Post di Vera Di Giovannantonio

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Communications Manager in Quercetti/ Communication Consultant

Faccio seguito alle considerazioni di Edoardo Prati in merito a quanto la società attuale abbia in considerazione i giovani e la loro capacità d'infondere cambiamento nella cultura, nella politica e nel modo di pensare. Benché ogni anno sento allontanarmi da questa "categoria" che per interesse o scarso approfondimento tendono a isolare ed etichettare, alcune cose sento di dirle: 1.Spesso siamo inondati di proposte di tirocinio camuffate da ricerca di lavoro iper qualificato e mal pagato, ma lo si fa perchè fa curriculum. Ma ci proviamo. 2.Spesso sostituiamo chi di competenze, soprattutto in campo digitale e di problem solving, ne ha meno della metà ma non si può dir lo stesso dello stipendio. Ma ci proviamo. 3.Spesso ci troviamo a cambiare strada, non seguendo quella linearità tanto ambita, trovandoci a rimboccarci le maniche. Ma ci proviamo. 4.Spesso le aspettative, ampiamente remunerate da lauree, master e continui corsi di formazione non sono minimamente soddisfatte. Ma ci proviamo. Nonostante le nostre possibilità siano state infinitamente limitate da generazioni addietro, ci proviamo. Ma arriva il momento in cui uno è stufo di provarci, fin quando non viene riconosciuto il ruolo che gli spetta, nella sfera politica e sociale. Non abbiamo la minima idea di cosa offrire alle nuove generazioni, non abbiamo la minima idea di come garantire loro un futuro più sostenibile, non abbiamo la minima idea di come incentivare la formazione di nuove famiglie. E' mai possibile che nel nostro paese dobbiamo continuamente provarci senza vederci riconosciuto un ruolo attivo, in nulla??

Ester Baima

Responsabile Comunicazione, Marketing, project manager e home relooker

6 mesi

I giovani si trovano spesso a lottare in un contesto che sembra offrirgli poche prospettive reali, inondati da opportunità lavorative poco remunerative o che non rispecchiano il valore delle loro competenze. Tuttavia, per quanto ingiusto possa sembrare, c’è un altro aspetto fondamentale da considerare. È proprio in questo scenario che diventa indispensabile saper leggere i cambiamenti, interpretare i segnali del mondo che ci circonda e uscire dalla propria zona di comfort. Il futuro non si aspetta, si costruisce. E per farlo bisogna essere disposti a mettersi in gioco, a cercare nuove strade, anche se inizialmente possono sembrare poco sicure. È questo l’atteggiamento che permette ai giovani di prendersi il posto che meritano, non attraverso la semplice attesa del riconoscimento, ma attraverso l’adattamento e la capacità di anticipare i trend e le dinamiche socioeconomiche. Non basta "provarci". Bisogna osare e avere il coraggio di affrontare l’incertezza, sapendo che il cambiamento è la costante di un mondo in evoluzione. Solo così le nuove generazioni potranno ottenere quel riconoscimento che aspettano, costruendo un futuro in cui il loro ruolo sarà centrale, tanto nella sfera politica quanto in quella sociale.

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