Post di Valore D

Venerdì 22 novembre Onit ha partecipato all’inaugurazione della “Stanza Rosa”, spazio protetto per le donne vittima di violenza, situata presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale “Bufalini”. Un’iniziativa rilevante per tutta la comunità, che #Onit ha contribuito a realizzare devolvendo i ricavi della “pesca natalizia” aziendale dello scorso anno e che riveste per il Gruppo un significato davvero speciale. Il sostegno alla “Stanza Rosa” si inserisce infatti un panorama più ampio, che vede Onit impegnata in un percorso verso il raggiungimento della certificazione UNI/PDR 125:2022, inerente alla #ParitàdiGenere. Oltre a toccare il tema della prevenzione e gestione di episodi di molestia o violenza sui luoghi di lavoro, argomento che si allaccia all’iniziativa “Stanza Rosa”, l’Iter intrapreso da Onit prevede anche l’adozione di una serie di linee guida e protocolli aziendali in materia di cultura e strategia, governance, processi HR, opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere e tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Il tutto per superare gli stereotipi di genere, sia in riferimento al contesto lavorativo che famigliare, e scardinare le fonti di disuguaglianza. Così da avere una Onit sempre più attenta e inclusiva.

Il vento che soffia dagli USA non è buono per i diritti delle #donne, in particolare in campi cruciali e delicati come quello dell’interruzione di gravidanza. Ma anche nel nostro Paese non tira aria buona, basta pensare alla recente legge sulla gravidanza per altri “reato universale”, agli attacchi contro i contraccettivi o alla guerra santa contro la cosiddetta “teoria gender”. Ci si occupa troppo spesso di argomenti importanti per la vita delle persone a partire da posizioni ideologiche e scarsamente informate. Noi diamo sempre molto spazio su Scienza in rete a questi temi, cercando di spiegare che cosa è in gioco, attenendoci sempre a quanto emerge dagli studi scientifici e con la massima attenzione alla tutela dei diritti di tutte le persone. Aiutaci a fare sempre meglio questo lavoro. Sostienici con una donazione, difenderai il diritto tuo e di tutti ad avere informazioni corrette in un campo messo a rischio da pregiudizi e ideologie: https://lnkd.in/d5HetR9g

#Condividere equamente le #cure #genitoriali tra #padre e #madre: ecco la vera soluzione per consentire alle #famiglie di #crescere. E invece sono pochissime le voci che sul palco degli #StatiGeneraliDellaNatalità, come del resto sulla scena politica italiana, hanno citato i padri, l’opportunità del loro coinvolgimento nella cura di figli e figlie, attraverso una equa ripartizione del lavoro domestico tra loro e le madri e misure per la conciliazione tra lavoro e famiglia che riguardino anche gli uomini. Eppure è chiaro che la strada per mettere le coppie in condizioni di appagare il proprio desiderio di genitorialità passa per l'attivazione di politiche che favoriscano il riequilibrio dei divari di genere: a partire da #congedi di genitorialità perfettamente paritari, integrati con politiche fiscali e dei servizi che ne rendano paritario l’utilizzo concreto. Il carico di lavoro che grava sulle madri è il classico elefante nella stanza: Maria Cristina Valsecchi propone una riflessione dopo avere seguito gli Stati generali della Natalità. Il link è nel primo commento!

