Mentre mi preparo a salutare il 2024 e ad accogliere il 2025, rifletto sul significato profondo del #lavoro; non solo come mezzo per guadagnarsi da vivere, ma come strumento di #dignità, #riscatto e #crescita personale. Questo #valore è particolarmente evidente per chi vive situazioni di marginalità, come le #personedetenute. Ieri l'intervento sul Il Sole 24 Ore del Presidente del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL) Renato Brunetta ha fornito alcuni spunti ulteriori in merito e vi consiglio di leggerlo. Il #lavoro non rappresenta soltanto un'attività quotidiana, ma una vera e propria #opportunità di ricostruire la propria #vita. Offre la possibilità di acquisire #competenze, costruire #relazioni sane e, soprattutto, riscoprire un senso di #responsabilità e #appartenenza. È un antidoto alla solitudine e un potente #motore per il #cambiamento. Come #comunità, #aziende e #individui, abbiamo l’#opportunità di sostenere #progetti che promuovano il lavoro come leva di #inclusione e #riabilitazione. Dare #fiducia a chi cerca un nuovo inizio non è solo un gesto di #solidarietà, ma un #investimento nel #futuro di tutti. Entriamo nel nuovo anno con l’impegno di creare più #opportunità per chi cerca di ricostruire. Perché il lavoro, in ogni sua forma, è un #diritto ed anche un #dovere morale per l’individuo. link: https://lnkd.in/esdb2czJ #NuovoAnno #Inclusione #Lavoro #Speranza #Riscatto #CNEL #ilsole24ore
Post di Paolo Fiorito Franchino
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Oggi a Trieste il terzo #FestivaldelCambiamento, organizzato dalla Camera di commercio Venezia Giulia in collaborazione con The European House-Ambrosetti per discutere di strategie e scenari di sviluppo, intercettare e anticipare i grandi cambiamenti nella società e nell’economia del nostro Paese con un respiro europeo ed internazionale. Nel suo intervento il presidente di #Unioncamere Andrea Prete ha parlato della problematica del #mismatch: "Ormai le aziende non trovano il personale necessario nel 50% dei casi, il 30% per mancanza di candidati, oltre il 15% per mancanza di #competenze. Questo ci è costato l'anno scorso 44 miliardi di euro di #PIL, un danno economico generato dal ritardo nella ricerca di personale qualificato. Come affrontare questo problema? Siamo partiti tardi con gli #ITS, in passato è stato compiuto il clamoroso errore di considerare l'istruzione tecnica come di serie B". Tra le tematiche affrontate dal presidente di Unioncamere anche quello delle #donne nel mondo del #lavoro: "Il loro livello di impiego nel nostro Paese è intorno al 50%, tra i più bassi in Europa. Non abbiamo creato le condizioni di assistenza per consentire loro di lavorare avendo dei figli. A tutto questo si aggiunge il problema dell'invecchiamento demografico: tra il 2002 e il 2022 la popolazione dei lavoratori tra 50 e 64 anni è aumentata di 3,5 milioni, mentre i lavoratori under35 sono diminuiti di 2,8 milioni di unità. Vanno quindi favorite politiche demografiche ma dobbiamo pensare anche ad un'immigrazione regolamentata e a frenare la fuga di cervelli".
