15-16 Novembre 2024 - “La complessità del paziente in comorbidità da uso, abuso o dipendenza da sostanza in studio privato. Anamnesi, trattamento e rete Sanitaria” - dott. Luca Rossi L'approccio cognitivo costruttivista offre una preziosa cornice teorica per comprendere e ridare significato allo specifico comportamento di uso e abuso di sostanza. La dimensione relazionale risulta fondamentale per condividere insieme al paziente priorità di intervento ed obiettivi condivisi nel percorso di cura. Altrettanto importante diviene costruire e agire clinicamente all'interno di una rete di collaborazione con altri professionisti e con la rete sanitaria per garantire una buona presa in carico. Scopri il programma! www.stpc.it Per iscrizioni https://lnkd.in/ddfgY_Dg #stpcsocial
Post di STPC Studio Torinese Psicologia Cognitiva
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Le nuove linee guida dell'Istituto Superiore di Sanità suggeriscono una riduzione dell'uso di psicofarmaci nella gestione delle demenze, proponendo un approccio più orientato alla riabilitazione. Aumentare i trattamenti non farmacologici come la riabilitazione cognitiva, motoria e del linguaggio, oltre all'arteterapia, è essenziale. Questo cambiamento aiuta a gestire sintomi come agitazione e aggressività, spesso trattati temporaneamente con antipsicotici che possono avere effetti collaterali indesiderati. L'ISS mette in evidenza l'importanza di rivalutare periodicamente i trattamenti farmacologici e di esplorare le cause sottostanti di comportamenti agitati per evitare l'uso inappropriato di farmaci. • fonte: https://lnkd.in/df_9D-bp • #InnovazioneMedica #RivoluzioneFarmaceutica #SalutePersonalizzata #NuoveTerapie #UniversitàSanFrancisco #DottssaAlinaDiRonza #ScopertaScientifica #GestioneDelPeso #Obesità #ProteineInnovative
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⚠️La pluralità di modelli di intervento che caratterizza attualmente la Psicoterapia non si declina solo sul piano del modello teorico-clinico, ma conseguentemente anche su quello della prassi e delle finalità dell’intervento, differenze che possono e devono essere oggetto di informazione da parte del clinico nei confronti dell’utente, sia nell’ambito del Servizio Pubblico che nel Privato. ❌L’utenza ha, infatti, il diritto di essere informata e di acquisire una sufficiente consapevolezza rispetto alla “declinazione” di Psicoterapia che gli si sta offrendo, e di avere libertà di scelta sul tipo di prestazione da ricevere, anche rivolgendosi ad altri Servizi Pubblici o Privati, al pari di ciò che accade per altri Servizi di assistenza sanitaria. ➡️La pluralità dell’intervento clinico in Psicoterapia è una ricchezza che va offerta all’utente delle prestazioni e alla collettività. #LibertàDiFormazione #PluralitàInPsicoterapia #TutelaDellaProfessione #PsicologiUniti #ElezioniOrdinePsicologi
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Uno dei compiti fondamentali del professionista, nella cura di pazienti neurologici, è favorire un graduale adattamento alla nuova condizione, favorendo il recupero di una vita piena e significativa, nonostante gli esiti. Il libro "La #psicoterapia cognitivo-comportamentale per i pazienti neurologici" è un testo di cui si sentiva la mancanza, che offre utili spunti da attuare nel lavoro di supporto al paziente. Un plauso ai colleghi che l'hanno ideato e scritto. Un libro che sento di consigliare a tutti i colleghi che lavorano nel settore. #neuropsicologia #CBT
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Rapporto Lancet 2024: ipoacusia primo fattore rischio della demenza. Il rapporto 2024 della commissione Lancet evidenzia che l'ipoacusia, ovvero la perdita uditiva, è il principale fattore di rischio modificabile per la demenza, più di altre condizioni come il fumo o l'ipertensione. La commissione raccomanda interventi tempestivi, come screening uditivi regolari e l'uso di apparecchi acustici, per migliorare l'udito e, conseguentemente, ridurre il rischio di sviluppare demenza. Inoltre, il rapporto sottolinea che il coinvolgimento sociale e la stimolazione cognitiva possono amplificare i benefici, suggerendo che la gestione dell'ipoacusia deve diventare una priorità nella salute pubblica per preservare la funzione cognitiva nel tempo. 🔗 Leggi l'approfondimento sul sito: https://lnkd.in/dBPB6MyD Il report sottolinea che affrontando questi 14 fattori, si potrebbe prevenire fino al 45% dei casi di demenza. Fonte originale: https://lnkd.in/dxUviaxD https://lnkd.in/d-GFM5BF #FondazionePeriOnlus #news #Sordità #StudioLancet #Demenza
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La maggior parte degli studi sull’efficacia in medicina sono fatti senza tenere conto della propensione delle persone a seguire quella soluzione, la cosiddetta aderenza terapeutica. Se per i casi gravi, in cui c’è nell’immediato il rischio per la vita delle persone, si può ritenere che l’aderenza terapeutica sia elevata, per la maggior parte degli altri casi essa può essere molto bassa. Ad esempio quando si parla di regime alimentare o attività fisica l’aderenza terapeutica è bassissima. Di fatto l’efficacia ultima sulla popolazione di una terapia è il prodotto tra l’efficacia (E) per come pubblicato e l’aderenza terapeutica (AT). Il che significa che se le diverse terapie (T) hanno impatto su entrambi la soluzione mediamente più efficace è quella che massimizza E(T)*AT(T) La ricerca su come migliorare l’aderenza terapeutica delle diverse terapie (e quale terapia è meglio da questo punto di vista) potrebbe avere una efficacia sulla salute delle popolazioni molto maggiore della scoperta di ottime terapie a bassa aderenza terapeutica media.