Le donne non riescono a tenere il passo di un lavoro che le pretende performanti come e più degli uomini, e di una società che richiede loro la totale cura dei figli, dei compagni, della casa, e persino di sé, ma solo per il piacere maschile. Questo non è solo un sentimento diffuso, ma una realtà dimostrata da studi e ricerche scientifiche. Ecco alcuni dati su cui riflettere: • Il carico mentale femminile: Le donne, anche quando lavorano fuori casa, continuano a svolgere la maggior parte del lavoro domestico e della cura dei familiari. Secondo uno studio dell’OCSE, le donne impiegano in media 4 ore al giorno in attività non retribuite, contro 2 ore degli uomini. • Burnout da super-performance: Secondo uno studio di Deloitte (2021), il 53% delle donne intervistate ha riportato sintomi di burnout, spesso dovuti all’incapacità di bilanciare lavoro, famiglia e cura personale. • Il “gender time gap”: Le donne hanno meno tempo libero rispetto agli uomini. Una ricerca del Bureau of Labor Statistics (2019) mostra che le donne hanno circa 30 minuti in meno di tempo libero ogni giorno rispetto agli uomini, spesso sacrificato per occuparsi di altre persone. • Effetti sulla salute mentale: La pressione di conformarsi agli standard di bellezza e di performance professionale aumenta il rischio di ansia e depressione. La Johns Hopkins University ha rilevato che le donne sono il 70% più predisposte degli uomini a soffrire di disturbi depressivi. Ecco perché è essenziale parlare di autodeterminazione del proprio tempo come forma di resistenza. Solo erodendo il tempo dedicato alla “perfezione performativa” si può recuperare spazio per la crescita personale e il benessere mentale. #GenderEquality #WomenEmpowerment #CaricoMentale #WorkLifeBalance

"Mi sono sentita in debito verso l'azienda ... mi portavo la bambina con me alle riunioni nazionali perché desideravo allattarla e vivevo in una condizione di stress infinito. Quando sei giovane non sai bene dove inizia e dove finisce il tuo diritto di mamma. Il risultato è che fui colta da enormi sensi di colpa... mi sentivo insufficiente in entrambe le parti". La storia di Flavia Binetti è un potente promemoria: per troppe donne manager, conciliare vita-lavoro-accudimento rimane una sfida da affrontare sole. Le sensazioni che lei stessa ha provato alle prime gravidanze possono essere alleggerite da strumenti preventivi e protettivi, oggi disponibili. Se vogliamo davvero valorizzare e trattenere i talenti, dobbiamo offrire un supporto concreto e significativo. La nostra missione con Me First® è chiara: ridurre il gender gap, fornendo strumenti pratici sia alle aziende che alle loro persone. Azioni concrete che generano risultati tangibili. Collaboriamo con aziende lungimiranti per creare ambienti di lavoro più equi e inclusivi. Insieme, stiamo dimostrando che un approccio diverso non solo è possibile, ma ... è anche vantaggioso per tutti.

Ecco le proposte concrete del progetto 4e-Parent Project, a cui ho collaborato con Zadig srl Società Benefit, per i congedi di paternità, che in Italia al momento sono ampiamente insufficienti. Coinvolgere il papà nelle cure a figli e figlie fin dalla gravidanza è fondamentale per il benessere della famiglia ed è preventivo nei confronti della #violenzadigenere. Basta parole e buone intenzioni: è ora di modificare concretamente la legge!

Un tema che seguiamo da tantissimo

"Le donne non hanno tempo Non riescono a tenere il passo di un lavoro che le pretende performanti come e più degli uomini, e di una società che richiede loro la totale cura dei figli, dei compagni o dei mariti, della casa, dei genitori e dei familiari propri e del partner; e persino di sé, ma solo a beneficio del male gaze e del piacere maschile. Ecco allora che il tempo del riposo diventa l’unico cui poter erodere un momento per sé, per la propria crescita personale o anche solo per riprendere fiato". Sto scrivendo una nuova puntata di "Prisma. Spunti per riflettere il presente" per ROBA DA DONNE Nel frattempo, vi condivido quella uscita un paio di giorni fa.

Il tempo è tiranno, ma finalmente eccoci con il sesto episodio della mia rubrica sul Gender Gap nel mondo del lavoro. Oggi si parla del Gender Dream Gap, perchè la disparità di genere in età adulta e professionale altro non è che il riflesso della nostra infanzia ed educazione che passa ovviamente dal gioco. Buona lettura, al prossimo episodio!

Consiglio di leggere e seguire l'ottimo lavoro che sta facendo Caterina sul Gender Gap.