Lavoro, giovani pigri o offerte poco attraenti? (VIDEO) https://lnkd.in/dAhAhm-n
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Perché il mercato del lavoro in Italia continua ad essere poco attrattivo e aumenta il problema della fuga dei cervelli all’estero? La risposta che emerge dall'analisi di Reverse sta negli stipendi più alti e nelle migliori opportunità di carriera. #stipendi #salari #carriera
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I giovani nel mercato del lavoro si sentono precari, sottopagati e lontani da opportunità lavorative stabili e gratificanti. Nell'articolo de "La Nazione" si riportano le esperienze di diversi individui che esprimono frustrazione per la mancanza di sicurezza nei loro ruoli attuali e per le scarse prospettive di miglioramento. Molti di loro considerano persino l'idea di andare all'estero in cerca di migliori opportunità. Queste tendenze evidenziano i significativi problemi strutturali nel mercato del lavoro italiano che influenzano negativamente la capacità dei giovani di costruire carriere stabili e soddisfacenti. È necessario prestare maggiore attenzione e sviluppare soluzioni per sostenere i giovani lavoratori. #under35 #genz #lavoro #cambialavoro #crescitapersonale
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Il potere d'acquisto dei giovani in Germania e Italia rivela un divario preoccupante: un giovane tedesco può permettersi circa il 20% in più di beni e servizi rispetto a un coetaneo italiano. Questo gap riflette non solo differenze di produttività tra i due Paesi, ma anche le diverse condizioni culturali e sociali. Mentre la maggioranza degli under 25 italiani vive ancora con i genitori (età media uscita 30 anni), in Germania l'indipendenza arriva molto prima, intorno ai 23,8 anni. Oltre a fattori culturali come il ruolo centrale della famiglia in Italia, pesano soprattutto le difficoltà dei giovani italiani nel trovare impieghi ben retribuiti che consentano l'#IndipendenzaEconomica, rispetto ai coetanei tedeschi. Questo #DivarionelleOpportunità rappresenta una sfida cruciale per l'Italia, che rischia di disperdere i suoi giovani #TalentiInnovatori. Per colmarlo servono: 1⃣ Investimenti mirati in settori ad alta intensità di lavoro giovanile 2⃣ Incentivi fiscali per le imprese che assumono giovani 3⃣ Politiche abitative per favorire l'indipendenza 4⃣ Rafforzamento dell'orientamento e formazione professionale Solo garantendo pari opportunità di crescita e sviluppo, l'Italia potrà sfruttare appieno il potenziale dei suoi #GiovaniItaliani, promuovendo una #CrescitaEconomicaSostenibile. Confrontiamoci: quali altre soluzioni proporreste per colmare questo gap? #MercatodelLavoro #InnovazioneSociale #SviluppoSostenibile
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🌍 La vera sfida per le aziende italiane oggi? Non è solo competere con altre aziende in Italia per avere i migliori talenti, ma convincerli a non espatriare! L'articolo di Wired lancia un campanello d'allarme: i giovani talenti italiani guardano sempre più all'estero, attratti da opportunità professionali, stipendi migliori ma soprattutto una qualità della vita più alta. Come possiamo rispondere? Come possiamo rendere le aziende italiane competitive in questo scenario globale? Una risposta c’è, ed è più semplice di quanto si pensi: mettere le persone al centro. Non parliamo solo di stipendi, ma di creare un ambiente lavorativo che valorizzi il #benessere, offra flessibilità e supporti i collaboratori nella conciliazione tra vita e lavoro. In Genius4U lo vediamo ogni giorno: piccole azioni per migliorare il work-life balance dei dipendenti fanno una differenza enorme, soprattutto per chi deve scegliere se restare o cercare altrove. Le aziende che vincono questa sfida sono quelle che comprendono che il #talento non si compra, si conquista. E il benessere dei dipendenti non è un “nice to have”, ma una leva strategica per attrarre e trattenere i migliori. Come possono le aziende italiane diventare attrattive per i talenti in un mercato sempre più globale? #GiovaniTalenti #BenessereAziendale #WorkLifeBalance #EmployerBranding#InnovazioneHR #Genius4U https://lnkd.in/dtGaVE7B —-------------------------------------- ⚖️ 🤝Sono Michela e tutti i giorni con Genius4U aiuto chi si occupa di Risorse Umane a implementare servizi time saving in azienda che supportano chi lavora ad avere un miglior work-life balance.
