‼️ Oggi si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. La violenza contro le donne con disabilità, inclusa la sordità, è un argomento che ha ricevuto crescente attenzione negli studi di genere e nei diritti delle persone con disabilità. Tuttavia, è un tema ancora sottorappresentato, soprattutto per quanto riguarda la sordità in particolare. Alcuni aspetti rilevanti da considerare: 1. Vulnerabilità accresciuta Le donne sorde possono essere più vulnerabili alla violenza fisica, psicologica, economica e sessuale, sia per barriere comunicative che per la mancanza di accesso a servizi di supporto adeguati. Ad esempio, molte linee di aiuto non sono accessibili per chi comunica tramite Lingua dei Segni o ha difficoltà nell’udire. 2. Barriere comunicative Le barriere linguistiche e culturali possono impedire alle donne sorde di denunciare violenze o di accedere ai servizi di supporto. Inoltre, possono essere meno informate sui loro diritti o sui servizi disponibili. 3. Isolamento sociale La sordità può contribuire a un isolamento sociale che amplifica il controllo e l’abuso da parte di partner o familiari. Questo isolamento riduce le opportunità di chiedere aiuto o confidarsi con qualcuno. 4. Doppia discriminazione Le donne sorde affrontano spesso una “doppia discriminazione” basata sul genere e sulla disabilità. Questo rende più difficile far emergere le loro esperienze nei movimenti contro la violenza di genere o in quelli per i diritti delle persone con disabilità. ‼️Alcune app utili per effettuare chiamate di emergenza, specialmente per chi ha esigenze specifiche come la sordità o difficoltà nella comunicazione verbale: • 112 Where ARE U Collegata al Numero Unico di Emergenza (112) in Europa, invia automaticamente la posizione GPS ai soccorsi. Include un’opzione per comunicare via testo per chi ha difficoltà a parlare. • Life360 Consente di condividere la posizione con familiari o amici in tempo reale e di inviare un segnale SOS in caso di emergenza. • 388-4017237 Risponde un'operatrice che conosce la LIS, Lingua dei Segni Italiana. Creazioni femministe è stato il primo progetto ideato in Italia per sensibilizzare la comunità sorda segnante sui diversi aspetti e forme della violenza di genere. L'obiettivo è facilitare il contatto con i percorsi antiviolenza del territorio. Le donne sorde segnanti vittime di abusi possono videochiamare il numero WhatsApp 388-4017237. • Flagmii Mette a disposizione dei propri utenti un prezioso elenco di avvisi e bollettini a cui iscriversi gratuitamente, per rimanere informati su situazioni di rischio o di criticità della propria zona. Così come un servizio di chat, nell'ambito del quale è possibile inviare anche foto e video per meglio inquadrare l'emergenza, e di telesoccorso a distanza, che permette invece di interagire con i soccorritori anche attraverso una videochiamata.
Post di The Deaf Soul
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Sto condividendo alcune app utili per le emergenze, pensate per facilitare la comunicazione e garantire supporto immediato, soprattutto per chi ha esigenze specifiche come la sordità. Sperando possano essere d’aiuto a chi ne ha bisogno!
