🎉 Un Natale Speciale in Rai Pubblicità! 🎄 Anche quest’anno, Rai Pubblicità ha festeggiato il Natale con tutte le proprie persone! ✨ Rai Pubblicità chiude il 2024 con risultati eccellenti e grande entusiasmo, pronti ad affrontare il nuovo anno con ancora maggiore energia e determinazione. 🚀 #RaiPubblicità #BuoneFeste #Natale2024
Post di Rai Pubblicità
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Dormire secondo la scala di valori di Maslow è un bisogno primario. Come tale va preservato e curato. Il #GrupposistemiPerdormire insieme a #fondazionepubblicitaprogresso e #Aipef si occupa della funzione sociale del sonno poiché se si dorme su un supporto di qualità si riducono gli incidenti stradali, si riducono gli incidenti sul lavoro e migliora l’efficienza individuale! Durante il sonno si rigenerano le funzioni vitali dell’individuo!!!! #dormirebene #benesseresociale #materassidiqualita’ #bedsystem #wellbeing&sleep
Su Rai 1, Rai 2 e Rai 3, torna la campagna #InSpalla! Perché il sonno che non dormi, ti resta addosso… 💤 Continua il nostro impegno insieme a Fondazione Pubblicità Progresso e hashtag #GruppoSistemiPerDormire di FederlegnoArredo per promuovere la cultura di un buon riposo su un supporto di qualità. 🌙 Dormire bene non è solo un’abitudine, è una scelta per la salute e il benessere di tutti. #dormirebene #benesseresociale #materassidiqualita’ #bedsystem #wellbeing&sleep
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Il peso dell’Access Con Il successo di Affari tuoi condotto da Stefano De Martino, Raiuno domina senza rivali il cosiddetto Access prime-time. Con quasi 6 milioni di spettatori e il 27 % di share distanzia Canale 5 dove Striscia si ferma al 15%. Un successo che incide significativamente sui risultati della fascia oraria “prime-time” (20.30-22.30), di cui Affari tuoi copre circa il 60%. Attualmente i migliori access sono quelli di Raiuno con Affari tuoi, seguita da Canale 5 con Striscia. Segue La7 con “8 è mezzo” all’8-9% e poi Raitre con “Un posto al sole” al 7-8%. Retequattro con “4 di sera” raccoglie il 4-5%. Le altre reti compresa la Nove con Amadeus stanno intorno al 2%. Ovviamente la durata dell’access varia da rete a rete e quindi varia anche l’incidenza sui risultati della fascia prime-time. Gli access più lunghi sono quelli di Raiuno e Canale 5, che spingono l’inizio della prima serata intorno alle 22.45. In effetti un buon access consente spesso di vincere anche il prime-time (importante nella raccolta pubblicitaria) pur perdendo la prima serata. Prendiamo per esempio i risultati dei programmi di prima serata di mercoledì 6 novembre dove su Raiuno “Tutti i Sogni Ancora in Volo” ha realizzato il 9.8% di share e Canale5 con “Io Canto Generation” ha avuto uno share del 14.7%. I risultati della fascia prime time della serata sono stati per Raiuno il 19,4% e per C5 il 13,8%. Le loro prime serate risultano peró penalizzate, in particolare le “costose” fiction, costrette dagli orari di messa in onda a concludersi nella notte profonda. La logica degli ascolti Auditel ha finito con il condizionare la struttura dei palinsesti, anche a scapito degli interessi dei telespettatori. L’ Access Prime Time, ne è un esempio. Si tratta di una fascia che fino alla fine degli anni 80’ non esisteva e che definisce un segmento orario variabile compreso tra le 20.30 e le 21.30-21.45, in cui si colloca la programmazione che precede la prima serata. Per capire questa peculiarità italiana occorre risalire ai tempi d’oro della tv analogica. Fino alla fine degli anni ‘80, la prima serata iniziava intorno alle 20.30, dopo i Tg. Poi, nel 1989, su Canale5, dopo il Tg5, debutta il “tg satirico” di Antonio Ricci. Nasce così l’avventura di “Striscia la notizia”. Da una durata iniziale di soli 10-15 minuti, si passa a 20’ e poi ai 30’/35 e così via. Gli ascolti elevatissimi impongono alle altre reti un riassetto dei palinsesti. Nessun programma di prima serata vuole partire in sovrapposizione con “Striscia”. Tutte le reti cercano soluzioni editoriali per coprire quel segmento orario. Raiuno dal 1995 al 2002 si affida a “Il Fatto” di Enzo Biagi, poi al quiz “La Zingara”. Ma la svolta decisiva avviene con l’arrivo di Affari tuoi (2003-2017), che con Bonolis conduttore riesce non solo a contrastare il dominio di Striscia ma a superarlo in ascolti. Inizia così il lungo duello televisivo tra Raiuno e C5 che ancora oggi condiziona i palinsesti di tutte le reti.
