Abbiamo raccolto per voi alcuni numeri e trend che fotografano lo stato dei diritti #LGBTQ+ in #Italia, #Europa e #StatiUniti. Il quadro? Complesso, con progressi e passi indietro che si intrecciano. Partiamo dall’Italia Nel 2024, la situazione dei diritti LGBTQ+ in Italia è stata altalenante. Da un lato, le unioni civili hanno raggiunto un massimo storico (3.019, +7,3% rispetto al 2023). Dall’altro, i genitori dello stesso sesso hanno incontrato ostacoli nel riconoscimento dei figli e la maternità surrogata è stata vietata anche per chi va all’estero. In Europa, la Rainbow Map 2024 ci posiziona al 36° posto su 49 paesi a causa delle poche leggi per proteggere la comunità da violenze e discriminazioni. Altrove, però, c’è chi va molto meglio: Islanda, Belgio e Norvegia spiccano. Qui il matrimonio egualitario è una realtà consolidata e sono bandite le terapie di conversione. In fondo alla classifica troviamo Romania, Polonia e Russia, dove le tutele per le persone LGBTQ+ sono quasi inesistenti. Com’è la situazione dall’altra parte dell’oceano? Dopo la depenalizzazione delle unioni LGBTQ+ nel 2003 e la legalizzazione in tutti gli stati dei matrimoni omosessuali nel 2015, gli USA apparivano come un safe place per le persone queer, con differenze a seconda che la materia sia trattata o meno da legge federale (la gender-affirming care, ad esempio, varia da stato a stato). 🏳️🌈Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca a gennaio 2025, le aspettative per la comunità sono preoccupanti. Sul suo sito, il Presidente neo-eletto ha presentato l’Agenda 47, con illustrati 20 punti “ To Make America Great Again”: vengono esposte delle politiche atte a limitare i diritti LGBTQ+, come “escludere gli uomini dagli sport femminili” , tagliare fondi federali alle scuole che promuovono “ideologie di genere radicali”, oltre che piani per annullare leggi anti-discriminazione dell’era Biden. Come pensate si evolveranno i diritti LGBTQ+ nel corso del 2025, sia in Europa che negli Stati Uniti? Fonti: Ilga-europe.org, Gay.it, Politico.eu, Time, Equaldex #italia #europa #usa #lgbtq #dirittiumani #trump
Post di Polis Politics
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🌟 Questo post evidenzia un aspetto cruciale che spesso viene trascurato. Garantire inclusività e rispetto per le persone LGBT+ non è solo una questione di diritti umani, ma anche una necessità economica. 📊 Come tecnico amministrativo, riconosco l’impatto negativo che la discriminazione ha sulle performance aziendali. Ogni individuo deve poter lavorare in un ambiente sicuro e valorizzato per le sue competenze. 🌈 È tempo che le aziende comprendano che investire nell’inclusione significa investire nel proprio successo. 💼 #inclusività #rispetto #successo #ilmondochevogliamo
📈 Ogni anno, l’esclusione delle persone LGBT+ costa agli Stati più di un punto percentuale del PIL. Miliardi di euro. Lo dimostrano gli studi dell’economista M. V. Lee Badgett, le cui ricerche sono state sostenute dalla Banca Mondiale e pubblicate nel libro "The Economic Case for LGBT Equality". 👉 Impedire alle persone LGBT+ di lavorare al meglio, di esprimere le loro potenzialità creative e professionali, è prima di tutto una questione di diritti umani. Ma è anche una questione economica. E una non esclude l’altra, anzi. Ed è anche, forse, l’unica argomentazione capace di cambiare l’atteggiamento delle molte persone che usano il loro potere per danneggiare le persone LGBT+. Soprattutto nel mondo del lavoro. 📊 Solo in Italia, infatti, secondo l’Istat, il 41,4% delle persone intervistate intervistate dichiara che la propria omosessualità o bisessualità ha rappresentato uno svantaggio nel corso della vita lavorativa. E 8 persone su 10 sono state insultate per il loro orientamento sessuale a lavoro. La verità che è che, nella pratica, economia e diritti umani sono profondamente intrecciati. 👉 Ed escludere le persone LGBT+ attraverso la discriminazione non significa soltanto limitare le loro prospettiva individuali, ma anche derubare la società e le aziende delle competenze, delle conoscenze e delle capacità. 💸 Discriminare, insomma, è abbastanza semplice. Ma non è gratis. E se non riusciamo a capirlo come esseri umani, ci toccherà capirlo come manager e CEO. Entrambe le strade, attivismo e business, vanno nella stessa direzione. Perché ostinarci a fare finta del contrario?
