Post di Sky Italia

In edicola The Good Life Italia 52 #supportindependentpress Come i serpenti Parola d’ordine mutare. Ovvero, come ben descrive il dizionario, passare da uno stato (o da una condizione) all’altro/a. D’altronde non era Anna Oxa a cantare, nel 1978, “Abbiamo pelle di serpente/Andiamo verso l'avventura/Con il coraggio e la paura dell'incosciente”? Chiarisco subito un possibile equivoco, parliamo di second life ma non ci riferiamo al mondo virtuale lanciato il 23 giugno del 2003 dal fisico Philip Rosedale, di cui poi si perse traccia e di cui pare sia previsto a breve un rilancio per smartphone. No. Sul numero che avete per le mani di The Good Life Italia parliamo di second life come un inno al cambiamento: di destinazione d’uso, di luogo, di vita. Qualche esempio? L’avreste mai detto che dopo secoli di cultura vinicola il nostro paese sarebbe diventato una nuova meta per i cultori della birra? Ebbene sì e noi vi accompagneremo nei nuovi territori del turismo birrario. Con tanto di guide. Ci sono le implicazioni di costume, che troviamo nel recente trend acqua&sapone del jet-set ma anche i cambiamenti di patria, o perlomeno di passaporto, come raccontiamo nell’articolo sui nuovi cosmopolitismi legati alla commercializzazione delle nazionalità. Un numero ricco di tante curiosità, dai profumi di città- che forse una volta non avremmo pensato potessero esistere- alla constatazione che se si è imprenditori lo si è per tutta la vita, come se si trattasse di una tessera del DNA. Il Ruanda raccontato attraverso l’arte e non solo come meta legata ai gorilla; l’area per anni abbandonata di Battersea a Londra nuova meta di tutti quelli che passano in città; Phnom Penh che oggi è mega city in piena espansione sotto il segno della creatività. Coraggio ed incoscienza sono forse anche le spinte che trent’anni fa hanno portato Lisa Manzoni e Giuseppe Scutellà a fondare Puntozero, il teatro dentro l’IPM Beccaria, ovvero l’Istituto Penale per Minorenni della nostra città. Caso unico di teatro carcerario con licenza di pubblico spettacolo frutto di anni di sogni e tenacia della collettività. E qui siamo entrati, con gli occhi di Alessandro Treves, a scattare i ragazzi della compagnia, composta in parte da detenuti ed in parte no, per invitarvi ad andarne a vedere le produzioni, per nulla amatoriali. Cambiamenti che alle volte sono grandi riscoperte come il fenomeno degli hi-fi bar o gli evergreen nel design, oppure come le nuove professioni legate al collezionismo della auto d’epoca divise tra personalizzazione (e quindi trasformazione) e la cosmesi automobilista. (Cos’è? Scopritelo qui!) Ma anche restauratori di sneakers e pugili pittori, la grande rimonta dei battitori d’asta come esempio di coolness contemporanea ed una carrellata di bagni pubblici trasformati in luoghi di pellegrinaggio dagli architetti. Ahimé Wim Wenders ci ha bruciato un po' il tema, però amen la prossima volta gli abbiamo chiesto di avvisarci prima.

📺 Si parla molto in questi giorni degli impressionanti progressi fatti dai video generati grazia alla #IA; dei contenuti il cui realismo e potenzialità creative portano a fare importanti riflessioni sul concetto di #realtà e sulla nostra capacità di distinguere ciò che è vero da ciò che è versosimile. 👀 A Dynamo abbiamo a che fare ogni giorno con la vita di tante famiglie e bambini la cui realtà è dura e complicata, tanto che alcuni quando vivono l'esperienza del Camp ci dicono che "non sembra vero, bisogna vederlo per crederci!". 🎬 I documentari hanno l'ambizione di raccontare la realtà con immagini e parole dei protagonisti di vicende straordinarie, piccole o grandi che siano. Ed è per questo che siamo orgogliosi ed emozionati di approdare nei prossimi giorni su Rai3 con due stupendi documentari firmati dal regista Graziano Conversano e prodotti da Ladybug Entertainement. In questo articolo trovate tutte le indicazioni sulle date e gli orari di messa in onda, insieme a qualche immagine di backstage e l'origine del progetto⬇️