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Dieci i giorni al grande evento che vedrà Reggio Capitale d'Italia per una notte, con milioni di spettatori che dagli schermi di Rai potranno ammirare le bellezze della città. Le ultime novità
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3 gennaio del 1954. È questa la data che segna l’inizio della tv italiana. La data in cui la Rai fa il suo debutto sul piccolo schermo raggiungendo entro l’anno il 58% della popolazione. Sono gli anni della ripresa economica post Seconda Guerra Mondiale, precedenti però a quelli dell’imminente “Miracolo economico” (1958/1963) - gli stessi anni in cui la radio ha già il suo ben saldo posizionamento e apprezzamento. Da qui in poi, la tv diventa una presenza fissa nelle case degli italiani. Una sorta di focolare domestico attorno al quale riunire parenti e amici. Con la nascita della Rai e con l’avvio delle sue trasmissioni avviene una lenta e perpetua rivoluzione: è la tv con i suoi programmi a determinare gusti, consumi e opinioni della popolazione. Come è noto, la tv ha un ruolo di primo piano nel “fare gli italiani”, nel renderli unitari a partire dalla lingua. In 70 anni di storia, la Rai porta avanti una serie di programmi innovativi, di interesse pubblico e sociale. Potendo tracciare alcuni punti chiave e di riferimento, abbiamo individuato alcuni degli show e dei programmi più rilevanti, gli stessi che nel tempo hanno dato identità agli italiani e al nostro Paese. 👉 su #ElleDecorItalia: https://lnkd.in/d75gg5cG #tv #storia
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le aziende sia pubbliche che private sono fatte dalle persone, da noi e spesso in branco le persone danno il peggio di loro nascondendosi dietro scrivanie o parole vuote senza senso.. tutti noi dovremo ritrovare il coraggio e la forza di affrontare le situazioni scomode e dare valore alle nostre identità come singoli esseri umani per aiutare gli e noi.