‼️ Oggi si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. La violenza contro le donne con disabilità, inclusa la sordità, è un argomento che ha ricevuto crescente attenzione negli studi di genere e nei diritti delle persone con disabilità. Tuttavia, è un tema ancora sottorappresentato, soprattutto per quanto riguarda la sordità in particolare. Alcuni aspetti rilevanti da considerare: 1. Vulnerabilità accresciuta Le donne sorde possono essere più vulnerabili alla violenza fisica, psicologica, economica e sessuale, sia per barriere comunicative che per la mancanza di accesso a servizi di supporto adeguati. Ad esempio, molte linee di aiuto non sono accessibili per chi comunica tramite Lingua dei Segni o ha difficoltà nell’udire. 2. Barriere comunicative Le barriere linguistiche e culturali possono impedire alle donne sorde di denunciare violenze o di accedere ai servizi di supporto. Inoltre, possono essere meno informate sui loro diritti o sui servizi disponibili. 3. Isolamento sociale La sordità può contribuire a un isolamento sociale che amplifica il controllo e l’abuso da parte di partner o familiari. Questo isolamento riduce le opportunità di chiedere aiuto o confidarsi con qualcuno. 4. Doppia discriminazione Le donne sorde affrontano spesso una “doppia discriminazione” basata sul genere e sulla disabilità. Questo rende più difficile far emergere le loro esperienze nei movimenti contro la violenza di genere o in quelli per i diritti delle persone con disabilità. ‼️Alcune app utili per effettuare chiamate di emergenza, specialmente per chi ha esigenze specifiche come la sordità o difficoltà nella comunicazione verbale: • 112 Where ARE U Collegata al Numero Unico di Emergenza (112) in Europa, invia automaticamente la posizione GPS ai soccorsi. Include un’opzione per comunicare via testo per chi ha difficoltà a parlare. • Life360 Consente di condividere la posizione con familiari o amici in tempo reale e di inviare un segnale SOS in caso di emergenza. • 388-4017237 Risponde un'operatrice che conosce la LIS, Lingua dei Segni Italiana. Creazioni femministe è stato il primo progetto ideato in Italia per sensibilizzare la comunità sorda segnante sui diversi aspetti e forme della violenza di genere. L'obiettivo è facilitare il contatto con i percorsi antiviolenza del territorio. Le donne sorde segnanti vittime di abusi possono videochiamare il numero WhatsApp 388-4017237. • Flagmii Mette a disposizione dei propri utenti un prezioso elenco di avvisi e bollettini a cui iscriversi gratuitamente, per rimanere informati su situazioni di rischio o di criticità della propria zona. Così come un servizio di chat, nell'ambito del quale è possibile inviare anche foto e video per meglio inquadrare l'emergenza, e di telesoccorso a distanza, che permette invece di interagire con i soccorritori anche attraverso una videochiamata.
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I focus sulla violenza di genere non possono prescindere dall'analizzare la situazione delle donne con disabilità, statisticamente più esposte. Ma i percorsi di uscita dalla violenza sono accessibili a donne con disabilità? Quali sono le principali barriere che incontra una donna con disabilità nel percorso di uscita dal circuito di violenza? Esistono centri antiviolenza accessibili in Italia? Ha fatto il punto Adriana Belotti #donne #disabili #violenzadigenere
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I focus sulla violenza di genere non possono prescindere dall'analizzare la situazione delle donne con disabilità, statisticamente più esposte. Ma i percorsi di uscita dalla violenza sono accessibili a donne con disabilità? Quali sono le principali barriere che incontra una donna con disabilità nel percorso di uscita dal circuito di violenza? Esistono centri antiviolenza accessibili in Italia?
