Correva l'anno 480 a.C. quando il Re dei Persiani Serse I, intenzionato a conquistare la Grecia onde vendicare il padre Dario, ordinò ai suoi satrapi di organizzare l'esercito per lo scopo, un esercito e una flotta tanto potenti come mai se ne erano visti prima. E così, pochi mesi dopo, le forze persiane erano riunite sulle spiagge dell'Asia minore. La storia della cosiddetta seconda guerra persiana, e gli antefatti che ad essa condussero sarebbero troppo lunghi da narrare qui, ma tutti ricordiamo certamente la leggendaria battaglia delle Termopili, capitanata dal Re di Sparta Leonida I.
Molte volte anche in Università spieghiamo con esempi tratti dal mondo contemporaneo cosa si intende per leadership, termine mutuato dall'inglese. E' mia convinzione che molto del significato autentico di leadership stia nella vita di pochi grandi uomini della storia antica, i quali, con l'esempio della propria condotta, ci hanno tramandato cosa significa davvero guidare individui, o gruppi di individui, verso un obiettivo comune secondo un'illuminata visione, tenendo conto di una strategia che rispetti i valori di onestà, di coraggio, di rinuncia alla gloria per se stessi in nome di un bene supremo.
Non sono molti gli uomini così, ma certamente Leonida ne è un fulgido esempio. Egli affrontò il nemico proprio al passo delle Termopili con trecento fedelissimi spartani, l'unica strategia possibile per avere la meglio, almeno per un po', su un esercito fatto di una grande cavalleria che da quella strettoia rocciosa non poteva passare, un attraversamento fra le montagne così angusto che anche i cosiddetti "immortali" di Serse, l'unità d'élite della guardia imperiale, avevano difficoltà a superare per via delle pesanti armature. Morirono molti greci certo, ma morirono molti molti più persiani, in quella battaglia che Leonida sapeva essere suicida, ma che aveva l'unico obiettivo di dare ai Greci il tempo di organizzare un'adeguata difesa in patria. E Leonida resistette ancora, e ancora, al meglio delle proprie capacità e delle proprie forze e di quelle dei suoi soldati...finché non fu tradito, perché qualcuno che per denaro o per ambizione o per viltà tradisce c'è sempre e normalmente non fa una bella fine. E così fu anche alle Termopili. Un greco rivelò ai persiani come aggirare il passo e la mattina successiva Leonida e i suoi trecento furono sterminati. Ma la gloria di quel grande Re, il suo coraggio, il suo sacrificio per il bene dei Greci, la sua strategia geniale, la sua inflessibile determinazione, sono giunti fino a noi.
Ecco. E' questo un fulgido esempio di leadership, per tutti, anche per le nuove generazioni. Non si pretende che ci sia al mondo un numero non meglio precisato di Leonida, ma il suo sacrificio non sarà mai vano se ognuno di noi capisse cosa vuol dire combattere per un ideale superiore e per amore della giustizia, anche a costo di sacrificare se stessi.
Leggiamo!