Che vino bevono i preti durante la messa? Un viaggio tra tradizione e spiritualità Ti sei mai chiesto quale tipo di vino venga utilizzato durante la celebrazione della Messa? Questo elemento centrale del rito cattolico ha una storia millenaria e una simbologia profonda che merita di essere scoperta. Il significato del vino nella liturgia Nella tradizione cristiana, il vino è simbolo del sangue di Cristo, offerto per la salvezza dell’umanità. Durante la consacrazione, il vino viene trasformato – attraverso il mistero dell’Eucaristia – nel vero sangue di Gesù. Per questo motivo, il vino usato durante la Messa deve avere caratteristiche ben precise, sia dal punto di vista spirituale che pratico. Quali sono i requisiti del vino da messa? La Chiesa cattolica richiede che il vino usato durante l’Eucaristia sia puro, cioè prodotto esclusivamente da uva, senza additivi o conservanti artificiali. Deve essere vino naturale non alterato da sostanze chimiche. Tradizionalmente, si utilizza un vino bianco o rosso secco o dolce, a seconda della regione e delle preferenze locali, ma l’essenziale è che sia “vino genuino e non corrotto”. È inoltre necessario che sia stato prodotto e conservato in condizioni tali da preservarne la purezza e l'integrità, per evitare che diventi aceto o che fermenti in maniera anomala. Vino bianco o rosso: quale si usa? In molte regioni, il vino rosso è preferito per il suo evidente richiamo simbolico al sangue di Cristo, mentre in altre parti del mondo, specialmente in Europa, viene comunemente utilizzato il vino bianco per evitare che eventuali macchie rovinino i paramenti sacri. Questo aspetto pratico ha portato molte comunità a scegliere il bianco, ma entrambe le scelte sono perfettamente valide. Curiosità: i fornitori di vino da Messa Esistono aziende vinicole specializzate nella produzione di vino da Messa, spesso legate a monasteri o comunità religiose. Questi vini sono soggetti a certificazioni particolari per garantirne la qualità e la conformità ai requisiti liturgici. In alcuni casi, parrocchie e comunità monastiche producono direttamente il vino che viene utilizzato nelle celebrazioni. Un gesto di tradizione e fede Oltre alla sua purezza, ciò che rende speciale il vino da Messa è il significato che esso racchiude: un simbolo antico, trasformato in una presenza divina. La semplicità di un elemento come il vino diventa un ponte tra la quotidianità dell’uomo e la sacralità del rito. Un aspetto affascinante, che ci ricorda come anche gli elementi più comuni possano assumere un ruolo straordinario nella fede e nella spiritualità. Il vino usato nella Messa è molto più di una semplice bevanda: è parte integrante di un mistero che si ripete da oltre 2000 anni, unendo tradizione, spiritualità e una profonda connessione con la storia del cristianesimo. #SK #SKidea #Internazionalizzazione #VinoDaMessa #TradizioneCattolica #Liturgia #Spiritualità #Eucaristia #Religione #Simbolismo #Vino #VinoeSpiritualità #CulturaReligiosa
Post di SK idea Group
Altri post rilevanti
-
I vini da messa, noti anche come vini liturgici, sono prodotti speciali utilizzati nelle celebrazioni religiose, specialmente nella Chiesa Cattolica. La loro produzione segue rigorosi criteri di purezza e qualità, mantenendosi fedeli alle tradizioni che risalgono ai tempi biblici. Questi vini devono essere naturali, senza aggiunta di zucchero o conservanti, provenienti esclusivamente dalla fermentazione dell'uva. Il vino da messa può essere rosso o bianco, ma sempre con un contenuto alcolico moderato, per garantire la sua integrità durante l'uso sacramentale. La scelta delle uve, la precisione nella coltivazione e la delicatezza nella produzione sono fondamentali per assicurare un prodotto finale che rispetti le esigenze canoniche e il simbolismo religioso. Una delle più grandi qualità del vino da messa è la sua purezza. Investire in questo tipo di vino significa garantire un'esperienza genuina e tradizionale, che porta con sé secoli di storia e spiritualità. Oltre all'uso liturgico, questi vini possono essere apprezzati in momenti di riflessione e celebrazione, portando un tocco di sacralità nella vita quotidiana. Scopri di più sul mondo dei vini seguendo il nostro Instagram @vinoepassioneit ! #vino #wine #vinho #vinodamessa #vinoliturgico #tradizione #sacramento #purezza #storia #celebrazione #spiritualita #cultura #fede #degustazionediVino #culturadelvino @todos