LE ULTIME PAROLE FAMOSE #famouslastwords «La Rai è la Rai. Ci lavoro da più di 50 anni. La conosco bene. So bene quali sono i limiti della Rai. Quando, tempo fa, dissi che la riconoscenza non era proprio il forte della Rai ero un po' arrabbiato. Ma è anche abbastanza vero. Il fatto è che la Rai non è una persona, non è un capo con cui hai un rapporto buono o cattivo. Cambia continuamente. Ti trovi a parlare con persone diverse. Ci sono quelle che ti stimano, quelle che non ti stimano, quelle che non vedono l'ora di farti lavorare e quelle che non vedono l'ora di far lavorare un altro. Questo lo devi tenere presente come devi tenere presente, però, che è l'azienda in cui ho passato tutto la mia vita». (GIANCARLO MAGALLI | Autore e conduttore televisivo italiano) #azienda #rai #persone #lavoro #verità
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Il contratto di servizio #Rai siglato tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e la concessionaria pubblica è stato una occasione centrale per affermare sempre più l'idea di una Rai quale #industria creativa al servizio della crescita del #MadeinItaly, soprattutto in termini di capitale immateriale. È evidente come il contratto di servizio non possa rimanere impermeabile alla transizione #digitale in corso: è necessario che la Rai diventi una digital media company, in grado di rispondere alle nuove esigenze del mercato e dei cittadini. Intento del #Governo, anche alla luce dei principi del #MediaFreedomAct, è quello di garantire un vero e autentico pluralismo che è fondamento dell'identità e della peculiarità del nostro sistema. Il contratto di servizio che abbiamo realizzato pone al centro un sano e proficuo confronto tra il Parlamento e la Commissione vigilanza RAI, come dimostrano anche questi due giorni di convegno che il Presidente della Commissione ha voluto realizzare con la partecipazione di tutti gli attori. Gli Stati Generali del Servizio pubblico hanno infatti permesso un confronto, scevro di pregiudizio, di paraocchi ideologici e di posizioni precostituite, su ciò che serve al Paese per indirizzarlo nella strada giusta e diventare un modello per l'intera #Europa. Noi oggi siamo impegnati per fare della Rai la prima industria culturale del Paese, consapevoli che la #cultura è la vera forza motrice del sistema #Italia e delle sue #eccellenze. Rai - Radiotelevisione Italiana Barbara Floridia Senato della Repubblica
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Il « cambiamento » della tv pubblica in Italia si potrebbe raggiungere in 90-150 anni … se va bene. Una piattaforma informativa che allontana la società italiana dalla percezione dell’evoluzione del mondo delle imprese.
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Un ecosistema televisivo sempre più frammentato richiede una visione integrata, che solo la combinazione di metriche televisive e digitali può offrire. Il 9 ottobre, ci vediamo alla Engage Conference per esplorare insieme questo argomento! #CTV #EngageConference
"Metriche che contano: le impression su CTV sono davvero tutte uguali?" Ne parleremo con Davide Fiorentini il 9 Ottobre nella nuova edizione di Engage+Upa!
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🔔 DAL 17 GENNAIO SU RAI PLAY LA SECONDA STAGIONE DI "SKILLZ - COMPETENZE PER IL FUTURO" 🔔 📌 Condotta anche quest'anno da Martina Socrate, la seconda stagione del programma di Rai - Radiotelevisione Italiana Contenuti Digitali e Transmediali realizzata in collaborazione con il Fondo per la Repubblica Digitale, racconterà il futuro del #lavoro e le nuove #competenze richieste nei settori che utilizzano l’#IntelligenzaArtificiale. Clicca qui per saperne di più 👉 https://lnkd.in/dFNTSF9r #FondoRepubblicaDigitale #Rai #SkillZ #IA #competenzedigitali #competenzesoft #transizionedigitale #futurodellavoro
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sport nazionale fare la vittima anche quando professionalità e deontologia sono parole.
C.E.O. @ NOVA OMNIA GROUP .-. CONSOLE ONORARIO ITALIA & FRIENDS (Una volta ero di poche parole, adesso anche di poche persone. Sicuramente non di buon carattere.)
Io faccio l'imprenditrice e qui non discuto di politica, ma se la RAI continua perdere (cacciare) risorse così non va bene. Serena Bortone è stata cancellata dai palinsesti Rai di autunno. Non solo ridimensionata, come era parso qualche settimana fa. Direttamente fatta sparire dal Servizio Pubblico, su cui non la vedremo più. La sua “colpa”? Avere denunciato con coraggio e schiena dritta una censura palese nei confronti di Scurati e del suo monologo su Matteotti. Il messaggio che passa è molto duro: ecco cosa succede a chi prova ad alzare la testa. Ecco cosa succede. Ed ecco il vero e unico volto di questa nuova RAI Solidarietà totale a Serena Bortone, ottima professionista ma soprattutto donna coraggiosa e resistente. Troppo, tutto insieme, di questi tempi.
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