Il problema dell'uso (e, soprattutto, dell'abuso) dei cellulari in generale, e a scuola in particolare, è una questione seria. Una questione che bisognerebbe affrontare senza pregiudizi ideologici. Cosa più̀ facile a dirsi che a farsi. Chiunque abbia figli o viva nel mondo della scuola sa che l'uso e l'abuso dei cellulari ha travolto la vita dei nostri ragazzi (come, del resto, quella degli adulti), cambiandola, forse, in modo irreversibile, come sempre fa la tecnologia quando invade la nostra quotidianità. --- Regolamentarne l'uso e educare ad un uso responsabile è diventato sempre più urgente. Il dilemma è: come utilizzarne le potenzialità e le risorse, evitando le possibili implicazioni negative? Il dilemma è particolarmente pressante per le Istituzioni educative. La circolare Valditara dell'11 luglio (Disposizioni in merito all'uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione - A.S.2024 -2025) risolve la questione alla radice: i cellulari a scuola non devono entrarci, neanche per un uso didattico, almeno per gli studenti delle scuole dell'infanzia e delle secondarie di primo grado. [Continua a leggere]
Post di Pietro Alotto
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Non solo la circolare del ministro dell'istruzione Valditara. Oggi arriva anche la lettera di alcuni pedagogisti e artisti. La questione se vietare o meno lo smartphone a scuola e in generale per i bambini e ragazzi fa molto, ma molto, parlare di sé. Ho raccolto una serie di studi scientifici e ho provato a fare un percorso di lettura e di analisi su questi temi in due lunghi articoli su Valigia Blu. Rimango dell'idea che i divieti siano un modo per evitare di occuparsi di un problema nel modo più complesso, articolato e necessario. Educare se stessi e gli altri a un sano utilizzo degli strumenti digitali e a vivere nel mondo digitale in modo utile, sensato e rispettoso delle relazioni mi pare l'unica strada possibile. Qui il primo dei due articoli. Il secondo si trova sempre su Valigia Blu.
Smartphone sì, smartphone no e il ritorno ai diari cartacei. La relazione tra scuola italiana e digitalizzazione
https://www.valigiablu.it
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Chi ha scelto di vietare e demonizzare sbandiera studi scientifici che evidenziano la negatività del telefonino in classe ma esistono ricerche che ne dimostrano le opportunità straordinarie per l'apprendimento. Noi dottorandi di #LESDIT e la nostra comunità di ricerca crediamo che non possa esistere un unico punto di vista e un'unica narrazione dominante su una tematica così complessa. Vogliamo proporre una controinformazione basata su #ricerca, #esperienza e #consapevolezza.
📱 Smartphone a scuola: semplificazione o educazione? 🎓 Negli ultimi giorni, il dibattito sull'uso del cellulare a scuola, anche per fini didattici, ha catturato l'attenzione dell'opinione pubblica, dopo la decisione del ministro Valditara di proibirne l'uso fino alle medie. La questione ha coinvolto anche figure pubbliche come Paola Cortellesi e Luca Zingaretti, che sostengono la necessità di vietarlo fino ai 15 anni. Ora che l'eco si è un po' smorzata scegliamo di tornare sull'argomento e sul rapporto scuola e tecnologia per proporre punti di vista più qualificati e per evitare di ridurre il ragionamento sui cellulari a scuola a un pensiero unico. 🔍 Quali evidenze scientifiche? Chi ha scelto di vietare e demonizzare sbandiera studi scientifici che evidenziano la negatività del telefonino in classe. Ma esistono ricerche che ne dimostrano le opportunità straordinarie per l'apprendimento. Come ha sottolineato Pier Cesare Rivoltella, coordinatore del nostro dottorato e professore di Didattica e Tecnologie dell'Educazione; lo potete ascoltare nel video di questo post. 📢 Voce agli esperti Noi dottorandi di Lesdit e la nostra comunità di ricerca crediamo che non possa esistere un unico punto di vista e un'unica narrazione dominante su una tematica così complessa. Le nostre iniziative daranno voce a chi opera da decenni nel mondo della didattica, della pedagogia e delle tecnologie digitali. Vogliamo proporre una controinformazione basata su ricerca, esperienza e consapevolezza. Da oggi troverete qui i ragionamenti di chi ha fatto del rapporto tra media, tecnologie dell'educazione e dell'apprendimento e scuola il proprio oggetto di studio fino ad arrivare a un documento che vuol essere un vero e proprio manifesto della post-media edication. È molto più semplice vietare in nome di una visione ideologica piuttosto che educare all'uso e alla consapevolezza di qualsiasi strumento tecnologico. Unisciti a noi nel dare spazio a una riflessione più ampia e sfaccettata, perché semplificare non è la risposta. Educare lo è. #EducazioneDigitale #SmartphoneAScuola #FamigliaEScuola #TecnologieDigitali #DidatticaInnovativa #Lesdit #ApprendimentoInnovativo #MediaLiteracy Pier Cesare Rivoltella Tommaso Minerva Chiara Panciroli Stefano Moriggi Mario Pireddu Stefano Pasta
