2021 e oltre - Parte 3 - Innovazione esponenziale
Vuoi sapere quando sarai sostituito al lavoro da un robot? Dovrai impiantarti un chip sottocutaneo per entrare in ufficio? La tua macchina andrà in giro da sola? I computer intelligenti ti fanno paura?
Il terzo articolo della serie "2021 e oltre" offre qualche indizio per rispondere a queste domande.
Gli articoli precedenti:
- Geopolitica (Cina, India e moderna Silk Road)
- Smart City o Smart Landscape? (il futuro delle città, sviluppi immobiliari, questioni ambientali)
Verso l'infinito e oltre
Negli ultimi anni molteplici fattori, primo fra tutti l’effetto della velocità di circolazione delle informazioni grazie a Internet, hanno portato ad una accelerazione esponenziale della capacità di innovazione del genere umano. Spesso la velocità con cui nuove soluzioni tecnologiche impattano su milioni di persone è così repentina che intere generazioni e fasce di popolazione rischiano di esserne travolti o completamente esclusi.
Basti pensare al risultato della diffusione globale degli smartphone e di come ciò abbia radicalmente mutato le modalità con cui gli umani si relazionano, trovano le informazioni, ascolano la musica, acquistano merci e servizi, a patto di essere in grado di usare consapevolmente questi strumenti.
L’accelerazione di ogni forma di automazione ha portato ad una rapida disgregazione di intere filiere di business, soppiantate da soluzioni digitali più efficienti.
Intelligenza sempre più artificiale
Una delle tecnologie che promette di lasciare un segno indelebile sul nostro futuro è l’intelligenza artificiale con i suoi molteplici campi di applicazione.
Il destino degli uomini è segnato dal desiderio incontrollato di crescita, in tutti i sensi, ed è facile immaginare come la possibilità di essere “potenziati” tramite soluzioni di intelligenza artificiale non potrà che incontrare milioni di adepti.
Così come nella prima rivoluzione industriale il lavoro è stato ridisegnato intorno alla macchina a vapore, nei prossimi anni saranno le funzioni svolte dall’intelligenza artificiale a modificare le attività richieste agli uomini.
In pratica, tutti i lavori che potranno essere efficientemente svolti da una macchina intelligente, vedranno la sostituzione degli umani. Il futurologo Gerd Leonhard sostiene che tutti le occupazioni le cui attività possono essere facilmente elencate, in pochi anni potrebbero essere sostituite da macchine.
Se oggi gli smartphone sono diventati una sorta di cervello aggiuntivo, che archivia informazioni e consente impensabili elaborazioni, in un domani non troppo lontano è facile prevedere installazioni più integrate nello stesso corpo umano, come chip sottocutanei, arti potenziati artificialmente, fino ad arrivare ad innesti celebrali.
Gli sviluppi non si limitano al corpo umano.
Il settore dei traduttori automatici ha avuto uno sviluppo straordinario ed è prevedibile che nel giro di pochi anni sarà possibile viaggiare in gran parte del globo parlando ad un livello dignitoso le lingue locali con il supporto di piccoli device connessi alla rete.
Le soluzioni di intelligenza artificiale, per poter rendere al massimo, hanno bisogno di accedere a enormi quantità di dati tramite i quali possono “apprendere” e costruire nuovi modelli di comportamento “propri”. Fino ad oggi solo alcuni settori sono stati in grado di dare in pasto all’AI questo tipo di risorse, per esempio di grandi player nel campo dei social media e della rete, riuscendo così a confezionare contenuti sempre più mirati per i singoli interessi degli utenti. Oppure i grandi gestori e utilizzatori d’energia, che sfruttano gli algoritmi di AI per gestire al meglio produzione e consumi.
Un altro settore che ha già fatto passi da gigante è quello della visione, dove enormi data base di immagini “commentate” vengono date in pasto all’AI in modo che possa costruirsi modelli autonomi ed efficienti di riconoscimento di ciò che vede. Con risultati oggi paragonabili o superiori a ciò che riesce a fare un occhio umano.
Sino ad oggi alcuni campi di applicazione sono stati fortemente limitati da problemi di privacy, specie in campo sanitario, per l’impossibilità di rendere accessibili i dati della salute degli individui.