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🟥25 novembre: Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne Ogni anno, il #25Novembre, si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le #donne, un'occasione per riflettere, sensibilizzare e agire contro tutte le forme di violenza di genere. Tuttavia, si trascura un aspetto cruciale: la condizione delle donne con disabilità, che vivono una doppia discriminazione, sia per il genere sia per la propria condizione, e che spesso restano invisibili nel dibattito pubblico. Nel mondo del lavoro, la #violenza contro le donne assume molteplici forme, alcune più subdole di altre. Oltre alla violenza fisica e verbale, ci sono discriminazioni, molestie e abusi psicologici che colpiscono donne in ogni settore. Questi comportamenti non solo minano la dignità e l'autonomia delle lavoratrici, ma ostacolano anche il loro sviluppo professionale. Per le donne con disabilità, le difficoltà sono ancora maggiori. Secondo dati recenti, il tasso di occupazione delle donne con disabilità è significativamente inferiore rispetto a quello degli uomini con disabilità e delle donne senza disabilità. Queste lavoratrici spesso subiscono forme di discriminazione multipla: dalla mancanza di #AccomodamentiRagionevoli sul luogo di lavoro all'esclusione dai percorsi di carriera, fino alle molestie, che possono diventare particolarmente gravi a causa della loro maggiore vulnerabilità. 🟠 Secondo il #ProgettoVERA, il 31% delle donne con disabilità ha subito una qualche forma di violenza, e il rischio di subire stupri o tentati stupri è doppio rispetto alle donne senza disabilità. Inoltre, le donne con disabilità affrontano un rischio maggiore di violenza psicologica, fisica e sessuale, spesso perpetrata da caregiver o persone di fiducia. L'Osservatorio Nazionale sulla Violenza contro le Donne con Disabilità, istituito dall'associazione Differenza Donna, sta raccogliendo dati per mappare meglio il fenomeno e sviluppare strumenti più efficaci di prevenzione e protezione. Tra il 2020 e il 2022, sono stati registrati 230 casi di maltrattamenti domestici e 50 di violenza sessuale su donne con disabilità, ma si tratta solo della "punta dell'iceberg" di un problema molto più diffuso e sommerso. 👇 È essenziale sensibilizzare l'opinione pubblica e migliorare le infrastrutture di supporto, come centri antiviolenza accessibili, formazione specifica per operatori, dirigenti aziendali, #DisabilityManager, e un maggiore utilizzo di tecnologie per garantire alle donne con disabilità strumenti adeguati per proteggersi e denunciare. La collaborazione tra associazioni, istituzioni e comunità è fondamentale per ridurre le barriere culturali e sociali che alimentano questa forma di violenza. Insieme, possiamo creare un futuro in cui ogni donna, indipendentemente dalle sue condizioni, possa vivere e lavorare in sicurezza e dignità. Oggi, e ogni giorno, agiamo per rendere questo diritto una realtà per tutte.
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Genere, disabilità e il ruolo cruciale del Disability Manager nel mondo del lavoro In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è importante riflettere su un aspetto spesso trascurato: l’intersezione tra genere e disabilità. Le donne con disabilità affrontano infatti una duplice discriminazione che si manifesta non solo nella vita quotidiana, ma anche nell’accesso al lavoro e nella partecipazione attiva alla società. 👉 Quali sono le sfide? • Le donne con disabilità hanno un accesso più limitato a percorsi formativi e professionali rispetto agli uomini con disabilità e alle donne senza disabilità. • Sono più frequentemente vittime di violenze, anche economiche, e di esclusione sistemica. • Nel mondo del lavoro, spesso si trovano ad affrontare barriere non solo fisiche, ma anche culturali e strutturali. Qui entra in gioco il Disability Manager, una figura fondamentale per creare ambienti di lavoro inclusivi che tengano conto delle intersezioni di genere e disabilità. Non si tratta solo di abbattere barriere architettoniche, ma di promuovere un cambiamento culturale, dove ogni persona, a prescindere da genere o abilità, possa contribuire e prosperare. 👉 Il ruolo del Disability Manager: • Creare politiche aziendali inclusive, che integrino una prospettiva intersezionale. • Formare i manager e i colleghi sulla consapevolezza delle sfide legate a genere e disabilità. • Promuovere strumenti e tecnologie assistive che favoriscano l’autonomia. • Implementare soluzioni che valorizzino il talento individuale, superando stereotipi e pregiudizi. 💡 Perché questo è importante? L’inclusione non è solo un valore etico, ma una strategia che arricchisce le aziende e la società. Le donne con disabilità portano con sé esperienze, competenze e punti di vista unici che possono essere motori di innovazione e cambiamento. Un futuro equo e inclusivo è possibile solo se consideriamo tutte le dimensioni della diversità. 🌍 Oggi più che mai, è il momento di costruire ambienti di lavoro dove l’intersezione tra genere e disabilità non sia una barriera, ma un’opportunità per fare la differenza. #Inclusione #DisabilityManager #Diversità #Intersezionalità #GenderEquality #Disabilità #GiornataInternazionaleControLaViolenzaSulleDonne
