250 nuovi posti di lavoro e 30 sedie di tirocinio.
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Il 13 settembre a #Riom, cittadina a Sud di #Parigi, nel centro della #Francia, quasi all’altezza di Lione, Hermès ha tagliato il nastro per la ventitreesima #Manifattura dedicata alla pelletteria. Qui si produrranno solo due modelli di borse, la #Birkin e la #Constance – la Birkin è sempre quella per la quale le signore, sia quelle eleganti sia quelle arriviste, devono iscriversi alla lista d’attesa esattamente come dovette fare Samantha Jones. Da Hermès non la chiamano più lista d’attesa, il concetto non piace – meglio dire lista dei desideri, perché un atteggiamento francese, quella noncuranza tra frivolezza leggera e puntigliosità effimera, deve sussistere ovunque. Il prezzo base parte da settemila euro circa – l’intenzione di questo testo è spiegare quale #responsabilità e quale #valore possa formare tale prezzo.
250 nuovi posti di #lavoro e 30 sedie di #tirocinio: il tessuto sociale in provincia
Con la nuova manifattura a Riom, Hermès ha generato 250 posti di lavoro. Non solo posti di lavoro, ma anche 30 sedie di tirocinio per l’apprendimento. Si discute e si ragiona, sia in Francia sia in Italia, di come proteggere le tecniche artigiane tradizionali, tecniche che furono acquisite in famiglia, da padre in figlio, per emulazione e per mancanza di una vita alternativa. Tornando indietro alla generazione che vide il boom economico a metà del Novecento, i nonni di persone della mia età – io che scrivo ho 45 anni – succedeva che in molti restavano a vivere e a lavorare lì dove nascevano. La provincia non andava ancora svuotandosi come sta succedendo oggi, verso Parigi o verso #Milano come se la città fosse l’unica opzione per una vita apprezzabile.
Una casa di moda, stile o lusso ha potere immaginifico per i desideri di chi cresce in provincia ma che comunque è connesso sugli stessi riferimenti di chi si siede ogni sera al Cafè de Flore. Se una casa come Hermès apre un polo di lavorazioni artigianale, se non addirittura artistica, in un una valle circondata da boschi e torrenti e colline, questo stimola una partecipazione locale. È un’energia che serve a ricostruire tessuto sociale in questi posti in provincia che potrebbero offrire – lo abbiamo imparato con la pandemia – una qualità di vita migliore rispetto ai grandi centri urbani, per la vicinanza alla natura, per un ritmo meno frenetico delle ore, per rapporti intrapersonali meno viziati da esagerazioni paranoiche con cui le metropoli si alimentano.
Estratto da un testo di Carlo Mazzoni, online #LampoonMagazine
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3 mesiTeam Hr Ricerca & Selezione Anna Silvia Valentino, Emanuella Montagna, Federica Salerno e Katia Pilagatti, pronte per incontrare tante altre nuove risorse? 😁