A proposito di #turnover, di #risorseumane e di #emozioni
Da oltre 6 anni frequento le aziende del NORDEST. Per lo più PMI capitanate da imprenditori o da famiglie imprenditoriali.
Il mio lavoro è OSSERVARE, ASCOLTARE, SENTIRE, TOCCARE E ANNUSARE. Utilizzo i mie 5 sensi per attivare il più prezioso: IL SESTO. E proprio studiando l'ambiente aziendale, dagli edifici, alla disposizione dei settori, degli uffici, dei mobili, (la mia passione per la prossemica!) inizio ad entrare in relazione con l'azienda. Osservo le persone, immaginando gli stati d'animo, studiando, curiosa come sono di materia umana, le relazioni tra le persone che vivono l'azienda. Ascolto le figure apicali con estrema ammirazione e voglia d'imparare. Ogni azienda ha una sua storia, fatta di successi, di incontri, di tradizione, di opportunità colte e di valori condivisi. Spesso ci sono ferite, cadute, insuccessi che hanno contribuito a farle diventare quello che sono ora. Il materiale umano è la fonte, l'origine nonché uno dei fattori fondamentali per valutare il LIVELLO DI ATTRATTIVITÀ di un'azienda. Mai come oggi le aziende hanno dedicato attenzione al proprio personale, scegliendolo (potendo) con cura; solo le aziende che COCCOLANO I PROPRI COLLABORATORI, che sanno creare un AMBIENTE FAVOREVOLE ALLO SVILUPPO DI IDEE, che sanno COINVOLGERE LE PERSONE NELLA REALIZZAZIONE DEL GRANDE SOGNO AZIENDALE riescono a diventare aziende di successo. Le altre lottano quotidianamente per la sopravvivenza, per mantenere il fatturato o, nella migliore delle ipotesi, a farlo crescere con la prospettiva di aggrapparsi a qualche fondo, a trovare joint venture o a farsi assimilare da altri colossi perdendo così la propria identità originaria.
Crescere, per questo tipo di aziende, è diventata una vera e propria SFIDA. In questi anni si parla molto di BENESSERE AZIENDALE: le aziende investono denaro per aumentarlo, ma SOLO CHI CI CREDE VERAMENTE, IMPRENDITORI ILLUMINATI, RIESCONO A TRATTENERE I TALENTI E AD OTTENERE IL MASSIMO DAI PROPRI COLLABORATORI. E non è mai una mera questione di stipendi. Un collaboratore "bravo" che non si sente partecipe di un progetto, poco coinvolto nella realizzazione di un sogno, che non vede riconosciute le proprie potenzialità, che non ha fiducia e rispetto per le figure apicali, o si adagia e lentamente si spegne (diminuendo piano piano la sua redditività), o cercherà un altro impiego. E di questi tempi, rimpiazzare talenti è forse la cosa più difficile. Allora ecco l’importanza SCEGLIERE CON LUNGIMIRANZA i propri collaboratori, di nutrirli di sogni e di competenze e di trattenerli occupandosi della loro “felicità” lavorativa. Un lavoratore soddisfatto non se ne va, nemmeno per stipendi più corposi. PERCHÉ SONO ANCORA LE EMOZIONI CHE GUIDANO LE SCELTE DI UN ESSERE UMANO.
Responsabile Sicurezza, Ambiente & Servizi Generali (+RSPP) at FOMAS SpA
3 mesiPochi anni fa già ben oltre i 50 anni mi chiamarono per un lavoro, tutto bene ma alla fine scelsero un giovane che, mi spiegarono, aveva le caratteristiche che elencate. Passarono alcuni mesi e mi richiamarono, il giovane aveva carte ottime ma poca esperienza che creò non pochi problemi e danni in una situazione difficile da gestire. Ovviamente declinai l'offerta di essere assunto anche con un maggiorazione di salario rispetto alla precedente offerta. Forse prima di pubblicare messaggi di questo tipo dovreste avere un minimo di rispetto per persone che, seppur "anziane", vantano comunque le caratteristiche che indicate con in più un'esperienza che a 35 anni non puoi avere. Ovviamente massimo rispetto al Sig. Correnti ed i miei migliori auguri per il suo futuro, non è la persona in discussione ma un principio sbagliato in partenza. Ci sono giovani bravissimi così come tanti "anziani", parimenti vi possono essere "scarse" capacità, a qualsiasi età.