Inside Out 2 - Le emozioni nell'adolescenza Siamo andati con grande curiosità a vedere il secondo capitolo di Inside OUT, il film sull'alfabetizzazione emotiva che qualche anno fa ebbe un grande successo. Parlare di emozioni significa dare spazio a qualcosa che tutti sperimentiamo ma che con difficoltà condividiamo. La sala era gremita di persone, tra i 4 e gli 80 anni , intente ad osservare (e rivivere), riflesse sullo schermo, le emozioni che caratterizzano quella fase di vita. Ansia, imbarazzo, noia, tristezza, gioia: emozioni che fanno parte dell'essere umano, e vanno, nell'ordine: accolte, riconosciute, comprese e vissute. Dal nostro osservatorio (il Centro di ascolto rivolto alla popolazione giovanile (www.contatto.me ) possiamo affermare che aiutare i giovani ad aprirsi e a raccontarsi, dando un nome ed un significato a ciò che sentono, sia fondamentale per una crescita solida e consapevole. Ogni giorno il nostro team di psicologi e psicoterapeuti apre il cuore, la mente e le orecchie, mettendo la propria professionalità al servizio della comunità. Disney non delude mai: fa informazione e fa cultura. Auspichiamo che le istituzioni e le aziende condividano il nostro punto di vista e si organizzino per offrire ai propri dipendenti (che sono prima di tutto persone, con vissuti emotivi) la possibilità di accedere a un supporto psicologico agile ed efficace. La Salute Mentale è Salute. 📞 800 400 220 📩 info@televita.it #Televita #Ilfilocheciunisce #Insideout #alfabetizzazioneemotiva #disagiogiovanile #salutementale
Post di Televita S.p.A.
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Le umane differenze, quelle che nascono dall'essere semplicemente esseri umani unici, possono essere una ricchezza e addirittura un fattore di successo per i team! L'ADHD (disturbo di attenzione e iperattività), per esempio, contiene una carica di energia che, se valorizzata e incanalata, può rivelarsi una risorsa preziosa. Come può l'AI supportare i team a com-prendere e combinare le unicità e le emozioni più umane per rendere i team più funzionali? Lo scoprirete nell'intervento della nostra Maria Gabriella La Porta il 24 maggio con Beliven | Happy Coders a Udine! Grazie ad Andrea Virgilio per avere voluto affrontare questo tema tanto umano in un convegno sull'AI. Fai Volare il Tuo Valore ADHD Life Coach Italia Andrea Rabolini Raffaella Cicogna Roberta Lodi Pasini
Chi mi conosce, sa quanto io ci tenga a parlare – e supportare – il concetto di #felicità sostenibile 😊 Da qualche anno non sono solo CEO ma anche CHO, Chief Happiness Officer; ho avuto il piacere di entrare in contatto con Maria Gabriella La Porta che, assieme al suo fantastico team, l’anno scorso ci ha aiutato ad intraprendere sia un percorso di consapevolezza sia l’adozione di nuovi strumenti per riuscire meglio nel nostro scopo evolutivo con l’obiettivo di costruire la nostra felicità dentro e fuori l'ufficio 🧩 Oltre a portare avanti questa attività con l’organizzazione Fai Volare il Tuo Valore, Maria Gabriella è anche founder di ADHD Life Coach Italia, la società benefit specializzata nella formazione, per la prima volta in Italia, di Coach specializzati per persone con disturbo di attenzione e iperattività (ADHD). A Quanto ne sAI ci parlerà proprio di come l’intelligenza artificiale possa fare la differenza nel campo delle diversità cognitive e come possano essere anche il punto di forza del proprio #team. Manca sempre meno al 24 maggio! Iscrivetevi al link per essere ricontattati e avere uno dei pochi posti ancora disponibili 👇🏻 https://lnkd.in/e_4cGWda
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#Storytelling "L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio." (Italo Calvino) La nota azienda dei mattoncini #Lego ha realizzato un nuovo set: uno scanner per la risonanza magnetica, comprensivo di dottori e di pazienti. Tali set verranno consegnati esclusivamente agli ospedali, che potranno regalarli ai piccoli ospedalizzati. Ora, sappiamo bene che i bambini, a maggior ragione in condizioni di paura e stress (per una condizione diretta o indiretta), hanno spesso difficoltà ad esprimere i loro sentimenti. Così gli psicologi possono ricorrere alla tecnica della #SandBox, progettata dalla psicoterapeuta svizzera Dora M. Kalfflos basato sulla psicologia analitica di Carl Gustav Jung e sul lavoro della psichiatra infantile Margarita Lowenfeld. Stiamo parlando di una sorta di facilitazione dell'auto-narrazione, utilizzata al fine di accedere a informazioni che i piccoli pazienti non sanno come elaborare. Si tratta in sostanza di una scatola piena di sabbia e di un insieme disparato di elementi scenografici e di personaggi (reali o del mondo fantastico) attraverso i quali i bambini si raccontano, costruendo set immaginari e non precostituiti. È una tecnica che si allontana dal piano linguistico, pertanto utile con i più piccoli (e forse non solo loro) poiché crea uno spazio privo di stress, dove è possibile la libera espressione di concetti e di stati emotivi attraverso il gioco e la manipolazione, non molto lontana dalla metodologia di facilitazione aziendale nota come #LegoSeriousPlay, ma rivolta alla singola persona: punti in comune sono le domande del facilitatore e le narrazioni visive "manuali" del partecipante. A volte le strade per uscire dall'inferno sono lastricate di mattoncini...