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
Storia dell’alimentazione: 9# Il vino Al Louvre è custodito uno splendido dipinto del Veronese (1563) dove trionfa in stile barocco una sfarzosa Nozze di Cana, episodio in cui Gesù compie il suo primo miracolo trasformando acqua in vino (e pare fosse di ottima qualità!). 👉 Lo puoi trovare di fronte la Gioconda. Erroneamente definito il primo wine party della storia da un mio ex collega 😁, prima di esso la storia parla di una maestosa festa organizzata dal re assiro Assurnasirpal II (870 aC). Ospitante ben 70mila persone, vennero serviti 10mila otri di vino. Considerato che la bevanda tipica era la birra, servire questa sbalorditiva quantità di vino fu una dimostrazione di potere e ricchezza. Il vino infatti era una bevanda difficilmente reperibile e doveva essere importata dalle montagne del nord. Proprio la zona caucasica è dove si pensa abbia avuto origine il vino, attorno al 5000 aC, con la coltivazione della Vitis vinifera, la specie botanica che la la UE consente per la produzione di vino, che è ‘prodotto ottenuto esclusivamente dalla fermentazione alcolica totale o parziale di uve fresche, pigiate o no, o di mosti di uve’ concedendo tuttavia la produzione di vino da determinati ibridi, ma solo per produrre vini comuni o IGP. Parliamo dunque di una bevanda fermentata, una delle pratiche più antiche usate nella conservazione degli alimenti, e di cui l’Asia ne è maestra. Bevanda che si diffuse per tutto il Mediterraneo attraverso gli egizi, i greci e i romani attribuendone anche un carattere cerimoniale e divinatorio, che andò a propagarsi sino a lambire il nord Europa grazie anche alla cristianizzazione. ☪ Affronterò l’interdetto dell’alcol nell’islam in un post successivo (studi permettendo!) 😁 Bevuto tal quale (i barbari lo apprezzavano così), annacquato, speziato o mischiato, il vino, oltre a essere la bevanda degli dei e poi di Dio, fu fonte di sostentamento energetico e rimedio per rendere potabile l’acqua. Tuttavia, era generalmente pessimo in quanto si guastava facilmente. Con l’introduzione di bottiglie decenti e soprattutto del tappo in sughero a metà '600, il vino inizia a diventare la bevanda che conosciamo. Finché non arriva la crisi della fillossera nel XIX sec., un parassita che colpisce le radici della vite stravolgendo la produzione europea. Il rimedio, difficile da digerire culturalmente, fu l’introduzione di un portainnesto da vite americana. Nel frattempo si fanno strada la birra con le nuove tecniche di produzione, e liquori e distillati come il rum grazie a una produzione di zucchero più conveniente, gettando le basi per i cocktails. Una notevole varietà di alcolici alternativi al vino, testimoniato anche da Manet con il suo Bar delle Folies-Bergère (1882). 🆕 Tendenze di oggi parlano di vini dealcolati, vini in lattina e in futuro vino ottenuto da uve TEA, una biotecnologia che seleziona geni intraspecie per creare nuove varietà più performanti. Una bevanda sempre in evoluzione, non trovi?
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
🍷 Il Vino più Antico del Mondo: Un Ritrovamento Straordinario Un vino bianco di oltre 2.000 anni, di origini andaluse, ha recentemente catturato l'attenzione degli studiosi per la sua straordinaria scoperta in una tomba romana nella cittadina spagnola di Carmona, nel 2019. Conservato in un'urna funeraria, questo liquido prezioso è diventato il vino più antico mai identificato fino ad oggi. 🔍 La Scoperta e lo Studio Gli archeologi, in collaborazione con il Dipartimento di Chimica Organica dell'Università di Cordoba, hanno condotto approfondite analisi per confermare che il liquido nella tomba fosse effettivamente vino. Dopo un meticoloso processo di esame dei polifenoli, biomarcatori caratteristici dei vini, hanno identificato sette specifici polifenoli che si trovano anche nei vini contemporanei di Montilla-Moriles, Jerez e Sanlúcar. 📜 Un Rituale Funerario Rivoluzionario La tomba, originariamente contenente sei individui di cui Hispana, Senicio e altri quattro di cui non si conosce il nome, rivela un rituale funerario intricato e significativo. Uno degli uomini era immerso nel vino, insieme ad anelli d'oro e altri oggetti che facevano parte del corredo funerario destinato a accompagnare i defunti nel loro viaggio nell'aldilà. 🍇 Legami con il Presente I sali minerali presenti nel vino sepolto corrispondono a quelli trovati nei vini bianchi prodotti nella regione oggi. Questa scoperta non solo ci fornisce una finestra affascinante sulla vita e le credenze dell'antica Roma, ma ci ricorda anche la longevità e la tradizione dei vini di qualità. 🥂 Celebrare la Storia del Vino In VINOSO.Shop celebriamo non solo la qualità e la diversità dei vini moderni, ma anche la storia che si cela dietro ogni bottiglia. Esplora la nostra selezione e scopri come il passato possa ancora ispirare il presente. #VinoAntico #StoriaDelVino #ArcheologiaDelVino #VINOSOshop #WineLovers
