Post di Zeno Zappi

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#sosantibioticoresistenza# Il problema dei patogeni multiresistenti è ben noto da tempo: gli antibiotici ,il cui uso inappropriato è ritenuta la causa prima dell’antimicrobico resistenza, e’ una minaccia sanitaria su scala globale ,hanno tra i loro effetti quello di alterare pesantemente il microbiota intestinale, ovvero la comunità di miliardi di microorganismi che partecipano in costante equilibrio ai processi digestivi del nostro organismo, sintetizzando vitamine essenziali, come quelle del gruppo B, metabolizzando le proteine, intervenendo nell’assorbimento del calcio, del magnesio e del ferro, regolando la motilità intestinale e che agiscono anche sul sistema immunitario, oltre a influenzare l’umore e la nostra salute mentale. Le terapie antibiotiche incidono sull’ equilibrio del microbiota e colpiscono anche i microrganismi benefici (come i probiotici) e l abuso determina una minor efficacia su diversi patogeni o perché provvisti di pareti cellulari con membrane difficili da attraversare, o perché capaci nel tempo di sviluppare meccanismi di disattivazione o ancora perché capaci di modificare le strutture di bersaglio dell’antibiotico e hanno sviluppato una resistenza a questi farmaci.Esempio i batteri Gram-negativi, virulenti e capaci di sviluppare rapidamente resistenza agli antibiotici. Che una volta assunti, se da una parte devastano il microbiota intestinale, dall’altra consentono a patogeni potenzialmente mortali (l’escherichia coli, la Klebsiella pneumoniae ,l’Enterobacter cloacae e il Clostridium difficile) di prendere il sopravvento. Risolvere la questione di assumere antibiotici senza procurare troppi danni al microbiota intestinale è tutt’altro che semplice, anzi, pone problemi e interrogativi ai medici nella pratica clinica quotidiana. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature alla fine dello scorso mese di maggio apre un piccolo spiraglio sull’esistenza di possibili soluzioni: un team di ricercatori dell’Illinois ha infatti sviluppato un antibiotico in grado di uccidere i batteri Gram-negativi patogeni, senza compromettere il microbiota. intestinale. Per trovare un modo di aggirare le difese dei microrganismi nocivi, gli autori dello studio hanno iniziato con l’analisi di composti noti per inibire il “sistema Lol”, un gruppo di proteine che compongono i batteri Gram-negativi.Una successiva ricerca ha individuato una molecola che i ricercatori hanno chiamato lolamicina e che “uccide”selettivamente i batteri patogeni rispetto quelli non patogeni in base alle differenze nelle proteine Lol. Nei controlli di laboratori nei topi con setticemia o polmonite resistenti ai farmaci, la lolamicina ha salvato il 100% dei topi con setticemia e il 70% dei topi con polmonite,sopravvissuti al contagio di più di 130 ceppi batterici multi-resistenti agli antibiotici. (Lo studio su modello murino è un primo step) Ovviamente il passaggio sull uomo potrebbe sovvertire il risultato del proof of concept study e gli outcome osservati sui topi

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