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📱 Smartphone a scuola: semplificazione o educazione? 🎓 Negli ultimi giorni, il dibattito sull'uso del cellulare a scuola, anche per fini didattici, ha catturato l'attenzione dell'opinione pubblica, dopo la decisione del ministro Valditara di proibirne l'uso fino alle medie. La questione ha coinvolto anche figure pubbliche come Paola Cortellesi e Luca Zingaretti, che sostengono la necessità di vietarlo fino ai 15 anni. Ora che l'eco si è un po' smorzata scegliamo di tornare sull'argomento e sul rapporto scuola e tecnologia per proporre punti di vista più qualificati e per evitare di ridurre il ragionamento sui cellulari a scuola a un pensiero unico. 🔍 Quali evidenze scientifiche? Chi ha scelto di vietare e demonizzare sbandiera studi scientifici che evidenziano la negatività del telefonino in classe. Ma esistono ricerche che ne dimostrano le opportunità straordinarie per l'apprendimento. Come ha sottolineato Pier Cesare Rivoltella, coordinatore del nostro dottorato e professore di Didattica e Tecnologie dell'Educazione; lo potete ascoltare nel video di questo post. 📢 Voce agli esperti Noi dottorandi di Lesdit e la nostra comunità di ricerca crediamo che non possa esistere un unico punto di vista e un'unica narrazione dominante su una tematica così complessa. Le nostre iniziative daranno voce a chi opera da decenni nel mondo della didattica, della pedagogia e delle tecnologie digitali. Vogliamo proporre una controinformazione basata su ricerca, esperienza e consapevolezza. Da oggi troverete qui i ragionamenti di chi ha fatto del rapporto tra media, tecnologie dell'educazione e dell'apprendimento e scuola il proprio oggetto di studio fino ad arrivare a un documento che vuol essere un vero e proprio manifesto della post-media edication. È molto più semplice vietare in nome di una visione ideologica piuttosto che educare all'uso e alla consapevolezza di qualsiasi strumento tecnologico. Unisciti a noi nel dare spazio a una riflessione più ampia e sfaccettata, perché semplificare non è la risposta. Educare lo è. #EducazioneDigitale #SmartphoneAScuola #FamigliaEScuola #TecnologieDigitali #DidatticaInnovativa #Lesdit #ApprendimentoInnovativo #MediaLiteracy Pier Cesare Rivoltella Tommaso Minerva Chiara Panciroli Stefano Moriggi Mario Pireddu Stefano Pasta
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Vietare gli smartphone a scuola (terza puntata): una scelta arretrata e pericolosa 🚫 Si è adottata una falsa soluzione basata su una narrazione distorta, su vere e proprie fake news. Non ci sono prove scientifiche che dimostrino che i dispositivi siano più dannosi di qualsiasi altro strumento. Con questo divieto, si sceglie di ignorare la realtà. ⚠️ Espellere il digitale dalle scuole è il vero pericolo! Sono parole forti quelle di Tommaso Minerva, Professore ordinario di Statistica all’Università di Modena e Reggio Emilia e ideatore del progetto EDUNEXT - Next Education Italia, uno dei tre hub digitali appena varati dal Ministero Istruzione, Universita' e Ricerca dell'Università e Ricerca 🎓 È necessario integrare e non escludere: educare adolescenti e adulti a vivere consapevolmente nel mondo digitale è la chiave per affrontare le sfide del futuro, che è già qui. Con questa scelta la scuola preferisce chiudere le porte all'innovazione e al futuro Vietare i dispositivi significa isolare i ragazzi da ciò che è già parte integrante della loro vita quotidiana. ❌ Non possiamo permettere che la scuola resti indietro, né che l’innovazione venga esclusa dalle aule. È il momento di educare, non di bandire. Il presente è digitale, vi siamo immersi e dobbiamo imparare ad abitarlo. #EducazioneDigitale #NoAlDivieto #SmartphoneAScuola #FuturoDigitale #Didattica #Innovazione #StopFakeNews #TecnologiaAScuola #MediaEducation #Crearecomunità Pier Cesare Rivoltella Stefano Moriggi Chiara Panciroli Stefano Pasta Manuel Gentile
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La nuova circolare del ministro #Valditara vieta l’utilizzo dei #cellulari tra i banchi i banchi di #scuola fino alla terza media. Ne abbiamo parlato con Paola #Frassinetti, sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione e del Merito. #truenews #smartphone #politics
Stop ai cellulari tra i banchi di scuola, Frassinetti: «Servono rapporti più naturali tra insegnanti e alunni» - True News.