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
I miti del vino ... Dioniso tra satiri e menadi; cratere a colonnette attribuito al pittore di Lydos - 56.4x69.3 cm - 550 a.C. – The Metropolitan Museum of Art, New York, Usa – Il cratere serviva a mescolare vino e acqua durante il simposio greco. In alcuni miti di origine, alcuni dei, come Osiride, Dioniso o Bacco, donano agli uomini la vite e insegnano loro a coltivarla e a trarne vino. La tradizione, invece, racconta di una scoperta casuale: grappoli d’uva dimenticati in un recipiente che in seguito vengono ritrovati fermentati e trasformati in una bevanda liquorosa e gradevole che gli scopritori, ignari degli effetti, bevono senza ritegno fino a ubriacarsi, sperimentandone subito l’aspetto pericoloso. Di contro, ci sono fonti che ne esaltano le capacità farmacologiche conferendone un aspetto positivo. San Paolo raccomanda a Timoteo di non bere solo acqua ma anche un pò di vino per lenire i suoi disturbi allo stomaco (1 Tm 5,23). Nel mondo antico, il vino era spesso bevanda necessaria, perché alternativa all’acqua contaminata e bevuto in modo molto diverso dal nostro, cioè mescolato all’acqua con miele e spezie per attenuarne sapore e gradazione alcolica, mentre pochi bevevano il vino puro e per questo considerati ubriaconi. La raccomandazione di farne uso misurato, il disprezzo verso chi beve in solitudine sono alcuni temi ricorrenti, anzi ossessivi, nella letteratura antica e in particolare in quella greca e romana. Nella Bibbia, il vino bevuto a dismisura provoca l’ebbrezza di Noè e di Lot (Gen 9,20; 19,35) e si rivela fatale a Oloferne, ucciso nel sonno da Giuditta (Gdt 12-13). L’ambivalenza del vino è descritta in Siracide 31, dove il vino è "come la vita per gli uomini, purché tu lo beva con misura", mentre le conseguenze nefaste del bere eccessivo sono descritte nei Proverbi 23,19-21 e in Efesini 5,18. Il vino può fare sprofondare l’uomo in una dimensione subumana. Se si eccede, rende ebbri, ottunde la mente, priva l’uomo della propria dignità. ... Da Maria Milvia Morciano in https://lnkd.in/dQvNYnhe...
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
Roma, 18 novembre 2024 Bianco di Valguarnera 1988 Duca di Salaparuta Con i rossi è più facile; apprezzare invece un bianco invecchiato (in più meridionale), diventa un'esperienza contrassegnata non da pochi spunti di riflessione. Il primo è rappresentato dall'idea di voler concepire un vino bianco volto all'invecchiamento, nel posto relativamente caldo della Sicilia Occidentale. Il secondo riguarda la tenuta nel tempo, ed è quello che ci stupisce maggiormente, l'88 testimonia come il terroir ma soprattutto le persone, senza le quali i progetti non si realizzerebbero, sono di vitale l'importanza. Il terzo pensiero ritorna sempre all'uomo e il suo instancabile coraggio di porsi degli obbiettivi, spesso nelle condizioni poco favorevoli, sia dal punta di vista sociale che quello economico, proprio quello che l'azienda dovette affrontare nel 1987 - l'anno della 1° uscita della Bianca di Valguarnera. Ci sarebbero ancora tanti aspetti da elencare, indispensabili nella creazione di un grande vino come questo; da uve Inzolia, suolo argilloso e legno di castagno per affinamento, con un risultato assai sorprendente. Il vino si mostra integro e ricco all'olfatto, ci sta tutto nella propria fisicità, un sorso pieno di riconoscimento che si apre con grazia al degustatore, sostenuto dalla sapidità e non più freschezza che per ragioni ovvie passa in secondo piano, senza annullarsi del tutto. Bianca di Valguarnera è un vino bianco plasmato fortemente nella sua identità che parla al mondo in maniera chiara e concreta senza tralasciare le proprie radici. Agnes Futa #vino #wine #sicily #winecollector DUCA DI SALAPARUTA SPA O PIU BREVEMENTE D.D.S. SPA
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
Che articolo!