🟥25 novembre: Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne Ogni anno, il #25Novembre, si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le #donne, un'occasione per riflettere, sensibilizzare e agire contro tutte le forme di violenza di genere. Tuttavia, si trascura un aspetto cruciale: la condizione delle donne con disabilità, che vivono una doppia discriminazione, sia per il genere sia per la propria condizione, e che spesso restano invisibili nel dibattito pubblico. Nel mondo del lavoro, la #violenza contro le donne assume molteplici forme, alcune più subdole di altre. Oltre alla violenza fisica e verbale, ci sono discriminazioni, molestie e abusi psicologici che colpiscono donne in ogni settore. Questi comportamenti non solo minano la dignità e l'autonomia delle lavoratrici, ma ostacolano anche il loro sviluppo professionale. Per le donne con disabilità, le difficoltà sono ancora maggiori. Secondo dati recenti, il tasso di occupazione delle donne con disabilità è significativamente inferiore rispetto a quello degli uomini con disabilità e delle donne senza disabilità. Queste lavoratrici spesso subiscono forme di discriminazione multipla: dalla mancanza di #AccomodamentiRagionevoli sul luogo di lavoro all'esclusione dai percorsi di carriera, fino alle molestie, che possono diventare particolarmente gravi a causa della loro maggiore vulnerabilità. 🟠 Secondo il #ProgettoVERA, il 31% delle donne con disabilità ha subito una qualche forma di violenza, e il rischio di subire stupri o tentati stupri è doppio rispetto alle donne senza disabilità. Inoltre, le donne con disabilità affrontano un rischio maggiore di violenza psicologica, fisica e sessuale, spesso perpetrata da caregiver o persone di fiducia. L'Osservatorio Nazionale sulla Violenza contro le Donne con Disabilità, istituito dall'associazione Differenza Donna, sta raccogliendo dati per mappare meglio il fenomeno e sviluppare strumenti più efficaci di prevenzione e protezione. Tra il 2020 e il 2022, sono stati registrati 230 casi di maltrattamenti domestici e 50 di violenza sessuale su donne con disabilità, ma si tratta solo della "punta dell'iceberg" di un problema molto più diffuso e sommerso. 👇 È essenziale sensibilizzare l'opinione pubblica e migliorare le infrastrutture di supporto, come centri antiviolenza accessibili, formazione specifica per operatori, dirigenti aziendali, #DisabilityManager, e un maggiore utilizzo di tecnologie per garantire alle donne con disabilità strumenti adeguati per proteggersi e denunciare. La collaborazione tra associazioni, istituzioni e comunità è fondamentale per ridurre le barriere culturali e sociali che alimentano questa forma di violenza. Insieme, possiamo creare un futuro in cui ogni donna, indipendentemente dalle sue condizioni, possa vivere e lavorare in sicurezza e dignità. Oggi, e ogni giorno, agiamo per rendere questo diritto una realtà per tutte.
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📣#Pregiudizi e #violenza nei confronti delle #donne con #disabilità: gli ultimi dati della #PoliziaCriminale. 📣Un nuovo progetto in partenza di CBM Italia e Fondazione Libellula 📊Nel periodo ottobre 2023-settembre 2024 sono stati rilevati 540 reati commessi nei confronti di donne con disabilità, con un incremento del 66% rispetto alla rilevazione precedente dell’analogo periodo. È questo uno dei dati contenuti nell’ultimo rapporto pubblicato dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale, intitolato “Il Punto – Il pregiudizio e la violenza contro le donne”, all’interno del quale vi è anche uno specifico capitolo dedicato alla violenza nei confronti delle donne con disabilità ‼️Le «donne appartenenti a categorie vulnerabili, vivono una doppia discriminazione che le rende esposte a forme ulteriori e peculiari di sopraffazione». «Per quanto riguarda i crimini nei confronti delle donne con disabilità, l’OSCAD