https://www.true-news.it
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Ecco la mia posizione sulla circolare del Ministro Valditara in merito alla didattica con gli smartphone e l'uso del diario cartaceo. Nell'articolo cerco di spiegare perché sono d'accordo con quanto deciso, pur rilevando che sette anni fa il ministero diceva l'esatto contrario! Occorre che queste decisioni non appaiano come imponderabili cambiamenti calati dall'alto, altrimenti il rischio è di generare confusione. Un processo collettivo di riflessione potrebbe riempire di contenuti la parte educativa, complementare a scelte restrittive come questa, e aiutare a rispondere alle molte domande pratiche che la diversità delle posizioni istituzionali di questi anni ha generato. Dopo un periodo di troppo frettolosi ottimismi digitali nella scuola, costruire un nuovo approccio equilibrato all'educazione digitale non è facile, ma è necessario! Oggi la questione è lo smartphone ma domani ci servirà avere un metodo di valutazione collettiva per altre tecnologie ugualmente o più impattanti sulla nostra vita.
L’attesa svolta del MIM sullo smartphone. Ora bisogna costruire una voce istituzionale integrata
corriere.it
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"Dal prossimo anno scolastico, l'utilizzo del cellulare sarà vietato a qualsiasi scopo, anche didattico, fino alle scuole medie", ha dichiarato il ministro Giuseppe Valditara. La notizia ha entusiasmato molti, c’è addirittura chi vede e rilancia: smartphone illegale prima dei 14 anni. A me invece la notizia ha suscitato un certo fastidio. La tecnologia, se ben utilizzata, può essere un valido strumento nelle scuole. Tuttavia, approfondendo la questione, ho capito che non si tratta semplicemente di un ritorno al passato. Infatti, leggo poi anche che lo stesso ministro aggiunge: «Abbiamo deciso di avviare in alcune scuole un progetto per sperimentare, a partire dall’anno scolastico 2024-2025, assistenti basati sull’intelligenza artificiale. E’ un progetto pilota, un passaggio significativo nell’ottica di personalizzazione della didattica». Gli output a cui si punta con questo cambio di paradigma sarebbero: ⮕ riduzione del carico di lavoro amministrativo per i docenti; ⮕ maggiore concentrazione sulla didattica; ⮕ maggiore attenzione sul rapporto con i singoli studenti; ⮕ maggiore inclusione per i bisogni educativi speciali. Questo cambierebbe non solo la formazione degli studenti, ma anche il ruolo dei docenti. Strumenti come GPT sono ormai così pervasivi che non possono essere ignorati. Tuttavia, mentre il mondo attorno a noi cambia velocemente, e nonostante l'arrivo dell'AI, sembra che molti facciano finta di niente, continuando a insegnare e apprendere come se nulla fosse cambiato. Aggiorniamo e innoviamo i processi, anche quelli didattici. E perché no, ripensiamo la formazione dei docenti per prepararli a un futuro che è già qui. In un contesto in cui il mondo sembra andare a fuoco, è fondamentale riflettere su come stiamo preparando le nuove generazioni per affrontare le sfide di domani. Chissà come mi sarei divertito io, con il mio grembiule blu, con le AI a scuola. Gianluca
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📵 Il Ministro #Valditara ha recentemente annunciato, tramite una circolare, il divieto di utilizzo degli smartphone in classe fino alle scuole medie. Questa decisione ha ricevuto un ampio sostegno anche dal noto influencer e professore #VincenzoSchettini (#lafisicachecipiace). Noi di Wacebo non crediamo che il divieto totale sia la soluzione. In un’epoca di rapido progresso tecnologico, demonizzare la tecnologia significherebbe anche ignorare le sue potenzialità trasformative e il suo impatto positivo sulle nostre vite quotidiane. 