Cluster Manager Coordinatore Rete Regionale Innovativa INNOSAP presso Rete Regionale Innovativa INNOSAP
Dati interessanti che disegnano la visione di breve e di lungo che caratterizza il nostro Paese oggi
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Dati interessanti che disegnano la visione di breve e di lungo che caratterizza il nostro Paese oggi
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Il settore dei servizi sempre più protagonista
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L’agenda degli appuntamenti di mercoledì 30 ottobre si apre con la diffusione dei conti, a Milano, di Edison, Prysmian e Amplifon. Mentre a Roma si tengono una serie di eventi: dall’asta del Tesoro di BTp a 5 e 10 anni per un ammontare massimo complessivo di 5,5 miliardi e di CcTeu per massimi 3,5 miliardi; all’evento “L’evoluzione della governance e il ruolo degli indipendenti”, organizzato in occasione del ventennale di Nedcommunity. Passando anche per la Cerimonia di consegna delle insegne di Cavaliere dell'Ordine “Al Merito del Lavoro” ai Cavalieri del Lavoro nominati il 2 giugno 2024. Per l’annuncio dei dati macroeconomici, l’Istat diffonde la stima preliminare del Pil del terzo trimestre e i prezzi alla produzione dell’industria e delle costruzioni di settembre. La Spagna e la Germania diffondono i dati del Pil del terzo trimestre e dell’inflazione di ottobre; con quest’ultima che diffonde anche quelli del tasso di disoccupazione. La Francia quelli del Pil del terzo trimestre e delle spese per i consumi di settembre; e il Giappone quelli sull’indice di fiducia delle famiglie di ottobre. Chiudono Eurozona con la stima del Pil del terzo trimestre, dell’indice della fiducia dell’industria, dei consumatori e servizi e dell’indice di fiducia economica; e Stati Uniti con la diffusione dei dati del terzo trimestre, dell’indice dei nuovi occupati e della stima ADP di ottobre. #Radiocor #MorningNote #Milano #Conti #Edison #Prysmian #Amplifon #Roma #Asta #BoT #Macroeconomia #Istat #Indici
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🔹Nella lista di Statista-Il Sole 24 Ore storie di imprese che alle ragioni del marketing hanno preferito quelle del fare, della cultura d’impresa sana e della scommessa in settori e mercati innovativi.
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https://lnkd.in/dkYstRtm L’economia italiana torna agli anni del lungo ciclo “della bassa crescita”? Con questo leitmotiv nelle settimane scorse il Centro Studi della Confindustria ha organizzato un seminario di previsione sulla congiuntura e sintitizzava alla perfezione la stagione che stiamo vivendo, quella che diversi commentatori e analisti in maniera ancor più efficace chiamano “il tempo dello zero virgola”. Il riferimento è al mero dato del Pil e all’incrocio tra i risultati del 2023 e (soprattutto) le previsioni del 2024. Il 2023 dovrebbe chiudere con un modesto incremento dello 0,7 per cento e il prossimo anno, secondo le previsioni di molte istituzioni, dovrebbe replicare il dato del 2023. Ma, proprio secondo il Centro Studi Confindustria, le cose potrebbero andare ancora peggio, ovvero limitarsi a un rialzo dello 0,5 per cento. Il commento di Dario Di Vico su Linkiesta.
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Clima di fiducia di imprese e consumatori. Quando solo quello delle imprese è sopra 100 (arancione) spinge l'economia, quando quello dei consumatori è sopra 100 (giallo) e quello delle imprese no l'economia galleggia, quando entrambi sono sopra 100 (verde) il pil vola crescendo e registrando nuovi top record.
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https://lnkd.in/dkYstRtm L’economia italiana torna agli anni del lungo ciclo “della bassa crescita”? Con questo leitmotiv nelle settimane scorse il Centro Studi della Confindustria ha organizzato un seminario di previsione sulla congiuntura che ha avuto un buon successo di critica. Il titolo sintetizzava alla perfezione la stagione che stiamo vivendo, quella che diversi commentatori e analisti in maniera ancor più efficace chiamano “il tempo dello zero virgola”. Il riferimento è al mero dato del Pil e all’incrocio tra i risultati del 2023 e (soprattutto) le previsioni del 2024. Il 2023 dovrebbe chiudere con un modesto incremento dello 0,7 per cento e il prossimo anno, secondo le previsioni di molte istituzioni, dovrebbe replicare il dato del 2023. Ma, proprio secondo il Centro Studi Confindustria, le cose potrebbero andare ancora peggio, ovvero limitarsi a un rialzo dello 0,5 per cento. Il commento di Dario Di Vico su Linkiesta. L'economia italiana è stagnante, miglioramenti, nisba!