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📈 Ogni anno, l’esclusione delle persone LGBT+ costa agli Stati più di un punto percentuale del PIL. Miliardi di euro. Lo dimostrano gli studi dell’economista M. V. Lee Badgett, le cui ricerche sono state sostenute dalla Banca Mondiale e pubblicate nel libro "The Economic Case for LGBT Equality". 👉 Impedire alle persone LGBT+ di lavorare al meglio, di esprimere le loro potenzialità creative e professionali, è prima di tutto una questione di diritti umani. Ma è anche una questione economica. E una non esclude l’altra, anzi. Ed è anche, forse, l’unica argomentazione capace di cambiare l’atteggiamento delle molte persone che usano il loro potere per danneggiare le persone LGBT+. Soprattutto nel mondo del lavoro. 📊 Solo in Italia, infatti, secondo l’Istat, il 41,4% delle persone intervistate intervistate dichiara che la propria omosessualità o bisessualità ha rappresentato uno svantaggio nel corso della vita lavorativa. E 8 persone su 10 sono state insultate per il loro orientamento sessuale a lavoro. La verità che è che, nella pratica, economia e diritti umani sono profondamente intrecciati. 👉 Ed escludere le persone LGBT+ attraverso la discriminazione non significa soltanto limitare le loro prospettiva individuali, ma anche derubare la società e le aziende delle competenze, delle conoscenze e delle capacità. 💸 Discriminare, insomma, è abbastanza semplice. Ma non è gratis. E se non riusciamo a capirlo come esseri umani, ci toccherà capirlo come manager e CEO. Entrambe le strade, attivismo e business, vanno nella stessa direzione. Perché ostinarci a fare finta del contrario?
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🏳️🌈 Italia al 35° posto per l’uguaglianza LGBTQIA+ in Europa, un risultato che richiede riflessione 🇮🇹 👉 Il report di ILGA-Europe posiziona l’Italia al 35º posto su 49 Paesi per l’uguaglianza LGBTQIA+ 📄 Il Paese infatti resta indietro su aspetti cruciali e affronta alcune sfide importanti: ❌ Mancanza di una legge contro la discriminazione basata sull’identità di genere ❌ Assenza del riconoscimento del matrimonio egualitario ❌ Ostacoli burocratici per il cambio di genere per le persone transgender 🔒 L’Italia deve fare di più per garantire che i diritti di ogni persona siano protetti e rispettati 💪 Solo con azioni concrete sarà possibile assicurare piena inclusione e pari opportunità 🌐 Approfondisci su https://lnkd.in/dDD-9nv5 #LGBTQIA #DirittiUmani #Italia #Equality #RainbowMapEurope
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Il rapporto Laws on us dell’associazione internazionale ILGA World, pubblicato tra gennaio 2023 e aprile 2024, offre una panoramica completa degli sviluppi legislativi sui diritti delle persone LGBT in 193 Stati membri delle Nazioni Unite. La ricerca è stata condotta per analizzare in modo dettagliato l’evoluzione delle leggi che regolano la vita delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersex, evidenziando sia i progressi che i regressi in questo campo. Contesto internazionale e importanza del rapporto Le persone LGBT continuano a essere oggetto di discriminazioni e violenze in molte parti del mondo, nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni. Il rapporto di ILGA World mette in luce come i diritti fondamentali di queste comunità siano spesso subordinati a considerazioni politiche e culturali, variando drasticamente da un Paese all’altro. La mappatura realizzata da ILGA World rappresenta uno strumento cruciale per comprendere la situazione attuale e individuare le aree in cui sono necessarie ulteriori azioni per garantire l’uguaglianza dei diritti. Secondo Lucas Ramón Mendos, responsabile della ricerca presso ILGA World e coautore del rapporto, “le nostre comunità hanno celebrato importanti vittorie negli ultimi due anni”. Tuttavia, lo stesso Mendos sottolinea come, parallelamente ai progressi, si sia assistito a una forte “resistenza e detrazione” dei diritti LGBT, un fenomeno che si è manifestato in quasi tutte le regioni del mondo. Questo dimostra che, nonostante alcuni importanti traguardi raggiunti, la lotta per l’uguaglianza è ancora lunga e complessa. Progressi legislativi: un quadro positivo ma limitato Il rapporto evidenzia una serie di vittorie legislative a favore dei diritti LGBT. In molti Paesi, sono stati introdotti nuovi strumenti normativi per proteggere le persone da discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Alcuni Stati hanno approvato leggi che riconoscono il matrimonio tra persone dello stesso sesso, garantendo alle coppie LGBT gli stessi diritti delle coppie eterosessuali. Altri hanno introdotto riforme che facilitano il cambiamento legale del genere per le persone transgender, riducendo i requisiti burocratici e garantendo maggiore autodeterminazione. Un altro progresso significativo riguarda la crescente accettazione delle relazioni tra persone dello stesso sesso in diversi contesti legali e sociali. In alcuni Stati, le leggi che criminalizzavano l’omosessualità sono state abrogate, un passo cruciale verso la normalizzazione e l’accettazione delle persone LGBT nella società. Questi cambiamenti hanno portato a una maggiore visibilità e accettazione delle comunità LGBT, con un impatto positivo sulla loro qualità della vita. Resistenze e regressioni: un panorama preoccupante Tuttavia, il rapporto di ILGA World non si limita a celebrare i successi. In molte parti del mondo, la situazione per le persone LGBT rimane estremamente
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Oggi, nel corso del programma di Radio 3, Prima Pagina, si è parlato di come l’attuale governo italiano stia seguendo una linea che sembra voler limitare i diritti delle minoranze. Dalla rivoluzione Illuminista ad oggi abbiamo assistito a un progressivo riconoscimento dei diritti individuali, negli ultimi decenni in particolare grazie a movimenti come il femminismo, i diritti civili e i diritti LGBTQ+. Da alcuni anni, però, sembra esserci una spinta verso valori più conservatori che rischiano di comprimere le libertà individuali in nome della coesione sociale. La centralità dell'individuo è fondamentale in una società che si definisce libera e democratica. Il diritto alla vita, alla libertà personale e alla ricerca della propria felicità sono principi inviolabili che devono essere garantiti a tutti. Questi diritti comprendono anche la libertà di espressione e l'autodeterminazione, inclusa quella relativa all'orientamento sessuale. Ogni individuo deve essere libero di esprimere la propria identità e perseguire la propria felicità, a condizione che questo non leda i diritti altrui. Le istituzioni politiche e sociali hanno il dovere di proteggere questi diritti fondamentali. Devono creare un ambiente in cui ogni persona possa vivere autenticamente senza timore di discriminazioni o persecuzioni. #LGBTQ #gender #gay #libertà #democrazia
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La discussione sull’accettazione delle persone queer e il loro trattamento nella società contemporanea si trova ancora al centro di un dibattito acceso. Un recente sondaggio svizzero rappresentativo condotto dall’Istituto di ricerca gfs.bern, commissionato da Amnesty International e altre organizzazioni rappresentative per i diritti LGBTQ, ha portato alla luce dati che, pur mostrando progressi in termini di inclusività, mettono in evidenza un certo disagio diffuso tra la popolazione. Secondo i risultati, il 60% degli intervistati ritiene che “le persone queer ricevono troppa attenzione rispetto al resto della popolazione”, mentre solo il 33% si oppone a questa visione. Tali percentuali sollevano interrogativi sulla reale portata dell’inclusività percepita e sulla sua accettazione nel quotidiano. Una finestra sulla complessità sociale Le cifre rivelano una società divisa, dove il riconoscimento formale dei diritti delle persone queer non sempre si traduce in un’accettazione piena e condivisa a livello culturale e sociale. Nonostante il progresso in termini di legislazione e visibilità, parte della popolazione sembra percepire le iniziative a favore dell’inclusione come eccessive o sproporzionate rispetto ad altre questioni sociali. Questa percezione può essere attribuita a diversi fattori. Da un lato, negli ultimi anni, i movimenti per i diritti LGBTQ+ hanno guadagnato spazio significativo