📃 #𝗝𝗢𝗕𝗡𝗘𝗪𝗦 – 𝗟𝗔𝗩𝗢𝗥𝗢, 𝗣𝗢𝗜 𝗦𝗧𝗔𝗖𝗖𝗢: 𝗟𝗔 𝗣𝗥𝗢𝗣𝗢𝗦𝗧𝗔 𝗗𝗜 𝗟𝗘𝗚𝗚𝗘 𝗦𝗨𝗟 𝗗𝗜𝗥𝗜𝗧𝗧𝗢 𝗔𝗟𝗟𝗔 𝗗𝗜𝗦𝗖𝗢𝗡𝗡𝗘𝗦𝗦𝗜𝗢𝗡𝗘 📵
Inizia lo scontro per far approvare la proposta di legge sul diritto alla disconnessione. In data 2 ottobre il Partito Democratico (PD) ha depositato alla Camera, e in seguito al Senato, la proposta di legge denominata “𝗟𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼, 𝗽𝗼𝗶 𝘀𝘁𝗮𝗰𝗰𝗼” riguardante il diritto alla disconnessione.
L’iniziativa, promossa in primis da L'asSociata realtà nata circa sei anni fa per avvicinare i giovani alle istituzioni, vuole rendere legge il diritto alla disconnessione che implica il non dover essere “costantemente reperibile fuori dall’orario di lavoro” e avere la libertà di non rispondere alle comunicazioni di lavoro nei turni di riposo, senza dover temere alcuna conseguenza per la propria posizione”.
Certo, può sempre capitare di dover riaccendere il computer per un’urgenza. Tuttavia, secondo la proposta, in quel caso il datore di lavoro sarebbe tenuto a specificare che si tratta di una situazione eccezionale, da retribuire come straordinario. Altrimenti, per un minimo di dodici ore dalla fine del turno, il lavoratore non deve più ricevere comunicazioni inerenti al lavoro.
Inoltre, L’asSociata propone che le aziende con più di quindici dipendenti forniscano a loro spese gli strumenti digitali ai propri lavoratori. Troppo spesso, infatti, smartphone, cellulari e tablet personali coincidono con quelli usati per lavorare, ed ecco che aumenta la possibilità di ricevere messaggi dall’ufficio in ogni momento.
In aggiunta, la pdl non è pensata per regolamentare solo il rapporto capo-dipendente: il diritto alla disconnessione è valido anche tra colleghi. Niente email e WhatsApp (o qualsiasi piattaforma utilizzata per la comunicazione sul lavoro) alle nove di sera o durante il fine settimana, chi non rispetta il diritto alla disconnessione rischia “una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 3.000 euro per ciascun lavoratore interessato”.
Secondo i promotori dell'iniziativa, all'origine della costante reperibilità e delle problematiche da essa derivanti (soprattutto ansia, stress e insonnia) vi sono il precariato e la mancanza di una adeguata retribuzione, tutte condizioni che inducono lavoratrici e lavoratori a sentirsi costantemente messi alla prova e in competizione con colleghe e colleghi.
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