Post di Stefano Martiradonna

EssilorLuxottica compra Supreme da VF Corporation per 1,5 miliardi di dollari (quasi 1,4 miliardi di euro) per cassa. Per il gruppo fondato da Leonardo Del Vecchio e oggi guidato da Francesco Milleri si tratta di un passo nuovo: Supreme è un marchio di abbigliamento e lifestyle non di occhiali come è sempre stato finora. Solo con l’acquisizione di Oakley era stato acquisita “anche” una parte di abbigliamento. L’attenzione sempre più puntata ai giovani e alle community (oltre che al tech). Milleri: un’acquisizione che ci offre l’opportunità di connetterci con nuovi pubblici e linguaggi. Il mercato, però, non sembra aver compreso il senso dell’operazione e il titolo Essilux soffre più di altri dello stesso segmento (-4,5% in chiusura). Essilux intanto ha rilevato anche l’80% di Heidelberg Engineering. L’articolo di TPF-ThePlatform nel primo commento

📌 EssilorLuxottica compra Supreme per $1,5 miliardi 📌 Supreme era stata acquisita da VF Corporation nel 2020 per $2,1 miliardi La società italo-francese EssilorLuxottica espande per la prima volta il suo portafoglio oltre i marchi di lenti e occhiali e acquisisce uno dei più importanti brand di streetwear al mondo: Supreme. L’acquisizione vale circa $1,5 miliardi. Supreme era di proprietà di VF Corporation, un’azienda di abbigliamento statunitense con sede in Colorado, che possiede tra le altre The North Face, Vans e Timberland. VF ha comprato Supreme nel 2020 per $2,1 miliardi. Ma negli ultimi anni il mercato streetwear è andato in difficoltà e anche Supreme, che rappresentava il brand di punta dello streetwear in tutto il mondo, ne ha risentito: il fatturato nel 2023 è calato del 6,8% rispetto al 2022 a $523 milioni. A ciò si somma l’esplosione di competitor nel segmento streetwear che ha ulteriormente ridotto le vendite di Supreme. Per questi motivi, dopo quattro anni, VF vende il brand per circa $600 milioni in meno rispetto al prezzo di acquisto. EssilorLuxottica nasce nel 2018 e riunisce due aziende complementari e fortemente innovative: l’azienda italiana di montature per occhiali Luxottica e la società francese produttrice di lenti Essilor. La multinazionale possiede marchi come Ray-Ban, Oakley, Persol e Vogue ed è il più grande produttore di occhiali al mondo. Per diversi analisti l’acquisizione è sorprendente perché porta EssilorLuxottica fuori dalla ‘comfort zone’ dell’occhialeria e la orienta verso il mercato dello streetwear, che sta attraversando un momento di difficoltà. Per la multinazionale, però, Supreme rappresenta una ghiotta occasione per avvicinarsi ai consumatori della Gen Z ed espandere la sua influenza di mercato anche in questa fascia di età. Separatamente, EssilorLuxottica ha anche annunciato l’acquisto di una quota dell’80% di Heidelberg Engineering, un’azienda tedesca specializzata in soluzioni diagnostiche e tecnologie chirurgiche per le patologie degli occhi. La mossa di EssilorLuxottica si rivelerà vincente? Dicci la tua nei commenti! Contenuto in collaborazione con Nabila Finanza

Che fine ha fatto Supreme? Ho letto stamattina che EssilorLuxottica acquisirà il brand Supreme da VF Corporation. Si vociferava da tempo la possibile vendita di Supreme, ma questa notizia mi ha sorpreso. 1/ EssilorLuxottica investe nell'abbigliamento L'azienda italo-francese sta diversificando molto i suoi settori d'interesse, è stata annunciata anche l'acquisizione dell'80% di un'azienda in campo medico. Storicamente ha sempre fatto molto bene ai brand acquisiti (Persol, Oakley, Ray Ban, etc), sarà la stessa cosa in un settore diverso? 2/ Supreme ha perso 600 milioni di dollari di valutazione Premetto che non sono un esperto, ma quando VF ha comprato Supreme da Carlyle il valore dell'operazione era stimato a 2,1 miliardi di dollari, mentre EssilorLuxottica ha chiuso il deal con 1,5 miliardi. Sotto VF non ho visto una particolare crescita di Supreme, segno di un'acquisizione forse sbagliata all'epoca? ps. ho letto invece un discorso totalmente diverso per Tiffany & Co. e LVMH, dove il brand di gioielli ha avuto un aumento di +100M$ di fatturato già dal primo anno con LVMH 3/ Nuove acquisizioni in vista nell'abbigliamento La fine del 2024 e tutto il 2025 sarà un periodo molto turbolento per il segmento premium nel mondo del fashion. Molte aziende stanno rivedendo i propri portafogli e strategie, secondo me vedremo qualche altra acquisizione interessante. Sono curioso di leggere nei commenti i pareri su questa acquisizione. Come le vedete le sinergie tra EssiLux e Supreme? Ha senso o può essere un altro flop?