nei media, nelle istituzioni e nel dibattito pubblico, con campagne di sensibilizzazione che mirano a combattere discriminazioni storicamente radicate. Dall’altro, la visibilità crescente può aver generato una reazione contraria in alcuni segmenti della popolazione, che interpretano queste azioni come un trattamento preferenziale rispetto alle problematiche di altre comunità o gruppi. Il paradosso della visibilità È importante notare che l’aumento di visibilità delle persone queer non è sinonimo di uguaglianza raggiunta. Spesso, le comunità marginalizzate necessitano di una maggiore attenzione per contrastare le disuguaglianze sistemiche e i pregiudizi che persistono. Tuttavia, questa maggiore esposizione mediatica può essere interpretata come uno squilibrio da parte di chi percepisce di non ricevere altrettanta attenzione per le proprie problematiche o condizioni. (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); Questo fenomeno riflette un paradosso ben noto nelle scienze sociali: mentre la visibilità può contribuire a ridurre lo stigma e a costruire accettazione, può anche provocare sentimenti di disagio o resistenza da parte di coloro che percepiscono i cambiamenti culturali come troppo rapidi o invadenti. Una posizione contraddittoria Lo studio condotto dall’Istituto gfs.bern evidenzia che, mentre gli svizzeri dimostrano generalmente rispetto e comprensione verso gay, lesbiche e bisessuali, l’atteggiamento si fa significativamente più critico nei confronti delle persone transgender e intersex. Ciò
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🌈 Anche in #Ipsos celebriamo il Pride Month! 📈 In questa occasione, condividiamo il nostro sondaggio annuale Ipsos LGBT+ Pride Report 2024, condotto in 26 Paesi. 📌 Questa edizione ha rivelato profonde divisioni geografiche, generazionali e di genere su temi cruciali come il matrimonio tra persone dello stesso sesso e il sostegno alle aziende che promuovono l'inclusione della comunità LGBT+. 💡 I risultati? 🔎 Scopriamo che, nonostante i progressi, c'è ancora tanta strada da fare. 👨❤️👨 Il sostegno alle unioni tra persone dello stesso sesso varia tra i Paesi: l'86% è favorevole al matrimonio/riconoscimento legale delle coppie omosessuali in Svezia contro il 37% in Turchia. In Italia ad essere favorevole è il 77%. 👩👩👧👧 Anche il sostegno alle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso varia notevolmente, con l'82% della Thailandia a favore e il 29% della Turchia contrario. In Italia, la maggioranza assoluta (il 66%) è favorevole. ⚧️ Emerge una preoccupazione diffusa per la discriminazione subita dalle persone transgender. Una media globale del 66% afferma che le persone transgender sono molto discriminate nella società attuale. 👩❤️👩 La GenZ è la più propensa a identificarsi come LGBT+ (media del 17% nei 26 Paesi) e sono soprattutto le donne della GenZ a mostrare un maggior sostegno dei diversi diritti e protezioni per le persone LGBT+. 👧 Il 78% delle donne GenZ (vs. il 63% degli uomini della GenZ) sostiene che le persone transgender dovrebbero essere protette da discriminazioni sul lavoro, nell'alloggio e nell'accesso a servizi commerciali come ristoranti e negozi. 👉 Scarica il report completo: https://bit.ly/3Rni0Fc - #Ipsos #PrideMonth2024 #LGBTQIA+ #LGBTRights #DiversityandInclusion #GenerationZ #Equality
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🌈Celebriamo il Pride Month, un mese dedicato all'orgoglio della comunità LGBTQIA+. È un'occasione fondamentale per affermare i diritti di tutte e tutti, senza distinzioni di orientamento sessuale o identità di genere. 📈Nell'ambito di queste celebrazioni, #Ipsos ha condotto la sua annuale indagine "LGBTQIA+ Pride Report" in 26 paesi, per capire le differenze di genere, generazionali e geografiche in ambiti che vanno dal matrimonio tra persone dello stesso sesso al supporto dei marchi alla comunità LGBTQIA+. 💡I risultati? 👨❤️👨Il sostegno alle unioni tra persone dello stesso sesso varia drasticamente tra i 26 Paesi: l'86% è favorevole al matrimonio/riconoscimento legale delle coppie omosessuali in Svezia contro il 37% in Turchia. In Italia il 77% è favorevole a una qualche forma di riconoscimento legale per le coppie dello stesso sesso; nello specifico il 58% è favorevole al matrimonio e il 19% al riconoscimento legale, mentre i contrari sono il 10%. 