti astratti con una minacciosa lucentezza metallica. Stiamo parlando dell’imprevedibile lavoro di Lee Lozano. L’artista, che ha intenzionalmente concentrato la sua carriera negli anni ’60 per concluderla all’inizio degli anni ’70, sfida le convenzioni e mostra con il suo lavoro una libertà totale. Spesso collegata all'arte concettuale, l'opera di Lee Lozano si è rivelata difficile da classificare. Spesso presenta organi - mani, bocche, peni, vulve - ma anche strumenti - cacciaviti, trapani, tubi - e talvolta le due cose si intrecciano. Queste associazioni crude, divertenti o inquietanti, talvolta accompagnate da un testo, offrono una profonda riflessione sul rapporto tra corpo e oggetto, desiderio e sessualità. L'opera di Lee Lozano è stata esposta per la prima volta dalla Collezione Pinault in occasione della mostra “Mapping the Studio” a Palazzo Grassi nel 2009 e di nuovo in occasione di diverse altre mostre a Venezia. Nel 2023, la Pinault Collection ha presentato Strike, una mostra di Lee Lozano alla Bourse de Commerce - Pinault Collection, nell'ambito della stagione “Mitologie Americane”: una serie di mostre personali - Mike Kelley, Mira Schor e Serpas - caratterizzate da controculture e dal rifiuto di seguire le regole del gioco. Ph: © Fulvio Orsenigo
Post di Palazzo Grassi - Punta della Dogana - Pinault Collection
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Scopri come Giorgio Morandi ha trasformato oggetti quotidiani in capolavori minimalisti. Giorgio Morandi, uno dei più grandi pittori italiani del XX secolo, è noto per la sua capacità unica di trasformare oggetti quotidiani in capolavori minimalisti. #arteconcettuale #AgnesMartin #GiorgioMorandi #minimalismo #ArteCONCASAI #Filosofia #artisticontemporanei
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Il Magazine Ignorarte intervista il gallerista e collezionista Roberto Papini Roberto Papini nel mondo dell’arte, come lo definisci? Per Roberto Papini è sempre più̀ difficile riconoscere cosa sia arte e cosa non lo sia: il confine tra le due non è chiaro e distinto, si tratta di una scommessa. Ma, una volta che l’artista vede riconosciuto il suo ruolo, il problema della distinzione tra arte e non arte smette di esistere perché́ quella fatta da lui è arte e se l’osservatore non la riconosce come tale significa che non è in grado di capirla. L'oggetto d’arte è paragonabile ad un testo che per essere tale deve soddisfare in primis una richiesta di leggibilità̀. Certamente il testo estetico ha determinate caratteristiche come quelle di essere ambiguo e autoriflessivo, ma è di fondamentale importanza, affinché́ vi sia una risposta da parte dell’osservatore, il codice con cui il messaggio dell’artista viene trasmesso. Non tutto deve apparire chiaro, ma alcune regole devono per forza esserlo anche per l’osservatore altrimenti l’opera d’arte rimarrà̀ per lui solamente una cosa astratta. Roberto Papini con i suoi pensieri filosofici si rispecchia nell'arte contemporanea di oggi in quanto riflette ed instaura rapporti rendendo l’osservatore partecipe della riuscita dell’opera stessa. Alla categoria di bello viene così sostituita quella di interessante, concetto che aggiunge al precedente una componente intellettuale: un’opera non viene più̀ percepita per la sua bellezza, ma per la sua capacità «di stimolare sia i sensi sia il pensiero». L’opera d’arte non va più̀ solo guardata, ma comincia a venir letta, come un testo. In questo modo l’osservatore di opere d’arte non è più̀ un semplice spettatore, ma diventa fruitore, assume cioè̀ un ruolo più̀ attivo nella relazione con l’opera d’arte. Cosa deve avere un artista per stuzzicare la tua curiosità? Per l’artista non ci sono regole fisse, tranne una, quella della leggibilità̀, che, a mio avviso, non è un limite, ma uno stimolo. Gli artisti contemporanei oggi hanno a che fare col limite e spesso tendono a sfidarlo sempre di più̀. Ma si tratta solo di una provocazione oppure dietro queste opere sensazionali si nasconde....