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Tra chi è espatriato l’85% pensa che la meritocrazia sia minore in Italia rispetto agli altri paesi avanzati dove è andato, contro appena il 54% tra i residenti nel Nord Italia. Così per i primi la carenza di meritocrazia è stata forte ragione per andarsene. Dalle indagini di Fondazione Nord Est sui giovani italiani che emigrano dalle regioni settentrionali emerge che gli expat danno grande importanza alla meritocrazia e vanno all’estero in cerca di opportunità di lavoro migliori, perché nelle imprese italiane non trovano atmosfera piacevole, equilibrio vita-lavoro e retribuzione congrua. Queste sono solo alcune delle ragioni per le quali risulta, oggi più che in passato, e ancora di più nel prossimo futuro, sempre più indispensabile la presenza in azienda, piccola media o grande che essa sia, di una Funzione Risorse Umane solida e competente, in grado di organizzare e implementare strumenti, processi e cultura organizzativa adeguati a contenere e contrastare il fenomeno sempre più dilagante della carenza e della fuga di giovani talenti dalle imprese italiane. Affidarsi a un manager con la seniority e le competenze necessarie è la scelta unica e vincente per lavorare su questa come sulle tante altre tematiche HR attuali, in velocità, assicurando contestualmente all'intera organizzazione aziendale il presidio e la gestione della Funzione HR, con efficacia e concretezza, e in grado di dare le giuste risposte a tutte le generazioni presenti in azienda. https://lnkd.in/dpbydtrZ
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Nel mio ultimo articolo parlo del #JobHopping, strategia molto diffusa nei giovani statunitensi per far accrescere il proprio stipendio. In Italia questa pratica è poco diffusa per via di una cultura orientata alla stabilità. Ma davvero seguire la stabilità ci porta ad una soddisfazione professionale? E tu cosa ne pensi? Parliamone nei commenti👇
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INDAGINE INTERNAZIONALE SULLE COMPETENZE PER L'OCCUPABILITA' Vorrei chiedere ai miei contatti italiani di prendere in considerazione la possibilità di partecipare ad una indagine per i datori di lavoro, responsabili delle risorse umane e per chi offre possibilità di collaborazione lavorativa. L'indagine viene condotta in cinque Paesi dell'UE (Cipro, Grecia, Italia, Polonia e Spagna), nell'ambito del progetto finanziato dall'UE “Micro-credenziali per le competenze chiave: A Passport to Employment and Inclusion” (MORAL) - di cui ASNOR Associazione Nazionale Orientatori è partner. MORAL è un progetto - finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Erasmus+ Partenariati per l'innovazione - Progetti lungimiranti - che mira a sostenere i gruppi svantaggiati (disoccupati di lunga durata con particolare attenzione alle donne e ai giovani, donne economicamente inattive e adulti scarsamente qualificati) nell'ingresso nel mercato del lavoro attraverso lo sviluppo e la convalida delle competenze chiave, con l'ausilio di micro-credenziali e lo sviluppo di un “passaporto per l'occupabilità”. Inoltre, il progetto mira a migliorare le competenze dei dipendenti che attualmente occupano posizioni lavorative entry-level (junior). Link al form: https://lnkd.in/dTeX8qe2 Ringrazio tutti coloro che contribuiranno ed anche coloro che hanno avuto la pazienza di leggere questo post fino in fondo. #erasmusplus #asnor #moral #occupabilta #competenze
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Interessante articolo sul trend che vede un sempre maggior numero di giovani espatriare all'estero in cerca di ambienti più stimolanti e meritocratici. "I giovani, insomma, sono convinti che in Italia ci sia il rischio di rimanere a lungo nella condizione di partenza, professionale ed economica, senza poter accedere a ruoli apicali non solo in tempi brevi, ma nemmeno certi". L'Italia appare sempre di più un posto buono per passarci le vacanze ma le opportunità stanno altrove. Ma sarà proprio vero? A fronte di tante storie di successo di ragazzi italiani che si trovano in posizioni importanti all'estero (ma non sapremo mai se non sarebbe successo lo stesso se fossero rimasti in Italia), quanti invece si trovano in situazioni intermedie e forse meditano che le cose non sono andate come ci si aspettava?? Di certo c'è che il livello delle retribuzioni italiane è mediamente tra i più bassi in Europa e l'approccio di pensare di tagliare i costi pensando di essere così più competitivi, alla lunga non paga.