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Il dato più significativo di queste Europee è, purtroppo, quello atteso: l’astensionismo. Un aspetto che continua ad essere sottovalutato dalla politica e che invece dovrebbe costituire una priorità per le istituzioni democratiche. Abbiamo addirittura rischiato di non raggiungere la soglia minima del 50%. Non è nostra intenzione puntare il dito contro chi ha deciso per il “non-voto”, ma se questa scelta individuale tocca simili proporzioni, significa che per la politica è arrivato il momento di fare seria autocritica, perché non si tratta di semplice disinteresse ma di un vero e proprio distacco. Occorre impegnarsi per rimediare, prima che la frattura diventi insanabile. #europee2024
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Italia, la terra delle disuguaglianze e dei privilegiati L'Italia è ormai diventata un palcoscenico dove sermoni e buone intenzioni si sprecano, ma i fatti restano assenti. Recentemente, durante un'intervista di Fabio Fazio a Papa Francesco, si è parlato di povertà e del mercato delle armi come motore delle disuguaglianze. Concetti condivisibili, ma che stridono con una realtà evidente: lo stesso conduttore guadagna circa 2,5 milioni di euro all'anno. Questo non è un attacco personale, ma una riflessione su ciò che rappresenta: un sistema che premia pochi privilegiati con cifre astronomiche, mentre milioni di italiani faticano ad arrivare alla fine del mese. Pensiamo ai medici, ai ricercatori, agli insegnanti: figure essenziali che ricevono compensi statali limitati rispetto all'importanza del loro lavoro. In Italia, parlare di giustizia salariale sembra tabù. I grandi mezzi di comunicazione non affrontano il tema con serietà, probabilmente perché significherebbe mettere in discussione i capitali di cui loro stessi fanno parte. Ma la vera solidarietà parte dalla capacità di mettersi in discussione, soprattutto da parte di chi possiede di più. Il cambiamento deve partire da un riequilibrio delle risorse: tassare adeguatamente i grandi guadagni, investire nella ricerca, nella sanità e nell'istruzione. Non è questione di ideologia, ma di giustizia sociale. #GiustiziaSociale #Disuguaglianze #Equità #Solidarietà #Economia#Lavoro #Ricerca #Istruzione #Sanità #Riforme #Italia
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Resa possibile dal crollo del sistema sovietico, che simboleggiava la divisione del mondo in due sistemi, la globalizzazione ha rappresentato una rivoluzione simbolica fondamentale che ha cambiato il nostro rapporto con il mondo. Operando una mutazione dal registro normativo a quello cognitivo, essa ha messo in concorrenza non più soltanto imprese e prodotti, ma anche sistemi sociali e nazioni intere, ponendo fine alla lenta ascesa delle classi medie e rendendo insostenibili le conquiste sociali concesse al mondo del lavoro, all’epoca del “trentennio glorioso” di crescita economica successivo al secondo dopoguerra (1945-1975). Attraverso il gioco delle delocalizzazioni e della messa in concorrenza, in condizioni di dumping, con il monte salari sottopagato del Terzo Mondo, ha distrutto il potere di contrattazione collettiva dei lavoratori e contemporaneamente ha attentato alla sovranità degli Stati, cui si è ingiunto di non fare più uso della loro volontà politica. È stato così costruito un mondo senza esterno, senza alternativa, ordinato alla sola legge e alla sola logica del profitto. Sostenuta dagli ambienti affaristici in nome del principio di libera circolazione delle persone, dei beni e dei capitali, la globalizzazione (saggiamente ritoccata da Fusaro in “glebalizzazione”) è difesa a sinistra per il suo cosmopolitismo morale e il suo umanesimo astratto, essendo tutti d’accordo, tanto a destra come a sinistra, nel legittimare le migrazioni internazionali di massa, l’universalizzazione delle norme, la pressione al ribasso sui salari e le minacce all’occupazione. La globalizzazione produce molti “vincitori” tra le élites ma milioni di perdenti nel popolo, il quale comprende per di più che la globalizzazione economica apre la strada alla globalizzazione culturale, suscitando al tempo stesso dialetticamente nuove frammentazioni. Abbiamo peraltro assistito alla quasi scomparsa delle famiglie sociologiche, in cui si votava alla stessa maniera di generazione in generazione. Ancora alla metà degli anni Sessanta, più si era cattolici, più si votava a destra e, sul piano sociale, più ci si identificava con la classe operaia, più si votava a sinistra. Da molto tempo non è più così. La volatilità elettorale non ha smesso di accentuarsi, a tal punto che non è raro incontrare persone che, nel corso della loro vita, hanno praticamente votato per tutti i partiti. Gli eredi del Sessantotto, i quali un tempo gridavano «vietato vietare» e «godere senza ostacoli» (due slogan tipicamente liberali), hanno dal canto loro compreso rapidamente che i loro desideri potevano essere soddisfatti meglio dal capitalismo liberale e sono così passati senza difficoltà dal “godere senza ostacoli” al “consumare senza limiti”, e dall’utopia della globalizzazione della società senza classi all’utopia della globalizzazione neoliberale. E.C.