ha potuto verificare, nel tempo, alcune peculiarità ricorrenti nelle condotte illecite (affiancate a quelle tipiche dei crimini d’odio) che caratterizzano questi reati – si legge ancora nel rapporto –. ‼️Una di queste è la consapevolezza, da parte dell’autore dell’abuso, di rivolgere la sua violenza nei confronti di una persona che può opporre soltanto una limitata difesa rispetto all’offesa subita, vuoi per ragioni cognitive, vuoi per ragioni fisiche. Quindi assistiamo, ad esempio, a casi di #abuso e approfittamento su donne con disabilità ricoverate in strutture sanitarie. In questi casi, le vittime rappresentano un bersaglio facile per alcune condotte tipiche della violenza di genere, come i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali. ‼️Un’altra caratteristica che si rileva molto spesso in questa tipologia di reati è lo stato di #isolamento. Molte vittime con disabilità, infatti, non denunciano quanto loro accaduto e, cosa ancora più grave, non riescono neanche a chiedere aiuto. Molte vittime non hanno gli strumenti per rappresentare ad altri le violenze subite o, talvolta, lo stato di abbandono in cui versano, dovuto alla negligenza di chi è deputato ad occuparsi di loro. Non di rado, le due caratteristiche coesistono nei casi di violenza domestica nei confronti di donne con disabilità, violenza spesso usata dalle persone deputate alla loro cura e protezione». Proprio su questo tema CBM Italia e Fondazione Libellula lavoreranno insieme con l’obiettivo di formare le professionalità che si prendono #cura delle donne disabili a riconoscere situazioni di abuso e violenza e a sapere come agire. Un GRAZIE a Michele Dolcetti e a Stefania Cannavò 🙏🏻
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𝐋𝐚 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀: 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐦𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐮𝐥𝐭𝐢𝐩𝐥𝐚 A pochi giorni dalla giornata internazionale contro la #violenza sulle donne, voglio portare l'attenzione su un aspetto troppo spesso trascurato: l'impatto devastante della violenza sulle donne con disabilità. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, le donne con disabilità hanno una probabilità fino a tre volte maggiore di subire violenza: questo include violenze fisiche, sessuali e psicologiche, spesso perpetrate da persone vicine, come caregiver o familiari. 𝐈 𝐝𝐚𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐨: ⚠️ Il Rapporto ISTAT del 2023 rileva che il 36,1% delle donne con disabilità ha subito almeno un episodio di violenza nella vita. Molte di queste violenze rimangono sommerse: solo il 12% denuncia. Le barriere fisiche, sociali e culturali contribuiscono a questo silenzio. 𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐟𝐚𝐫𝐞? 🫂 #Educazione e sensibilizzazione: promuovere una cultura del rispetto e dell'inclusione è fondamentale per abbattere gli stereotipi e i pregiudizi. 🟢 #Accesso sicuro ai servizi: è cruciale garantire strutture e supporto accessibili, capaci di rispondere alle esigenze specifiche delle donne con disabilità. 🗣️ #Ascolto e empowerment: diamo forza a chi lavora ogni giorno sul fronte della prevenzione, del supporto alle vittime e della rieducazione degli autori di violenza. Se vuoi approfondire l'argomento e comprendere come riconoscere il pericolo dell'aggressore, offrire supporto alle vittime e contribuire attivamente alla riduzione del rischio, consiglio la lettura: https://lnkd.in/eFZQNMwa
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📢 Affrontare il doppio stigma di sessismo e abilismo: una battaglia di giustizia e dignità 👩🦽 La violenza contro le donne con #disabilità è una realtà troppo spesso invisibile, sommersa da pregiudizi e indifferenza. Parliamo di un fenomeno che coinvolge il 65% delle donne con disabilità, di cui l’87% ha subito violenze da persone vicine, come partner o familiari. Una realtà drammatica che, nonostante la sua gravità, continua a essere ignorata da una società patriarcale e abilista. 💔 Ma c’è di più. La dipendenza quotidiana da caregiver o familiari, la mancanza di strumenti per denunciare e una rete di supporto inaccessibile rendono questa #violenza ancora più subdola. Eppure, parlarne non basta: servono azioni concrete. 📰 Nella mia ultima #newsletter analizzo i dati, racconto storie e propongo soluzioni. Dai centri antiviolenza alle forze dell’ordine, serve un cambiamento culturale e strutturale per spezzare il silenzio e restituire dignità alla donna con disabilità. 🌟 Leggi ora la newsletter per approfondire e scoprire come possiamo combattere insieme sessismo e abilismo. Perché il cambiamento parte da ognunə di noi! 👉 Qui il link https://lnkd.in/dDbtYrgv #violenzadigenere