Immaginatevi di essere ad Olbia, in Sardegna e di incontrare una persona con tipico accento nordico, quasi milanese o giù di li. In fondo Olbia è limitrofa alla Costa Smeralda e di milanesi o lombardi ce ne sono a iosa. Se poi il presunto lombardo vi accoglie nella sua meravigliosa cantina insieme alle sue figlie che parlano varie lingue, beh allora ogni dubbio è fugato. Un altro 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘯𝘨𝘪𝘶 in terra sarda. E se fosse un 𝘴𝘢𝘯𝘨𝘶𝘯𝘢𝘶? Non conoscete questi termini? Veniteli a scoprire nel mio nuovo articolo su 𝐏𝐢𝐞𝐫𝐨 𝐂𝐚𝐧𝐨𝐩𝐨𝐥𝐢, la sua famiglia e la 𝐂𝐚𝐧𝐭𝐢𝐧𝐚 𝐌𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞𝐬 𝙲𝚊𝚗𝚝𝚒𝚗𝚊 𝙼𝚞𝚛𝚊𝚕𝚎𝚜. 𝙿𝚒𝚎𝚛𝚘, 𝚜𝚞 𝚜𝚝𝚛𝚊𝚗𝚐𝚒𝚞. 𝙰𝚗𝚣𝚒 𝚗𝚘, 𝚜𝚞 𝚜𝚊𝚖𝚋𝚎𝚗𝚊𝚞 Nella rubrica 𝙎𝙪𝙜𝙜𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙙𝙞 𝙫𝙞𝙣𝙤 WineTales RaccontidiVino #suggestionidivino #wine #vino #ivanvellucci Solo su https://lnkd.in/e3QsmXW6
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Il vino: un viaggio di 6.000 anni nel tempo Sapevi che il vino esiste da oltre 6.000 anni? Questo affascinante elisir ha accompagnato l'umanità fin dagli albori della nostra civiltà, evolvendosi in un simbolo di cultura, religione e tradizione. Oggi, il vino è parte integrante della nostra vita quotidiana, ma la sua storia è un viaggio che ci porta indietro nel tempo. Le origini del vino Il vino nasce in una regione che oggi comprende la Georgia, Armenia e Iran. Le prime tracce della produzione di vino risalgono al 6.000 a.C., quando le popolazioni locali coltivavano la vite e sperimentavano la fermentazione del succo d'uva. Il vino più antico del mondo è stato trovato in una tomba in Georgia e risale a circa 8.000 anni fa. Gli archeologi hanno identificato vasi con residui di vino fermentato. Un vero viaggio nel tempo che ci rivela come l'uomo primitivo avesse già compreso l’arte della vinificazione. La diffusione del vino Con l’espansione delle civiltà, il vino si è diffuso attraverso il Mediterraneo. I Greci e i Romani furono protagonisti di questa diffusione, rendendo il vino non solo una bevanda, ma un elemento sacro. I Romani perfezionarono le tecniche di vinificazione e il commercio di vino si estese a tutto l'Impero Romano. Il vino oggi Oggi, il vino è più di una bevanda. È il frutto di millenni di evoluzione. Le moderne tecniche di vinificazione si combinano con tradizioni secolari per dar vita a vini che raccontano storie di territorio, cultura e innovazione. Quindi, la prossima volta che stappi una bottiglia, pensa a tutto ciò che essa rappresenta: un viaggio che unisce passato, presente e futuro. Brindiamo, quindi, a questi 8.000 anni di storia del vino! 🍷 #SK #SKidea #StoriaDelVino #Cultura #Tradizione #Innovazione #Vino #WineLovers
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
-
1) I nomi sono importanti. Rosato, Rosé, Chiaretto, Cerasuolo, Kretzer sono facce diverse della stessa medaglia: il vino di colore rosa. Utilizziamo allora una terminologia azzeccata e chiamiamolo “vino rosa”. 2) Il primo vino prodotto dall’uomo (con uve rosse) è rosa. Una spremuta di succo d’uva fermentata senza bucce né raspi. Così è stato presumibilmente per qualche millennio. La vinificazione con le bucce inizia nel tardo Medioevo. Ne consegue che il vino rosso presente oggi sulle nostre tavole è un’evoluzione del vino rosa con progressivo aumento del contatto con le bucce del mosto in fermentazione. 3) Fino alla rivoluzione francese, il vino della migliore qualità si chiama “rosso” ma si dipinge col colore rosa, come emerge in maniera inoppugnabile dai grandi quadri del passato. Non so di cosa sia fatto il sangue di San Gennaro ma quello di Cristo è più simile a un Tavel che a uno Château Petrus. 