La sperimentazione animale è stata per decenni una tappa obbligata nella ricerca scientifica, messa in atto per garantire la sicurezza dei farmaci e delle terapie prima della sperimentazione sull’uomo. Tuttavia, oggi emergono delle alternative che potrebbero rivoluzionare questo approccio, consentendoci di fermare i test sugli animali e passare a metodi più etici, sicuri e personalizzati. L’innovazione principale in questo settore è rappresentata dagli Organ-on-Chip, tecnologia avanzata che imita le funzioni fisiologiche di organi umani su scala micro. Questi dispositivi, progettati per riprodurre le complesse interazioni tra cellule e tessuti in ambienti tridimensionali, si stanno rivelando uno strumento prezioso per la ricerca preclinica. Utilizzando cellule umane, gli Organ-on-Chip permettono di prevedere in modo più accurato la risposta del corpo umano ai farmaci, il che potrebbe aiutare a fermare i test sugli animali. L’evoluzione della normativa Uno dei principali ostacoli alla diffusione delle alternative ai test sugli animali è stato il quadro normativo, che da tempo richiede l’utilizzo di modelli animali per validare l’efficacia e la sicurezza dei farmaci. Tuttavia, con l’approvazione della FDA Modernization Act 2.0 negli Stati Uniti, è stato compiuto un passo significativo per aggiornare le normative precliniche. Questo nuovo regolamento non vieta i test sugli animali, ma riconosce ufficialmente gli Organ-on-Chip come piattaforme valide per la sperimentazione, aprendo la strada a un futuro in cui sarà possibile fermare i test sugli animali e sostituirli con metodi scientificamente avanzati. (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); Come funzionano gli Organ-on-Chip? Gli Organ-on-Chip sono dispositivi delle dimensioni di una chiavetta USB, ma che racchiudono una struttura tridimensionale in grado di replicare le funzioni di organi come reni, fegato, cuore e polmoni. Per esempio, nel caso dei Kidney-on-a-Chip, vengono utilizzate cellule staminali per riprodurre i tessuti renali e microcanali che simulano il flusso sanguigno e l’eliminazione dei rifiuti. In questo modo, è possibile osservare come i farmaci interagiscono con il rene e valutare il potenziale di effetti collaterali o tossicità, senza la necessità di test sugli animali. RELATED STORIES Oggi si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza: origini e significato 13 Novembre 2024
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In un laboratorio in Florida la scienza si è spinta oltre i limiti del credibile, provando a costruire un mondo in cui la riproduzione animale non dipende più dalla natura ma dalla tecnologia. Quali saranno le implicazioni etiche di questo nuovo fronte scientifico? La ricerca può rivoluzionare l'industria dell'allevamento, o aprire un vaso di Pandora di questioni morali. Vi raccontiamo l'alba della clonazione 2.0. #Innovazione #Etica #Tecnologia #Agricoltura #Futuro
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La #ricerca e la sperimentazione animale riguardano molte realtà - e molto differenti tra loro: gli animali sono usati per gli studi di base, per quelli applicati, per i test obbligatori per introdurre e mantenere sostanze sul mercato (non solo farmaci ma anche, per esempio, dispositivi medici o alimenti), e ancora per la produzione di prodotti come gli anticorpi. Né tutte queste categorie di utilizzo degli #animali hanno come destinatario finale la nostra specie. In molti casi, infatti, la sperimentazione è volta al benessere degli animali stessi, alla #veterinaria, all'alimentazione animale, o alla conservazione dell'#ambiente e delle altre specie. Per capire quali campi hanno ancora un maggior bisogni di animali e, in modo indiretto, come progredisce lo sviluppo di metodi alternativi che consentono invece di ridurne e a volte eliminarne la necessità, è necessario guardare ai #dati. Per questa ragione, abbiamo dato uno sguardo a quelli europei relativi alle categorie di utilizzo degli animali nell'UE, riportando anche anche le principali informazioni relative alla gravità delle procedure usate, informazione che permette di stimare a quanto dolore/stress sono sottoposti. 🔗 Qui il nostro approfondimento: https://lnkd.in/dj6MzAqN Istituto Mario Negri, Alleanza Contro il Cancro, Società Italiana di Farmacologia - SIF, Società Italiana di Tossicologia - SITOX, Farmindustria, Federchimica, Assobiotec, Italian Society for Neuroscience SINS, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Ferrara, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università di Trento