DALLE URGENZE ALLE PROMESSE NARRATIVE? Ieri sono riuscito a seguire solo uno dei panel previsti nell’ambito degli “Stati generali del cinema indipendente” organizzata da AIR3. Si è trattato in particolare della sessione pomeridiana dal titolo “LAVORARE NON STANCA. LA VARIABILE UMANA TRA PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE”. Fra le (belle) sorprese, il fatto di sentire esprimere dalla quasi totalità dei panelist il sincero interessarsi del pubblico: nella fase ideativa, durante lo sviluppo, nel montaggio, nella definizione dei materiali, nella fase delle scelte distributive. Il tutto alla luce del moltiplicatore di criticità derivante dal fatto che spesso trattasi di “nicchie di nicchie”. In questo leggo uno scarto dalla prospettiva dell’urgenza a quella della promessa e della sua qualificazione (e non è roba da poco). L’urgenza è una cosa che riguarda te, che “te ne liberi” consegnando al mondo il tuo lascito artistico. Una promessa narrativa presuppone l’ingaggio dell’altro in base a meccanismi di cui è opportuno sondare i presupposti (cosa che non comporta necessariamente l’inquinamento della propria ispirazione). Il colpo di coda arriva però con il primo punto di una sorta di manifesto condiviso a margine dell’iniziativa, che auspica “un cinema che parta dalle storie e non dalle previsioni di mercato e dagli algoritmi”. Nulla di più condivisibile della centralità delle storie, ma ci si scorda immediatamente che le storie in questione ambiscono a diventare “offerta”, e che quei signori che chiamiamo “pubblico” rappresentano la “domanda” e, nel preoccuparci di averne uno (più o meno ampio), nell’interrogarci sulle loro caratteristiche e sulla “larghezza” del bacino di riferimento, stiamo facendo delle “previsioni di mercato”. Non è una parolaccia; il fatto è che spesso le facciamo male (o non ci facciamo supportare professionalmente) o non le facciamo affatto, o subiamo quelle di chi vorremmo finanziasse il nostro progetto. Ma occorre farle, possibilmente bene, magari chiamandole “ascolto dello spettatore”. Cerco suggerimenti anche per ribattezzare “gli algoritmi” con l’obiettivo di riabilitarne la logica. Quando decidete di fare un regalo, ragionate per analogia (“dato che ti è piaciuto questo e quest’altro, ergo…”), esattamente come fa un algoritmo. Fareste bene anche ad interessarvi anche del fatto che il regalo sia stato effettivamente apprezzato o meno (che, lo scrivo sottovoce, è quello che fanno anche le ricerche di mercato): ne va della salute della relazione.

Come Brand-Cross siamo orgogliosi di annunciare che la seconda stagione della serie #ilmondodileo, in onda su Rai YoYo, è un esempio concreto di come una produzione di cartoni animati possa essere sia a ridotto impatto ambientale che inclusiva! 🌍✨ Grazie al Protocollo Zen, sviluppato nel 2021 dalla società benefit Zen2030 in collaborazione con Rete Clima, le case di produzione sono guidate nella redazione di piani di #sostenibilitá che si avvicinano il più possibile alle zero emissioni, in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi sul Clima del 2015. L'applicazione del protocollo ZEN all'industria audiovisiva rappresenta un passo significativo nel supportare il processo di decarbonizzazione dell'economia italiana, in armonia con le strategie del Green New Deal europeo. Ma non ci fermiamo qui: #ilmondodileo è una serie TV animata pensata per bambini e ragazzi autistici, abbracciando così una sostenibilità a 360°, che include aspetti ambientali e sociali. Insieme possiamo trasformare il settore audiovisivo, contribuendo attivamente a un futuro più sostenibile e inclusivo! 🌱📽️ #greenproduction #sostenibilitá #inclusione #zeroemissioni #ilmondodileo

Quale migliore vetrina per mettere in scena temi d’attualità importanti e stimolare il pubblico dibattito se non il Festival della città dei fiori seguito da mlioni di italiani che, prima ancora che telespettatori, sono cittadini ed elettori? Ma per farlo ci vuole coraggio. #SANREMO2024 Ne parlo su Il Riformista

Non dovrei dirlo io, ma davvero la puntata di Codice andata in onda ieri su Rai1 ha fatto un’importante operazione di servizio pubblico. Siamo andati in Arabia, Kenya, Svizzera, Belgio, Corea, Francia e ovviamente Italia per scoprire i segreti dei nuovi materiali con cui i ricercatori di tutto il mondo immaginano soluzioni ai tre grandi problemi del futuro: energia, ambiente, clima. E abbiamo raccontato un mondo di gente incredibile che lavora fuori dai radar della politica e del dibattito pubblico, ma che giocando con atomi e algoritmi inventa risposte fenomenali di cui nessuno parla. Tra i servizi: la desalinizzazione in Arabia Saudita, la depurazione dell’acqua a zero energia all’ETH di Zurigo, la plastica e l’economia circolare in Kenya, la cattura della Co2 in Corea, il fine vita del cemento, la ristrutturazione e nuovi materiali, gli orti subacquei a La Spezia, le strade luminose del Belgio, il Quantum spiegato bene, la Napoli dell’Innovazione, la sedia silente per uno smart working a prova di divorzio. C’è anche il mio servizio dall’università di Seul dove realizzano cose pazzesche. Trovate la puntata e video anche spacchettati su RaiPlay e sulla pagina Rai di YouTube! #nuovimateriali #materiali #greeneconomy #climatechange #ambiente #corea #arabia

🔴 Tra i trend emergenti dei #CannesLions2024 c’è il riconoscimento da parte del Festival del ruolo sempre più importante giocato dai #creator nel panorama della #comunicazione. 👉🏻 Ne abbiamo parlato al Palais con Valentina Salaro, head of content & social di Armando Testa e parte della giuria del premio.