🚀 Dovremmo invece promuovere una cultura della consapevolezza tra i giovani, fornendo loro le competenze necessarie per utilizzare la tecnologia in modo costruttivo, responsabile e positivo - un compito che dovrebbe essere condiviso da genitori e insegnanti, guide fondamentali nell’educazione delle nuove generazioni. 💪🏻 🖋️ La Dabliu Pen + rappresenta l'opportunità ideale per combinare le innovative funzionalità del digitale con l'autentica esperienza dello scrivere a mano. Frutto del nostro know-how nel mondo dell’EdTech, la Dabliu Pen + consente a studenti e insegnanti di scrivere su carta e digitalizzare ogni tratto in tempo reale, anche senza connessione internet. ✨ Studenti e insegnanti possono infatti utilizzare la Dabliu Pen + senza la necessità di un dispositivo connesso per scrivere, rispettando così il divieto di utilizzo degli smartphone in aula. Ogni appunto può essere sincronizzato tramite l'app DabliuPen in qualsiasi momento, permettendo di ritrovarli facilmente in formato digitale sul proprio cloud e di catalogarli per materia di studio o argomento. Che cosa ne pensi di questa nuova circolare? Faccelo sapere con un commento! 🫶🏻 👉🏻 Leggi l’articolo e/o guarda il video della dichiarazioni del Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara e Vincenzo Schettini: https://lnkd.in/gT_ts3Rq
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Quando l'insegnante deve diventare un eroe (anche se non vuole) Il ministro della scuola (Valditara), ha riscritto le linee guida per l'insegnamento della ("non materia") educazione civica. Di certo è un ulteriore onere per gli insegnanti, che devono farsi carico anche di queste 33 ore annuali e dell'ambizione di trasformare i loro studenti in cittadini modello. I nuovi principi ispiratori sono tre: la Costituzione, lo sviluppo sostenibile e la cittadinanza digitale. Molto interessante sarà vedere come i nostri eroici insegnanti riusciranno ad educare i nostri ragazzi in materia di "cittadinanza digitale", perché dovranno educare al digitale senza mai mostrare agli alunni l'oggetto di cui si parla. Resta infatti il divieto di utilizzo, anche a fini didattici, dello smartphone dalla scuola dell'infanzia fino alla scuola secondaria di primo grado. Ma, contemporaneamente, viene promossa l'educazione all'impiego etico del digitale, per valutare ciò che di sé si 'consegna' nel web, ed è promossa l'educazione all'impiego responsabile dei dispositivi elettronici, nella consapevolezza che l'utilizzo corretto delle tecnologie è quello che potenzia l'esercizio delle competenze individuali, non quello che lo sostituisce. Gli insegnanti non capiranno ma dovranno adeguarsi (e le classi dovranno essere composte solo da fenomeni 😀 )
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Insegno, studio, scrivo
7 mesiNon posso che concordare su tutta la linea. Ci sono, in particolare, due aspetti di questa questione che mi turbano. Il primo riguarda il ruolo degli insegnanti e della scuola: coloro che dovrebbero attrezzare i ragazzi a gestire la complessità vengono posti nelle condizioni di non misurarsi con uno strumento che di questa complessità è parte integrante: proprio il potere enorme (di acquisizione di informazioni, di condivisione, di produzione di contenuti, di facilitazione delle operazioni più diverse) del cellulare impone di educarne, stimolarne, dimostrarne l'utilizzo consapevole e contestualmente impone di trovare i modi per contenerne la pericolosità. La seconda ragione di disagio riguarda l'utilizzo di tecnologie digitali tout court: se è vero che il cellulare è uno strumento da usare saggiamente, è pur vero che tutto ciò che avviene in rete richiede consapevolezza e un ragazzino che sguazza liberamente in Internet (al PC, con un tablet o con qualsivoglia strumento collegato alla rete) per ore, in totale autonomia, corre un certo numero di rischi, non ultimo quello della dipendenza. Ha senso sottrarre le tecnologie digitali allo studio (=lavoro)? Non dovremmo sottrarle al tempo libero?