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Un progetto di #ricerca che prevede l'uso di animali deve garantire standard etici elevati, limitarsi ai casi in cui non esistono alternative scientificamente valide per ottenere il risultato, rispettare il principio delle 3R. Quindi deve seguire un preciso iter di approvazione. È un percorso che parte dall'organo etico-scientifico dell'ente che ne fa richiesta, l'Organismo Preposto al Benessere Animale (OPBA), che deve stilare un parere motivato sulla possibilità di impiegare metodi alternativi, la rilevanza tecnico-scientifica del progetto, il rispetto della normativa e l’adeguata formazione di chi effettuerà le procedure sugli animali. Solo se questo primo parere è positivo si può procedere alla valutazione da parte del Ministero della Salute, che verifica la scelta del campione, se sono previste misure per mitigare eventuali dolore, stress e/o sofferenza degli #animali, le procedure previste e diversi altri aspetti del progetto. Insomma, un processo anche piuttosto lungo (l'intera procedura richiede in media qualche mese) e complesso, per garantire il monitoraggio sull'uso di animali, bilanciando le necessità della ricerca scientifica con il loro benessere
Chi valuta se per un determinato progetto di #ricerca gli animali sono davvero necessari? Che la specie individuata sia la più idonea, che le procedure previste siano davvero necessarie? E ancora che siano usati, e in modo corretto, anestetici e analgesici? Che il numero di animali che si è previsto di usare non siano un numero eccessivo rispetto alle necessità? Per poter svolgere un progetto che preveda lo svolgimento di procedure su animali (vertebrati non umani e cefalopodi) è necessaria una serie di autorizzazioni e l’approvazione del #progetto segue un iter preciso e regolamentato. In Italia, il percorso di autorizzazione parte dall’Organismo Preposto al Benessere Animale (OPBA), una sorta di comitato etico-scientifico interno alle strutture di ricerca che fanno uso di #animali. Questa prima valutazione “interna”, eseguita dall’OPBA dell’ente che fa richiesta di autorizzazione, deve verificare per esempio che non vi sia possibilità di impiegare metodi alternativi, la rilevanza tecnico-scientifica del progetto, il rispetto della normativa e l’adeguata formazione di chi effettuerà le procedure sugli animali. Ripercorriamo i punti principali delle norme europee e italiane che regolamentano il processo di approvazione di un progetto di ricerca che prevede l’uso di animali, per assicurare che la ricerca avvenga nel rispetto degli standard etici più elevati e sia limitata ai casi in cui non esistono alternative scientificamente valide per ottenere il risultato, rispettando il principio delle #3R 🔗 https://lnkd.in/dD9-yGDr (Alleanza Contro il Cancro, Istituto Mario Negri, Società Italiana di Farmacologia - SIF, Società Italiana di Tossicologia - SITOX, Italian Society for Neuroscience SINS, Federchimica, Farmindustria, Università degli Studi di Milano, Università di Trento, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università degli Studi di Ferrara, Università Vita-Salute San Raffaele)