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Per essere competitive e crescere non basta la qualità: quando si parla di Pmi più che nei requisiti di prodotto la crisi economica è nel confronto con gli altri Paesi in termini di costi. Un viaggio tra le immagini del passato può innescare un cambio di prospettiva
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Il mondo economico cambia continuamente e il modo di fare #Impresa si adegua a questo cambiamento che sempre di più richiede competenze specifiche e una visione lungimirante. Quelli che fino a ieri, erano i parametri fondamentali delle nostre valutazioni e decisioni oggi non lo sono più, gli imprenditori che guidano le #aziende che governano la nostra economia sono chiamati a prendere coscienza dei nuovi modelli che determinano il #futuro del #mercato. Le figure professionali che affiancano e consigliano questi protagonisti hanno un dovere morale e professionale nei loro confronti ed è per questo che #BancaMediolanum continua ad organizzare sul territorio #incontri di #confronto per divulgare informazioni che consentono di essere più preparati e consapevoli dell’importanza del cambiamento e delle soluzioni. La #FinanzaStraordinaria non è più una novità, ma il nuovo protagonista tra le tante soluzioni. Fare sinergia e creare #collaborazioni con tutti i soggetti coinvolti in questo nuovo processo è uno dei nostri #obiettivi che, personalmente, ritengo fondamentali per dare un contributo al nostro paese ed in particolare alla nostra #Bologna. #Futuro #Aziende #FinanzaProtagonista #Collaborare #Divulgare #Dialogare #Contribuire #ConsulentiFinanziari
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Si deve essere consapevoli che oggi ci si trova ad operare in mercati ipercompetitivi. Forse è l’ennesima sorpresa che l’ambiente economico ci riserva e probabilmente non sarà l’ultima. Ma cosa sta succedendo? Nella seconda metà degli anni settanta è iniziata la turbolenza ambientale. Questa si caratterizzava per tre aspetti: difficoltà di prevedere il verificarsi di determinati fenomeni, che peraltro quando si manifestavano erano di breve durata, ma di rara intensità. Si pensò che un modo intelligente per prevenire queste situazioni fosse quello di prestare attenzione ai segnali deboli, mentre sino ad allora si era abituati ad agire solo al manifestarsi di segnali forti. Ma in questo contesto, caratterizzato da inflazione e da un intensificarsi della concorrenza giapponese, basata su un rapporto prezzo/qualità molto elevato stava cambiando anche il cliente, che si faceva sempre più esigente. Dapprima, negli anni ottanta, questo cliente in evoluzione si è limitato a chiedere: prezzi sempre più bassi con qualità sempre più alta, poi negli anni novanta ha preteso tempi di risposta sempre più brevi e gamma dei prodotti sempre più ampia, per arrivare, all’inizio del duemila, a chiedere prodotti/servizi sempre più personalizzati. Di fronte a quest’evoluzione del cliente con grandi sforzi molte imprese si sono attrezzate, il contributo dell’Information Technology è stato fondamentale per poterlo fare senza determinare forti squilibri nei conti economici. Ma questo non è tutto. Per molti business sono infatti arrivati gli anni della maturità, della crescita in linea con la variazione del PIL, che nella maggior parte dei Paesi industrializzati era, fra l’altro assai contenuta. Ed è in questo contesto che si è manifestata la sorpresa: il numero dei concorrenti non accennava a diminuire, anzi anche grazie alla globalizzazione dei mercati, in qualche caso aumentava. Quest’aspetto miscelandosi con tutti gli altri manifestatisi dal 1974/75 in poi e che tuttora permangono, ha spinto Richard D’Aveni (1994) a coniare il termine ipercompetizione. L’ipercompetizione è quindi la miscela esplosiva di turbolenza ambientale, evoluzione del cliente, maturità dei business con il contemporaneo permanere di un numero elevato di concorrenti. Gestire in un simile contesto non è facile, ma non si può non tentare di farlo.
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