🚦Il contasecondi al semaforo e l'arte di rallentare gli altri🚦
Avete mai notato quei semafori con il contasecondi che ti dicono quanti secondi mancano al verde? Sapete perché li hanno messi? Perché nei test fatti, si è visto che chi sa quanto manca, parte prima e meglio. La fila scorre più veloce, si evitano rallentamenti inutili, e si guadagnano secondi preziosi per tutti.
Ma c'è un fenomeno curioso che sfugge ai contasecondi. È quello che succede quando il primo della fila al verde parte con flemma, con calma, come se il tempo degli altri non avesse valore. Dopo tre macchine il semaforo torna rosso e… tanti saluti.
Stessa cosa nei parcheggi affollati. Hai presente quella scena? Vedi qualcuno che arriva alla sua auto, lo guardi con la speranza che liberi il posto. Lui ti vede… e rallenta. Cerca le chiavi con movimenti da moviola, sale in macchina, controlla lo specchietto retrovisore per almeno tre minuti, poi accende la radio, regola il sedile. E tu lì, fermo, a chiederti: “Ma perché?”
Ecco, questa mentalità non è solo per strada o nei parcheggi. Succede anche in azienda.
🤢 Un reparto che ha l'informazione giusta ma la rilascia con calma olimpica.
🤡Un responsabile che approva un documento con il ritmo di un bradipo in vacanza.
🤐 Un team che, sapendo di essere un collo di bottiglia, rallenta ancora di più, quasi per godersi il momento.
Perché succede? Perché alcuni vedono la loro posizione di “primo della fila” come un potere da esercitare piuttosto che una responsabilità da onorare.
Eppure, se chi sta davanti accelera il ritmo, tutti ne beneficiano. L'azienda, il cliente, il collega che aspetta la tua approvazione per andare avanti.
Allora, la domanda finale è una sola, e ve la urlo con tutto il fiato che ho:
“MA PERCHEEEE?”
Pensiamoci, la prossima volta che siamo "primi della fila", al semaforo o in azienda.
🎯Scrivo di #ingegneria, #progettazione, #metodi, #progetti, #waterfall, #agile e #hybrid pescando da esperienza reale ed un po’ di #aerospazio.