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In questo #1Maggio, mentre celebriamo il #valore del #lavoro e l'importanza di chi contribuisce con sudore e dedizione al progresso della nostra #società, ricordiamo anche chi ha perso la vita lavorando. Ogni giorno, troppe persone non tornano a casa a causa di condizioni insicure e precarie. Che questa giornata sia un monito e una chiamata all'azione per combattere il lavoro #precario e per rendere i luoghi di lavoro sicuri per tutti. Dobbiamo impegnarci a creare un futuro in cui nessuno debba scegliere tra lavoro e sicurezza. Un futuro in cui i diritti dei lavoratori siano rispettati e in cui ogni vita sia protetta. Auguri a tutt* le lavoratrici e lavoratori, con la speranza di un domani più giusto e sicuro. #Lottiamo insieme per un mondo del lavoro in cui la sicurezza non sia un optional, ma un diritto fondamentale. Vi ricordo inoltre che 📢 La CGIL ha lanciato una campagna referendaria con 4 quesiti cruciali per migliorare il mondo del lavoro in Italia. Obiettivo: raccogliere 500mila firme per: 🟥 Abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi 🟧 Abrogazione delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese 🟩 Abrogazione delle norme che hanno liberalizzato l'utilizzo del lavoro a termine 🟦 Abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all'impresa appaltante La raccolta firme parte il 25 aprile con l’intento di portare questi temi al voto nella primavera del 2025. Per firmare ti basterà trovare il banchetto più vicino a te (solitamente situato nella principale piazza della tua città), in alternativa potrai firmare anche online cliccando sul link qui di seguito: 👉 https://lnkd.in/d4iDugUS È il momento di far sentire la nostra voce! ✍️ #CampagnareferendariaCGIL2025 #cgil #filtcgil #primomaggio
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Le esperienze che viviamo ci plasmano, ci fanno crescere e, soprattutto, ci fanno comprendere il vero significato dell’impegno. Dopo anni di lavoro nel settore sanitario e sindacale, ho maturato una certezza, il cambiamento non può rimanere un’idea, deve diventare azione. ♿️🏥Ho visto da vicino le difficoltà di chi lavora ogni giorno per garantire salute e benessere ai cittadini. Ho ascoltato le voci di 🧑⚕️💊infermieri, operatori sanitari, pazienti e famiglie che chiedono solo il giusto rispetto e servizi adeguati. Ho combattuto battaglie sindacali per difendere i diritti di chi è in prima linea, spesso senza le tutele che merita. Ma denunciare i problemi non basta. Bisogna lavorare affinché le cose cambino davvero. E per farlo, serve un impegno politico concreto, fatto di competenza, ascolto e determinazione. 🔹 Per una #sanità più giusta, che metta al centro le persone, garantendo qualità, accessibilità e condizioni di lavoro dignitose. 🔹 Per i #lavoratori, affinché siano tutelati e valorizzati, e non lasciati soli in un sistema che troppo spesso li considera numeri e non professionisti. 🔹 Per chi è più #fragile, perché le persone con #disabilità, gli #anziani, i #malati e le loro #famiglie meritano attenzione, rispetto e servizi adeguati. 🔹 Per il nostro territorio, che ha bisogno di sviluppo, di infrastrutture, di opportunità per i giovani e di una politica che non resti chiusa nei palazzi, ma che sia presente nelle strade, tra la gente. Non servono promesse vuote. Servono fatti. E i fatti nascono dall’impegno di chi non si tira indietro. 💪 Io ci sono. Sono pronto a metterci la faccia, il cuore e l’esperienza. Perché cambiare è possibile, se si agisce. #Impegno #Concretezza #Sanità #Diritti #Lavoro #Disabilità #Futuro #cambiamoinsieme https://lnkd.in/dBn8YTg6