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- Arte per il Sabato - “Merda d’Artista” di Piero Manzoni (1961) E’ probabilmente una delle opere più note dell’arte concettuale. Ne furono realizzati novanta esemplari di cui oggi ne sono rimasti circa settanta. Il contenuto delle scatole sigillate, etichettate e simili a quelle della carne conservata, pesa trenta grammi. Il prezzo di vendita era ufficialmente quello dell’oro zecchino, ma la transazione doveva avvenire mediante scambio diretto con il metallo prezioso, senza l’intermediazione del denaro. Cosa veramente contenessero le scatole nessuno lo sa. Pippa Bacca - nipote dell’artista e a sua volta artista e protagonista di una tristissima vicenda di cronaca - disse che contenevano marmellata. Ma ciò che conta, come in tutta l’arte concettuale, è l’idea. Una chiave interpretativa dell’opera è la messa in ridicolo del sistema dell’arte, alludendo al fatto che un artista sostento dalla critica, troverebbe mercato al di là delle proprie qualità. Benché già dal “dada” - ad esempio “L.H.O.O.Q.” di Marcel Duchamp - sia andata in scena l'irrisione dell’arte, va detto che il "concettuale" passa messaggi più complessi. Abbiamo visto ad esempio il discorso di Kosuth e di Bochner sulla lingua; quello di Opałka sul tempo, la provocazione di Paolini sul rapporto tra opera e spettatore e il viaggio onirico nella memoria di Boltanski. Manzoni studia e sperimenta l’opera in funzione del corpo dell’artista e a volte di quello dello spettatore, come in “Base magica”, un supporto sul quale chiunque può essere considerato scultura. Nel caso dell'opera qui presentata il rapporto è simbolico giacché è precluso il contatto diretto con il contenuto della scatoletta. Sulla stessa linea ricordiamo “Impronte", “Fiato d’artista”, come pure il progetto delle fiale di “sangue d’artista”. E così il corpo diventa firma, sigillo e certificato di autenticità. Ma sopratutto si pone sacralmente come reliquia. #arte #art #arteconcettuale
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PINO GUZZONATO, L'ARTISTA DELLA CARTA E IL VALORE DELLA RICCHEZZA DEI PUNTI DI VISTA Pino Guzzonato è un artista davvero particolare. Ed enormemente ammirato. La sua arte nasce dal pensiero, com'è logico, e dalla sensibilità con cui scruta il mondo. Poi la compone, da sempre, a modo suo, utilizzando materiali ai quali non si pensa molto spesso, quando si tratta di concretizzare le ispirazioni. Da una quarantina di anni a questa parte, è la carta il suo vero tratto artistico distintivo. Materiale povero (e anche questa è una scelta ben precisa) che crea lui stesso (le mani, lo strumento tecnico dell'artista) utilizzando non soltanto la cellulosa di scarto, ma anche fibre tessili e legno. Le sue creazioni sono diventate autentiche icone, richieste in moltissimi musei ed esposizioni, per il loro carico di ricca semplicità, capaci di esprimere messaggi importanti confezionati in modi sorprendenti e inattesi. In questo video non parlo di creazione di posti di lavoro o di ricadute economiche sul territorio. Pino mi ha colpito perché, da eccellente artista, ha consolidato in me la consapevolezza di un concetto chiaro: saper guardare la realtà da più punti di vista. Sì, perché la carta, visto che di questo si parla, non è "soltanto" carta. E', allo stesso tempo, tante cose: strumento di cultura perché gliela si imprime con lo scritto, involucro di un pensiero perché confeziona regali, elemento di immediata semplicità anche strategica perché permette di riportare velocemente un'idea. Perché, quindi, non considerarla anche un elemento d'arte? Creare dal nulla, modellare un sentimento, un ricordo, una provocazione, stimolando idee che potevano rimanere inespresse se nessuno avesse generato qualcosa in grado di generarle. Personalmente, quindi, nella sua arte ci trovo un richiamo all'attenzione al mondo, quello che non finisce dove vivo io ma che si arricchisce e si completa guardando fuori. E, forse, giustifica proprio quello che faccio ogni giorno...