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“La felicità non è in Italia”. Un giovane su tre sogna di andarsene all’estero Dopo la pausa dovuta al Covid riparte l’esodo degli under34, tra cui il 43% ha finito l’università. In un anno espatriati in 50 mila Un interessante articolo di Filippo Santelli su #LaRepubblica “Non è tanto una questione di lavoro stabile, nonostante le sacche di precariato che restano in Italia. E non è solo un fatto di stipendi, nonostante nel nostro Paese siano fermi a livelli tra i più bassi in Europa. Quel che spinge tanti #giovani italiani ad #espatriare, e che all’estero li trattiene, sono le #opportunità. L’opportunità di essere valorizzati, di crescere, avere #responsabilità e fare #carriera (a tutti i livelli), di lavorare in un ambiente vario e meritocratico, di bilanciare professione e vita privata. In sintesi: l’opportunità di sentirsi felici, più di quanto potrebbero mai essere in patria. Così, se un terzo dei ragazzi che vivono in Italia si dice pronto a partire, in un sondaggio condotto dalla Fondazione Nord Est su una platea di Under34 delle regioni settentrionali, solo il 16% di chi è all’estero pensa di tornare, per lo più per ragioni familiari. Perché dovrebbe altrimenti? Oltre nove su dieci pensano di avere maggiori possibilità di realizzazione lavorativa lì dove sono, oltre otto su dieci anche più possibilità di realizzazione personale. Sono numeri che raccontano perché l’Italia stia perdendo la sfida più importante di tutte: quella per il #capitale #umano. Dopo l’illusorio congelamento della pandemia. L’anno scorso il flusso di espatri dei giovani tra i 18 e i 34 anni è ripartito ai livelli di prima, sia per uscite (50 mila), che per saldo negativo con le entrate (-34 mila). In dieci anni abbiamo perso 350 mila under, dato sicuramente sottostimato visto che tanti aspettano prima di spostare la residenza. Quel che è peggio, tra chi se ne va la quota dei laureati sta costantemente salendo e l’anno scorso è arrivata al 43%. Ma il sondaggio “parallelo” della Fondazione Nord Est tra chi è rimane e chi è partito (nel report I giovani e la scelta di trasferirsi all’estero) permette soprattutto di farsi un’idea delle motivazioni. La prima evidenza che emerge è nella visione del futuro: “felice” per il 69% dei giovani all’estero contro il 45% di chi è restato, “ricco di opportunità” per il 67% contro il 34, “pauroso” solo per il 23% contro il 34 di chi vive in Italia. I fattori che suggeriscono di partire - politiche per i giovani, #salari, condizioni e #ambiente #lavorativo, cultura aziendale, #meritocrazia - sono vari ed evidenti anche a chi è qui. Ma a stupire è il fatto che per chi è effettivamente andato, e quindi può paragonare a ragion veduta il Paese d’elezione con l’Italia, ognuno di quei fattori diventa ancora più sbilanciata a favore dell’estero. Perfino la sanità, perfino la tanto decantata #qualità della #vita.” #flpnews #lavoro Seguimi su LinkedIn: https://lnkd.in/dgUYdM5s.
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Mia intervista su www.donnamoderna.com riguardo alle novità in tema di opportunità di lavoro
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