Cosa ci dice l’acquisizione di #Supreme da parte di EssilorLuxottica annunciata questa mattina? A caldo direi che sottolinea due temi importanti: 📌 le #collab possono essere ancora utili e rilevanti, ma un modello di business incentrato sullo sviluppo di progetti di co-marketing ha in sé dei limiti strutturali legati al fatto che collaborazioni sempre più numerose e sempre più grandi fanno venire meno due dei requisiti del successo di questo strumento: l’effetto sorpresa e la scarsità dei prodotti offerti (su questo avevo scritto sul mio canale il 9 marzo 2022 😉 ). È un tema che evidentemente VF ha sottovalutato quando ha pagato Supreme 2,1 miliardi 💰 ipotizzando un sostanziale raddoppio del suo fatturato, ma del quale ha preso maggiore coscienza oggi che rivende il brand per 1,5 spiegando di aver verificato che in realtà le sinergie con gli altri brand presenti in portafoglio sono limitate. 📌 I tradizionali confini che siamo soliti tracciare per i settori sono sempre più fluidi e porosi: molte testate hanno dato la notizia dell’acquisizione parlando di una accelerazione di EssilorLuxottica nell’abbigliamento 👕 . È vero, nell’offerta di Supreme ci sono più vestiti che occhiali, ma il mestiere che EssilorLuxottica ha imparato a fare bene (anche con #Oakley) non è solo quello di produrre e vendere montature e lenti, ma è soprattutto quello di gestire dei #brand lifestyle. Non a caso nel comunicato stampa relativo all'acquisizione non si parla di felpe o magliette, ma di "nuovi pubblici, linguaggi e dimensioni creative". Ottica e abbigliamento sono settori che conservano naturalmente molte differenze, ma in fondo sono di più le cose che hanno in comune. PS L’immagine è relativa a una memorabile collab di Supreme, memorabile soprattutto perché il progetto era stato seguito dal mio super allievo Mauro Zilocchi. 😎

L'industria della moda vede un aumento degli investimenti da parte dei brand di #lusso sui fornitori e persegue come obiettivo ultimo l’integrazione aziendale. Queste acquisizioni coinvolgono spesso produttori del lusso più piccoli, gestiti a livello familiare, che vengono incorporati all'interno dei gruppi più grandi, oppure attraverso l’integrazione di aziende che producono prodotti o servizi capaci di completare l’offerta dell’azienda acquirente. Pochi giorni fa, Luxottica, oltre ad aver acquisito #Supreme, ha divulgato la notizia dell’acquisizione delle quote di maggioranza (pari all’80%) in Heidelberg Engineering, con l’obiettivo di crescere nel settore med-tech. Francesco Milleri, presidente e amministratore delegato di EssilorLuxottica, ha commentato: «L’acquisizione di Heidelberg Engineering, conosciuta nel mondo per la sua esperienza nel rilevamento e nella diagnosi precoci, si iscrive perfettamente nella strategia di EssilorLuxottica di crescere nel med-tech. Con le risorse di cui il nostro Gruppo dispone nel settore dell’ottica, dalla logistica alla produzione fino alla distribuzione globale, supporteremo la crescita di Heidelberg Engineering nel lungo periodo per migliorare l’esperienza di medici e pazienti». Negli ultimi anni molti brand di lusso stanno perseguendo il processo di integrazione aziendale: LVMH ha acquisito una quota di maggioranza nella conceria Heng Long Leather Co Pte Ltd- LVMH Group Italy e una quota di minoranza in ROBANS S.r.l., produttore di pelli e scamosciati e Prada Group ha acquisito il 43,65% della toscana CONCERIA SUPERIOR SPA e la maggioranza in Filati Biagioli Modesto, insieme a Zegna. Mentre Richemont, attraverso l’acquisizione (70%) della società Gianvito Rossi, punta ad espandersi anche nel mondo delle calzature. #SuitexInsights #BusinessIntegration