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🎨 Quando una Banana Diventa Arte: Il Caso Maurizio Cattelan 🍌 L’arte contemporanea è fatta per scuotere, stimolare il dibattito e ridefinire le regole. Maurizio Cattelan, con la sua opera "Comedian", ha raggiunto tutto questo... e molto di più. Ma cosa rende unica questa banana attaccata al muro? È una riflessione sull’effimero. Un commento sulla mercificazione dell’arte. Un invito a riconsiderare il valore delle cose semplici. Nel nostro nuovo articolo, analizziamo la poetica di Cattelan e il suo percorso artistico, dalle opere più controverse come "Him" e "La Nona Ora" fino all’ironia di "Comedian". Un viaggio nell’arte che provoca e ispira. 📌 Scopri di più nel nostro ultimo post sul blog. #ArteContemporanea #MaurizioCattelan #ArteModerna #CriticaSociale #ArtBasel #InnovazioneArtistica #Cultura
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- Arte per il Sabato - “Giovane che guarda Lorenzo Lotto” di Giulio Paolini (1967) “Controfigura (critica del punto di vista)” di Giulio Paolini (1981) Ormai due classici dell’arte concettuale, queste fotografie realizzate su tela emulsionata. Il primo, “Giovane che guarda Lorenzo Lotto” del 1967, è un lavoro che riflette sull’atto di guardare l’opera d’arte. Si riprende il “Ritratto di giovane uomo” di Lorenzo Lotto e si attua un ribaltamento del punto di vista ponendo l’attenzione su ciò che sta fuori dalla riproduzione fotografica. La scelta del titolo rafforza il disorientamento: chi sta guardando l’uomo ritratto? Circa quindici anni dopo in “Controfigura (critica del punto di vista)” Paolini, con un fotomontaggio, sostituisce gli occhi del giovane con l’immagine dei suoi stessi occhi. Il ribaltamento delle parti è ancor più accentuato, entra in gioco anche il ruolo dell’artista che diventa, al tempo stesso, esecutore e fruitore dell’opera: guarda se stesso e insieme propone al pubblico il suo punto di vista. Nessuna soluzione in questo labirinto. Giulio Paolini disse in un’intervista: “L’arte non si preoccupa dell’osservatore, l’arte non osserva, l’osservazione è a senso unico, è lo spettatore che la guarda. Nella mia idea l’arte non ha nessun obbligo, va per conto suo. L’arte è oltre quella porta, non ci ascolta né si interessa a noi”. Il riferimento a un capolavoro del passato a me sembra così tanto post moderno. #arte #art #arteconcettuale
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FUORI DA DENTRO FILIPPO MORONI AND GIULIA NELLI Curatori An Paenhuysen e Mengyin Wang Fuori da Dentro è la mostra bipersonale di Filippo Moroni e Giulia Nelli nell'ambito di Artra Projects, progetto dedicato a giovani artisti. Moroni e Nelli espongono sculture, installazioni site-specific e le loro ultime opere. Prendendo ispirazione dalla tragedia e dalla commedia, il dramma del lavoro di Moroni si manifesta in ogni sua piega. L'artista gioca con la materia, testandone i confini nell'interazione emotiva. Lo fa in un processo ripetitivo di distruzione e reinvenzione. Da un lato, Moroni vuole accelerare il potenziale in decomposizione del suo lavoro, e dall'altro, è desideroso di ripristinarlo. Questo porta ad uno stato di fluidità, che si muove verso l'interno o verso l'esterno, culminando nel fatto che dopo la distruzione immaginativa, qualcosa rimane. Nelli studia le relazioni umane nella società. Come esseri, siamo in uno stato di costante scambio reciproco, pertanto l'esistenza può essere immaginata come una casa dalle finestre aperte. Una finestra è un oggetto fisso attraverso il quale si guarda. Ci dà una vista dell'esterno, ponendo dei limiti alla vita brulicante. Nel lavoro di Nelli, il ruolo stabilizzante della finestra tra esterno e interno è meno preciso. È convertito invece in uno schermo quasi fluente e fugace. Piuttosto che alla visione dell’esterno, l'artista sembra interessata a come la finestra