Oggi i modelli di apprendimento federato consentono di bypassare i problemi di protezione dei dati e l’interesse per questo tipo di soluzioni è dimostrato dall’aumento progressivo di pubblicazioni scientifiche in materia.
Cosa potrebbe andare male?
Il gruppo di pensatori e leader mondiali che nutre seri dubbi sul rischio di uno strapotere dell’intelligenza artificiale in grado di prendere il sopravvento sull’uomo, per esempio controllando direttamente armi o impianti ad alto rischio, è sempre più numeroso. Se si dovesse verificare qualche incidente significativo l’opinione pubblica potrebbe far propri questi timori e spingere la politica a rallentare gli sviluppi dell’AI. Sarebbe comunque una battaglia persa perché paesi più spregiudicati, così come il settore militare, continuerebbero certamente a investire in questo campo.
È prevedibile un grande dibattito legato all’opportunità o meno di consentire innesti tecnologici nel corpo umano per aumentarne le capacità fisiche e cognitive, dibattito che sarà superfluo nell’ambito militare dove ogni soluzione in grado di far acquisire un vantaggio sugli avversari sarà adottata immediatamente.
L’allungamento della speranza di vita umana
Un altro campo in grande sviluppo è la ricerca in campo genetico e cellulare per il prolungamento della vita umana e la battaglia contro le malattie. Un’intelligenza artificiale della divisione DeepMind di Google è riuscita a risolvere in poco tempo uno dei più grandi problemi della biologia: determinare la forma di una proteina, partendo dalle catene di amminoacidi che la costituiscono.
È facile prevedere nei prossimi anni un alternarsi continuo di grandi scoperte con impatti enormi sulle opportunità del corpo e della mente umana, e contemporaneamente l’insorgere di freni culturali, dibattiti sui limiti etici della ricerca e la continua necessità di riformulare la percezione del rapporto tra uomo e tecnologia.
È una battaglia che vede un solo vincitore, lo sviluppo. La storia dell’uomo va in una sola direzione e anche se spesso l’introduzione di innovazioni disruptive ha generato movimenti luddisti anche di forte intensità, il risultato è sempre stato il medesimo: l’adozione e il conseguente arricchimento di chi più velocemente ha saputo coglierne le opportunità a scapito dei fautori della conservazione. Probabilmente saranno proprio le culture e i paesi più aperti nel far propri nuovi modelli di sviluppo, quelli destinati a soppiantare i popoli più tradizionalisti, segnati da religioni conservatrici e in grado di imporre rigidi freni etici, macchiati da scarsa cultura generale e in special modo consapevolezza digitale.
Mobilità intelligente
Nel settore della mobilità il trend più rilevante è quello dei veicoli a guida autonoma, meglio se elettrici o a idrogeno. C’è un grande fiorire di nuovi player sul mercato e importanti quotazioni in borsa. Sulla scia delle valutazioni di borsa “stellari” di Tesla, che oggi vale più di gran parte delle principali case automobilistiche mondiali, altre aziende stanno raccogliendo investimenti significativi. Anche se c’è il rischio concreto che si stia generando una pericolosa bolla finanziaria su questi titoli, il settore è ricco di innovazioni in grado di cambiare velocemente il modo con cui ci muoveremo nei prossimi anni, spingendo verso sostanziali nuovi investimenti infrastrutturali in tutti i paesi con sufficiente domanda interna: linee elettriche ad alta tensione per rifornire distributori di nuova generazione; impianti per la produzione e la distribuzione di idrogeno; sistemi di ricarica delle batterie, ecc.
Anche il mondo assicurativo, a fronte dello sviluppo di veicoli a guida autonoma, dovrà adeguarsi alla necessità di coprire una gamma completamente nuova di responsabilità, che potrebbero difficilmente essere attribuite in modo diretto agli individui bensì al comportamento di macchine. In questi casi di chi saranno le responsabilità? Di chi possiede il veicolo? Di chi lo ha prodotto? Di chi ne ha realizzato gli algoritmi per la guida in autonomia?
Un segmento di nicchia che potrebbe regalare scoperte straordinarie nei prossimi anni è quello dei viaggi spaziali, alla ricerca di metalli sconosciuti, forme di vita aliene, forze ed energie inesplorate. Grazie alla disponibilità di vettori in grado di andare e venire senza particolari problemi nello spazio, si aprono nuove frontiere per la ricerca ieri impensabili.