ALESSANDRO MICHELE, UN SEGNALE PER RIPARTIRE Conti economici non proprio brillanti. La crisi reputazionale e le difficoltà nel passare a un modello davvero sostenibile. Le incognita sulla Cina. Il timore per i fatturati dei prossimi mesi. Tutti questi elementi poco positivi hanno portato una certa pressione negli ultimi mesi sul mondo della moda. Pressione che si è trasformata spesso in un reshuffle di direttori creativi e manager a mio parere poco strategico. Cambiare senza una vera visione si è rivelato per molti un boomerang. In questo senso credo che invece la nomina di Alessandro Michele rappresenti l’esempio da cui ripartire. Non un semplice cambio di direzione creativa, ma una scelta fatta con una consapevolezza: la necessità di un team manageriale - rappresentato qui da Venturini - e una direzione creativa capaci di mettere da parte le proprie priorità per valorizzare punti di vista sinergici e condivisi. Propria questa sinergia tra Michele e Bizzarri in Gucci aveva permesso al brand di raggiungere risultati importanti. Oggi credo che questo successo, con tutte le differenze del caso, sia replicabile in Valentino. Ritengo che la condivisione di una visione strategica tra manager e direzione creativa sia una delle strade da percorrere per differenziarsi davvero e fare in modo che i consumatori possano tornare in negozio e trovare un prodotto con una forte connotazione creativa e marketing, che faccia venire voglia di comprarlo. #direzionecreativa #fashion Valentino Gucci Kering #alessandromichele

Con grande orgoglio condividiamo la conclusione dell'operazione di acquisizione dei brand Assoluto e MyWay Eyewear da parte di Stilo Optical Technology Italy S.R.L. La società di Pederobba, che vanta un fatturato di circa 3 milioni di euro, generato principalmente come terzista per noti marchi della moda, è già presente sul mercato con il proprio brand "Hex Eyewear". Con questa operazione, l'azienda mira a rafforzare la sua identità green e a sfruttare le nuove opportunità offerte dal cambiamento culturale in atto anche nel settore degli occhiali. Stefano Tamponi, amministratore unico della società, dichiara: «Siamo venuti a conoscenza del fatto che il proprietario di Assoluto Eyewear srl, con sede a pochi metri da noi, volesse cedere l'attività. Poiché già collaboravamo con loro, mi sono fatto avanti proponendo di acquisire i due brand, che conoscevo bene. Oggi, con questa operazione, Stilo possiede tre marchi propri e mira, entro cinque anni, a raddoppiare il proprio fatturato, supportata da una rete commerciale ampliata grazie all'inserimento di nove nuovi agenti. Il mercato degli occhiali è in forte trasformazione, e per i brand indipendenti si stanno aprendo grandi opportunità. Vogliamo essere protagonisti di questo cambiamento». L’operazione ha visto il coinvolgimento del nostro Studio, dipartimento Finance, con i partner Massimo Tesser per quanto concerne la consulenza strategica e la conduzione della trattativa, e Luigi Serraglio per la progettualità finanziaria, oltre a Partes Legal con l’avvocato Stefano Vecchiato, per l’assistenza legale contrattuale, e l’avvocato Andrea Zamprogno per il trasferimento dei marchi. Siamo certi che la storia e il futuro di Stilo Optical Technology daranno vita a un'operazione di successo, con importanti ricadute positive per il territorio. Grazie a queste nuove acquisizioni, l'azienda potrà offrire una gamma diversificata di prodotti Made in Italy, con un forte impegno per l'innovazione continua, specialmente nel settore eco e bio, valori che sempre più rappresentano il futuro del settore. #StudioPartes #ConsulenzaAziendale #FusioniAcquisizioni #M&A #ConsulenzaStrategica #SuccessoAziendale #ConsulenzaLegale #Marchi https://lnkd.in/dXCtNet3