👩👩👧👧Il sostegno verso le adozioni varia anch'esso tra i vari paesi, con l'82% della Thailandia a favore e il 29% della Turchia contrario. In Italia, la maggioranza assoluta (il 66%) è favorevole, mentre il 30% è contrario. ⚧️C'è una preoccupazione diffusa per la discriminazione subita dalle persone transgender. Una media globale del 66% afferma che le persone transgender sono molto discriminate nella società attuale. Il 72% sostiene che dovrebbero essere protette da discriminazioni sul lavoro, nell'alloggio e nella socialità. 👩❤️👩In termini generazionali, la GenZ mostra la più alta percentuale di persone che si identificano come LGBTQIA+, con una media del 17% nei 26 paesi. Questa percentuale cala all'11% per i Millennial, al 6% per la Generazione X e al 5% per i Baby Boomers. 👧Interessante notare che le donne della GenZ sono le più aperte alla comunità LGBTQIA+. Ad esempio, l'78% delle donne GenZ sostiene che le persone transgender dovrebbero essere protette da discriminazioni sul lavoro, nell'alloggio e nell'accesso a servizi commerciali come ristoranti e negozi, a confronto con il 63% degli ragazzi della stessa generazione. 🤝Questi dati ci mostrano che, nonostante i progressi, c'è ancora molto da fare. Continuiamo a lavorare per l'uguaglianza e l'inclusione. Voi che cosa ne pensate❓ #PrideMonth #LGBTQIA+ #Equality
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📊 La realtà delle discriminazioni LGBT+ sul lavoro in Italia: Un'analisi approfondita 🌍 Le persone LGBT+ in Italia continuano a fronteggiare significative sfide nel mondo del lavoro, nonostante i progressi nelle politiche di inclusione. Lo conferma il recente report "Discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBT+ e le diversity policy", frutto di un progetto quinquennale condotto da Istat e UNAR. 🔍 Dati chiave: - 23% delle persone LGBT+ ha subito discriminazioni durante la ricerca di lavoro. - 19% ha subito trattamenti ingiusti sul posto di lavoro. - 12% ha riportato molestie o comportamenti offensivi da colleghi o superiori. 🏢 Diversity policy nelle aziende italiane: Solo il 45% delle grandi aziende e il 20% delle piccole e medie imprese hanno implementato politiche specifiche per l’inclusione delle persone LGBT+. Le aziende con politiche più avanzate tendono a creare un ambiente lavorativo più inclusivo e rispettoso. 🤝 Percezioni degli stakeholder: Le interviste a datori di lavoro, HR e rappresentanti delle associazioni LGBT+ rivelano una crescente consapevolezza dell'importanza delle politiche di inclusione, ma anche la necessità di maggiore impegno e consapevolezza. 🚀 Raccomandazioni: - Promuovere la formazione continua su temi di inclusione e diversità. - Migliorare la raccolta di dati sulle esperienze delle persone LGBT+ nel lavoro. - Incoraggiare un dialogo costante tra imprese, istituzioni e comunità LGBT+. Nonostante i progressi, c’è ancora molto da fare per garantire un ambiente lavorativo veramente inclusivo per le persone LGBT+ in Italia. Rafforzare le politiche di diversity è essenziale per affrontare le discriminazioni strutturali e culturali ancora presenti. #inclusione #diversity #lavoro #LGBT #discriminazione #Italia
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🔴 Roma, Milano, Bologna, Val di Non: il nuovo anno inizia con aggressioni, vandalismi e omofobia. Siamo solo all'inizio e sono già 6 gli episodi di odio contro la comunità LGBTQIA+ registrati in questi primi giorni dell’anno. 📢 Non possiamo rimanere in silenzio! 🌈 Come aziende, abbiamo il dovere di agire: • Promuoviamo una cultura inclusiva, dentro e fuori dal luogo di lavoro. • Combattiamo ogni forma di discriminazione, perché l’omofobia non è solo un problema personale, ma una ferita ai diritti fondamentali di tutte le persone. Costruiamo insieme un futuro dove il rispetto non sia un'opzione! #DEI #Inclusion #Diversity #LGBTQIA #LGBT #NoOmofobia #Inclusione #Equity #Diversità #Inclusione #DiversityEquityInclusion #WorkWideWomen
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