Cosa potrebbe andar male?
Incidenti imprevisti e particolarmente gravi, casi di hacking in grado di togliere il controllo dei veicoli ai loro conducenti, percezione di veicoli fuori controllo da parte dell’opinione pubblica, potrebbero portare a forti limitazioni nell’adozione delle soluzioni di mobilità citate in precedenza. Altro rischio tangibile è la possibilità che il sistema delle infrastrutture non sia in grado, in alcuni paesi fra cui l’Italia, di adeguarsi alla stessa velocità con cui si vanno diffondendo veicoli di nuova generazione. Ciò porterebbe a inefficienze, perdite di tempo eccessive e ad un sostanziale rallentamento nel rinnovamento del parco mezzi.
In ogni caso, l’attuale incertezza su quale sarà la tecnologia vincente nel campo della propulsione dei veicoli, rende il mercato particolarmente cauto in un periodo di transizione verso il superamento dell’era del petrolio di cui non si vede ancora una fine certa.
Cyber war, crime, danger
In un mondo sempre più digitale vengono gradualmente a riproporsi tutti i rischi ben noti della dimensione fisica. I conflitti si giocano anche in rete: merci e informazioni trasformate in flussi di bit vengono rubate, all’effrazione nelle case si sostituiscono virus e hacking in grado di acquisire il controllo dei computer.
La cybersecurity è diventata uno dei settori di punta di cui imprese, governi e privati cittadini non possono fare a meno. Il cybercrime colpisce un po’ ovunque, compresi i dati sanitari, facendo correre rischi imprevedibili a cittadini inermi.
La condizione ormai acquisita in modo diffuso è che occorre proteggersi, sia utilizzando dispositivi aggiornati e di qualità, sia adottando soluzioni per la protezione commisurate al valore di ciò che si mette in gioco. Il settore cybersecurity offre ottime opportunità occupazionali e di investimento. È difficile ipotizzare scenari diversi.
Un fattore che potrebbe rivoluzionare completamente lo scenario è lo sviluppo dei computer quantistici, che possono superare tutte le barriere della tradizionale crittografia, mettendo così in crisi tutte le attuali misure di protezione e le procedure che oggi regolano importanti transazioni digitali. C’è, di conseguenza, la necessità di sviluppare una nuova crittografia quantistica, basata su misure sofisticate come la distribuzione di chiavi quantiche, lo studio di algoritmi a sicurezza quantistica e generatori di numeri casuali quantici.
Cosa potrebbe andar male?
In un mondo così globalmente interconnesso e digitalizzato, dove il software controlla ambiti sempre più ampi della vita umana, il successo di imprese di hacking particolarmente impattanti potrebbe portare a gravose, seppure temporanee, limitazioni della connettività a cui siamo ormai abituati. Al posto dell’Internet che conosciamo, reti chiuse, ad accesso riservato, invisibili muri digitali che impediscono la comunicazione fra i popoli, gli stati e la limitazione della libertà di informazione. Fenomeni purtroppo ben noti già oggi in alcuni paesi dove tirannie di vario genere puntano a rinchiudere i cittadini in moderni lager di bit. Anche paesi apparentemente più democratici potrebbero essere tentati da manipolazioni di questo tipo, sull’onda dell’indignazione popolare verso forme di hacking fortemente onerose finanziariamente o che causano disastri o incidenti gravi.
Gli altri articoli della serie 2021 e oltre:
- Geopolitica (Cina, India e moderna Silk Road)
- Smart City o Smart Landscape? (Il futuro delle città, sviluppi immobiliari, questioni ambientali)
- Innovazione Esponenziale (Intelligenza artificiale, mobilità e cybersecurity)
- Il Lavoro che verrà (Occupazione, mercato del lavoro, turismo)
- Economia e Finanza (Mercati, borse, criptovalute)
- Nuove normalità (Comportamenti, modelli di business e strategie di marketing )
Claudio Forghieri - Giornalista pubblicista - Le opinioni espresse in questo articolo sono personali e non devono essere attribuite agli enti per cui lavoro o con cui collaboro