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LA SOLITUDINE DELL'ADULTO Molte persone credono che finchè ai bambini vengono soddisfatti i bisogni fondamentali come: casa, cibo e istruzione, cresceranno bene. Ma c'è un tassello mancante che viene spesso trascurato, la connessione emotiva e la sicurezza. Crescere senza un supporto emotivo può lasciare delle cicatrici indelebili, che insegnano a nascondere i sentimenti, convinti che non interessino a nessuno. Una volta adulti, quei momenti vengono vissuti lontano dallo sguardo altrui, e la sensazione provata è che non smettano mai di fare male.Si promette a se stessi che non ci infuenzeranno, ma, ironicamente, si ricreano le stesse emozioni. Allora ci si potrebbe sentire degli estranei anche nelle situazioni sociali. Senza accorgersene si ricerca costantemente l'approvazione, sia col partner che coi colleghi. E per quanta energia e attenzione si spenda per entrambi, solo se si ricevono le convalide da parte degli altri, sentiamo di avere un valore,ma questo è circoscritto al momento. Quel che è peggio sono i meccanismi di evitamento/ mimentizzazione per affrontare il proprio disagio e l'attrazione verso relazioni sbagliate che svuotano emotivamente. Se non si lavora sui traumi infantili che hanno generato queste modalità il rischio è di vivere una vita infelice e in solitudine, anche se si è circondati da tanta gente. #solitudine #traumiinfantili #depressione #disagipsicologici #confusione #biaspsicologici #isolamento
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5 paure di tuǝ figliǝ che potresti non notare se incolpi il digitale: la sua paura di non riuscire a trovare la propria strada nella vita; - la sua paura di non essere all'altezza delle tue aspettative; - la sua paura di essere giudicatə negativamente; - la sua paura di non essere accettatə; - la sua paura di essere feritə emotivamente. Ti capisco: forse pensi che il digitale sia l'unica causa dei problemi di tuǝ figliǝ perchè hai incontrato moltɜ professionistɜ che hanno fatto di tutto per convincerti che basti galleggiare in superficie per risolvere tutto. Pensiamo, ad esempio, alla questione "Hikikomori" (o Ritiro Sociale): quante volte hai sentito dire che basta "staccare la spina" per far uscire dalla propria stanza unǝ adolescente che trascorre tutta la sua giornata a videogiocare invece di uscire con gli amici e andare a scuola? Beh, la realtà è così tanto diversa e complessa che agire in questo modo può anzi peggiorare ancor di più la situazione! Per questo aiutare i genitori come te a riconoscere e a comprendere la complessità del disagio adolescenziale per alleviarlo davvero, è uno dei principali motivi per cui io sono diventata una Psicologa Digitale, e per cui ho persino organizzato il webinar "Figli che non vogliono più uscire: è Hikikomori?" del 25 giugno dalle 18.00 alle 20.00, in cui approfondirò tutto come non potrei fare in un qualsiasi post. Cogli al volo questa preziosa occasione per iniziare a guardare (le difficoltà di) tuǝ figliǝ con occhi diversi: iscriviti al webinar inviandomi una mail a luciamusmeci.psi@gmail.com - Ps. Ti ricordo che puoi trovare gli audio dei miei post sul mio canale Telegram: seguimi anche lì per riceverli tutti! https://lnkd.in/ew4Vb_k - #riflessionipocodigitali #psicologadigitale #psicologiadigitale #hikikomori #ritirosociale #adolescenti #adolescenza #figli #mamma #mamme #papà #genitori #genitoridigitali #genitoridigitalisidiventa #genitoriconsapevoli #genitorialitàconsapevole
