5G: Gioie o Dolori?
Di Demetrio Costantino, 13 Giugno 2019
Da diverso tempo sulla stampa specializzata e sui media on line si parla della quinta generazione di reti wireless a banda larga, il cosiddetto 5G, che dovrebbe diventare realtà a partire dal prossimo anno. Ma di cosa si tratta?
Per i pochi che ancora non lo sapessero, è un sistema di telefonia e comunicazione mobile che promette, tra l’altro, una migliore e più efficiente copertura del segnale radio e un download e upload decisamente maggiori rispetto ai dispositivi odierni, migliorando così la qualità dei servizi. Diverrà possibile produrre dispositivi che potranno rimanere quasi sempre connessi l’uno all’altro. Questa opportunità consente di immaginare le città del futuro, dove ogni cosa sarà connessa e gestibile da remoto, dagli oggetti Smart della casa alle auto che andranno da sole, dalla gestione del traffico ai sistemi di videosorveglianza. Insomma, tutto diventa molto più veloce e interconnesso. Ma quanti di noi ne hanno realmente bisogno? E accanto agli evidenti vantaggi, qualcuno ha preso seriamente in esame anche tutti gli eventuali problemi e svantaggi che ne potrebbero derivare?
Partendo dal primo quesito, è chiaro che per determinate aziende, soprattutto per quelle che lavorano o che hanno a che fare col mondo informatico, l’introduzione del 5G non può che portare benefici. Si tratta però di settori particolari, ben delimitati e specifici, anche se indubbiamente sempre più ampi. Ma per il cittadino comune, oppure anche per piccole attività commerciali e industriali, è molto più difficile vedere quale reale interesse possano avere con l’introduzione della nuova generazione di telefonia. Insomma, se voglio comprare della verdura, al fruttivendolo potrei mandare un semplice Sms. Viene quindi da chiedersi se dietro a questa nuova frontiera non ci sia solo il tentativo di vendere un servizio che in realtà non produce reali vantaggi all’utente, portandoli invece soprattutto al fornitore. In pratica potremmo essere di fronte ad una nuova, ma sempre uguale, frontiera del consumismo: ci viene venduto qualcosa proposto come utile quando in realtà non lo è, o non le è nella misura che ci viene presentata. In sintesi: un prodotto forse anche utile, ma certamente non necessario.
Probabilmente qualcuno non se lo ricorda, o altri son troppo giovani per saperlo, ma quanta memoria Ram era installata sui vecchi Pc? Io avevo un Pc con il microprocessore 386 affiancato dal 387 e “ben” 12MB di Ram, quando nella maggior parte dei casi venivano installati al massimo 8 MB di Ram. Oggi se non installo almeno 8GB di Ram, il Sistema operativo potrebbe avere dei “problemi” o non girare “fluidamente” (ovviamente dipende dai programmi installati e dal loro utilizzo) ma anche se, relativamente all’uso che ne dovessi fare, mi bastassero 4GB, parliamo sempre di una quantità di memoria di oltre 300 volte maggiore rispetto al passato, magari per utilizzare gli stessi programmi usati prima.
Sui telefoni cellulari, o smartphone se preferite, è la stessa cosa: perché per far girare i programmi installati sempre più spesso c’è bisogno di maggiore memoria… e a furia di fare aggiornamenti a un certo punto vi comparirà la finestra con la dicitura: “Memoria in esaurimento”! E poi sento dire frasi del tipo: “Ma come?!! Non lo uso quasi mai!! Mando solo qualche messaggio!!”. Figuriamoci quando si potranno inviare e/o scaricare foto e video in 4K in un “lampo”! Saremo costretti ad andare in giro con una scorta di memorie esterne di ricambio in tutte le tasche!