Due notizie di segno opposto hanno colpito oggi le persone interessate dall’evoluzione del gruppo #Kering, e più in generale del mercato del lusso. La prima era in buona parte prevista: i conti Kering del primo trimestre sono pessimi, con quasi 600 milioni di ricavi in meno rispetto all’anno scorso (nonostante la sempre brillante performance della padovana Kering Eyewear 😎 ). Qui la novità che sta mettendo oggi sotto pressione l’azienda in borsa è semplicemente che non si vedono ancora spiragli di miglioramento rispetto alle anticipazioni del mese scorso. La seconda notizia è invece di segno opposto: nel Lyst Index, popolare barometro trimestrale della “hotness” 🔥 dei brand, Kering domina la nuova classifica appena uscita piazzando ben cinque brand del suo portafoglio (nel quale includo anche Valentino) nelle prime undici posizioni dove il grande “rivale” LVMH riesce a inserire solo Loewe. Questa forte divaricazione tra l’interesse manifestato dai consumatori verso brand e prodotti e la performance economica delle aziende (negli ultimi cinque anni mentre il valore di borsa di LVMH è più che raddoppiato, quello di Kering si è ridotto di quasi il 40%) riflette la difficoltà di operare nel nuovo scenario che ho spesso descritto nelle mie pillole 💊 quotidiane, nel quale i brand vengono gestiti come progetti culturali e le “regole” per monetizzarne la notorietà sono cambiate. Personalmente resto ottimista sul futuro di Kering, alla luce delle mosse degli ultimi mesi che confermano da un lato l’impegno del gruppo nello sviluppo di brand community, più che nella creazione di database di clienti, e dall'altro la centralità attribuita al retail, testimoniata anche dagli investimenti compiuti, ma il successo non sarà garantito e tanto meno immediato.

Interessanti operazioni di EssilorLuxottica che va a diversificare il suo portafoglio con un marchio di abbigliamento e dall'altro invece acquisisce una società che allarga le proprie mire sul business dell'oftalmologia più in generale.

La crisi annunciata urbi et orbi da Luciano Benetton relativamente ai conti dell'azienda di abbigliamento del gruppo ha "stupito per lo stupore" gli addetti ai lavori ai quali era molto chiaro che la stessa fosse in fase tutt'altro che brillante da anni (decenni?). Quello che è stato il business da cui tutto ha avuto origine, rappresenta oggi infatti una percentuale minima del fatturato totale di un gruppo che da tempo si è spostato verso business più sicuri e profittevoli legati alle concessioni e alle infrastrutture. La rivoluzione capitanata da Gilberto e Mion ha dato futti incredibili da un punto di vista finanziario (anche se con inciampi imperdonabili da un punto di vista reputazionale) rendendo la famiglia tra le più ricche in Italia e facendo si che il business storico potesse essere quasi dimenticato in un angolo lasciato nelle mani del capostipite. Il problema è che nel mentre il mondo è cambiato totalmente e il business in cui i Benetton la facevano da padroni negli anni '80 grazie proprio a originalità e innovazione è diventato preda dei due colossi H&M e Zara lasciando Benetton in un limbo di scarso appeal e ancor monore profittabilità. E non era nemmeno detto che il destino fosse per forza quello perchè negli stessi anni OVS S.p.A. è riuscita e crescere e fare utili. Insomma la moda è certamente un settore difficile ma la situazione di Benetton non nasce nell'ultimo anno ma è il frutto di almeno venti anni di declino costante e uscita dai radar degli acquirenti più giovani. Sarà possibile il rilancio? Difficile ma possibile. Il gruppo oggi è in mano a Alessandro Benetton che ha il pregio paradossale di essere "nuovo" rispetto ad alcune dinamiche della famiglia avendo per lunghi anni intrapreso una propria strada imprenditoriale. E' molto più attento a temi quali la sostenibilità e se ne avrà voglia (non è detto) potrebbe dedicare parte delle notevoli risorse del gruppo al rilancio del business storico, forse più per affetto che per reale convinzione. #ilmondoin200parole Enzo Peruffo Paolo Boccardelli Benedetto Buono