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Degli animali usati per la ricerca, gran parte è coinvolta in studi dedicati alla #salute umana. Ma “in gran parte” non significa esclusivamente, e molta #ricerca sia di base sia applicata si concentra su etologia, comportamento, benessere e malattie animali. Che l’uso di animali in ricerca non sia a esclusivo beneficio della nostra specie dovrebbe essere intuitivo: per esempio, chi vive con animali da compagnia sa che dovrà ricorrere a vaccini e spesso a farmaci necessari a garantire una buona qualità di vita – vaccini e farmaci che prima di essere messi in commercio devono seguire procedure di controllo proprio come quelli usati per gli umani, e che di conseguenza devono essere testati sugli animali. La medicina #veterinaria per gli animali d’affezione, in particolare, si è sviluppata moltissimo negli ultimi anni, portando a progetti di ricerca molto avanzati nei quali, sempre più, a essere coinvolti sono animali di proprietà affetti da malattia spontanea. Ne sono un esempio i trial di #oncologia veterinaria, condotti soprattutto sui cani: invece di sperimentare una terapia (chemio e radioterapia ma anche, sempre più, immunoterapia) sugli animali di laboratorio, si arruolano cani di proprietà già ammalati spontaneamente di #cancro. L’aumentare delle conoscenze sull’oncologia del cane ha messo in luce molti aspetti di somiglianza con quanto avviene nei tumori umani, almeno per alcuni di essi, e ciò fa sì che gli studi su una specie possano poi rivelarsi utili anche per l’altra. In generale, diversi studi stanno evidenziando come l’aumentare delle conoscenze nel campo veterinario possa poi avere risvolti sostanziali anche per la medicina umana, sia per quanto riguarda per esempio sviluppo, progressione, caratteristiche molecolari e genetiche di un tumore, sia per quanto riguarda le possibili terapie. Ne parliamo con Damiano Stefanello , professore ordinario di Chirurgia Veterinaria all’Università degli Studi di Milano. 🔗 https://lnkd.in/dTs-NaQ9 (Istituto Mario Negri, Alleanza Contro il Cancro, Società Italiana di Farmacologia - SIF, Società Italiana di Tossicologia - SITOX, Italian Society for Neuroscience SINS, Farmindustria, Federchimica, Assobiotec, Università degli Studi di Ferrara, Università di Trento, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia)
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Chi valuta se per un determinato progetto di #ricerca gli animali sono davvero necessari? Che la specie individuata sia la più idonea, che le procedure previste siano davvero necessarie? E ancora che siano usati, e in modo corretto, anestetici e analgesici? Che il numero di animali che si è previsto di usare non siano un numero eccessivo rispetto alle necessità? Per poter svolgere un progetto che preveda lo svolgimento di procedure su animali (vertebrati non umani e cefalopodi) è necessaria una serie di autorizzazioni e l’approvazione del #progetto segue un iter preciso e regolamentato. In Italia, il percorso di autorizzazione parte dall’Organismo Preposto al Benessere Animale (OPBA), una sorta di comitato etico-scientifico interno alle strutture di ricerca che fanno uso di #animali. Questa prima valutazione “interna”, eseguita dall’OPBA dell’ente che fa richiesta di autorizzazione, deve verificare per esempio che non vi sia possibilità di impiegare metodi alternativi, la rilevanza tecnico-scientifica del progetto, il rispetto della normativa e l’adeguata formazione di chi effettuerà le procedure sugli animali. Ripercorriamo i punti principali delle norme europee e italiane che regolamentano il processo di approvazione di un progetto di ricerca che prevede l’uso di animali, per assicurare che la ricerca avvenga nel rispetto degli standard etici più elevati e sia limitata ai casi in cui non esistono alternative scientificamente valide per ottenere il risultato, rispettando il principio delle #3R 🔗 https://lnkd.in/dD9-yGDr (Alleanza Contro il Cancro, Istituto Mario Negri, Società Italiana di Farmacologia - SIF, Società Italiana di Tossicologia - SITOX, Italian Society for Neuroscience SINS, Federchimica, Farmindustria, Università degli Studi di Milano, Università di Trento, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università degli Studi di Ferrara, Università Vita-Salute San Raffaele)
