Post di Pietro Alotto

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Mi occupo di Argomentazione, Pensiero critico e Argument mapping, Filosofia e Scuola

Il problema dell'uso (e, soprattutto, dell'abuso) dei cellulari in generale, e a scuola in particolare, è una questione seria. Una questione che bisognerebbe affrontare senza pregiudizi ideologici. Cosa più̀ facile a dirsi che a farsi. Chiunque abbia figli o viva nel mondo della scuola sa che l'uso e l'abuso dei cellulari ha travolto la vita dei nostri ragazzi (come, del resto, quella degli adulti), cambiandola, forse, in modo irreversibile, come sempre fa la tecnologia quando invade la nostra quotidianità.  --- Regolamentarne l'uso e educare ad un uso responsabile è diventato sempre più urgente. Il dilemma è: come utilizzarne le potenzialità e le risorse, evitando le possibili implicazioni negative? Il dilemma è particolarmente pressante per le Istituzioni educative. La circolare Valditara dell'11 luglio (Disposizioni in merito all'uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione - A.S.2024 -2025) risolve la questione alla radice: i cellulari a scuola non devono entrarci, neanche per un uso didattico, almeno per gli studenti delle scuole dell'infanzia e delle secondarie di primo grado. [Continua a leggere]

Cellulari a scuola si o no? - Critica#Mente

Cellulari a scuola si o no? - Critica#Mente

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Paola Pomoni

insegno, studio, scrivo

3 mesi

Non posso che concordare su tutta la linea. Ci sono, in particolare, due aspetti di questa questione che mi turbano. Il primo riguarda il ruolo degli insegnanti e della scuola: coloro che dovrebbero attrezzare i ragazzi a gestire la complessità vengono posti nelle condizioni di non misurarsi con uno strumento che di questa complessità è parte integrante: proprio il potere enorme (di acquisizione di informazioni, di condivisione, di produzione di contenuti, di facilitazione delle operazioni più diverse) del cellulare impone di educarne, stimolarne, dimostrarne l'utilizzo consapevole e contestualmente impone di trovare i modi per contenerne la pericolosità. La seconda ragione di disagio riguarda l'utilizzo di tecnologie digitali tout court: se è vero che il cellulare è uno strumento da usare saggiamente, è pur vero che tutto ciò che avviene in rete richiede consapevolezza e un ragazzino che sguazza liberamente in Internet (al PC, con un tablet o con qualsivoglia strumento collegato alla rete) per ore, in totale autonomia, corre un certo numero di rischi, non ultimo quello della dipendenza. Ha senso sottrarre le tecnologie digitali allo studio (=lavoro)? Non dovremmo sottrarle al tempo libero?

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