Big Data | Bio Data
Per un'analisi dei dati etica e bio.
Non credo sia il caso di citare Edmund Husserl e la sua Crisi delle scienze occidentali del 1955 per affermare che ci siamo persi nei dettagli. Tanto virtuosi del meccanismo quanto inconsapevoli del suo senso per la vita. Detto altrimenti: tanto tecnologicamente competenti quanto socialmente impreparati.
Malgrado la situazione non brillante, non mancano le buone notizie.
Ci siamo accorti, per cosi dire, dell'oblio. Ne é sintomo il piacevole dialogo sulla rete televisiva nazionale italiana intercorso tra il rettore del politecnico di Torino Guido Saracco e il filosofo Maurizio Ferraris dell'Università della stessa città.
Saracco afferma che il metodo formativo per i nuovi ingegnieri considera necessaria la comprensione dell'impatto sociale, e in senso piu vasto umano, che puo determinare l'introduzione in un dato contesto di una soluzione tecnologica. Gli ingegnieri dovranno quindi formarsi alfine di associare alla padronanza della tecnica la capacità di visione tipica delle scienze dello spirito. Lo stesso Ferraris, che conduce il programma su Rai Scuola, integra le affermazioni del rettore torinese, aggiungendo che la tradizionale opposizione tra università di Torino e Politecnico sta perdendo di significato. Tutto procede nel senso di una proficua contaminazione dei saperi messi a disposizione di una professionalità rinnovata che saprà beneficiare allo stesso tempo dell'esperienza empirica e della riflessione filosofica. In fondo un'eccellente notizia se consideriamo la nostra (dell'associazione Holistic Data Analysis) riflessione intorno ad un'analisi dei dati olistica, in cui olismo sta per approccio multidisciplinare e ispirato ad una concezione dell'azienda assimilabile ad un organismo e, in quanto organismo, considerato come un intero unico.
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La scienza e la tecnica al servizio della visione.
Algoretica non é piu un neologismo. Tant'é vero che leggiamo nel vocabolario in linea dell'istituto Treccani :"Indagine sui problemi etici collegati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e, in particolare, degli strumenti che si basano sugli algoritmi." E' lecito chiedersi come sia possibile che i dati abbiano o assumano un carattere etico. In sé stessi infatti non ne hanno; tuttavia, come accade per ogni strumento creato dagli humans, il fine per il quale lo strumento é adottato lo puo mettere al servizio di un valore piuttosto che di un altro. Allora sarebbe piu corretto parlare di uso piu o meno etico di dati, algoritmi e intelligenza artificiale. Se assumiamo per corretta questa premessa dovremmo quindi prendere atto che il progresso a dir poco esponenziale delle soluzioni tecnologiche necessita, perché un'algoretica si realizzi, di un altrettanto vivace progresso etico.
Una possibile attività AlgorEtica
Teoricamente comprensibile. Possibili esempi di applicazione pratica? Forse ne abbiamo uno. E se cominciassimo a dissodare il terreno a volte incolto o coltivato da altri (e spesso col nostro implicito consenso ma a nostra insaputa) e ci predessimo cura di noi stessi, dei dati che produciamo, che riceviamo e che inviamo a volte troppo poco consapevolmente? L'analisi dei (nostri) dati, preceduta dal loro trattamento, in termini di omogeneizzazione, deduplicazione, categorizzazione, potrebbe permettere ad ogni entità, sia essa azienda, associazione, comunità, di comprendere meglio il proprio posizionamento. Analizzare in locale. In tutti i sensi, alfine di ricostruire l'identità del soggetto che si auto analizza attraverso la riscoperta dei propri limiti, qui intesi come limes, confini che separano ma anche che costituiscono punto di contatto col resto.
Questa scoperta attività riflessiva attraverso dati, combinazione di dati, metadati, algoritmi e parametri chiave potrebbe costituire il corrispettivo per le aziende di un'attività di introspezione che potrebbe meglio prepararle a qualsiasi sfida (tecnologica o no) che ci attende in futuro. Infatti il trattamento dei dati etico e locale potrebbe permettere agli humans che vi si dedicano di ritrovare il contatto (oseri dire ancestrale) con la missione dell'azienda stessa. Questo potrebbe innescare un processo con piu percorsi. Rinnovata fiducia. Senso di appartenenza. Disagio da insignificanza. Necessità di rinnnovamento. Entusiasmo. Desiderio di condivisione.
Non vi pare che questo percorso introspettivo parebbe molto "human"? Magari mi sbaglio. Magari no.