4) Il vino rosa ha carattere bipolare per distinzione nel metodo produttivo e pertanto può essere: – ottenuto da una vinificazione senza bucce di uve rosse – risultato di una parziale fermentazione con le bucce di uve rosse Un vino prodotto col primo metodo non è necessariamente di colore più chiaro di un altro ottenuto col secondo metodo, in quanto la presenza degli antociani responsabili della colorazione varia al variare dei vitigni utilizzati. Non esiste comunque alcuna correlazione tra colore e qualità del vino. 5) Il rosa da salasso è il male perché danneggia la reputazione dell’intera tipologia. La tecnica del salasso serve solo a concentrare il vino rosso e dà origine, come sottoprodotto di scarto, a un vino rosa di qualità scadente. Il vino rosa da taglio (per colorazione e non per vinificazione) è il male assoluto. Il vino rosa derivato dal taglio di vini rossi e bianchi è consentito dalla normativa europea che ne demanda l’eventuale divieto ai singoli disciplinari. 6) Secondo la vigente legislazione europea il vino rosa (rosato o rosé) è semplicemente vino rosso. 7) Il vino rosa si produce a partire dalla vigna e la vigna necessita di cure specifiche affinché si produca buon vino rosa. Il vigneto misto (multi varietale) offre maggiori garanzie in termini di regolarità produttiva ma se l’obiettivo finale è ottenere un vino rosa di alta qualità questa configurazione presenta criticità e complessità crescenti al crescere del numero di cultivar utilizzate. 8) La prima etichetta rosa prodotta in Italia risale al 1892 e testimonia la tradizione rosatista della Puglia. È il Canal Gentile delle Cantine Pavoncelli di Cerignola. 9) Oggi in Francia un bevitore su tre beve vino rosa, in Italia uno su venti. La mia cantina di sedicente appassionato della tipologia annovera un misero 15% di bottiglie rosa. Insomma, in Italia se ne parla poco e se ne beve ancora meno. È solo un problema di comunicazione oppure esiste un effettivo problema di qualità? 10) La qualità intrinseca di un vino rosa dipende da come e perché è stato prodotto.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Abbinamento cibo vino Parte 1: Il vino in cucina Amico e nemico del cibo, una collana di articoli dedicati al viaggio di uno dei matrimoni più antichi del mondo. un elogio alla tecnica di accostamento tra il nettare di Bacco e la buona cucina. Buona lettura🍷
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
🍷 𝗖’𝗲𝗿𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝘃𝗶𝗴𝗻𝗮… 𝗖𝗮𝗽𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 𝟭: 𝗖𝗵𝗶𝗮𝗻𝘁𝗶, 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝘂𝗻 𝘃𝗶𝗻𝗼, 𝗺𝗮 𝘂𝗻'𝗶𝗰𝗼𝗻𝗮 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼. Benvenuti in "C'era una vigna", la rubrica che racconta curiosità, storia e leggende legate al mondo del Chianti. 📜 𝟭𝟯𝟴𝟯-𝟭𝟰𝟭𝟬: per la prima volta, negli archivi Datini di Prato, appare il termine Chianti per indicare un vino speciale. Ma è nel 𝗦𝗲𝗶𝗰𝗲𝗻𝘁𝗼, con il boom delle esportazioni, che 𝗶𝗹 𝗖𝗵𝗶𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮 𝗶𝗹 𝘀𝗶𝗺𝗯𝗼𝗹𝗼 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗼𝗴𝗴𝗶. Le origini del nome? Avvolte nel mistero. Alcuni parlano di 𝗖𝗹𝗮𝗻𝘁𝗲, un termine etrusco, altri di battiti di ali o suoni di corni. Qualunque sia la verità, una cosa è certa: Chianti non è solo un vino, è una storia che sa di terra, cultura e passione. ✨ 𝑆𝑒𝑔𝑢𝑖𝑡𝑒𝑐𝑖 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑒𝑡𝑡𝑖𝑚𝑎𝑛𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑐𝑜𝑝𝑟𝑖𝑟𝑒 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑒 𝑐𝑢𝑟𝑖𝑜𝑠𝑖𝑡𝑎̀ 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑟𝑢𝑏𝑟𝑖𝑐𝑎 "𝐶'𝑒𝑟𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑖𝑔𝑛𝑎". 💬 Cosa significa Chianti per voi? Raccontatecelo nei commenti! 🍇👇 #CeraUnaVigna #Chianti #StoriaDelVino #ConsorzioVinoChianti #TradizioneToscana Saverio Galli Torrini Ministero delle Imprese e del Made in Italy Food & Wine Fooday.it ENIT S.p.A.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-