Femminicidio e violenza sulle donne con disabilità: un silenzio assordante
incantiamoci.substack.com
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Le donne con disabilità sono esposte a un rischio significativamente maggiore di subire violenza rispetto alle donne senza disabilità, con probabilità che possono essere anche quattro volte superiori. Questo fenomeno, nonostante la sua gravità, è spesso invisibile o minimizzato, anche nei dati ufficiali, e necessita di politiche e leggi specifiche per contrastarlo in modo efficace. Un fenomeno poco visibile e mal compreso Le statistiche ufficiali, purtroppo, non restituiscono un quadro completo della situazione. Ad esempio, i dati dell’Osservatorio Nazionale di Non Una di Meno evidenziano che nel 2024 sono stati registrati 108 femminicidi, di cui 14 hanno riguardato donne con disabilità o malattie gravi. Questo dato, purtroppo, non coglie l’intera portata del fenomeno, che resta sottostimato sia nelle statistiche che nelle politiche di intervento. Secondo stime di organizzazioni internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le donne con disabilità hanno un rischio di subire violenza che è fino a quattro volte maggiore rispetto alle loro coetanee non disabili. Tale rischio aumenta ulteriormente per le donne con disabilità intellettive e psichiche, che sono più facilmente esposte ad abusi. La mancanza di credibilità delle vittime, insieme alla scarsa accessibilità delle risorse di supporto, rende ancora più difficile per queste donne denunciare e ottenere giustizia. Leggi anche: Istat: le donne rappresentano il 35% degli omicidi in Italia La violenza nascosta tra le mura di casa e nei luoghi di lavoro Molti dei casi di violenza ai danni delle donne con disabilità avvengono in contesti che dovrebbero essere protettivi, come la famiglia, le strutture sanitarie o i luoghi di lavoro. Le dinamiche familiari possono essere particolarmente problematiche, in quanto molti aggressori sono persone di fiducia, come parenti o assistenti personali. In questi ambienti, la violenza fisica, psicologica e sessuale si intreccia spesso con dinamiche di dipendenza economica, isolamento sociale e mancanza di supporto adeguato. Anche nel contesto lavorativo, le donne con disabilità sono vulnerabili a forme di violenza e discriminazione, che vanno dal mobbing alle molestie verbali, fino a casi più gravi di abuso. Le normative esistenti in Italia, sebbene abbiano fatto dei passi in avanti, non sono sufficientemente applicate nei casi che coinvolgono le disabilità. In particolare, le donne con disabilità intellettive o psichiche sono spesso considerate meno credibili e più vulnerabili, il che aumenta il rischio di subire violenza senza che vengano ascoltate o protette. Il ruolo della sensibilizzazione e delle politiche inclusive Affinché la violenza contro le donne con disabilità possa essere prevenuta e contrastata in modo efficace, è fondamentale promuovere politiche inclusive che rispondano alle esigenze specifiche di questa categoria. I centri antiviolenza devono essere accessibili e formati per gestire casi
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Le #discriminazioni multiple a cui sono sottoposte le #donne con #disabilità che subiscono #violenzadigenere richiedono un’attenzione specifica per essere conosciute, evitate e quindi affrontate. A livello internazionale, il richiamo è arrivato dall’OMS che ha sottolineato come le donne con disabilità corrano rischi particolari di essere vittime di #abusi, proprio perché la loro situazione è ampiamente nascosta nella maggior parte delle rilevazioni sulla violenza di genere. Eppure, la situazione di #vulnerabilità le espone a un rischio maggiore di essere vittima di violenza di genere, un rischio – secondo il Forum europeo sulla disabilità – da due a cinque volte maggiore rispetto a quello delle altre donne.
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