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Ansia, attacchi di panico, depressione, ritiro sociale, autolesionismo... Appartenere alla vita a cui si appartiene può essere molto oneroso. Non fanno eccezione i giovanissimi, la cui disperazione può essere senza fondo. Lavorare con le immagini nel contesto psicologico, nel video carte Dixit per esempio, è utile per stimolare la creatività, l'immaginazione e l'espressione emotiva, permettendo di proiettare i pensieri e sentimenti su di esse. Questo processo facilita la narrazione personale e può aiutare a esprimere emozioni e ricordi difficili da verbalizzare. Le immagini riescono ad abbattere le barriere comunicative, facilitando l'espressione di sé in modo indiretto, rendendo più facile l'esplorazione dei vissuti emotivi, fino a portare alla luce contenuti inconsci. Le associazioni libere in risposta alle immagini possono rivelare conflitti interni, desideri nascosti e paure, fornendo materiale prezioso per il lavoro terapeutico. La scelta e l'interpretazione delle immagini aiuta a riflettere su se stessi e sulle proprie esperienze, promuovendo il cambiamento e la crescita personale. 👉Nel video un momento presso il Centro Diurno per l'Infanzia e l'Adolescenza "Bella Storia" di Crema: https://lnkd.in/dkAStG6E #adolescenza #salutementale #benesserepsicologico
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Come padre di due adulti e un adolescente, comprendo l’importanza di creare legami affettivi con i figli durante l’infanzia. Fare cose insieme è un modo prezioso per costruire ricordi positivi e duraturi. Attività condivise: Coinvolgere i figli in attività quotidiane crea opportunità per connettersi. Che si tratti di cucinare insieme, fare una passeggiata o giocare a giochi da tavolo, queste esperienze rafforzano il legame familiare. Comunicazione: Durante queste attività, la comunicazione è fondamentale. Ascoltare i figli, condividere pensieri e sentimenti e risolvere eventuali problemi aiuta a sviluppare una comprensione reciproca. Ricordi positivi: I momenti trascorsi insieme diventano ricordi preziosi. Questi ricordi contribuiscono alla formazione dell’identità dei bambini e li aiutano a sentirsi amati e supportati. Stabilità e sicurezza: Mantenere abitudini nel tempo offre stabilità e sicurezza ai bambini. Sapere che ci sono momenti dedicati alla famiglia li fa sentire al sicuro e amati. In sintesi, fare cose insieme è un investimento nel futuro della relazione genitori-figli. Continuare a coltivare questi legami aiuta a creare una famiglia forte e coesa.
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Lunedi pomeriggio ho visto "Inside Out 2". E l'ho trovato perfetto e consiglio a visione a tutti quelli che fanno parte della fascia d'età 3/99. Ciò che mi ha maggiormente colpita è stato il riconoscermi nelle #emozioni. E collegarle alle mie #esperienzelavorative. Ma di questo ne parlerò in un altro momento. So che qualcuno, come spesso accade, commenterà in privato per evitare che colleghi o aziende vedano cosa scrivono. Ed evitare ritorsioni. Che sia in privato o sotto al post, vi chiedo un favore: condividete la vostra esperienza! #businessfacilitator #pov #comunicazione #crescitaaziendale
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Oggi il focus vorremmo farlo insieme ai nostri amici di Specialisterne Italia! Ci aiutate quanto c'è di vero e fondato su questi 10 indicatori? - Difficoltà a concentrarsi senza ricorrere allo stimming (movimenti ripetitivi del corpo) come meccanismo di autoregolazione per gestire sensazioni intense e ansie. - Difficoltà a gestire un cambio di piani e aspettative altrui. - Esperienze sensoriali intense, sensibilità alla luce e ai suoni. - Difficoltà con le interazioni sociali. - Iperfissazioni e interessi particolari e intensi su argomenti specifici. - Bisogno intenso di preparare e pianificare tutto in modo molto attento e ripetitivo. - Iperconsapevolezza del proprio comportamento sociale e preoccupazioni del contatto visivo e dei comportamenti. - Ripetizione di frasi e citazioni da film e serie TV. - Prendere tutto alla lettera, difficoltà a comprendere metafore o sfumature ironiche nei discorsi. - Sentirsi sempre diversi dagli altri, in tutti i contesti. Grazie