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🗞 Collegamenti Per l'Organizzazione Diretta ✊ di Classe «Le difficoltà maggiori nel portare avanti il nostro lavoro sono essenzialmente due: - il clima di individualismo diffuso nel mondo tech, figlio diretto della cosiddetta ideologia californiana; - una diffusa sfiducia verso i sindacati tradizionali, dovuta più al sentito dire che ad una conoscenza diretta. Quotidianamente ci impegniamo, per lo più sui nostri canali online ma anche di persona, nella decostruzione del mito del "sindacato che non fa nulla“ o del sindacato come mero fornitore di servizi: la nostra idea è che un sindacato è in salute ed efficace se ogni singolo iscritto è partecipe, nelle sue possibilità, alle attività dello stesso. [...] Ora che il mercato sta andando verso una stasi e che la mobilità anche nel campo IT si sta fermando, sono tanti i lavoratori che si rendono conto che l’unico vero modo di risolvere problematiche è unirsi, condividere le lotte e scegliere come alleati i proprio colleghi e non i dipartimenti di risorse umane. E di questo iniziale cambio di passo ci sentiamo un po‘ responsabili anche noi». Leggi l'intervista a TWC Italia a pag.19: https://lnkd.in/dBinnEtT #Collegamenti #sindacato #techworkers #informatici #ictitalia
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Un formidabile Arturo Toscanini dirige l’Internazionale, il più bel canto dei Lavoratori! Nel giorno del Primo Maggio, Festa dei Lavoratori, urge una riflessione sul tema del Lavoro che è tra i grandi assenti in una campagna elettorale che di europeo e di sentimento europeista ha davvero poco, dove tutti i leader- una anomalia tutta italiana- si presentano come “trascinatori” ( nessuno andrà in Europa!) di fatto solo allo scopo di pesare se stessi (in una sorta di Politiche Bis) per rese dei conti reciproche. Magari c’è pure chi, gia’ Parlamentare in Italia ravvisa che una scadenza al 2029 (Parlamento Europeo) e’ più appetibile di una scadenza al 2027 ( Parlamento Italiano) … Troppo poco viene detto sul futuro dell’Europa, manca una visione sulla costruzione europea, sull’apporto che si fosse in grado dare per un necessario cambio di paradigma, eppure siamo in bilico tra crisi economica, crisi del lavoro, crisi sociale e venti di guerra! Oggi che è il Primo Maggio, sarebbe opportuno riflettere sul dramma del declino del lavoro, sul fatto che le donne sono ancora discriminate e sottopagate (!) e che per molti il lavoro che c’è , se finalmente trovato, non garantisca affatto una adeguta fonte di sostentamento e quindi di quella dignità che ripaga della fatica ! Cio’ e’ dovuto alla preponderanza della finanza e ai suoi eccesi che hanno prodotto uno sbilanciamento capace di far saltare ogni parametro sancito, in Italia anche per Costituzone. Nella delocalizzazione il germe del disfacimento: si è preferito andare a produrre li dove la gente opera e presta opera per una pipa di tabacco, spesso in regime di sfruttamento e schiavitu’ che non risparmia nemmeno i bambini e gli adolescenti, nella più assoluta indifferenza delle nostre coscienze!
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Ripensare il lavoro come motore di democrazia e giustizia sociale.
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Presidente bee.4 Altre Menti
3 mesiCi sono progetti interessanti che partono proprio dal CNEL, impattano su chi deve scontare meno di tre anni di carcere, prevedono una formazione inframuraria adeguata; servono modifiche alla #LeggeSmuraglia che possano coprire anche le persone scarcerate se sono assunte fuori dal carcere, così da incentivare per un periodo le aziende. Insomma un indulto, generalizzato o parziale che sia, senza un serio accompagnamento non avrà altro effetto se non quello di far impennare i dati sulla recidiva.