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Quando possibile, gli animali usati in #ricerca possono essere affidati a strutture che diano loro una vita fuori dai laboratori e, a seconda delle specie, promuoverne l’adozione: è il concetto di rehoming. Rappresenta un’opzione importante sia per la tutela del benessere degli #animali sia, come documentato anche da alcuni studi, per quello degli operatori e dei ricercatori. Per chi si occupa e cura gli animali, infatti, la soppressione è nota per essere fonte di forte stress e per contribuire alla "compassion fatigue", l’esaurimento emotivo dovuto al continuo contatto con la sofferenza degli animali. In questo articolo iniziamo ad approfondire i principali aspetti normativi del rehoming, a partire dalla legge italiana del 2014 che norma la sperimentazione animale fino al più recente decreto ministeriale del 2021, che stabilisce i requisiti strutturali e gestionali degli enti che si occupano di reinserimento 🔗 https://lnkd.in/dEn8XvdV Istituto Mario Negri, Alleanza Contro il Cancro, Federchimica, Farmindustria, Assobiotec, Società Italiana di Farmacologia - SIF, Società Italiana di Tossicologia - SITOX, Italian Society for Neuroscience SINS, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università degli Studi di Ferrara, Università di Trento
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Qual è la realtà delle associazioni che si occupano di rehoming degli animali da laboratorio? Come lavorano? Quanti #animali è possibile ricollocare e quanti riescono a essere adottati? Quali sono le sfide principali di questo lavoro? Dopo aver approfondito gli aspetti della normativa italiana che regolamenta il rehoming, cioè il ricollocamento degli animali usati nella sperimentazione, abbiamo voluto capire gli aspetti pratici di questa realtà. Ne parliamo con Stefano Martinelli, presidente de La Collina dei Conigli ODV, un ente che, a dispetto del nome, non segue solo conigli ma anche porcellini d'India, ratti e topi 🔗 https://lnkd.in/dmm38ds8 Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Alleanza Contro il Cancro, Federchimica, Farmindustria, Assobiotec, Società Italiana di Farmacologia - SIF, Società Italiana di Tossicologia - SITOX, Italian Society for Neuroscience SINS, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università degli Studi di Ferrara, Università di Trento
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Nessun modello alternativo è in grado di replicare la complessità di un organismo vivente, aspetto che comprende non solo l’interazione tra i diversi sistemi, organi e tessuti ma anche, per esempio, le differenze tra i sessi e l’effetto dell’ambiente. Per questa ragione, la sperimentazione animale rimane imprescindibile in molti campi della #ricerca biomedica. Tuttavia, in alcuni contesti è stato possibile sostituirla con altri metodi e tecnologie. È il caso di alcuni studi in campo tossicologico. Sono decine di milioni le sostanze cui siamo esposti quotidianamente e, come spiega Emilio Benfenati, direttore del Dipartimento Ambiente e Salute dell'Istituto Mario Negri, «Eseguire i test su ogni singola sostanza richiede anni di studio ed enormi quantità di animali. Le metodiche consuete sono lunghe da eseguire e non possono sostenere il ritmo delle sostanze immesse sul mercato, anche senza considerare i costi economici. Non esisterebbero nemmeno laboratori sufficienti per svolgere tutti i test e i tempi necessari non sono compatibili con le necessità attuali: infatti, noi e l’#ambiente siamo esposti oggi. L’unico modo per rispondere queste necessità è allora avvantaggiarsi di risorse che siano in grado di gestire grandi numeri in tempia rapidi. Cosa resa oggi possibile grazie agli sviluppi enormi di hardware, di software e di dati». In questo articolo, Benfenati ci spiega il ruolo e le possibilità aperte dai metodi in silico, cioè basati su simulazioni computerizzate. Che però, vale la pena ricordarlo, «Sfruttano comunque i risultati di studi precedenti sull’animale. Questi sono quindi sempre necessari, ma i computer estraggono al massimo quanto è disponibile». (Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro ETS, Alleanza Contro il Cancro, Società Italiana di Farmacologia - SIF, Società Italiana di Tossicologia - SITOX, Farmindustria, Federchimica, Assobiotec, Italian Society for Neuroscience SINS, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Ferrara, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università di Trento) https://lnkd.in/dv7746Kb