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Ieri ho avuto una conversazione che mi ha toccata profondamente. Una signora mi ha confidato, con le lacrime agli occhi, di aver appena scoperto che il suo nipotino è affetto da autismo. È stato un momento carico di emozioni, e in queste situazioni il senso di smarrimento può essere enorme. Tuttavia, i social media possono diventare un'ancora di salvezza in circostanze così difficili. La forza dei social media risiede nel loro potere di creare connessioni umane, reti di supporto che possono alleviare il peso dell'isolamento. Non si tratta solo di tecnologia: secondo uno studio del Journal of Autism and Developmental Disorders, l'84% dei genitori di bambini con autismo ha tratto beneficio dalle community online. Questi spazi digitali permettono di condividere esperienze, ottenere consigli e sentirsi capiti. Il 59% di chi partecipa a gruppi di supporto online ha dichiarato di sentirsi meno solo, e il 41% ha ricevuto informazioni che li hanno aiutati a prendere decisioni cruciali per la salute della propria famiglia (Pew Research). Nel mio lavoro sui social media vedo ogni giorno come la connessione digitale possa trasformare vite. Mi sento davvero fortunata a far parte di questo mondo, dove il nostro contributo va oltre i numeri: può significare sostegno, empatia e soluzioni reali per chi affronta momenti complessi. Non siamo mai davvero soli, e i social media ci ricordano costantemente il potere di una comunità. #Autismo #Inclusione #SupportoDigitale #SocialMediaForGood #CommunityOnline #Gratitudine
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Nel mondo frenetico di oggi, la distrazione spesso viene vista come un difetto da correggere, soprattutto nei bambini. Tuttavia, c'è un'altra prospettiva da considerare: la distrazione potrebbe essere il segno di una mente aperta e creativa, in costante ricerca di nuove idee e soluzioni innovative. Molte delle menti più brillanti della storia erano notoriamente distratte, ma è proprio questa caratteristica che ha alimentato la loro creatività e genialità. Einstein, ad esempio, era famoso per le sue divagazioni mentali e la sua tendenza a "perdere tempo" a pensare a concetti astratti. Eppure, è grazie a questa mente apparentemente errante che ha rivoluzionato il nostro modo di comprendere l'universo. I genitori e gli educatori spesso si sforzano di correggere la distrazione nei loro figli, ma forse dovremmo adottare un approccio diverso. Piuttosto che colpevolizzare la distrazione, dovremmo abbracciarla e sfruttarla al meglio. I bambini che manifestano tratti di distrazione potrebbero avere un potenziale creativo straordinario che va incoraggiato e coltivato. Invece di imporre rigide restrizioni o punizioni per la distrazione, possiamo creare un ambiente che favorisca l'esplorazione e l'immaginazione. Dobbiamo incoraggiare i nostri figli a seguire le loro passioni e a esplorare nuove idee, anche se ciò significa deviare dagli standard convenzionali. In definitiva, la distrazione non dovrebbe essere vista come un ostacolo da superare, ma piuttosto come un dono da coltivare. I genitori e gli educatori hanno il compito di riconoscere e valorizzare le peculiarità dei loro figli, perché potrebbero essere proprio quelle caratteristiche "distratte" a portarli verso risultati straordinari. Sia che si tratti di arte, scienza, tecnologia o qualsiasi altra disciplina, il mondo ha bisogno di menti creative e innovative più che mai.
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Confermo, il film è bello e coinvolge tutti, grandi e piccoli: la complessità dell' adolescenza è raccontata con la semplicità dei personaggi e la profondità dei dialoghi. Senza anticipare nulla, mi ha colpito il conflitto che giustamente scoppia tra le varie emozioni in campo. In sala ascoltavo i più piccoli commentare il film: parlavano di "ansia", "invidia", "imbarazzo" come i personaggi di un cartone o di un videogioco ed esprimevano le loro preferenze e simpatie. Mi sembra un buon risultato per riprendere poi quella alfabetizzazione emotiva che ci rende consapevoli di quello che proviamo, cominciando con l' attribuirgli un nome. È una base di partenza molto importante.