getta luce all'interno. Il nylon nero suggerisce che è notte, mentre la sua morbida e porosa qualità permette ombre e increspature di luce riflessa. Il tessuto sintetico è anche il materiale con cui lavora Moroni. Sulle superfici sontuose, potrebbe essere catastrofe e tragedia, se non fosse per la texture sensuale, i colori brillanti, e le morbide pieghe. Il surplus di queste tele sovrasature suggerisce un impulso più profondo, forse tanto emozionante e pericoloso quanto il desiderio. Artificio e spirito di stravaganza si sono trovati qui, non importa a quale costo. Se si dovessero cercare riferimenti letterari, il lavoro di Nelli rimanderebbe agli scritti di Virginia Woolf, i cui principali romanzi iniziano tutti con riferimenti alle finestre. Spesso queste finestre offrono una sorta di libertà per contemplare e meditare, per immaginare e fantasticare tra interni ed esterni, tra vita privata e pubblica, tra il conosciuto e l'ignoto. "Il futuro è buio, che è la cosa migliore che il futuro possa essere, penso," Woolf scrive nel suo diario il 18 gennaio 1915. Galleria Artra Via Gasparotto 4, 20124 Milano 05 novembre al 20 dicembre 2024. Inaugurazione 5 novembre ore 18.00 Aperto dal lunedì al venerdì dalle 14:30 alle 19:00, sabato su appuntamento www.artragalleria.it Matteo Masciulli: +39 3423579950 Marcella Stefanoni: +39 3333260984 artragalleria@tin.it Instagram: @artra.galleria.milano
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Neri Pozza continua a essere un importante riferimento culturale. Ripercorrere alcune tappe della sua biografia ci aiuta a orientarci nella complessità del presente
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🍣 #Marcel #Duchamp (1887-1968) Considerato fra i più importanti e influenti artisti del XX secolo, nella sua lunga attività si occupò di pittura (attraversando le correnti del fauvismo e del cubismo), fu animatore del dadaismo e del surrealismo, e diede poi inizio all'arte concettuale, ideando il ready-made e l'assemblaggio. Immagine del post: #Marcel #Duchamp, Ruota di bicicletta (1913) ; dell'originale furono eseguiti altri esemplari. 🎉 E' la prima di quelle singolari realizzazioni dell'artista francese per le quali egli creò nel 1915, negli Stati Uniti, dove si era trasferito, l'espressione "ready-made", cioè oggetto già fatto, di uso comune elevato ad opera d'arte. In esso egli scopriva nuovi significati espressivi, in questo caso, la possibilità di partecipazione dello stesso spettatore che può intervenire facendo girare la ruota. 🎈 E' evidente l'intenzione ironicamente polemica e volutamente scandalistica che aveva lo scopo di esaltare la più esasperata indipendenza dell'artista, il quale negava così qualsiasi legame con un passato culturale. 🎯 #Duchamp esercitò un'influenza determinante sul movimento <<Dada>>, il cui nome fu scelto aprendo a caso il dizionario Larousse. Questo, dal 1915 al 1923 in Svizzera, in Francia, in Germania, negli Stati Uniti, continuò un'analoga battaglia contro l'arte tradizionale. La fotografia dell'opera illustrata come immagine del post è tratta da : M.Duchamp, Ready-Mades, 1913-1964, Galleria Schwarz, 1964. 🎭 Bibliografia: Pietro Bonfiglioli, Marzio Marzaduri, Culture. Ottocento e Novecento Zanichelli. Il volume sprovvisto del talloncino a fronte, è da considerarsi SAGGIO-OMAGGIO e non può quindi essere posto in commercio.
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Sai qual é l’ artista più caldo dell’ ultimo periodo? Sto parlando di Jean Micheal Basquiat che di recente sta segnando cifre da capogiro. Vuoi sapere perché questo artista é così amato dai collezionisti? Allora guarda il video fino alla fine e non dimenticarti di dirmi cosa ne pensi nei commenti. #art #arte #jeanmichelbasquiat #artadvisor #artcollector #artconsultant #artist #artepertutti
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