Passando al secondo quesito, possiamo considerare diversi ordini di problemi. Dal momento che il 5G non è ancora entrato in funzione in modo completo e globale (il sistema è attivo solo in poche e circoscritte realtà) non abbiamo ancora una casistica in grado di fornirci dati esaustivi degli effetti pratici che queste onde elettromagnetiche hanno sulla salute. Ma veramente nessuno si è mai chiesto perché, dopo una lunga telefonata, il telefonino e il nostro orecchio “scottano”? Non so voi ma a me non va tanto a genio l’idea d’avere tanti piccoli “forni a microonde” sparsi per le città, oltre a quelli che già abbiamo!
Per quanto si parli di riduzione del consumo energetico, dal momento che siamo di fronte a emissioni di onde sempre più corte, è evidente che per avere una copertura completa del segnale (o la stessa copertura attuale) necessita un numero maggiore di antenne e quindi è ancora da verificare l’effettivo risparmio. Difficilmente si può pensare a un sistema sempre più interconnesso con un maggior numero, rispetto a oggi, di dispositivi collegati, ai quali va garantita a tutti la stessa (e maggiore rispetto a prima) velocità di trasmissione con un volume di traffico dati decuplicato o più e contestualmente supporre un minore consumo energetico del sistema.
Per quanto riguarda la sicurezza dei dati, partiamo subito col ricordare che, per definizione, l’essere umano è imperfetto! Detto questo, purtroppo, ci dovremo sempre aspettare che qualcuno e/o qualcosa, prima o poi, si intrometta più o meno fraudolentemente nei nostri “dati”. Se il volume del traffico dati decuplica, presumibilmente anche le azioni causate da malware, spyware, virus ecc., decuplicherebbero… E quando sarà tutto connesso e/o interconnesso? Lo so cosa direte: “Tanto ci sarà sempre qualcun altro che li combatterà per noi!”. (Sèeh … Tombola!) È un po’ come il cane che si morde la coda… Ma alle nuove velocità mi sa che questa volta gli viene un “capogiro”!!
Consideriamo inoltre la questione costi: certo non si potranno usare le opportunità offerte dal 5G con i supporti tecnologici attuali, altrimenti si rischia di fare lo stesso errore della Bbc, che con la carta Sim già in uso, intendeva inaugurare un servizio televisivo con il 5G ma dopo cinque minuti aveva raggiunto il limite massimo dei dati, con conseguente interruzione della trasmissione. Insomma, serviranno nuove apparecchiature e nuove tabelle tariffarie.
È assodato ormai da tempo che le nuove tecnologie informatiche, nel risolvere alcuni problemi, ne hanno creati di nuovi. Come è stato detto più volte, i social accorciano le distanze dei lontani e le aumentano tra i vicini: se quindi abbiamo il vantaggio di connetterci sempre e ovunque con chiunque nel mondo, rischiamo di non vedere più chi ci è seduto accanto, come si può notare camminando per le strade, nelle metropolitane, nelle stazioni, al ristorante, dove tutti o quasi sembra parlino più con il loro smartphone che con le persone vicine. Per i giovani, ovviamente più interessati a tutto ciò che è nuovo, il problema è anche maggiore, dal momento che posso sempre “scaricare” tutto ciò che vogliono, senza più alzare lo sguardo dal mezzo informatico. Quanto è già sotto i nostri occhi, in un sistema che rende le connessioni sempre più veloci ed efficienti, rischiamo di vedere tutto ciò decuplicato. Consideriamo anche una questione spesso tralasciata: se da una parte le nuove tecnologie ci consentiranno in un futuro poi neppure tanto lontano di ridurre gli spostamenti per recarsi sul posto di lavoro, dall’altra rischiamo di rimanere “connessi” con l’attività che svolgiamo in qualunque momento, e ciò non permetterebbe più una vera vita “privata” fuori dall’ufficio, dal cantiere, dalla fabbrica, ecc.
Insomma, pur evitando allarmismi e atteggiamenti anti-tecnologici, resta il fatto che finire per essere assorbiti dai nuovi sistemi informatici è un rischio tutt’altro che trascurabile, ed è forse meglio essere prudenti, prima di ritrovarci nel mondo virtuale e non accorgerci più di quello reale.