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Riportiamo i principali dati relativi all’uso di #animali a fini scientifici in Italia, rilasciati dal Ministero della Salute: si conferma un trend in calo di animali, principalmente usati per la #ricerca di base e per scopi regolatori (gli usi per soddisfare le richieste legislative per la produzione e il mantenimento di sostanze sul mercato). Topi, ratti e il pollame domestico sono le specie più presenti; i primati non umani sono stati 292 e rappresentati in stragrande maggioranza dal macaco cinomologo, principale modello di studio per molte #malattie e disturbi che interessano la nostra specie. 🔍 Nel nostro approfondimento, che segue l'analisi dei primi dati europei, trovate gli elementi più significativi per l'Italia, con grafici interattivi e un focus sulla gravità delle procedure: https://lnkd.in/dmH6Sj6z Istituto Mario Negri, Alleanza Contro il Cancro, Federchimica, Farmindustria, Assobiotec, Società Italiana di Farmacologia - SIF, Società Italiana di Tossicologia - SITOX, Italian Society for Neuroscience SINS, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università degli Studi di Ferrara, Università di Trento, Università degli Studi di Milano
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**La Rivoluzione dei Trapianti: Il Caso del Renale da Maiale** Ciao a tutti! Sono tornato con un articolo che vi farà riflettere sulla medicina del futuro. Recentemente, un uomo di nome Richard Slayman ha ricevuto un trapianto di rene da maiale, modificato per essere più compatibile con la biologia umana. Il risultato? Il suo corpo non ha rifiutato l'organo! 🚀 Ma cosa significa tutto ciò? E cosa sono i pro e i contro di questa tecnologia rivoluzionaria? **Il caso di Richard Slayman** Richard Slayman, un uomo di 57 anni, ha ricevuto il trapianto di rene da maiale a settembre 2022. L'organo era stato modificato per eliminare i geni che provocano la reazione immunitaria nel corpo umano. Il team di medici guidato dal Dr. Jayme Locke della Università dell'Alabama ha condotto l'operazione con successo. Secondo i medici, il corpo di Slayman non ha rifiutato l'organo, il che è un risultato incredibile. Tuttavia, Slayman è deceduto due mesi dopo l'intervento a causa di una polmonite. Ma la cosa importante è che la causa della morte non è stata il rigetto del rene! 😊 **Pro e contro della tecnologia dei trapianti di organi da animali** La tecnologia dei trapianti di organi da animali, nota come xenotrapianto, ha molti vantaggi. Ecco alcuni dei pro: * **Riduzione della lista di attesa**: La carenza di organi disponibili per trapianto è un problema grave. I trapianti di organi da animali potrebbero ridurre significativamente la lista di attesa. * **Maggiore disponibilità di organi**: Gli animali potrebbero fornire una fonte di organi più ampia e più stabile rispetto agli donatori umani. * **Riduzione dei costi**: I trapianti di organi da animali potrebbero essere meno costosi rispetto ai trapianti di organi umani. Tuttavia, ci sono anche alcuni contro: * **Rischio di infezione**: Gli organi da animali possono portare con sé virus e batteri che possono infettare l'ospite umano. * **Rischio di rigetto**: Come già menzionato, il corpo umano può rifiutare l'organo traspiantato. * **Etica**: La questione etica della utilizzazione di animali per trapianti di organi è un argomento molto dibattuto. **Cosa ne pensate?** La tecnologia dei trapianti di organi da animali è una rivoluzione che potrebbe cambiare la faccia della medicina. Ma ci sono anche molti rischi e incognite da considerare. Cosa ne pensate voi? Siete a favore o contro la tecnologia dei trapianti di organi da animali? Fateci sapere nei commenti! **Tag:** #trapiantodiorgani #maiali #xenotrapianto #medicina #futuro #tecnologia #etica #salute **Condividi questo articolo con i tuoi contatti e inizia una discussione!** 🤔
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