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Una recente revisione della letteratura ha indagato la possibile associazione tra deficit uditivo e deterioramento cognitivo, cercando di stabilire se l’isolamento sociale possa essere un mediatore. #orl #otorinolaringoiatria #otorino #medicina Vai al contenuto su #ORLnews e non perderti le nostre notizie su #medicina e #salute 👇
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PATIENT REPORTED OUTCOMES. Quanto è importante la valutazione degli esiti di un intervento chiedendolo direttamente al paziente? Quanto pesa la sua percezione del miglioramento della qualità della vita? La RECOVERY ci insegna ad inseguire il miglioramento possibile nelle diverse aree di vita, tenendo conto della possibilità che nel tempo permangano alcuni sintomi. La DBT insegna le abilità necessarie per trovare il giusto compromesso tra accettazione e cambiamento. Per questo mi sembra importante orientarci sempre di più verso l’utilizzo nella pratica clinica dei patient reported outcomes. Il paziente ritorna al centro del suo percorso di cura, sperimentando un ruolo più attivo e partecipe nell’aquisire abilità di funzionamento più adattive. Io nella mia pratica quotidiana sto proponendo ai pz di compilare insieme in Progetto Terapeutico Individualizzato e questo strumento passa dall’essere una “burocrazia” ad uno stimolo per migliorare la relazione di cura e l’empowerment, restituendo competenza e dignità alla persona.
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L'approccio terapeutico corretto è quello centrato sul paziente? Dipende.. Sicuramente in passato c'è stata una visione troppo centrata sulle scelte, preferenze e direttive del professionista sanitario, per cui il paziente veniva quasi relegato a figura simil-infantile che doveva accettare in modo fideistico le scelte terapeutiche.. Tuttavia la visione moderna che si vorrebbe dare, centrata totalmente sul paziente, non è totalmente corretta. In primo luogo perché spesso il paziente non ha competenze per decidere il percorso più corretto per sé stesso, quindi deve essere inevitabilmente guidato nelle scelte. In secondo luogo, perché potrebbe avere pretese e aspettative irrealistiche. In terzo luogo, perché anche il terapista ha preferenze e bisogni nella relazione terapeutica. Ecco perché il modo corretto di approcciare la terapia è quella di centrarla sulla RELAZIONE terapista-paziente. In questa maniera l'obiettivo sarà combinare le esigenze di ENTRAMBI: professionali del primo e personali del secondo. E si perverranno tanti burnout.. Tu cosa ne pensi? Il prof. John Woolf ne parla nel capitolo 7 del Master di Streamed sulle Cervicalgie! 👇👇👇 https://lnkd.in/dDVGnf5Z
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📌 30 Maggio 2024 - dott.Luca Rossi Stpc propone un webinar gratuito per approfondire, insieme al dott. Luca Rossi, la presa in carico in ambito privato di persone che presentato quadri psicopatologici in comorbidità con un uso sregolato di alcol. Quali strumenti clinici utilizzare? Come e quando collaborare con la struttura pubblica? Attraverso l'analisi di un caso clinico si approfondiranno tutti questi interrogativi all'interno della cornice teorica cognitivo-costruttivista. Per iscriversi https://lnkd.in/dkVrJFYQ #stpcsocial
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La nona pillola di Etologia Psichiatrica è dedicata a un fenomeno curioso, ma frequentissimo: il problema della porta chiusa, che a parecchi pazienti psichiatrici crea dei problemi. Si sa che, pur capendo perfettamente che ogni tanto è necessario chiudere certe porte, alcuni pazienti non lo sopportano e devono ripetutamente cercare di aprirle, nonostante che vengano energicamente invitati a non farlo, perché si rendono molto fastidiosi. Perché succede? Ci sono varie spiegazioni fatte in base a una logica "normale", di solito ovviamente sbagliate. Poi ci sono quelle che tengono conto della problematica di confine dei pazienti e sono le più attendibili, tanto che la maggiore e minore insistenza può essere presa come un indicatore son solo di questa problematica specifica ma anche del decorso della terapia in senso più ampio. Versione integrale sul mio sito giandomenicomontinari.it
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