#GiornataInternazionaleDellaDonna: un momento fondamentale per fermarci e riflettere sulle tematiche di gender equality, sul lungo percorso compiuto e su quello che ancora dobbiamo percorrere verso una piena parità di genere. La vogliamo celebrare insieme al Gruppo Italgas, condividendo il primo estratto della chiacchierata tra Vera Gheno e Irene Sacchetto. Riflettiamo, condividiamo, agiamo. Perché ogni singolo passo di ciascuno può fare la differenza per tutti. #IWD24 #InternationalWomensDay

All'ultimo team meeting di Will Media ho fatto vedere questo grafico, che credo a suo modo spieghi benissimo la ragion d'essere del nostro lavoro - ma forse anche un bel po’ delle cose che succedono là fuori. In breve, l'interpretazione che ne ho dato (un pò estensiva e cervellotica, pardon): - complessità e velocità dei fatti del mondo nel corso dell'ultimo secolo e mezzo sono cresciute esponenzialmente (citofonare Rivoluzione Industriale); - complessità e velocità generano una diffusa sensazione di inconsapevolezza (rispetto al passato, non siamo più consapevoli di come vengono prodotti i beni che consumiamo, dell'impatto dei nostri consumi, di una geopolitica sempre più complessa etc etc); - l'inconsapevolezza genera a sua volta paura ("caution, worry, risk, threat"). L'uomo ha paura di ciò che non conosce (il buio, lo straniero, il prodotto straniero etc.) o di ciò che non capisce (le nuove scienze, i nuovi modi di pensare, di amare, etc.); - la biologia (credo) e la storia (qui sono più convinto) ci insegnano anche che l'animale/l'uomo spaventato è un essere più pericoloso, in quanto non agisce razionalmente; - la consapevolezza è l'unico antidoto alla paura; - e quindi Will? Ci arrivo. Torniamo in via Pietrasanta, nel nostro sovraffollato ufficio (AAA CERCASI disperatamente uffici di circa 800-1000mq), al nostro team meeting sovraccarico di grasse brioches. Presentando il nostro 2024 sono tornato a parlare del senso del lavoro di Will a partire da quando Alessandro l'ha fondata: cerchiamo di fornire alle persone strumenti per accrescere la propria consapevolezza sui fatti del mondo, senza lasciare nessuno indietro. Il grafico del Financial Times è a suo modo uno strumento perfetto e diabolico per fissare i KPIs alla missione di Will: non dobbiamo far altro che agire da forza motrice per invertire la direzione di quelle freccette lì.* Per la serie "Go big or go home". E quindi. Il mondo è più complesso e più veloce, ma non per questo più "sbagliato". Quel mondo lì ci fa sempre più paura e Will - così lo sapete anche voi - è qui per toglierci un pò di quella paura. Non lo facciamo con l'ottimismo o il gazzettino delle buone notizie, ma cercando di costruire un pò di consapevolezza in più, tutti i giorni. Buona fortuna a noi! *no, questo non si pone in contrasto con gli sforzi che facciamo quotidianamente per portare la questione climatica al centro del dibattito pubblico: non so elencarvi le possibili soluzioni al riscaldamento del globo, l'unica certezza che ho però è che un approccio "cauto, preoccupato e risk-averse" sia l'unico sicuramente sbagliato per salvarci dall'era "of global boiling" (António Guterres ©) Credits: John Burn-Murdoch, Financial Times

Stamattina ci trovate in edicola con un numero di Varesefocus dedicato ad un "nuovo fermento sociale". Cosa significa? Lo spiega nell'editoriale Silvia Pagani, nostro direttore: "Non è questione di essere buoni o buonisti. La nostra volontà è quella di contribuire a dare vita, come parte sociale e insieme alle imprese, ad una società più giusta e a fare del territorio un’area attrattiva per giovani, persone, talenti". "Fa parte di questa azione anche la diversa narrazione delle nostre comunità attraverso le pagine di Varesefocus. Come facciamo con questa nuova edizione in cui parliamo di itinerari turistici, di nuovi metodi di approccio ai problemi della terza età, di AI, di iniziative di integrazione attraverso il lavoro, di iniziative imprenditoriali che escono dai laboratori di ricerca delle nostre Università per diventare startup e tanto altro. Piccole e grandi storie diffuse che speriamo possano ispirare e diventare sempre più numerose. Perché sono la sintesi di quella #Varese2050 che vorremmo.  C’è tanto fermento sociale che vediamo crescere e che vi vogliamo raccontare". Potete leggerci anche qui: https://lnkd.in/evfZskY2